Io cerco moglie!/IV
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | III | V | ► |
IV.
FRÄULEIN VIOLETTA.
— Lionello — dissi un giorno — tu che fai morire tutte le tue meravigliose eroine, non te ne avanza nessuna che vada bene per me?
Lionello nei suoi libri fa morire tutte le donne di morte romantica. Le sue lettrici gli scrivono da tutte le parti: “Non la faccia morire, la salvi! È tanto cara, è tanto gentile. Non deve morire„.
Ma lui è inesorabile: o in un modo o nell’altro le fa morire tutte.
— Tu sei un po’ idiota — rispose Lionello alla mia domanda.
L’ho pregato di spiegarsi.
— Le mie eroine — disse — o sono uccise o si uccidono per una necessità reclamata dal pubblico, il quale è schifosino come te; ma vuole la morale. Pare incredibile, ma è così! Ora anche tu capisci benissimo che non si può fare il dramma o il romanzo con la morale: senonchè quando io ho fatto morire le mie eroine, io le ho purificate; ed ecco fatta la morale; come tu con i grassi fetidi fai le tue saponette. Ma nella vita le mie eroine godono di ottima salute, sta pur sicuro!
— E allora prestamene una.
— Impossibile! — rispose Lionello.
— E perchè?
— Perchè nessuna delle mie eroine ti potrà mai amare.
— Perchè dici così, Lionello? Perchè mi avvilisci? Sono brutto forse io?
— No, amico, anzi sei un campione discreto; ma non hai quel tipo, sai, dell’uomo fatale, macro, mefistofelico, che disorienta la donna come una coppa di champagne, che la fa capitolare, che le fa dire: “Vigliacco, ti adoro.... To’!„.
— E a te capita?
— Certo.
— Sei un genio, Lionello, — dissi tristemente.
— Lo so. Non hai nemmeno al tuo attivo uno di quei gesti che affascinano le donne: non so, un delitto passionale, uno scandalo estetico; non hai corso un raid, non hai vinta una coppa in una gara qualsiasi; non possiedi nemmeno una di quelle anomalie che rendono stuzzicante un uomo.... Per esempio, quello che vende i giornali sul corso, che è un nano: tutte le cocottes lo accarezzano, e le serve se lo rubano. Per di più, tu possiedi il più grave dei difetti per ottenere dedizioni incondizionate.
— Cioè?
— Amico, le belle donne amano gli uomini generosi!
— Sono generoso anch’io.
— A te parrà di essere: ma tu misuri, cioè ragioni. Ma ti pare che una bella donna che strapperebbe le stelle dal cielo per farsi più bella, possa amare te, uomo che misuri? Esse sono capaci anche di donar tutto; ma all’uomo che si mostra capace di buttar via tutto, la ricchezza non solo; ma l’onore, la vita. Ma a te che tieni immensamente alla vita, a te che non dormiresti la notte se perdessi qualche biglietto da mille al baccarat, a te che tieni in ordine il libro del dare e dell’avere, a te che hai lo scadenzario, io non posso fornire nessuna delle eroine dei miei romanzi.
— Mi atterrisci, Lionello; ma credo che tu ti sia formata una cattiva opinione di me: tu pensi che io sia avaro....
— Un po’ pirchio.
— No, Lionello. T’ho detto: io sarei disposto a nominarti mio erede universale; ma è, vedi, che io sono nato così: ordinato, metodico, previdente. E che colpa ho io se il denaro va a radunarsi sempre nelle tasche degli uomini metodici, ordinati, previdenti? È bello, vedi, leggere nei tuoi romanzi la vita fugace e folle di quelle donnine sperperatrici: capisco che debbano dare grandi soddisfazioni. I miei sensi ne sono perturbati. Mi piacerebbe anche a me di provare: ma poi metto in bilancio, e m’accorgo del passivo. Per me sperperare sarebbe una forma di suicidio. Vedi che Ginetto Sconer è un uomo sincero. Non ti pare, Lionello?
*
Ma due giorni dopo questo colloquio, vedo Lionello che precipita come un bolide nel mio studio.
— Sconer — dice — un caso eccezionale, un caso del tutto straordinario, del tutto convenevole per te.
Credevo che si trattasse di qualche affare, perchè in quell’ora (erano circa le tre del pomeriggio) io sono orientato verso gli affari. No! Si trattava del matrimonio. Ho dovuto — per così dire — togliere la comunicazione del centralino del mio cervello per mettermi in comunicazione con Lionello. Egli si impazientì; ma io lo pregai di accomodarsi.
— Sconer — cominciò a dire Lionello — , sai tu qual’è la più bella donna del mondo? Bada che esiste un plebiscito! Nicoletta, meglio nota sotto il nome di fräulein Violetta, perchè fu a Vienna che ella vinse le prime battaglie dell’arte.
Risposi a Lionello:
— Io non ho visto mai la faccia viva di fräulein Violetta: la ho vista al cinematografo, e la réclame di quella sua faccia stravolta che pare abbia il mal di mare, è impressionante.
— Come sei sempre borghese nelle tue espressioni! — disse con disprezzo Lionello. — È fräulein Violetta che dissolve la sua bellezza nella canzone dell’arte. — E proseguì: Conosci tu la storia di fräulein Violetta...? No?... Allora te la racconto. Fräulein Violetta proviene dalla lirica: anzi dal campo dell’operetta viennese. Di membra delicate, esile di vita, opalina di colore, minuta di lineamenti, calma, quantunque un po’ beffarda. Ma i suoi capelli neri, duri e forti come la coda di un cavallo di battaglia, testimoniano la energia psichica che si nasconde sotto quell’apparente delicatezza. Artisticamente parlando, essa è una creatura di eccezione, come diciamo noi. Essa è uno dei più esuberanti temperamenti che sappiano far vibrare l’anima delle folle, attraverso le eroine sentimentali e gaie di tutto un vastissimo repertorio....
— Fermati, Lionello! (Mi pare un periodo dei suoi romanzi).
— ....il suo canto era impeccabile, — proseguì; — pronto a tutte le inflessioni! Ebbene, ritorna da una tournée nel nuovo mondo, dove aveva eccitato la più grande ammirazione consolidando vie più la sua fama, quando improvvisamente....
— Fu silurata da un sottomarino tedesco.
— Peggio, amico. Perdette la voce. Che cosa doveva fare? È diventata artista di cinematografo. Studiò la grande arte muta, e con la perseveranza di chi vuole arrivare ad una mèta di gloria, con volontà ferrea, con la coscienza sicura e severa delle necessità artistiche, spiccò il volo, con ali d’aquila, verso le eccelse vette della tragedia. Sai tu, Sconer, come è stata definita Nicoletta da un grande scrittore francese? Toutes les femmes dans une femme. Sai come la ha definita il poeta Flebis? “L’universo rinchiuso in una guaina di chinchilla„, perchè allora eravamo d’inverno. È la donna dinamica per eccellenza! In lei stanno raccolte le mille assise della femminilità, Thais e Salomé; Nanà e Giulietta: ella rivive tutte le creature del genio e vibra nei molteplici aspetti dell’amore, dell’odio, della voluttà, della gelosia: felina, raffinata, dolce, implorante....
— Tu mi cominci, Lionello, un altro dei tuoi meravigliosi periodi.
— Sai tu cosa guadagna Nicoletta, cioè fräulein Violetta? Più di tutti i poeti italiani, compreso Dante.
— Questo lo credo, — risposi.
— Sì, vedi, perchè fräulein Violetta, sotto apparenze anarchiche, nasconde un genio pratico di primo ordine, come ti è dimostrato dal fatto che essa riesce a mantenere il primato in mezzo a un’enorme concorrenza. Ora tu saprai la leggenda che corre sul conto suo: leggenda che ha il sapore dell’assurdo, ma così è. Dimmi, Sconer, tu hai mai veduto fräulein Violetta quando agonizza nell’estasi dei sensi? Non hai mai visto Voluttà, interpretata da fräulein Violetta? Ebbene, essa è Vestale!
— Cioè?
— Cioè di quelle donne antiche, che se non erano di prescrizione, venivano sepolte vive.
— Vergine?
— Press’a poco. Pensa, Sconer, questa donna, che ha sverginato diverse generazioni di adolescenti, è vergine! Cioè passa per vergine, che è lo stesso. “Non vi vergognate, fräulein Violetta, — le abbiamo detto — di questa leggenda che corre sul vostro nome?„ “Voi conservate vostro pulcellaggio?„ domandò il poeta Flebis che segue in arte le forme tradizionali. “Voi catafratta?„ Pensa, Sconer, una donna che in apparenza è di velo, e in sostanza è coperta di piastre come una dreadnought!
“Voi lo fate per réclame„ le abbiamo detto anche. “Può darsi„ ha risposto. “È una originalità che vi fa torto, fräulein Violetta„. “Voi dovete esser fornita di una insensibilità di pietra...!„ “Credete?„ disse con ambiguo sorriso. A me poi, come a fratello in arte, essa ha confidato che realmente la cosa si impone per non sciupare la linea. E poi è anche un mezzo di difesa. Essendo cosa notoria che è vestale, può rifiutare ogni uomo. Sai che la sua condizione è terribile? Riceve pacchi di lettere come una sovrana; e alcune impressionanti di gente che ha perduto la testa. Ebbene, Sconer, ora ti dico una cosa che è anche più meravigliosa della leggenda: fräulein Violetta ha annunciato da qualche tempo l’intenzione di prendere marito. Una cosa che ha scandalizzato tutti noi. Ma così è. Si è precipitata una mezza dozzina fra blasonati, banchieri, milionari. Respinti! Ci siamo presentati noi artisti, poeti. Trattandosi di fräulein Violetta, si poteva fare eccezione. Santamaria, che è architetto, si è persino offerto di costruirle un grattanuvole in istile assiro-babilonese dove lei potrà approdare col suo velivolo. Siamo stati respinti, con bella grazia, ma respinti. “I poeti, gli artisti, gli uomini di genio in genere — ha detto — sono miei buoni amici, ma il mio ideale di marito è un altro„. Avrebbe tutt’al più fatta eccezione per il poeta Flebis, ma unicamente — è etico — per sentimento di umanità. “Tanto voi, caro Flebis — disse Nicoletta, — dovete morire, e io vi potrei abbreviare l’esistenza, facendovi spirare sopra il mio seno. Comporreste la vostra lirica migliore„.
— Così brutale?
— È una sua specialità la brutalità. Ebbene, amico mio, c’è una terza cosa anche più stupefacente della sua verginità, del suo matrimonio; ed è che l’ideale di marito per fräulein Violetta, sei tu.
— Io?
— Sì, tu: Violetta ha dichiarato che sposerà solamente un uomo di perfetto tipo borghese.
“Un vile borghese?„ abbiamo esclamato noi. “Sì, — ha risposto fräulein Violetta, — un vile borghese, ma ordinato, equilibrato, purchè sia fisicamente tollerabile e capace di farmi molti figli„. Tu sei capace, è vero, Sconer? “È inaudito„ abbiamo detto tutti noi. “Ma voi — dico io — volete ricostituire la famiglia cristiano-borghese! Voi vi volete dare alla pollicultura!„ “Così è!„ ha risposto fräulein Violetta. “Ma questo è uno snobismo di nuovo genere, mia cara!„ “Nicoletta — ho esclamato allora — se voi avete deciso proprio così, io ho trovato l’individuo che va bene per voi„. E ho pensato a te, Sconer. Mi sono alzato prima del solito e, come vedi, sono venuto da te.
Rimango esterrefatto.
— Pensa, — mi dice Lionello, — alla gloria che verrà sul tuo nome.
— Io non sono letterato — rispondo — e non ci tengo.
— Allora al vantaggio che verrà alla tua Ditta. Tu lanci subito un articolo alla fräulein Violetta, e tu sei celebre.
— Questo è vero!
— E poi pensa che Violetta è ricca, molto ricca.
— Sì, ma chi ha fornito tutta questa ricchezza?
— Tu no, certo, anima esosa, anima avara; ma chiunque ha il culto della divina bellezza. Esiste cosa superiore alla divina bellezza? No! Esiste un piacere superiore a quello che può dare una bella donna? No! E allora una bella donna non è mai pagata abbastanza.
— Dici tu....
— Dice lei, fräulein Violetta. Ma sai che lei fa una propaganda in questo senso: che è ora di smetterla con questo sfruttamento indegno della bellezza! È come per il genio di noi scrittori: sfruttato! Chi lo vuole, se lo paghi! E così la bellezza! La bellezza costituisce il genio della donna; chi la vuole se la paghi!
— Dici tu.
— Dice lei, fräulein Violetta. Ma sai che anche moralmente è una donna straordinaria? Le signore dell’aristocrazia, le borghesi perchè sono ricche, si permettono di fare un’atroce concorrenza all’onesto proletariato delle lavoratrici, e buttano per niente sul mercato la divina bellezza.
— Ma chi dice così?
— Lei, sempre lei: ti dico che è una donna di genio! Ora fräulein Violetta è la più bella donna del mondo. Esiste un plebiscito, e tu puoi capire com’è ricca fräulein Violetta.
— Ma in tale caso non è più vestale.
— Anima mercantile di borghese, — esclamò Lionello — che non imagina una partita senza la contro-partita! Ma non sai tu che quando fräulein Violetta ha esposto la sua divina nudità, quando ha regalato il suo sorriso, ha pagato? Tu lanci le fialette dell’acqua da bagno di fräulein Violetta, e hai un successo strepitoso! E hai gratis fräulein Violetta! Vieni! Ti prosento a fräulein Violetta.
— Viva?
— Certamente.
*
Domando tempo per riflettere e vado a consultare la ben nota sapienza del dottor Pertusius.
Come è grande Lionello! Parla di donne con la sicurezza con cui un cavallerizzo parla di polledre. Come è artista! Quando dice bellezza, fa una parola lunga lunga, e tutti i capelli gli tremano. A me non riesce.