La chioma di Berenice (1803)/Coma Berenices/Versi 79-82
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Nunc vos, optato quas junxit lumine taeda,
Non prius unanimis corpora conjugibus 80
Tradite, nudantes, rejecta veste, papillas,
Quam jucinda mihi munera libet onyx. 82
varianti.
Verso 79. Principe quem per quas, Vossio e Volpi quae, Corradino quum. — Verso 80. Principe non post unanimos; post invece di prius è anche ne’ 4 mss. Ambrosiani lezione accolta dallo Scaligero, Vossio, Corradino, Volpi. Due ediz. antiche vincula per corpora. Teodoro Marcilio optato queis junxit lumine taeda Non postunanimos. — Verso 81. Principe, Stazio, detecta veste, mss. Ambrosiani Y, A, B, retecta. — Verso 82. Marcilio quum . . . libat. Scaligero, Vossio, qua, Volpi quae, Santeno crea di pianta:
Nunc vos optato junxit quae lumine taeda
Nunc, post unanimis corpora conjugibus
Ludite, nudantes, rejecta veste, papillas;
Quam jucunda mihi munera libet onyx!
Il Doering ritiene la correzione del primo distico, e legge il secondo.
Tradite, nudantes rejecta veste papillas,
Sic jucunda mihi etc.
Sieguo Palladio Fusco che primo sospettò la nostra lezione, e le Aldine che la raccolsero.
note.
Nunc vos etc. Assicurata l’apoteosi della chioma fonda il poeta un culto a lei celebrato dalle spose pudiche; il che si ritorce in lode di Berenice. Chi legge post invece di prius espone: O voi de’ quali i corpi furono nel desiato giorno uniti, voi che, come tutti i conjugi, non sarete poi dopo unanimi. Ma dovea Callimaco far questi auguri a Berenice novella sposa? Dovea ricordare alle giovinette le discordie del matrimonio? E qual mai culto nasce dall’apoteosi, e con che rito è egli celebrato? Lo Scaligero fu primo a ribellare dalle edizioni antiche e dalle due Aldine che leggono prius. Ecco l’ordine. Nunc vos, quas junxit taeda lamine optato, non tradite corpora conjugibus unanimis prius quam onyx libet mihi munera jucunda. Le correzioni del Santeno e del Doering sono meno assurde della Scaligeriana, ma cangiano troppo il testo, e non mirano all’intento del culto. — Le vergini dunque prima di abbandonarsi agli abbracciamenti dello sposo doveano sacrificare unguenti alla chioma. Così comincia il poeta ad istituire obbliquamente un culto a Berenice; e questo era il principale intento del re Evergete: Vedi discorso iii num. 1. — Si vedrà nella considerazione iv i sacrifici di chiome prima delle nozze. Molte altre sorta di sacrificj faceano le donzelle di tutte le nazioni antiche in pari occasione. Euripide Ifigenia in Aulide verso 113.
Μόσχοι τε, πρὸ γάμων ἃς θεᾷ πεσεῖν χρεών.
Le giovenche che pria delle nozze devonsi scannare alla Dea. Senofonte Effesio lib. i. Ὡς οὖν ἐφέστηκεν ὁ τῶν γάμων καιρὸς, καὶ παννυχίδες ἤγοντο, καὶ ἱέρεια πολλὰ ἐθύετο τῇ θεᾷ. Ubi igitur nuptiarum teminpus advenit pervigilia celebrata sunt, multaeque hostiae Deae immolatae. Or poiché la chioma fu recisa per l’amore conjugale di Berenice, Callimaco vorrebbe che le nove spose le sacrificassero unguenti e profumi come a Nume tutelare de’ talami delle mogli pudiche. Nè si faceano presso gli antichi nozze senza auspicj; Eneide lib. iv. verso 15.
Dis equidem auspicibus reor et Junone secunda.
Varrone presso Servio, Auspices in nuptiis appellatos ab auspiciis quae ab marito et nova nupta per hos auspices captabantur in nuptiis.
Nudantes rejecta veste papillas. Cenno gentile e pieno di voluttà sopra le vergini quando per la prima volta concedono se stesse allo sposo. Niuno pudore è più amabile di quel di una vergine che si spoglia. Né veruna pittura può essere più amorosa di una bella donna mezzo ignuda. Cleopatra tentò d’incantare Ottaviano gettandosi fuor di letto. Frine per vincere più presto i giudici scoprì le sue belle mamme. Dicesi che Agrippina, dimentica dell’età sua, volle innamorare a questo modo il figliuolo signore del mondo. Non così Ecuba: mostrò le poppe al suo Ettore per moverlo a compassione e stornarlo dalla battaglia.
— Molto pianto
D’altra parte versava lamentando
La madre; e scinta il seno, a lui con l’altra
Mano mostrando la mammella, queste
Ratte parole lagrimando disse:
Ettore, figliuol mio, di me pietate
Ti vinca, e a questa poppa abbi rispetto
Se mai per acquetare il tuo vagito
A te la porsi . . .
Lumine optato. Qui é usurpato per giorno.
Taeda. La face nuziale.
Onyx. Dell’onice pietra preziosa si laccano i vasi unguentarj. Vedi in Plinio Orazio lib. iv od. x. Nardi parvus onyx. Anche Properzio
Quum dabitur Syrio munere plenus onyx.
Onice ed alabastro si prendono sovente anche per gli unguenti cbe contenevano. Callimaco, Lavacri di Pallade vers. 15.
Μὴ μύρα λωτροχόοι τᾷ Παλλάδι, μὴδ ἀλαβάστρος.
Non unguenti, o lavatrici, a Pallade, non alabastri.