Pagina:Marinetti - Teatro.djvu/228


Palumbo

apre i due radiogrammi; li legge, scatta, li rilegge, li mette in tasca, batte con rabbia il pugno sulla tavola, poi si mette a passeggiare - nervosissimo. Entra la falsa signora Roule vestita di nero seguita da Gilberti e dal Commissario:

Buon giorno, signora. So perfettamente a chi ho l’onore di parlare.

S. A. Simonetta

con un movimento di angoscia irrefrenabile:

No, non è possibile.

Palumbo

Si, ho l’onore di parlare a Sua Altezza Simonetta di Spagna. Debbo aggiungere che la sua presenza a bordo mi contraria molto. Se io dovessi ubbidire al mio istinto... Comprende? Se io dovessi ubbidire al mio istinto... io la deporrei sul primo scoglio che incontreremo! Perché io... io sono un umile e fedele servo della Compagnia. Le leggi della Compagnia parlano chiaro. Non si deve per nessuna ragione al mondo ospitare a bordo passeggeri ignorati dalla Compagnia e non muniti di biglietto. Quando una simile disgrazia accade bisogna sbarcare l’intruso o l’intrusa al più presto, in qualsiasi luogo... anche all’inferno!...

S. A. Simonetta

con voce tremante:

Le domando perdono, signor comandante, per ciò che ho fatto. Ma creda non potevo agire diversamente. Ho il dovere di raggiungere al più presto Montevideo.


227