IV. — Lo sviluppo dell’ovo

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III V

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IV. - Lo sviluppo dell’ovo.


Come ci si prepara alla incubazione.


Il seme bachi tolto dalle camere di ibernazione all’inizio della primavera viene portato gradualmente alla temperatura ambiente che può aggirarsi sui 10 gradi.

È nel mese di aprile che nell’Alta Italia si dà luogo alla distribuzione del seme bachi, il quale quasi sempre va dalla ditta produttrice al rappresentante; da questo al distributore; da questo al bachicultore.

Tutti questi passaggi rappresentano un periodo critico per il seme, che viene esposto a variazioni irregolari di temperatura.

Se difficile è l’evitare tutte le cause contrarie, deve il bachicultore cercare di ridurle al minimo possibile. Anzitutto ricorderà che il seme è sempre meglio conservato presso la ditta produttrice, che non presso il privato; cercherà [p. 22 modifica]quindi di ritirare il seme il più tardi possibile e non insisterà presso il rivenditore perchè lo faccia giungere anticipatamente.

Ritirato il seme lo terrà in camera sana, preferibilmente esposta a mezzanotte, per evitare quanto più possibile le variazioni di temperatura fra il giorno e la notte.

Deciso l’inizio della incubazione, questo deve avvenire con regolarità e svolgersi con continuità senza arresti e sopratutto senza abbassamenti di temperatura.

Quale è il momento più opportuno per iniziare la incubazione?

I pratici consigliano di mettere il seme al covo quando la gemma del gelso mostra evidente la terza foglia ed il consiglio può essere buono.

Non di rado il bachicultore si troverà di fronte al dubbio di iniziare un allevamento precoce per evitare di portare l’ultima età dei bachi (che è la più critica) a coincidere con i grandi calori di giugno — o di iniziarlo tardivamente per meglio godere di foglia più sviluppata e più matura.

L’allevamento dei bachi non può essere cosa da improvvisarsi ed a nostro giudizio l’allevatore deve avere larga scorta di foglia selvatica che gli permetta di iniziare l’allevamento presto; [p. 23 modifica]senza rovinare, con una raccolta precoce, la resa dei gelsi di alto fusto. Ciò che assolutamente importa evitare, anche a costo di un maggior consumo di foglia, è la coincidenza dell’ultima età del baco con un periodo di grandi calori, quali possono già aversi in giugno.


L’incubazione.


L’incubazione del seme bachi è quell’operazione per la quale il seme viene posto in condizioni di riprendere lo sviluppo dell’embrione sino a ottenere la fuoruscita del bacolino dal guscio.

Questo sviluppo si accompagna al graduale aumento della temperatura primaverile, e perchè possa compiersi nelle migliori condizioni è necessario che l’aumento della temperatura sia graduale, costante, non abbia ritorni per abbassamenti e non superi un determinato grado che è variabile col progredire dello sviluppo dell’embrione. Conseguenze assai gravi sulla vita larvale del baco, ha sempre la temperatura troppo elevata del periodo di incubazione, che si deve con cura evitare.

Ricordi il bachicultore che la incubazione è operazione delicatissima, non già perchè — [p. 24 modifica]se male eseguita — si debbano proprio e sempre avere grandi fallanze alla nascita, ma perchè i bachi provenienti da cattiva incubazione sono bachi deboli, predisposti a contrarre con facilità malattie nel corso dell’allevamento ed in ogni modo a procurare al bachicultore più fastidi che soddisfazioni.

Perchè il seme possa venire incubato in buone condizioni, il bachicultore ricorderà che nel piccolo ovo è racchiuso un essere vivente, per il quale è indispensabile poter compiere, a traverso i forellini del guscio, una normale respirazione.

Aria sana e temperatura regolata sono adunque le due basi di una buona incubazione.


Cattive incubazioni.


Queste due condizioni non possono evidentemente verificarsi con tutti i metodi di incubazione che pur troppo troviamo ancora diffusi nelle campagne.

Chi toglie il seme dai telaini e lo avvolge in una pezzuola, sottrae tutta la massa centrale dell’involto alla possibilità di una facile respirazione ed espone il seme ad una atmosfera eccessivamente carica di anidride carbonica. [p. 25 modifica]

Chi pone il seme in letto, lo pone in analoghe condizioni e non diciamo di chi ha la pessima abitudine di procurare il calore necessario tenendo il seme sul proprio corpo, chè allora sono anche i prodotti della traspirazione del corpo umano quelli che nuocciono alla vita embrionale del seme.

Si consideri ancora come il tenere il seme nelle stalle, in cucina, nel letto, lo esponga ad inevitabili sbalzi di temperatura fra il giorno e la notte; e come il tenerlo sul corpo umano lo esponga sin dal principio ad un calore troppo elevato.

Appare evidente che le condizioni per conseguire un’ottima incubazione non possono ottenersi se non ricorrendo ad una incubatrice o ad una camera di incubazione.


Incubatrici e camere d’incubazione.


Le incubatrici sono cassette parzialmente o totalmente metalliche con una copertura esterna isolante (segatura, sughero, legno) entro le quali la temperatura viene determinata e regolata dal riscaldamento di una certa massa di acqua. Appositi fori praticati inferiormente e superiormente permettono il necessario ricambio di aria per la respirazione del seme. Questo viene [p. 26 modifica]allargato su appositi telaini di tela cotone, coperti da contro telaini di garza, a fori sufficentemente larghi perchè — a schiusura avvenuta — il bacolino che lascia il guscio dell’ovo possa portarsi al di sopra del contro telaino.

L’incubatrice deve venir collocata in una camera che risenta il meno possibile delle variazioni di temperatura esterna, perciò sono a preferirsi i locali a mezzanotte. Si eviterà con cura che l’incubatrice sia esposta a correnti d’aria. Chi non abbia mai usato incubatrici farà bene a farla funzionare a vuoto per alcuni giorni, prima di introdurvi il seme.

Posto il seme sui telaini, alla temperatura ambiente (e supponiamo sia sui 12 gradi centigradi) verso sera — e cioè quando la temperatura ambiente tende ad abbassarsi — si accenderà la fiammella regolandola per modo che la temperatura interna della incubatrice salga e si mantenga sui gradi 12,5.

È bene permanere per un paio di giorni su questa temperatura e così molto lentamente andare aumentando di mezzo in mezzo grado in un primo periodo; e di grado per grado poi.

Se l’incubazione, come di massima è consigliabile, è stata cominciata un po’ per tempo, possono sempre verificarsi ritorni di temperatura ed arresti nella vegetazione del gelso che [p. 27 modifica]consiglino di prolungare il periodo della incubazione. Ciò può tanto più facilmente ottenersi se nell’inizio si saranno adottati periodi prolungati a temperature non elevate.

Qualora la temperatura della incubatrice si elevasse oltre il previsto, si ricordi che è minor male mantenerla al grado raggiunto, che non il riportarla a gradi minori. Va da sè che se la temperatura ambiente si elevasse — per buon andamento della stagione — oltre il limite al quale l’incubatrice dovrebbe giungere, si dovrebbe spegnere la fiammella di riscaldamento nelle ore diurne, per riaccenderla nelle ore notturne.

L’incubatrice non richiede particolari difficili cure; ma esige continua attenzione da parte del bachicultore, attenzione che è larghissimamente compensata dalle migliori condizioni nelle quali poi si svolgerà l’allevamento dei bachi.

Quando molto numerose siano le partite di seme da incubare, il sorvegliare le numerose incubatrici nelle quali dovrebbero venire suddivise richiederebbe soverchio lavoro ed allora il seme, sempre disteso su appositi telaini, viene distribuito su graticci contenuti in una camera riscaldata, con le stesse norme e cautele con le quali si governano le incubatrici. Questa camera prende il nome di camera d’incubazione. [p. 28 modifica]

Solo a titolo di direttiva generale indichiamo il progredire della temperatura, quale dovrebbe venire osservato nei diversi giorni della incubazione.

giorno 12
2°-3°

»

12.5
4°-5°

»

13

»

13.5

»

14

»

14.5

»

15
10°

»

16
11°

»

18
12°

»

20
13°

»

21
14°

»

22 a 24


La schiusura del seme.


L’indizio che il seme sta per schiudere è dato dal suo cambiamento di colore che da grigio perlaceo va verso il bianco giallastro.

Verso il quattordicesimo giorno della incubazione — e nella mattinata — compaiono i primi bacolini cui si dà il nome di spioni; il massimo della levata si ha nel secondo giorno [p. 29 modifica]e con la terza giornata la schiusa deve essere ultimata. Se ciò non fosse, sarebbe segno che la temperatura degli ultimi giorni fu tenuta troppo bassa.

I bacolini, appena schiusi, tendono a cercare il cibo e si spargono con facilità somma da telaino a telaino per tutta l’incubatrice.

Vi è chi ha proposto di porre il seme entro telaini a sacchetto di garza tanto fitta, da impedire la loro uscita, ciò che condurrebbe a non somministrare pasti anticipati ai primi usciti e ad assicurare una maggiore eguaglianza di allevamento nei bachi.

Ma i pratici notano che il digiuno prolungato fino a tre giorni indebolisce il baco e preferiscono somministrare foglia sin dal principio, salvo in seguito intensificare i pasti per i bachi più a dietro, e renderli meno copiosi per i più precoci.

In tal caso sulla garza del telaino si dispone o poca foglia (trinciata) di gelso o qualche foglia di finocchio. Sull’una come sull’altra i bachi si raccolgono rapidamente e facilmente possono così venire trasportati fuori dell’incubatrice entro ceste a sponde basse, che saranno tenute in camera ben riscaldata, ed entro alle quali l’allevamento vero e proprio avrà principio. [p. 30 modifica]

I bacolini che debbano venire trasportati per l’allevamento in località diversa da quella nella quale se ne ottenne la schiusura, dovranno porsi in cassettine a bordo basso, coperte con pannilano e saranno trasportati nelle ore migliori della giornata, evitando le giornate che per pioggia o vento sarebbero poco propizie a questa operazione.