L'oceano del cuore/Seconda sintesi
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | Prima sintesi | Terza sintesi | ► |
Seconda sintesi
LA CAMERA NAUTICA
La camera nautica del «Dante» colle pareti bianche coperte di carte geografiche e astronomiche. In fondo a destra una porta senza battente chiusa da una pesante portiera di cuoio. Nella parete di sinistra una porta il cui battente si apre nell’appartamento del Comandante. Contro la parete del fondo la tavola che porta la carta di rotta illuminata da una lampada potente coperta da un paralume tondo e basso.
La voce di Canepa
Ecco a destra Sirio!... Davanti Canopo! Abbandoniamo la Grande Orsa. Saremo presto sotto la Croce del Sud!
Palumbo
chino sulla carta di rotta, a Gilberti che entra:
Novità?
Gilberti
Palumbo
scattando:
Come? Come?
Gilberti
La signora Roule non si chiama Roule.
Giacalone
facendo capolino dietro Gilberti:
La vera signora Roule che la Compagnia ci aveva annunciata con carte e passaporto regolari non si è imbarcata. La falsa signora Roule venne a saperlo e se ne servì per imbarcarsi nascondendo le sue vere generalità. Noi siamo però in regola perché il mancato imbarco della signora Roule non ci è stato notificato dalla Compagnia.
Palumbo
Non sono d’accordo con voi, poiché a bordo non dobbiamo avere che i passeggeri fissati dalla Compagnia alla partenza. E chi è quest’altra signora?
Palumbo
Credo sia una signora dell’alta società parigina. Parla però il francese piuttosto male.
Palumbo
Pregatela di venir qui subito.
Escono Gilberti e il Commissario. Palumbo si china di nuovo sulla carta di rotta e riprende i suoi calcoli sul compasso. Si sente battere l’uscio.
Avanti.
Maccaluso
Palumbo
apre i due radiogrammi; li legge, scatta, li rilegge, li mette in tasca, batte con rabbia il pugno sulla tavola, poi si mette a passeggiare - nervosissimo. Entra la falsa signora Roule vestita di nero seguita da Gilberti e dal Commissario:
Buon giorno, signora. So perfettamente a chi ho l’onore di parlare.
S. A. Simonetta
con un movimento di angoscia irrefrenabile:
No, non è possibile.
Palumbo
Si, ho l’onore di parlare a Sua Altezza Simonetta di Spagna. Debbo aggiungere che la sua presenza a bordo mi contraria molto. Se io dovessi ubbidire al mio istinto... Comprende? Se io dovessi ubbidire al mio istinto... io la deporrei sul primo scoglio che incontreremo! Perché io... io sono un umile e fedele servo della Compagnia. Le leggi della Compagnia parlano chiaro. Non si deve per nessuna ragione al mondo ospitare a bordo passeggeri ignorati dalla Compagnia e non muniti di biglietto. Quando una simile disgrazia accade bisogna sbarcare l’intruso o l’intrusa al più presto, in qualsiasi luogo... anche all’inferno!...
S. A. Simonetta
con voce tremante:
Le domando perdono, signor comandante, per ciò che ho fatto. Ma creda non potevo agire diversamente. Ho il dovere di raggiungere al più presto Montevideo.Palumbo
Mi dispiace, Altezza, ma proprio a Montevideo lei non potrà scendere.
S. A. Simonetta
inquietissima:
Perché? Perché? Perché?
Palumbo
Ho ricevuto poco fa due radiogrammi con ordini precisi.
S. A. Simonetta
Da chi?
Palumbo
Da Sua Maestà il Re e da Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio!...
S. A. Simonetta
colpita da questa notizia sembra quasi svenire ma si ripiglia e chinando la testa:
Ma non potrò neanche sapere il perché di questo divieto?
Palumbo
Lei dovrebbe averlo già indovinato. La sua regale famiglia vuole impedirle di entrare in convento. Trovo molto logica questa loro volontà. I miei ossequi, Altezza. (A Gilbertf) Accompagnate Sua Altezza Simonetta nella sua cabina.
S. A. Simonetta esce seguita da Gilberti e da Giacalone.
Giacalone
ricomparendo tra i battenti della porta:
Signor comandante, credo sia troppo tardi ormai per nasconderla ai passeggeri della classe di lusso. Sono tutti al corrente del famoso mistero. Molti l’hanno avvicinata. Nessuno le ha mancato di rispetto. Anzi tutti la riveriscono e si inchinano al suo passaggio.
Palumbo
Sta bene. Voglio però che Sua Altezza non parli con nessuno. Deve, intendi, rimanere chiusa nella sua cabina. (Una pausa) e la terza classe sa qualcosa?
Giacalone
Penso che la terza classe ignori il fatto.
Gilberti
Ne siete sicuro?
Giacalone
Non angosciatevi, comandante, vado ad occuparmi seriamente della faccenda.
Giacalone esce.
Gilberti
entrando:
Sua Altezza Simonetta è chiusa nella sua cabina.
Palumbo
Fa molto caldo nella sua cabina?
Gilberti
Palumbo
Pregate Sua Altezza di tornare qui.
Gilberti esce.
Canepa
Il faro delle Canarie è visibile.
Palumbo
scatta sentendo battere alla porta:
Avanti! Che c’è? (Prende dalle mani di Maccaluso due radiogrammi, ne apre uno e lo legge a Canepa) Una inglese... domanda un consiglio al nostro medico:... il modo di curare una bambina caduta e feritasi sulla testa... Mezza morta. Dite al dottore di rispondere subito... (Apre il secondo radiogramma) E’ facile... Facile comandare a distanza! (Rileggendo il radiogramma ad alta voce) Impedire ad ogni costo che la nuova passeggera parti coi passeggeri. La terrò responsabile.(Sgualcisce furiosamente il radiogramma e lo intasca. Poi si volta di scatto sentendo un brusio dietro la portiera di cuoio) Silenzio! Per Dio silenzio! Chi alza la voce?
Canepa
alza la portiera di cuoio guarda fuori e rientra:
Sono dei passeggeri che domandano di parlare al comandante.
Due passeggeri
premuti da altri che vorrebbero entrare si affacciano sollevando la portiera di cuoio:
Scusi, scusi, signor comandante. Una parola. Una sola parola.Palumbo
battendo il pugno sulla carta da rotta:
No! No! No! Non si entra qui. Non posso ricevervi. Non accetto deputazioni. Ritiratevi, scendete, e, uno per volta, mandatemi la vostra carta da visita. (Alzando la voce) Che nessuno rimanga sul ponte di comando! Vi è un cancello con una scritta: Riservato al comando! Chi non sa l’italiano lo impari!
Brusio di persone che parlottano allontanandosi.
Wull
sollevando la portiera di cuoio, con tono umile e presentando la carta da visita:
Signor comandante...
Palumbo
Buon giorno, signor Wull. Mi dispiace. So già ciò che lei desidera. Non posso transigere. Ordini superiori mi vietano di lasciare sbarcare Sua Altezza Simonetta a Montevideo. Gradisca...
Wull
Scusi, signor comandante. Mi permetta di dirle due parole. Io penso che si fanno molte cose più o meno giuste a bordo, tutte a sua insaputa.
Palumbo
No! Signor Wull, sono informatissimo, sempre, giorno e notte.
Wull
Palumbo
Cosa ha detto? Imprigionata? Lei non sa la lingua italiana. Si serva di un’altra parola più precisa.
Wull
Mi sono sbagliato, signor comandante... Volevo dire chiusa... chiusa nella sua cabina dove... fra parentesi, il caldo minaccia seriamente la sua fragile salute...
Palumbo
Sono al corrente. Ho già provveduto. Grazie. Ha altro da domandare? Buon giorno.
Wull
ritirandosi:
Lei esagera, signor comandante. Buon giorno.
Anna De Vita
sollevando la portiera di cuoio:
Signor Comandante... Siamo molti passeggeri della classe di lusso a pregarla...
Palumbo
caricaturando le voci imploranti dei passeggeri:
In nome delle grandi tradizioni americane di libertà... (Scattando) Ma, illustre signora, io non sono americano! Sono europeo! Ho delle leggi e delle tradizioni europee. (A Dorville, che, dietro la signora De Vita solleva la tenda) Obbedisco alla Compagnia. (Un lungo silenzio) Anzi obbedisco a Sua Maestà il Re e a Sua Eccellenza il Presidente del Consiglio. Non posso esaudire le vostre preghiere. I miei ossequi. (Wull, Dorville e la signora De Vita escono alzando la tenda e urtandosi con Canepa che entra in fretta) Uff! Uff! Uff!...
Canepa
Signor comandante, la terza classe chiacchiera un po’ troppo. Tutti discutono prò e contro Sua Altezza Simonetta
Vocio confuso.
Palumbo
Sento! Sento!... Finiranno per farmi perdere la calma. Andate giù, Canapa; e dite loro energicamente che non posso permettere queste dispute ad alta voce.
Canepa alza la portiera di cuoio ed esce inchinandosi dinanzi a Sua Altezza che entra seguita da Gilberti.
Palumbo
Buongiorno, Altezza, la prego di accomodarsi. Ho saputo che oggi il caldo è torrido nella sua cabina. Qui si sta meglio, non le pare?
S. A. Simonetta
Io non mi sono affatto lamentata, signor comandante. Se lei mi ha fatto chiamare perché io non soffra più il caldo, le domando il permesso di rientrare subito nella mia cabina.
Palumbo
No! No! Io la prego di fermarsi qui. Lei può venire qui quando vuole. E’ un grande piacere conversare con lei. Lei parla molto bene... (un lungo silenzio)... come parlano le sante in paradiso... Ciò sia detto senza ironia, tanto più che noi lupi di mare ignoriamo l’ironia. Io non so parlare con le sante, ma ascolto attentamente. Mi dica, dunque, Altezza, il suo pensiero. Lei ha proprio deciso di scendere a Montevideo?
S. A. Simonetta
Le mie buone sorelle del Sacro Cuore mi aspettano ansiosamente. Non voglio deludere il loro affetto. Unico affetto che riscaldi ancora la mia vita tutta votata a Dio.
Palumbo
E l’affetto della sua regale famiglia? E l’affetto di sua madre?
S.A. Simonetta
Mia madre si è sforzata di uscire dal mio cuore il giorno in cui si è opposta alla mia vocazione. Ma il mio cuore che conosce tutte le fedeltà la tiene eternamente chiusa in sé.
Palumbo
reprimendo un’evidente commozione:
Debbo notare un fatto strano. Appena lei è giunta qui nella camera nautica come per incanto si è fatto il silenzio nella terza classe. (A Canepa) L’avete notato anche voi, Canepa?
Canepa
Si, signor comandante.
Palumbo
S.A. Simonetta
Non assoluto! Ascoltate bene. Non gridano più, ma pregano.
Una lunga pausa in cui si sente un brusio sommesso di litanie.
Palumbo
Pregano per lei!
S.A. Simonetta
s’inginocchia mentre Palumbo agitato con scatti d’ira repressi si avvicina alla carta di rotta, poi entra nel suo appartamento. S. A. Simonetta rimane inginocchiata immobile. Gilberti e Canepa entrano escono col cannocchiale e il sestante in mano. Gilberti, dopo aver fatto dei moti dì insofferenza per il caldo torrido, rovescia in alto la portiera di cuoio agganciandone un lembo. La camera nautica viene invasa dalla dolcezza bluastra della notte stellare che allaga il ponte di comando vetrato. Tutto è impreciso sognante e sognato salvo il cerchio luminoso che la lampada coperta dal suo tondo paralume imprime sulla carta di rotta.
Pregano per tutti noi!
Sipario lentissimo