Il baco da seta/V
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | IV | VI | ► |
V. — L’allevamento del baco.
Come si dà la foglia.
La maggior cura del bachicultore, sopratutto nella prima età, sarà quella di assicurarsi che i bachi abbiano a ricevere foglia sana e in relazione ai loro bisogni.
Si ricorre di solito alla foglia selvatica ed è ottima cosa, specie perchè la foglia selvatica è più precoce e permette così di iniziare l’allevamento più presto che non se si disponesse di sola foglia domestica.
Se un rimprovero può muoversi al bachicultore, è quello di non avere mai a sufficenza di foglia selvatica, che dovrebbe invece aversi nella quantità necessaria a mantenere i bachi sino allo assopimento successivo alla terza età. Ciò permetterebbe di metter mano più tardi alla foglia domestica, con il doppio vantaggio di averne maggior resa per le età del maggior consumo e di poterla usare più fatta o più matura, somministrando al baco un cibo per lui più confacente.
Nella prima e seconda età la foglia verrà data trinciata, per agevolarne il consumo e si avrà cura — come sempre del resto — di darne in piccola quantità per ogni pasto; ma in numerosi pasti nelle 24 ore al fine di porre i bachi nelle condizioni di consumarla il più completamente possibile, evitando di sprecarla nei sempre pericolosi letti.
Vi è tendenza, da parte del bachicultore, di ridurre il numero dei pasti per realizzare una economia di lavoro. Di fronte a questa minima economia sta il maggiore spreco di foglia con il conseguente sopraelevarsi dei letti.
Il numero dei pasti deve essere maggiore, anche in ragione della minor quantità di foglia che volta per volta il baco richiede, nella prima e seconda età, quando la foglia si dà trinciata; e maggiore nuovamente nell’ultima età quando la voracità del baco è massima.
Così si dovrebbero dare sette od otto pasti a due ore uno dall’altro nella prima età; cinque nella seconda età a tre ore uno dall’altro; quattro pasti a quattro ore uno dall’altro nella terza e quarta età; cinque pasti nei primi giorni della quinta età e 7 a 8 negli ultimi giorni.
Quando i bachi si dispongono per la muta si dia di foglia soltanto quel poco che può essere necessario per i ritardatarii; somministrandone troppa si coprirebbero e si soffocherebbero quelli che dormono.
Allorquando i bachi cominciano a svegliarsi si ritardi a dare i pasti nell’attesa che la maggioranza sia svegliata; dopo l’ultima muta tale ritardo può protrarsi sino a 24 ore senza inconvenienti.
Complessivamente il consumo di foglia che vien fatto da un’oncia di seme bachi viene così calcolato dal Grandori:
nella | 1ª | età | chili | 3 | |
» | 2ª | » | » | 11 | |
» | 3ª | » | » | 50 | |
» | 4ª | » | » | 166 | |
» | 5ª | » | » | 770 | |
in tutto | chili | 1000 |
Ed il De Carolis ha questi dati controllati all’Istituto sperimentale agrario cremonese:
nella | 1ª | età | chili | 3,8 | |
» | 2ª | » | » | 21,1 | |
» | 3ª | » | » | 63,8 | |
» | 4ª | » | » | 170,9 | |
» | 5ª | » | » | 721,0 | |
in totale | chili | 980,6 |
Per produrre un chilo di bozzoli occorrono dunque da 12 a 15 chili di foglia.
Il letto.
Si intende per letto il cumulo di detriti che si forma sotto ai bachi con la foglia non utilizzata e con gli escrementi dei bachi. A ciò si aggiungono alle volte bachi morti e pelli abbandonate dai bachi con la muta; come non di rado fra tutta questa massa organica umida e tenuta in ambiente caldo si sviluppano muffe e fermentazioni, che possono nuocere e compromettere seriamente l’esito dell’allevamento.
Dovrà pertanto il bachicultore cercare di mantenere il letto asciutto disponendo per una conveniente ventilazione del locale ed accendendo a quando a quando il fuoco così da rinnovare con le fiammate l’aria dell’ambiente; si dovrà condurre l’allevamento su graticci fra i quali baria circoli facilmente, evitando l’uso dei tavolati, che manterrebbero eccessiva umidità sotto al letto. Non sarà neppure mal fatto spargere sotto al letto una polvere assorbente, come fosse calce o gesso.
Ma più che tutto dovrà il bachicultore impedire l’eccessivo accumulo della foglia inutilizzata, appunto perchè un letto basso essica facilmente e più difficilmente offre substrato per dannose fermentazioni; mentre un letto alto è ambiente sempre pericoloso.
Cambiamento dei letti.
Perciò i bachi si dovranno togliere dal letto quando questo si faccia troppo alto e nelle prime età converrà che ciò sia fatto due volte almeno per ogni età e cioè un paio di giorni prima della dormita; perchè la muta non abbia ad avvenire su letto in fermentazione; e un paio di giorni dopo la muta, per asportare tutte le abbandonate spoglie dei bachi.
Nella pratica di molti bachicultori vediamo compiere il cambiamento del letto disponendo qua e là qualche ciuffetto di foglia di gelso sul quale accorrono i bachi per il loro pasto. Quando le foglie sono coperte di bacolini vengono asportate a mano su di un nuovo graticcio.
Difficile è procedere così ad una completa raccolta dei bachi, in quanto vi sono sempre i pigri che stentano a salire sulla foglia; d’altra parte il lavoro procede con eccessiva perdita di tempo.
Preferibile è stender sui bachi alcuni fogli di carta forata sui quali si distribuirà la foglia gelsi per il pasto ordinario.
Dopo la somministrazione di due pasti può ritenersi che tutti i bachi siano saliti sopra al foglio di carta forata. Si fa allora scorrere questo su di un cartone o su di una assicella e lo si porta con tutti i bachi sul nuovo graticcio che gli è destinato.
Il letto, rimasto sgombero, non si butterà a terra; ciò che determinerebbe un sollevamento di polvere ed un possibile spargimento per l’aria di germi di infezioni; ma lo si arrotolerà su sè stesso asportandolo con cura fuori del locale di allevamento.
Abbiamo accennato che i fogli di carta forata, con i sovrapposti bachi, vengono portati su nuovi graticci. Si intende che tali fogli saranno lasciati sotto ai bachi per venire ricuperati soltanto in seguito ad un nuovo mutamento di letto. Allora sarà opportuno stirarli con ferro da stiro ben caldo, anche per procedere ad una sommaria disinfezione. Ad eguale trattamento verranno sottoposti quando — a fine campagna — si riporranno per l’annata seguente.
Diradamenti.
Il bachicultore che compie il cambiamento dei letti con la carta forata, avrà cura di non porre i fogli con i bachi — sul nuovo graticcio — l’uno accanto all’altro; ma li distanzierà convenientemente perchè sia possibile in seguito e con i successivi pasti, somministrare la foglia gelsi sui margini del foglio di carta che ha servito al tramuto, così da determinare un progressivo diradamento dei bachi, indispensabile per l’aumento di volume che il corpo del baco va assumendo con l’età.
Questo semplice provvedimento alle volte non è sufficente ed i bachi vengono a trovarsi troppo fitti prima ancora che si sia provveduto al cambiamento del letto.
Si procede allora ad un semplice diradamento, per il quale pure è praticissimo l’uso della carta forata, la quale si adopera con le stesse norme prima indicate, ma con l’avvertenza di provvedere al tramuto appena somministrato un pasto, cosicchè solo parte dei bachi sia salita al di sopra.
Il cambiamento nelle ultime età.
I fogli di carta forata hanno fori di diametro diverso a seconda delle diverse età per la quale debbono servire; ma mentre riescono utili per le prime tre età, meno pratici si mostrano per le ultime due, perchè l’accresciuto diametro dei fori e l’accresciuto peso dei bachi rendono il foglio meno resistente, tanto da portarlo a fare sacco nel sollevamento, determinando un accavallamento dei bachi.
Fu proposto di sostituire alla carta forata le reti, le quali si stendono su tutto un graticcio riducendo il lavoro che un numero multiplo di fogli determinerebbe.
La pratica nostra non ci ha condotto a troppo favorevoli conclusioni sull’uso delle reti. A parte la facile formazione del sacco durante il loro sollevamento, più grave è il fatto che alla fine della quinta età, quando i graticci devono venire accuratamente puliti per preparare la salita al bosco, la rete che rimane sotto all’ultimo letto e che non può togliersi, è di non poco ostacolo a questa pulizia.
Cosicchè noi ci accostiamo qui nuovamente al sistema dei pratici, che consiste nel dare germogli di gelso ai bachi per raccoglierli poi in ceste e portarli sui nuovi graticci. Lo sviluppo preso dai bachi, rende più facile l’operazione, diminuendo le cause di perdita che si avrebbero nelle prime età.
Lo spazio.
Lo spazio che è bene porre a disposizione dei bachi nelle diverse età, naturalmente è tanto maggiore quanto maggiore è il numero dei bachi e cioè quanto meglio procede l’allevamento.
Può ritenersi che l’allevamento non proceda regolarmente quando i bachi occupino meno degli spazii sotto indicati:
alla fine | della | 1ª | età | mq. | 3,50 |
» | » | 2ª | » | » | 6 — |
» | » | 3ª | » | » | 10 — |
» | » | 4ª | » | » | 25 — |
» | » | 5ª | » | » | 70 — |