Il milione (Laterza,1912)/LXXXIII
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LXXXIII (XCVIII)
Come di Camblau (Cambaluc) partono molti messaggi
per andare in molte parti.
Or sappiate per veritade che1 di questa cittade si partono molti messaggi, gli quali vanno per molte provincie: l’uno va all’una e l’altro va all’altra, e cosí di tutti; che a tutti è divisato ove debbiano andare. E sappiate che, quando si partono di Camblau questi messaggi, per tutte le vie ov’egli vanno, di capo delle venticinque miglia, egli truovano2 una posta, ove in ciascuna hae un grandissimo palagio e bello, ove albergono i messaggi del gran sire: ov’è uno letto coperto di drappo di seta, e ha tutto quello che a messaggio si conviene. E se uno re vi capitasse, sì vi sarebbe bene albergato. E sappiate che a queste poste truovano gli messaggi del gran sire, e havvi bene quattrocento cavalli, che ’l gran sire hae ordinato che tuttavia dimorino quivi, e sieno apparecchiati per li messaggi, quando egli vanno in alcuno luogo. E sappiate che3 a ogni capo di venticinque miglia sono apparecchiate queste cose ch’io v’ho contato. E questo è nelle vie mastre che vanno alle provincie ch’io v’hoe contate di sopra. E a ciascuna di queste poste èe apparecchiato da trecento o quattrocento cavalli per gli messaggi al loro comandamento. Allora v’ha cosí belli palagi com’io v’ho contato di sopra, ove albergano messaggi cosí riccamente com’io v’ho contato di sopra; e per questa maniera si va per tutte le Provincie del gran sire. E quando gli messaggi vanno per alcuno luogo disabitato, lo Gran Cane hae fatte fare queste poste piue alla lungi a trentacinque miglia o a quaranta. E in questa maniera vanno gli messaggi del gran sire per tutte le Provincie, e hanno albergherie e cavalli apparecchiati, come voi avete udito, a ogni giornata. E questo è la maggiore grandezza che avesse mai niuno imperadore, nè che aver potesse niuno altro uomo terreno; che sappiate veramente che piue di duecentomila di cavalli istanno a queste poste, pur per questi messaggi. Ancora gli palagi sono piú di diecimila, che sono cosí forniti di ricchi arnesi com’io v’ho contato; e questa è cosa di sì gran valuta e sì maravigliosa, che non si potrebbe iscrivere nè contare.4 Ancora vi dirò un’altra bella cosa. Egli è vero che tra l’una posta e l’altra è ordinato tra ogni tre miglia una villa, dov’ha bene quaranta case d’uomeni appiede, che fanno ancora queste messaggerie del gran sire. E dirovvi com’egliono portano una gran cintura piena di sonagli attorno attorno, che s’odono bene dalla lunga. E questi messaggi vanno a gran galoppo, e non vanno se non tre miglie. E gli altri che dimorano in capo delle tre miglia, quando odono questi sonagli, che si odono bene dalla lunga, ed egli istanno tuttavia apparecchiati, e corre contra colui, e pigliano questa cosa che colui porta, ed è una piccola carta, che gli dona quel messaggio; e mettesi correndo, e va infíno alle tre miglia, e fa cosí come ha fatto quell’altro. E si vi dico che ’l gran sire ha novelle per uomini a piede, in un dì e in una notte, bene dieci giornate dalla lunga; e in due dì e in due notte, bene di venti giornate; e cosí in dieci dì e in dieci notte avrá novelle bene di cento giornate; e sì vi dico che questi cotali uomeni recano5 in un di al signore fatti di dieci giornate. E il gran sire non piglia da questi cotali uomeni niuno tributo, ma fa loro donare de’ cavalli e delle cose che sono ne’ palagi di queste poste ch’io v’ho contato. E questo non costa nulla al gran sire, perochè6 le cittá che sono attorno a quelle poste vi pongono i cavagli, e fannogli questi arnesi, sí che le poste sono fornite per gli vicini, e il gran sire non vi mette nulla, salvo che le prime poste. E sì vi dico che, quando gli bisogna che il messaggio da cavallo vada tostamente per contare al gran sire novelle d’alcuna terra rubellata o d’alcuno barone o d’alcuna cosa che sia bisognevole al gran signore, egli cavalca bene duecento miglia in un die ovvero dugentocinquanta; e mostrerovvi ragione com’è questo. Quando gli messaggi vogliono andare cosí tosto e tante miglia, egli ha la tavola del girfalco, in significanza ch’egli vuole andare tosto; s’egli sono due, egli si muovono dal luogo ov’egli sono, su due cavagli buoni e freschi e correnti.7 Egli si bendano la testa e ’l capo, e si si mettono alla gran corsa, tanto ch’egli sono venuti all’altra posta di venticinque miglia: quivi prende8 due cavagli buoni e freschi, e montanvi su e non ristanno fino all’altra posta; e cosí vanno tutto die. E cosí vanno in un die bene dugentocinquanta miglia per recare novelle al gran sire, e, quando bisognavano, bene trecento9. Or lasciamo di questi messaggi, e conterovvi d’una gran bontá che fa il gran sire a sua gente due volte l’anno.
- ↑ Berl. Pad. de questa zita de Canbalu se parte molte vie, per le quale se pò andar per diverse provinzie; e zascaduna sono divisada da l’altra.
- ↑ Berl. Pad. una posta * la qual in so languazo sono chiamata «ianbi» (ianb), che a nostro muodo è «posta (de) cavalieri».
- ↑ Pad. Berl. a ogni vinti (22) over trenta mia se truova de queste poste.
- ↑ Berl. E ancora son una cosa a dire, la quale partien ala nostra materia, zoè che...
- ↑ Berl. Pad. molte fiade al signore fruti de diexe zornade in uno solo dì.
- ↑ Berl. quelle zitade che sono apresso le tal poste [e] fano vedere quanti cavali che le pò seguir ale poste, e per li messi li vien dito: — Signor, tanto; — elo fa comandamento che quelle zitade ne segna tanti...; e per el simel i casteli, segondo la lor facultade. E per questo tute le poste sono fornide senza spesa, salvo le poste che sono in luogo desusado da tuta zente, le quali sono fornide de cavali... Pad. * alle spese del signor.
- ↑ Berl. inlasadi ben lo corpo e lo cavo.
- ↑ Berl. altri (due) cavali.
- ↑ Pad. * E questi mesazi sono molto aprexiati.