Il diavolo nella mia libreria/Satana sostiene il mondo
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Satana sostiene il mondo.
E Satana mi parlò in cotal modo:
— Le antiche fole raccontano della miseria dell’uomo, nudo e debole fra i poderosi animali. Quale avea l’artiglio, quale il corno, quale il veleno. L’uomo nulla!
«Noi demmo all’uomo il cervello: esso crebbe così, e così apparve la mostruosa sua fronte; e questa fu la sua arma. Quivi si formarono le imagini delle cose. Fiat lux; e l’uomo vide le imagini.
«Tèras!», esclamò il sapiente Giove, vedendo l’uomo con quella mostruosa fronte: «animale teratològico!»
«Però se ne compiacque.
«Le galline della vostra povera zia razzolano con uguale indifferenza la pietruzza e la perla. L'uomo distinse la pietra e la perla: distinse i metalli, si coprì di metalli. E l’uomo si azzuffò contro l'uomo, non come fa la belva contro la belva perchè ha fame; ma perchè ha imagini: sollevò la sua faccia verso le stelle, la qual cosa nessuna bestia mai fece; cominciò a distinguere l'alfabeto del Bene e del Male.
«Ciò piaceva molto al sapiente Iddio e se ne dilettava anche con qualche scherzo, come quando impiagò Iob, quando a Mida concesse che ogni cosa da lui toccata si mutasse in oro. Ma in verità Iddio non era soddisfatto dell’uomo. La vita dell’uomo trascorreva inerte e senza storia, e perciò molte generazioni di uomini Iddio suscitò facendo uno e altro esperimento, e poi nascose quelle generazioni sotto la nera terra.
«A me, Satana, è dovuto il perfezionamento dell’uomo. Esso consiste in una piccola cosa, un tenue spostamento, un felice raccordo: ma quale effetto! «Negli altri animali l'istinto sessuale è un fenomeno semplice, e risiede nei piani inferiori; e appare soltanto a determinato tempo, e non ha altro fine che la procreazione della specie. Così era anche nell’uomo.
«Io allacciai questo istinto al grande cervello, e le imagini allora si colorarono di meravigliosi colori. Così si formò là voluttà cerebrale, insonne, tormentatrice in ogni tempo. Ciò che per gli altri animali non altro è che oca, orsa, leonessa, per voi divenne Elena, Isotta, Beatrice trasfigurate. Così sorsero gli infaticabili eroi dal molto sangue: Achille, Alessandro, Sigfrido. Da ciò provenne ogni vostra arte ed industria. E questa splendente imagine della donna appare in su la prima pubertà, né v’è esperienza di anni maturi che possa distruggerla, come bene vi è significato da Omero, quando al vecchio Priamo, che vede Elena da presso, fa dire che è doveroso che tanti uomini muoiano per la bellezza di Elena. Il pudore stesso che vi trattiene dal confessare questa forza, è documento di questa forza. La stessa virtù meravigliosa dell’astinenza dalla voluttà, dalla voluttà stessa procede.
«Perchè imprecate contro il Destino? Considerate il mondo come uno spettacolo di varietà: sempre vario ed uguale. Gira il girarrosto del tempo, come un caleidoscopio. Esso produce i più impensati spettacoli: sempre geometrici e perfetti.
«E il gioco dei re? Voi li decapitate, e poi tornate ancora a rifare il gioco dei re. Davanti, un pastore che trascina un caprone col campano, dietro, un cane; e in mezzo le onde, le onde delle pecore.
«Ritomo alle barbarie? Impossibile! Sin tanto che io lavoro per voi questi graziosi figurini di moda, sui quali l’occhio vostro si posava poc’anzi, ogni ritorno alle barbarie è precluso, e il progresso della vostra civiltà è infinito.
«Ora sto ripassando le unghie dei vostri così detti pescicani sotto le forbici delle graziose manicure, così che i loro artigli si ingentiliscano.
«Se non ci fossi io, Satana, voi finireste come tanti monaci di Gotáno Buddo, l'Addormentato!»
«Vostra Maestà, dunque, sostiene il mondo, come la corda sostiene l'impiccato». Satana mi guardò biecamente.