Il buon cuore - Anno XIV, nn. 29-30 - 24 luglio 1915/Religione

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Vangelo della domenica Villa dopo Pentecoste

Testo del Vangelo.

In quel tempo andavano accostandosi a Gesù dei pubblicai& e dei peccatori per udirlo. E i farisei e gli Scribi4 ne mornioravano dicendo: Costui si addomesi:ra coi:i.)eccatori, e Lugia con essi E.(,’,91i [p. 227 modifica]loro questa parabola, e disse: Chi è tra di voi che avendo cento pecore, e avendone smarrita una, non lasci nel deserto le altre novantanove, e non vada et cercare quella che si è smarrita, fino a tanto che la trovi? E trovatala se la pone sulle spalle allegramente e tornato a casa chiama gli amici ed i vicini dicendo loro: Rallegratevi meco, perchè ho trovato la mia. pecorella che. si è smarrita? Vi dico, che nello stesso modo si farà più festa in cielo per un peccatore che fa penitenza che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza. Ovvero qual’è quella donna, la quale avendo dieci dramme, perdutane una, non accenda la lucerna e non iscopi la casa, e non cerchi diligentemente fino a.che l’abbia trovata? E trovatala, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi meco, perchè ho trovato la dramma perduta. Così vi dico, faranno festa gli angeli di Dio per un peccatore che faccia penitenza. S. LUCA, Cap 14.

Pensieri. E’ bella la verità ricordata nell’odierno vangelo; bellissima l’immagine sotto la quale la verità, ci viene presentata. La verità è Dio che con infinita misericordia ricerca il peccatore; l’immagine è il buon Pastore che va in cerca della pecorella smarrita. Il.buon Pastore è Cristo, la pecorella smarrita, è l’umanità; sono le anime nostre; è l’anima nostra... Ma a questo quadro della misericordia che Dio usa con noi risponde un altro quadro non meno bello: la misericordia che noi.dobbiamo usare cogli altri; pecorelle con, Gesù, noi dobbiamo essere il buon Pastore coi nostri fratelli.

  • * *

Non è la prima volta che Cristo adopera l’immagine del. buon Pastore per indicare sè stesso. Questa immagine gli è famigliare; egli non solo la presenta, ma la svolge,in tutti i suoi più graziosi rapporti: il osce tutte le sue pecorelle, le chiabuon Padre Con ma per nome; il buon Pastore arriva a dar per esse il suo sangue. Questa immagine travalica i confini del Vangelo ed entra • a dominare i primi secoli della Chiesa. L’immagine del buon Pastóre che porta sulle spalle la pecorelfa smarrita, è la più frequente che si incontra nelle pitture tracciate dalla mano dei primi cristiani nelle catacombe: l’immagine del buon Pastore era quella che riassumeva nel modo più immediato, più completo, più caro, la persona e la missione di Cristo: il buon ’Pastore non è soltanto la redenzione di Cristo; è la redenzione fatta per amore, con a-, more, con sacrificio: la misericordia di Dio verso gli uomini è il più bel concetto che gli uomini amano ricordare, avere sempre dinnanzi, per aprire il proprio cuòre alla speranza, all’amore verso di Dio. Fa tanto bene il pensare che Dio ci vuol bene.

Il primo atto del btton Pastore alla ricerca della pecorella smarrita si avveri’) fin dal principio della storia dell’umanità. Appena *l’uomo è caduto, Dio si

mosse a ricercarlo per ricondurlo all’ovile; la promessa del Redentore nel Paradiso terrestre è il primo atto d’amore del buon Pastore. E questo atto si prolungò lungo i secoli, e assunse diverse forme, ma sempre nell’intento di richiamare gli uomini alla verità, alla virtù. Fu buon pastore Noè; fu buon pastore Abramo; fu ’buon pastore Mosè; furono buoni pastori i Giudici, i Profeti; furono buon’pastore le stesse disgrazie, i castighi, che scesero a colpire il popolo Ebreo, perché tutti avevano il solo intento di richiamare il popolo alla fede ed al servizio di Dio. Buon pastore fu da ultimo Gesù Cristo venuto su questa terra; Gesù Cristo che colla sua parola, col suo esempio,,coi suoi benefici, col suo sacrificio. collo stabilimento della sua Chiesa, che deve estendersi su tutta la faccia della terra, abbracciare tutti i secoli, ed essere come un continuo appello, un appello universale perchè gli uomini vengano alla verità, alla virtù, alla salute, perchè si faccia di tutti un solo ovile e un solo pastoré..

Gesù Cristo non fu solo il buon pastore per tutta l’umanità; è il buon pastore per ciascuno di noi. Quale storia dolorosa e cara ad un tempo si presenta al nostro ricordo nei rapporti dell’anima nostra con Cristo! Cristo ci chiamò nel suo ovile, ci fece sue pecorelle, nel giorno, nel quale, nascendo, col santo battesimo fummo ad un tempo uomini e cristiani: Cristo ci fece sue pecorelle il giorno che fummo ammessi ai santi sacramenti della Penitenza e della Cresima; ci fu un giorno in cui questo carattere di buon, Pastore presso di noi assunse il carattere di un’arcana intimità, di sublime sacrificio e di amore; fu il giorno in cui Gesù Cristo si unì coll’anima nostra per la prima volta nella santa Comunione!,Il buon pastore era colla sua pecorella, la pecorella era col buon pastore; l’uno e l’altra facevano come una cosa sola! Pareva che quella unione non dovesse spezzarsi mai più; raccolti nell’ovile del buon pastore, alimentati dalle sue parole, guidati da lui, confortati dalle sue grazie, pareva che noi non dovessimo mai più distaccarci da lui, che dovessimo vivere con lui sulla terra una vita d’amore, di pace, di bene; bene per noi, bene per gli altri; essere non soltanto con Cristo, ma renderci quasi una ripetizione di Cristo. E ci sono queste anime buone, sante, che udita una volta la parola di Cristo non l’hanno mai abbandonato; che’ l’atto d’amore verso di Cristo oggi, servì come base, come stimolo ad un atto più vivo di amor di Cristo domani; anime la cui vita, pura, innocente, amorosa, fu una continua ascensione di virtù in virtù; anime che nella.storia della santità rispondono al caro nome di Giovanni, di Agnese, di Mar:cellina, di Caterina, di Luigi, di Stanislao; fiamme cadute sulla terra, che brillarono, che arsero un istante quaggiù, e salirono poi nel cielo a confondersi nell’eterna luce e nell’eterno amore. Ma noi non fumino così: Il bel sereno della nostra vita è segnato qua e là da nuvoloni. che ne o.ffu [p. 228 modifica]scavano la bellezza e lo splendore. Ci furono dei giorni in cui Gesù Cristo non fu più il nostro amore: vinti dalla seduzione e dalla violenza.delle passioni, noi ci siamo allontanati da lui; noi errammo lontani dell’ovile.... Forse là fede si eclissò al nostro sguardo, attratti da una letteratura frivola. e• superficiale, che parve Coprire colla fosforescenza delle sue affermazioni le eterne. affermazioni del Vangelo. Forse la innocenza dei costumi, il riserbo,. il pudòre, ebbero delle larghe offese nella nostra vita, ignote forse, per avveduta ’cautela, agli occhi degli. uomini, ma non sconosciute a Dio: Forse l’orgoglio, l’invidia ci portonino a. recare grave pregiudizio alla onorabilità. della fama altrui, a portare la disunione, la discordia nel santuario delle altrui famiglie; forse la nostra negligenza materiale o morale fu causa di gravi danni nella. sostanza degli altri, e non impedì che lo scandalo scendesse a rovinare le anime delle persone affi,.date alle nostre’ cure; forse la brama smoderata dei beni della terra, l’arricchirsi ad ogni costo, ci portò ad offendere ad un tempo la religione e la giustizia; forse i beni che noi possediamo, e che abbiamo preparato ai nostri figli, noi sappiamo che non sono di legittimo acquisto.... Ah, in quanti modi si può usci.re dall’ovile del buon pastore; errare smarriti qua e là nei sentieri dell’errore e del vizio:.. E il buon Pastore? Il. buon Pastore ci ha’ tollerati, ci ha compatiti, ci ha aspettati, ci ha chiamati. Vogliamo avere in un punto solo la prova evidente dell’amore e della misericordia di Cristo? Se Dio, ci avesse colpiti colla morte nel momento "nel’quale la grazia di Dio non era più nel’nostro cuore, nel’mentre- l’anima nostra era in istato di peccato mortale; dove saremmo noi ora? E Dio non ci colpì!.. Dio non solo non esercitò presso di noi le misure’della sua giustizia, ma prodigò quelle della sua misericordia. Le stesse disgrazie che vennero sopra di noi nel rapporto tanto materiale che morale, disgrazie tante volte effetto delle stesse nostre colpe, furono altrettante chiamate di Dio, Il rimorso che, in seguito alla colpa, si annidò nel nostro cuore e non ci lasciava requie, era una chiamata, di Dio. Una morte improvvisa che colpì una persona amata, forse la complice dei nostri disordini, delle nostre pazzie, fu una chiamata di Dio; forse una malattia che colpì noi stessi, ci tolse- dalle condizioni della colpa, e ci avvertì che la vita è attaccata ad un filo, fu una chiamata di Dio. Una chiamata di Dio fu pure la gioia che noi abbiamo provata, nel riacquistare nel pentimento e•nei sacramenti il perdono delle nostre colpe, anéorchè dopo forse noi fossimo miseramente’ ricaduti; il pensiero della gioia provata nel ritorno all’ovile è dolce, è soave, è potente richiamo a farvi ritorno un’altra volta. Dolce; potentissimo richiamo è poi lo spettacolo della pace, della serenità, della gioia, della ferma stabilità delle anime buone, delle anime che furono sempre buone, o ravvedute, rimasero ferme nel proposito e nella pratica della virtù.... Quante’ forme la misericordia di Dio • ha assunQuesto pento e assume’per’richiamarci,

siero può bastare da solo,ali nostro ravvedimento, suseitando, in, noi!due sentimenti diversi, ma’ egualmente efficaci: allo scopo: un sentimento di fiducia, un sentimento, di riconoscenza. Oh, non temete che abbia, a respingervi un Dio. che vi ha_ tanto aspettato che vi ha aspettato, mi aspetta, appunto per accoglier:vi; oh, non vogliate:essere più oltre ingrati verso un_ Dio che vi ama tanto; che vi ha tanto sollevati e ama’ ti: sentite nel vostro, cuore l’indegnità, di abusare di questo amore: ah, è troppo vile continuare.’ ad; essere cattivi, perchè Dio è tanto buono! Al quadro della, misericordia, della tolleranza, dell’amore di• Dio verso di: noi, segua; aquadro more, della tolleranza,. della misericordia, nostra verso gli altri L’imitar Dio è grandezza.per noi; in. questo caso sarebbe anche atto di riconoscenza; usare misericordia’ cogli. altri è il modo migliore di ringraèziare Dio della misericordiach’egli ha usato•con noi. Genitori, padroni, superiori, sacerdoti, quanti sono costituiti in posizione di autorità, quanti hanno sotto di sè persone affidate alla propria cura e direzione; la lezione si rivolge a tutti: l’onda di carità e di tolleranza che partendo da Dio e dir Cristo• ravvolge tutta l’umanità, si rifletta dall’umanità sopra l’umanità, e sia fra tutti una sola fiamma di carità e- d’amore. Genitori, tollerate, amate, i vostri figli ancorchè E3iano sconoscienti e ingrati; non perdete là pazienza; la vostra parola non ascoltata oggi, se paziente, amorosa, sarà ascoltata domani: l’eccesso della rivolta determinerà più prontamente la docilità del ritorno: associate all’opera vostra l’opera di Diò, pregate: sono un gran conforto pei genitori le lagrime ed i trionfi di Monica sul figlio Agostino. Superiori,. l’indocilità ’degli allievi e degli scolari, nón riesca mai a privarvi della calma; della serenità,. della. benevolenza, a loro riguardo; abuseranno qualche volta della• vostra bontà; ma verrà il momento della resipiscenza: il trovare sempre aperta d’a parte vostra la porta del ritorno, indurrà l’ingrato ad entrarvi, e sentirà più vivo il bisogno della riconoscenza quanto il beneficio fu meno meritato. Sacerdoti, quanto grande è l’ingratitudine dei popoli a vostro riguardo! Tutta-la stoiia è piena, (lei benefici che voi avete recato alla.umanità: la civiltà della quale ora vanno tanto superbi gli uomini è’il frutto del vostro insegnamento, dei vostri sacrifici: siete chiamati fautori di tenebre, voi che avete aperte le università; siete chiamati complici di ogni irminnide, vci che ispirandovi al Vangelo foste sempre stati gli apostoli di ogni sana libertà; le classi proletarie, ora aizzate contro di voi dal socialismo, furenolnelle che raccolsero le vostre maggiori cure, le vostre maggiori difese; non avvilitevi per questo. non adiratevi: la pecorella si è smarrita; più grande è la sua colpa e la sua sventura, e più grande sia la vostra compassione. E. tu, sommo Sacerdote, tu o Pontefice, che ti vedi preso di mira dalle accuse e dagli insulti dei tri: sti, non cessa. di accogliere tutti sotto il manto, della [p. 229 modifica]tua paterna bontà. Tu hai tolto tutti. i pretesti che potevano essere messi innanzi per giustificare dolorose avversioni: vicario dell’eterno Pontefice, esci dal tuo ovile,. non in senso Materiale, ma. spirituale, e va, in cerca della. pecorella smarrita; più che smarrita, è pecorella. fuggita;.tanto più. merita il tuo amore, il tuo perdòno, quanto più è- colpevole e. infelice: a’ pascere gli agnelli e le peèorelle, Cristo non chiese’ a Pietro che una sola condizione,. una triplice affermazione di amore. L’amore fu. la-vittoria di. Cristo;. amore sarà la vittoria tua. L. V.

Vangelo della Domenica IX dopo Pentecoste Testo del Vangelo. In quel tempo, mentre intorno a Gesù. si affolla vano le turbe per udire la parola di Dio, egli se ne sta, va pressaillago diGenezaret..E vide due barche ferme a riva del lago; e. ne erano usciti. i. pescatori, e la, vavano le reti. Ed entrato in. una. barca,.che era, quel, lo di Simone., lo. richiese di, allontanarsi alquanto. da terra.. E. stando, a sedere, insegnava dalla. barca. alle turbe.. E. finito che. ebbe. di parlare, disse - a Situanor: Avattratiin alto,. e gettate le vostre•reti. per la pesca. E. Simone gli rispose., e disse:. Maestro. essendoci noi affaticati per tutta. la notte,. nen abbiamo preso nulla: nondimeno sulla. tua. parola. getterò le reti. E fatto che ebber questo,. raccolsero.- grande quantità’ di pesci; e si rompeva la loro rete. E fecero segno ai compagni,. che erano in altra barca,. che andassero ad aiutarli,. Ed_andarono_ ed empirono ambedue le barchette,.di modo che quasisi affondavano. T’eduto ciò, Sinton Pietro si gettò alle ginocchia. di Gesù.dicendo: Partiti’ da me. Signore,. che io son uomo. peccatore. Imperocchè ed egli, e quanti si. trovavano con.lui eran restati stupefatti, della pesca che avevan. fatta di. pestiL.E lo stesso era. di Giacomo e di. Giovanni figliuolo di. Zebedeo, compagni di. Simone. E. Gesù disse a, Simone Non. temere:. da ora innanzi prenderai degli uomini.. E. tirate a riva, le barche,. abbandonata ogni cosa,.la seguirono. (S. LUCA, Cap. 5).

Pensieri. Chi deve governare. la. Chiesa.; quale sia il modo con cui la. Chiesa deve essere governata; i trionfi_ che la Chiesa, ottiene quando è governata bene;, ecco altrettante verità.ricordate ed. esposte nell’odierno Vangelo. Qual gioia ineffabile al cuor del credente’ il vedere ’che il programma ora seguito dal Capo della Chiesa nel. governare la. Chiesa è qpello che ha con sè le promesse déi maggiori trionfi?

Cristo si trova’ alle sponde del lago. di. Genezaret. h*i sono, dile barche; sale su, quella di Pietro; e dice a Pietro di: scostarsi alquanto dal lido; e stando a sedere, insegnava dalla barca alle turbe che lo. seguivano: Tutti i Santi Padri ravvisano, nella barca di Pietro, Fa Chiesa. La. similitudine è così, palese,. che

nel corso. dei secoli, per designare la Chiesa’ di Cristo, la, Chiesa. Cattolica, si dirà senz’altro: la barca di.Pietro. E’ dalla barca di’ Pietro che Cristo istruisce le turbe.;•è la, Chiesa, la, Chiesa presieduta da Pietro, quella che sarà maestra di verità a tutte le- genti. Non è la, prima volta, che Cristo.afferma una distinzione fra Pietro e gli altri Apostoli. Anzi, questa distinzione di• supremazia, o, come si dice; di-primato, di’ Pietro, in’mezzo ai suoi compagni, è una delle•verifà. più, spesso e più solennemente- ripetute nel Vangelò. Tu sei Pietro, dice una volta Cristo al suo Apostolo; e su questa pietra.edifielierò là. mia Chiesa Un’altra: io ho pregato per te, o Simone di Bar.IOna, affinchè la tua fede sia ferma, e tu- rivolto a’ tuoi fratelli li possa alla. tua volta riconfermare. E più solennemente ancora, dopo la. risurrezione, chiedendo Cristo a Pietro in tre volte- successive se lo amasse, coronò la risposta, affermativa, con queste parole solenni: pasci i miei. agnelli; pasci le mie pecorelle. Gli agnelli erano i fedeli, le pecorelle erano i pastori, i Vescovi: Asceso Cristo al cielo,. questo primato palesemente esercitato da Pietro è palesemente- riconosciuto dagli Apostoli e dài fedeli. Pietro è il primo degli Apostoli che va al sepolcro di. Cristo; Pietro è il primo che dopo la. Pentecoste esce a predicare nelle vie di Gerusalemme convertendo prima. tre milà.uditori e poi cinque mila. Pietro è l’apostolo che prima di ogni. altro. riceve la missione di. predicare’ il Vangelo ai Gentili nella persona del Centurione romano. Quando un dissenso. è sorto nella comunità; di Gerusalémme circa gli usi ebraici da conservarsi nellà Chiesa,. chi decide da, ultimo colla sua autorevole parola. è Pietro. Vi fu tra gli Apostoli chi venne chiamato direttamente da Cristo, dopo che là Chiesa era già fondata, e che da. Cristo ricevette direttamente la rivelazione delle verità che doveva insegnare: questi è Paolo. Pareva che se alcuno potesse avere il diritto di conservarsi interamente indipendente dall’insegnamento di Pietro dovesse - essere Paolo: eppure. no. Paolo, proclama che dopo tre anni di dimora in Arabia, prima di incominciare il suo prodigioso apostolato, venne a Gerusalemme, andò a vedere Pietro, e rimase con lui qpindici giorni. Il riconoscimento dell’autorità di Pietro, l’unione con Pietro, è la cordizione in faccia alla Chiesa della legittimità e dell’autorità all’apostolato di Paolo. La Chiesa. non doveva, finire cogli Apostoli; essa doveva continuare fino. alla consumazione dei secoli. Chiesa, continuando, doveva, nella, sun interna costituzione, essere sempre la. stessa.:. se avesse Mutato non sarebbe stata.più la,Chiesadi Cristo: muteranno le persone,. ma, non muteranno gli uffici: il primate che Pietro esercitò, fra i suoi compagni gli Apostoli, sarà, esercitato in- seguito fra i, fedeli dal suo successore: è questione di logica,. di coerenza, di. fedeltà. La storia conferma la verità. Pietro morì ai Roma. suo, succesore;. il successore di Pietro; vesco [p. 230 modifica]vo di Roma, è riconosciuto da tutti come capo di tutta la Chiesa. Ci potrà essere incertezza, discussione, sulla misura di questo potere; ma che il potere esista, che il potere sia supremo, universale, che il potere di Pietro sia tramandato ai suoi successori in modo ininterrotto, è verità dogmatica e storica a un tempo. Come è belle, nella basilica di S. Paolo fuori mura a Roma,. vedere in,una serie di splendidi mosaici. la continuazione ininterrotta di 254 Pontefici! I Greci scismatici, i Protestanti, hanno disconosciuto questa verità; è il punto debole della loro dottrina; è il loro torto; è ciò che costituisce, il loro punto di separazione dalla Chiesp. cattolica. I loro seguaci che si mettono a studiare senza preconcetti, con retta intenzione, la storia della Chiesa, non tardano ad accorgersene, a persuadersene; e il ritorno dallo scisma e dall’eresia alla Chiesa cattolica, alla Chiesa di Pietro, da parte di splendide intelligenze, di caratteri intemerati, ft, spettacolo non infrequente nel secolo passato, continuato anche nel presente.. Consoliamoci; noi siamo già nella barca di Pietro.

Come deve essere governata la Chiesa da Pietro? I mezzi di governare la Chiesa sono di due specie, spirituali e materiali, i primi essenziali e perpetui, i secondi accidentali e transitori. I mezzi spirituali, essenziali e perpetui, non mutano mai nel mutar di luoghi e di tempo. Il Credo predicato nel primo secolo, sarà sempre il Credo di tutti i secoli; il Decalogo continuerà sempre ad essere la legge di Dio; i Sacramenti istituiti da Cristo e amministrati nel primo secolo, saranno sempre i Sacramenti amministrati dalla Chiesa su tutta la faccia della terra; il primato di magistero e di giurisdizione esercitato da Pietro in mezzo alla Chiesa nel primo secolo continuerà ad esercitarsi nei secoli successivi. I mezzi materiali sono invece accidentali, sono transitori. Questi mezzi riguardano il modo di proprietà della Chiesa; i rapporti tra la Chiesa e lo stato; alcune forme della disciplina e della liturgia; gli aiuti esterni che la Chiesa può ritenere necessari per la indipendenza e la libertà del suo capo e della sua azione nel mondo. Questi mezzi possono variare a seconda dei tempi e dei luoghi. Un mezzo che fu buono un tempo, cessa di esserlo in. un altro; le condizioni sociali mutano: ci fu l’epoca dell’impero; l’epoca del feudalisino; l’epoca delle repubbliche; l’epoca delle nazionalità; l’epoca dei governi popolari. Nel rapporto esterno mutarono anche i mezzi di azione della Chiesa. Sotto il governo assoluto dei Cesari romani, dopc la pace di Costantino, i Vescovi erano confermati nella nomina dagli Imperatori. Sotto il governo feudale, quando il Vescovo era anche feudatario, l’Imperatore nominando il feudatario, nominava il Vescovo. Gregorio VII, all’epoca dei Comuni, mutò quest’ordine colla grande questione delle Investiture, e volle che la nomina dei Vescovi fosse indipendente (la quella dei feudatari. Quando l’unità della fede era un fatto nella società europea, le eresie, gli sci smi, rappresentavano un turbamento dell’Orditile e della pace pubblica, e fit riconosciuta la legittimità e Futilità del tribunale dell’inquisizione; i tribunali ecclesiastici giudicavano delle dottrine, i tribunali civili applicavano le pene.. Chi pensa ora a richiamare siffatti metodi? Hanno fatto il loro tempo. Anzi, l’averli voluti Continuare quando i tempi avevano cominciato a mutare, por: tò la conseguenza che questi mezzi, buoni prima, diventassero poi inopportuni e dannosi. Così avvenne anche del Poter Temporale. Il Poter Temporale fu legittimo nella sua origine e opportenissimo nel suo esercizio, nàl Medio Evo, (ilando, colli invasione dei barbari e nell’abbandono in cui gli Imperatori di Costantinopoli avevano lasciato l’Italia e Roma, i Romani chiesero che il loro capo spirituale, il Vecovo, diventasse anche loro capo politico amministrativo. Questo potere si conservò finchè; essendo l’Italia divisa in vari Stati, non nuoceva alla sua indipendenza, alla sua morale unità. Una volta che l’unità politica del paese fu sentita e proclamata come la condizione unica, indispensabile in via di fatto per raggiungere e Conservare l’indipendenza, e il Potere Temporale non poteva più essere conservato che colle armi, colle armi straniere, contro l’unità d’Italia, il Potere Temporale, utile per la Chiesa, per tanti secoli, cominciò a non esserlo più, e la Provvidenza, che l’aveva sempre sostenuto, dispose o permise una serie di fatti, che portarono inesorabilmen,i te alla sua caduta. Il Papa, con intuizione di somma sapienza pratica, tolse l’ultimo legame che vincolava la Chiesa a questa vieta forma di azione, col togliere via di fatto il non expedit. E la Chiesa già comincia a godere degli incalcodabili vantaggi di questa misura, non fosse altro *colla cessazione degli inconvenienti innumerevoli che il Potere Temporale, nella forma unicamente possibile nell’ultimo periodo della sua esistenza, aveva prodotto. Ne ricordiamo alcuni, per invitare tutti ad a-. prire il cuore ad un senso di infinita compiacenza, potendo esclamare: questi inconvenienti non ci son più! t. Ci fu un momento nel quale tutta la questione de! bene della Chiesa trovavasi raccolta nella conservazione del Potere Temporale; assorti in questo punto, non si aveva più tempo di pensare in modo largo e conveniente ad altri punti intrinsecamente più importanti, e più consoni allo spirito del Vangelo. La questione del mezzo aveva quasi sostituito la questione del fine. Il merito di un sacerdote o di uri fedele veniva troppo spesso misurato dallo zelo nel sostenere il Poter _Temporale; sacerdoti colti e virtuosi, non sicuri in questo punto, erano messi da parte; trionfavano i fanatici. Alcuni sotto lo zelo ostentato pel Poter Temporale, potevano nascondere anche una condotta moralmente riprovevole. La difesa del Poter Temporale essendo in opposizione al voto della grande maggioranza degli italiani, manifestato nei plebisciti, fece nascere dissi x. [p. 231 modifica]di avversioni, che provocarono distacco di molti, aneli, sacerdoti, dalla fede cattolica; anzi, ancor più, da ogni religione.

4. Onesta difesa, essendo in opposizione al governo nazionale, determinò l’opposizione alla Chiesa anche da parte del governo, nei due corpi che lo rappreSentato, il. Parlamento ed il Senato, rendendo possibile e facile,la presentazione e l’approvazione di leggi poco favorevoli alla Chiesa. 5. La Chiesa ha un nemico dichiarato nella framassoneria: la frantassoneria era lietissima di avere nella difesa del Poter Temporale:, in optiosizione all’unità d’Italia, un pretesto per combattere la Chiesa, quale nemica del paese: colla cessazione del non e,rpedit quel pretesto è caduto. Le manifestazioni anticlericali (li. questi ultimi, tempi sono uno sfogo di rabbia, nel vedersi sfuggire di mano il grande pretesto, il grande spauracchio. Non essendoci più i clericali, cercan,o di.far passare come clericali tutti i cattolici. E’ una menzogna, e le menzogne hanno le gambi. carte: la commedia non può durare a lungo. il clero ed i cattolici ravvicinati alla nazione, ravvicinano la nazione ai cattolici e’ al clero. • 11 Santo Padre sapientemente ci ha liberati di tutto ciò; anzi, ha fatto di più:, salendo sulla Cattediu’di Pietro, ha inaugurato un programma di azione élevatisSiiiià,--uniVersale, corrispondente al programma, ricordato ed.attuato. da Cristo nell’odierno Vangelo. Finito di ammaestrare le turbe, Cristo dice a Pietro:,va in alto,,e getta /p reti per la pesca. Pietro allóra rispose cibbiaMO pesca talutta notte, e non ab biamo preso nulla::nondimeno sulla tua parola getterò le reti.

Cristo dice a Pietro di staccarsi dalla.terra,e andare in alto• Le-vittorie della Chiesa sono in ragione diretta del suo distaCeo delle cose’ del mondo. Meno la Chiesa si appoggia agli uomini, e più è vicino e si fa palese l’aiuto della parte di Dio. Pietro aveva gettato le retituttala.notte; ma Cristo non era con lui: nihil..coepimus_: non aveva presp.nulla. E’ la manifestazione della grande verità che nell’ordine della perfezione’ spirituale ’sorto vani:tutti gli sforzi che noi facciamo’ se non abbiamo con noi l’aiuto della grazia di Dio. Pietro getta le reti sulla parola di Cristo, colla presenza di Cristd: quale il risultato? Fatto che

ebbéquesto,raccolSe gran quantità di pesci; e si rompeva la foro:r tè.

  • *

La presenza di Cristo; l’aiuto di Cristo; ecco il gran segreto della forza e dei trionfi della Chiesa. Richiamiamo Cristo nelle sue dottrine, nelle sue leggi, nei;noi sacramenti,. nei Suoi esempi; •applichiamo. Cristo’ in tutte’le manifestazioni della vita individuale, famigli tre; ’sociale; ecco ciò che porterà nel mondo:d’Onte,un soffio di completa rigenerazione, di:nuova Vita `-Cristo è`nri mezzo sostanziale, organico, peret in saccula Cluis:tus bori et retuo.

non è un mezzo’ che si imita col multo- dOc.ep,.(lie, lu i ti nel secolla diversità delle nazi mi: colo ventesimo Come era imi lìmei Kimo sceolii., (-finte era buono nel secolo decimo; Cristo è liti(nio in Europa. come è buono in America. Buttiamo via le armi terrene,, come Davide.buttò via le ’armi (li Saune’.per andare incontro a combattere il gigante Golia della incrudeltà e del vizio; andiamogli incontro, gridando, come- Davide: in nomine homini e il capo reciso del gigante abbattuto sarà il nostro trofeo., E l’appello che ha rivolto a tutti il Santo Padre l’io X colla prima Enciclica al inondo cattolico: Instaurare omnia in Christo. Il Vangelo è la forza sem1)1 e antica e sempre nuova del trionfo della Chiesa: coraggio: si Deus pro nobis qui contra nos? Questo appello era già ’stato in precedenza attuato da Sua Santità Leone XIII nelle mirabili encicliche, colle quali, al sorgere di ogni questione importante, esponeva in modo autorevole e esauriente quale fosse in quel punto la dottrina cattolica. Si segua quell’esempio: si obblighi il mondo a sentir la parola del Papa. La riforma dell’insegnamento nei Seminari è già un gran passo nel,riChiamo all’azione di Cristo; nella riforma dei Seminari.e iniziata la riforma del clero, e nella riforma del clero l’indirizzo più conveniente per ravvivare la fede nel popolo. Per far credere il popolo ci vuole un. clero che Crede: hacc est victoria quae vicit mundum, fides nostra; col Vangelo alla mano, il d’ero si renda un’altra volta il grande benefattore del popolo, e il popolo ritorner il grande ricOnoscente, il grande amico, del clero. Un gran fermento corre nella massa dei-credenti cattolici: è un movimento che va indirizzato perchè non fuorvii. è un bisOgno che però può diventare una forza:una forza nel mondo intellettuale e morale, quel, mondo nel quale l’azione di Cristo è a un tempo più necessaria e più efficace. II pensiero dell’azione di Cristo nei grandi rapporti della Chie$a colla società, non ci faccia dimenticare l’azione benefica di Cristo nell’anima di ciascuno di noi. La frase di Pietro: abbianzo lavorato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla, perchè Cristo non era con lui, si verifica purtroppo anche nei rapporti della vita dello Spirito di ciascun fedele. Si. lavora invano nell’acquisto e nell’esercizio della virtù per la vita eterna se non si lavora con Cristo. Viviamo della vita di Cristo; sia Cristo nelle idee, Cristo nei propositi, Cristo nella speranza, Cristo negli aiuti. Cristiani nell’intimo dell’anima saremo di. necessità e senza sforzi cristiani nell’azione; saremo cristiani nei beni immensi che noi semineremo sulla terra, saremo cristiani nei meriti preziosi che noi andremo accumulando pel cielo. V. L.