A gli huomini, che vorranno star duri ne l’opinione di servirsi de le Botte, più tosto ch’accettare l’infallibilità de le Vettine, ò per far prevalere la loro autorità, ò per altri fini, che si siano per havere

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A gli huomini, che vorranno star duri ne l’opinione di servirsi de le Botte, più tosto ch’accettare l’infallibilità de le Vettine, ò per far prevalere la loro autorità, ò per altri fini, che si siano per havere
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A gli huomini, che vorranno star duri ne
l’opinione di servirsi de le Botte, più to-
sto ch’accettare l’insallibilità de le
Vettine, ò per far prevalere la
loro autorità, ò per altri
fini, che si siano per
havere.


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Voi altri Signori sapientissimi si dice, che chi vi havesse à voler male de lo star duri in ricevere, & laudare questa mia Inventione; (Imperoche io ad ogni modo vi vorrò sempre bene) non ve ne haveria à desiderare altra pena di quella, che ne ne darete voi da, voi medesimi. La [p. 57 modifica]pena del senso, che Aristotile vorria, che dovessero patir coloro che non credono al senso, non s’è vista essequita. Ma questa che altri potria desiderare à voi, verrà essequita stupendamente: poiche il vostro intelletto, et le vostre mani medesime ne saranno gli essecutori. Imperoche senza manco tutte queste cose ne patirete.

Prima;

1 — Senza dubio il vino vi si guasterà. Et se sarà in quantità notabile, ve la sentirete benissimo.
2 — Resterete condennati à spendere ogn’anno à l’acconciatura de le Botte.
3 — Che come il Vino vi si sarà guasto, lo harete à comprare forse al doppio, & forse due, & tre doppi più caro, che non lo compraste à la Vendemmia.
4 — Che havendo in simil caso à comprarlo, patirete oltre à gli altri, quel disagio, & quella servitù, di non haverlo pronto nè sincero, come voi lo vorreste.
5 — Che molte volte per qualche indispositione vorreste continuare à bevere un vino, & non potrete havere questa commodità.
6 — Che per bonissimo che ve lo possiate havere da le Botte, anderà sempre inferiore à quello de le Vettine; poiche da queste non è succhiato niente il fiore de la sua sostanza spiritale, come sempre, & non poco è succhiato dal legno de le Botte.
7 — Che vederete tutti goder la state li raspati, & gli acquati; & voi non ne haverete.
8 — Che i manco sani di voi si rideranno de la vostra tanto soda sapienza.
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Anderei mettendo altri patimenti, che ne incorrerete. Ma voglio che questi vi bastino. Et però vi dico il buon prò di tal vostra costanza di non mutare l’usanza antica. Chi n’ harà finalmente il danno, se lo tenga.
Ma non vedete sapientissimi, che ò vogliate, ò nò, (sia detto con bona vostra pace,) tutti gli altri secreti di conservar vini non ponno essere sempre veri, nè à fatto veri: Et à l’incontro questo rimedio mio non si può convincere con ragione alcuna, che bona sia, di non essere da ogni sua parte vero? La ragione perche gl’altri secreti non ponno esser sempre, nè à fatto veri, si è, che non può trovarsi rimedio, che acconci la botte di legno, che non pigli mai, ò del legno stesso, ò di secco, ò di fradicio, ò di molliccio, ò di muffa, ò di qualch’altro cattino sapore, che suole prestare il legname. Nè si trova rimedio di fare, che qualche volta non traspiri, il che (come in principio si è detto) è la potissima causa, che fà guastare li vini. Ma questa mia inventione sì, che frà quante se ne potessero escogitare, sola è eccettuata di potere essere mai capace di simili, nè di minori difetti. Imperoche quì non ci è legname, che possa far sapere il vino di legno, ò di molliccio, ò di fradicio, ò di muffa, ò di lento; difetti tutti originarij del legno, ò favoriti molto da esso. Nè ci son pori, onde lo spirito del vino traspiri, & s’infermi la virtù, & la gratia sua naturale. Oltre à ciò, il vase stà pur medicato d’una materia, à la quale puoi dare odori buoni, & gratiosissimi, & perpetui, & che per se medesima non è capace di cattivo odore, com’è la cera. Onde è da meravigliare, che la vostra sapienza sola non vegga, che tutti gli altri rimedij perciò ponno facilmente convincersi di [p. 59 modifica]non esser veri. Ma solo, & singolermente il mio non hà ragione contraria, che drittamente possa convincerlo di non essere da ogni lato, & in ogni sua parte vero, verissimo, evidentissimo, irrefragabilissimo. Ma ò buoni, ò valenti, siete voi tante giudiciosi, & non vi accorgete, che come il vino non possa da niun verso traspirare, nè prendere altra qualità, che la propria; è impossibile, che possa fare altra mutatione, che in meglio? Et questo anco tanto più infallibilmente, quanto sarà tenuto cautissimamente turato, & in loco caldo? La ragione è chiara. Quella parte ignea del vino, come non possa traspirarne, quanto più caldo sentirà, senza dubio più attività acquisterà. Adunque l’attività sua quanto sarà più gagliarda, meglio si esserciterà à quel fine, à che da la natura è stata posta. Mi direte; A che fine è stato posta da la natura? Rispondo. A conservare, à migliorare, ad affinare il suo annesso, che è l’altra parte men sottile, & crassa del vino. Che già sà bene ognuno, che la natura come che è prudentissima, mira sempre à fare il meglio: & non si ha da dire, che, habbi posta nel vino quella parte ignea, & di attività ad altro fine, che à conservatione, is miglioratione de la specie dov’è annessa. Non sò che mi possiate, ò autorevolissimi rispondere à questo: se non, confessare che le Vettine tenute diligentissimamente turate, & etiam in loco caldo, senza dubio ccnserveranno, & miglioreranno maggiormente il Vino. Nè si dice però, che fareste altro che bene à tenerle in loco fresco. Con che vi faccio profonda riverenza, raccomandandomi ne la vostra buona gratia, padroni miei in qualunque modo.