<dc:title> Il milione </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Marco Polo</dc:creator><dc:date>1827</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_milione_(Pagani,_1827)/Illustrazione_della_Tela_del_Salone_dello_Scudo&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20161228215909</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Il_milione_(Pagani,_1827)/Illustrazione_della_Tela_del_Salone_dello_Scudo&oldid=-20161228215909
Il milione - Illustrazione della Tela del Salone dello Scudo Marco PoloPolo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu
[p. CVmodifica]DEL MILIONE
ILLUSTRAZIONE DELLA TELA
DEL
SALONE DELLO SCUDO.
TTale è la celebrità delle Tele del Salone dello Scudo dell’ antico Palazzo della Signoria di Venezia , e principalmente di quella ove
sono segnati i viaggi dei Poli, che la citò come singoiar monumento il
Dottor Vincent nel suo Periplo del Mediterraneo. Lo Staunton, da una
copia di quella, fu indotto in errore nell’ esternare la sua opinione, relativa alla via tenuta dai Poli per recarsi alla Cina (a). Ed il Bioern
Staehll, ed altri ne fecero onorevole ricordanza. Ma il rispettabile mio
defunto amico l’Ab. Morelli, di cui deplora l’Italia l’amarissima perdita , di questa tela parlò , come di monumento poco autorevole, e come rifatto a capriccio dal Griselini ; ei tesse la storia del rifacimento
di queste tele nella Lettera rarissima del Colombo, che pubblicò nel
18 io. (b). Secondo esso sino dal secolo decimoquarto, esistevano Carte
Geografiche in quella Sala, e cita un decreto del Senato Veneto del
i549- c^ie ordina, che oltre altre storie, vi si copi un mappamondo che
vi era. E ciò fu fatto per opera del Geografo Antonio Leonardi nel *479*
ma rimase preda delle fiamme nel i483. Nel seguente secolo la Repubblica diede commissione al celebre Ramusio di far dipingere nel Salone
dello Scudo quattro grandi tavole geografiche , le quali per essere a
tempera, lacere ed annerate, non erano quasi più di verun uso. Il chiaro Marco Foscarini, Doge e storico dei Veneziani, pensò di farle rifare
a olio, e diede la soprintendenza del lavoro al Griselini: uomo, dice il
Morelli, più franco e intraprendente , che valente a ben condurla , ed
ei soggiunge; che nella succinta descrizione che ne fu fatta, si volle
far credere, che dette quattro vecchie tavole, si pretendevano derivate fino dal secolo quattordicesimo con rifacimenti però, e alterazioni.
Tale è il poco favorevole giudicio che ne dà quel principe degli esatti
eruditi, giudicio, che sarebbe stato bastevole a torre alla copia di quel
venerando monumento T autorità. Ma il P. Zurla con tanta aggiustatezza; e critica ha trattato 1’ argomento (c), che ne ha ravvivata meritamente la fama. Per dimostrare il pregio della tela, ove sono segnati
(a) Ambas. de Lord. Macart. (b) BjSian. p. 53. (c) Disscrt. t. u.p.5;2.
Star, del Milion. V- /• o
evi STO [p. CVImodifica]RIA
i Viaggi dei Poli , trae le notizie dalla descrizione manoscritta, che ne
fece lo Zannetti, quando furono rifatte, che ebbe 1 incarico di rinnovarne, e migliorarne le iscrizioni, e di aggingerle ove mancavano. Offerse il Griselini, ed il Senato Veneto accettò di rifare dette tele, ma
dopo che esso ne avrebbe presentato io spolvero, per riscontrarne l’esattezza . Non vi fu fatto adunque, che qualche leggiero cambiamento, ove
le tele erano lacere . Esiste anche oggidì lo spolvero della Carta che
contiene il viaggio dei Poli . Ebbe lo Zannetti l’incarico di assicurarsi
con un confronto della fedeltà del lavoro. Dimostrata l’esattezza della
copia oggi esistente, passa lo Zurla ad esaminare, se le antiche tele fossero lavoro del Pvamusio, ed opina ch’ei ne avesse la direzione, madie
l’esecuzione ne affidasse a Giacomo Gastaldi, che fu quello che fece le
carte che vanno aggiunte alla sua celebre Raccolta di navigazioni e di
viaggi: ciò lo desume sagacemente dall’analogia che avvi fra la carta
del Salone dello Scudo, ove sono segnati i viaggi dei Poli, e quella che
il Gastaldi pubblicò nel suo Tolomeo del 1543. ove sono delineate
l’India, la Cina, e parte della California. Da ciò passa a trattare se
queste tele fossero ai tempi del Gastaldo costruite, o da più antiche
copiate. Paolo Morosi no, dice, che nel 133;}. essendo Doge Francesco
Dandolo, fossero fatte le nobilissime Carte di Cosmografia , che a suoi
tempi vedevansi rinnovate, e risarcite nel Palazzo Ducale . E di poi lo
Zurla fa copia di alcune considerazioni dello Zannetti , relative alla
tela, che conteneva i viaggi dei Poli, rifatta nel 17G2. la quale credeva
non solo più antica di quelle del Gastaldo, ma anche anteriore alla
celebre dei fratelli Pizzigani, lavoro del i367. Secondo lo Zannetti antica era in quella tela la parte, che rappresentava l’Asia; più recente
quella ove in confuso erano espressi gli scoprimenti americani degli
Spagnuoli . Infatti la parte asiatica era dipinta a tempera, a olio gli
scoprimenti degli Spagnuoli ; e perciò è da inferirne, che fosse fatta la
parte asiatica innanzi che Antonello da Messina portasse in Italia la
scoperta di dipingere a olio . Inoltre la parte antica fu fatta, e miniata
con somma diligenza, e vi furono segnati tutti i luoghi indicati dal Polo,
non meno che raffigurate le cose da esso rammentate; e con una linea
gialla vi era segnata la via in Asia da esso battuta , cosa che non fu
accennata nell’altra parte, e che svela esser di mano e di tempo diverso: perciò non è da inferirne che la tela fosse posteriore alle scoperte
fatte in America, ina che posteriormente quelle vi furono aggiunte .
E che questa antica tela fosse anteriore alle tavole dei Pizzigani ,lo deduce lo Zurla, perchè le altre tre erano scritte in latino, questa in Italiano; la forma del carattere delle tre, è quella che dicesi impropria[p. CVIImodifica]DEL MILIONE
CV II
niente gotica, foggia di scrittura, che s introdusse nel secolo decimocuarto, e così quella della parte più moderna della carta. La porzione poi
più antica è scritta in caratteri per lo più minuscoli, ma rotondi e belli,
e quali erano in uso inuanzi che si alterasse 1 alfabeto nell’ avvertita
foggia , lo che soggiunge lo Zannetti , a coloro che di antichi caratteri
hanno esperienza, è indubitato argomento, che scritti fossero un poco
prima del secolo decimoquarto. Osserva poi, che la tela ove è la parte antica, è tessuta a spina,e fitta, l’altra più racla e liscia, evidente dimostrazione che quelle tele non furono lavorate in un medesimo tempo. Conchiude che la metà antica della tela doveva esser lavoro del secolo deci-
moterzo, ed altre prove ei ne adduje: che fu orientata all’opposto di ciò
che si usa oggidì , cioè col mezzodì verso la sommità della carta , ove
collocasi ora la tramontana ; che fu fatta per uso privato, poiché l’arme
della Repubblica vi fu posteriormente incollata , e fatta a olio : nò congettura improbabile sembragli, che fosse fatta per Casa Polo, e che da
questa passasse alla Signorìa di Venezia . A tali bellissime e convincentissime prove , altre ne aggiunge lo Zurla : che la costa Cinese vi è
espressa con particolarità, non ancora scoperte ai giorni del Ramusio, e
perciò derivanti da qualche mappa , recata dal Catajo dal Polo, come
afferma il Ramusio che ne recò; e il Polo asserisce averne fatto uso .
Osserva in oltre che il Mappamondo di fra Mauro è orientalo anche esso in si fatta guisa , modo proprio a parere del sig. Hager dei Cinesi .
E vi si vede la Cina disegnata nel centro ; secondo l’opinione di quelle
genti che appellano il loro, 1 Imperio del centro, e che questo è accerchiato a oriente e a mezzodì d’ una corona d isole , secondo che i Mugolìi opinavano a quei dì. Oltre avere lo Zurla così vittoriosamente rivendicata la fama di quella Tavola Geografica , ha renduto un segnalato servigio alle lettere, facendola incidere, ed io perciò sono in grado
di aggiungere alcuni riflessi , che sono una nuova luminosa prova della
giustezza del suo asserto. Facendo attenzione alla parte settentrionale
della medesima , vi si vede accuratamente segnata la via fatta dal Polo
da Carnpion o Kan-tclieu , per recarsi a Xandu , che io dietro una diligente disamina fu/ il primo a far la scoperta eli’ era il Chan-tu della
Carla dei Gesuiti. Vicino a Lop vi è un lago, che non cita il Polo, e
che dalle carte Cinesi rettificate dai Gesuiti soltanto, se ne è saput^ resistenza. Il piano di Bargu è segnato vicino ad un lago, ed è solo oggidì
che sappiamo , che detta pianura è lungo la riva del lago Baikal . Il
fiume di Cambodji , si vede ivi, che trae origine «la un lago, scoperta
t hè debhesi agli Olandesi (a). Sembra poi, che ove è occorso supplire , a
(a) T. il n 729.
CVII1 STORIA
< [p. CVIIImodifica]lie è slato supplito, ciò sia stalo fatto non felicemente, nè a mente
del viaggiatore, e che la parte la più danneggiata , e non riconoscibile
della Tela, fosse quella compresa fra il Gange, la catena del Belur, eia
frontiera della Cina: ivi infatti è segnata una via che da Campion per
Camul conduce a Carazan, e di li al Bengala, tutta erronea, che ingannò lo Staunton, e che per tale verrà chiaramente dimostrata nel commentario. Ma dalla medesima , per la parte sincera , che è quella che
spetta alla Tartaria e alla Cina, si deducono altre luminose prove della autenticità della Tavola . La concordanza di essa in alcuni punti essenziali , con ciò che abbiamo dimostrato nel commentario ai viaggi
dei Poli, per quanto di* questi ne fosse stabilita 1’ estensione, e la direzione pria di vederne l’intaglio . Sembra solo da questa Tela che il Polo
fosse stato a Caracorum, lo che non abbiamo osato asserire, non avendone trovata veruna sicura indicazione nel Milione; e che ei fosse stato
al Bengala , ma la linea che segna quel viaggio, non vi ha dubbio che
è stata aggiunta posteriormente,e che Carazan è fuor di luogo, come apparisce dal nostro commentario . Ma la via ivi segnata da Sindin fu.
al Bengala , doveva essere diretta da detta prima città a Ava , e al Pe-
gu . Altri importanti lumi dà questa Tavola, comprovanti la verità di
altre nostre asserzioni: che il Polo come lo avvertimmo nella dichiarazione al libro secondo , non s’inoltrò più a mezzodì nella Cina meridionale di Zaitum : che la Già va Maggiore del Polo , è la Giava attuale , lo che abbiamo pure dimostrato . D’altronde come dichiareremo
in appresso , la Geografia cinese, era molto più avanzata di quello
che fosse a quei tempi l’europea, e le Tavole Geografiche vi si costruivano con ma^irior esattezza e abilità .