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142 note. Versi 81—82.


Nudantes rejecta veste papillas. Cenno gentile e pieno di voluttà sopra le vergini quando per la prima volta concedono se stesse allo sposo. Niuno pudore è più amabile di quel di una vergine che si spoglia. Né veruna pittura può essere più amorosa di una bella donna mezzo ignuda. Cleopatra tentò d’incantare Ottaviano gettandosi fuor di letto. Frine per vincere più presto i giudici scoprì le sue belle mamme. Dicesi che Agrippina, dimentica dell’età sua, volle innamorare a questo modo il figliuolo signore del mondo. Non così Ecuba: mostrò le poppe al suo Ettore per moverlo a compassione e stornarlo dalla battaglia.

 — Molto pianto
D’altra parte versava lamentando
La madre; e scinta il seno, a lui con l’altra
Mano mostrando la mammella, queste
Ratte parole lagrimando disse:
Ettore, figliuol mio, di me pietate
Ti vinca, e a questa poppa abbi rispetto
Se mai per acquetare il tuo vagito
A te la porsi . . .

Lumine optato. Qui é usurpato per giorno.

Taeda. La face nuziale.

Onyx. Dell’onice pietra preziosa si laccano i vasi unguentarj. Vedi in Plinio Orazio lib. iv od. x. Nardi parvus onyx. Anche Properzio

     Quum dabitur Syrio munere plenus onyx.

Onice ed alabastro si prendono sovente anche per gli unguenti cbe contenevano. Callimaco, Lavacri di Pallade vers. 15.

     Μὴ μύρα λωτροχόοι τᾷ Παλλάδι, μὴδ ἀλαβάστρος.
     Non unguenti, o lavatrici, a Pallade, non alabastri.