Il Tesoro (Latini)/Libro V/Capitolo IX
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo IX.
Dell’astore1.
L’astore è uno uccello di preda, che l’uomo tiene per diletto d’uccellare, sì come tiene isparaviere e falconi, ed altri uccelli di preda2. Sono molto fieri ai loro figliuoli: chè quando elli sono in agio che possano volare3, elli li cacciano da loro in tale maniera, che mai quasi non si ritruovano con loro, perchè vogliono ch’elli medesimi si pascano4; non volendo che lascino quello che debbono fare per natura5, e perchè non diventino nighittosi6, e per queste cagioni li dipartono da loro7.
E sappiate, che astori sono di tre maniere, piccoli e grandi e mezzani8.
Li minori sono a guisa di terzuolo9, ed è prode e maniero, e bene volenteroso di beccare, ed è leggiere da uccellare.
Lo mezzano ha ale rossette, e piedi corti10 ed unghie piccole e malvagie, e gli occhi grossi e scuri. Questi sono molto duri a farli manieri11, e però non vagliono guari lo primo anno, ma al terzo anno sono buoni e di bona aria.
Lo grande astore è maggiore che gli altri, e più grosso e più maniero, e migliore, e gli occhi ha begli e chiari e lucenti, e grossi piedi e grandi le unghie, e lieto viso, ed è sì12 ardito che per nessuno uccello si trae addietro, ed eziandio dell’aquila non ha paura.
Però dice il maestro, che quando l’uomo vuole cognoscere il buono astore13, l’uomo dee guardare che sia grande, e ben fornito di tutto. Ed alla verità dire, in fra tutti gli uccelli cacciatori, li maggiori sono lo femine, e li minori sono li maschi, ciò sono li terzuoli. E sono sì caldi per la maschiezza14 e sì orgogliosi, che appena prendono se non ne viene loro voglia. Ma la femina, ch’è fredda per natura15, è tutto giorno volonterosa16 di prendere, però ch’ella è fredda17, e la freddura è radice di tutta cupidità. E ciò è la cagione, perchè li grandi uccelli rapaci sono migliori: per ciò che non hanno nullo desdegno di prendere, anzi desiderano sempre la preda, e più l’un dì che l’altro18, in tal maniera, che alcune fiate quando sono sori19 prendono mal vizio, ma nella muda lo lasciano, e megliorano le penne20, ma li terzuoli21 vi prendono molte fiate vizio22.
- ↑ Il t: De toutes manieres de ostours.
- ↑ Le stampe, ed il ms. Vis. qui hanno un ibis redibis, a sanare il quale bisognò il taglio cesareo. L’astore è uno uccello di preda, che l’uomo tiene per diletto d’uccellare, ì come l’uomo tiene isparaviere e falconi, ed è di fazione e di colore simigliante allo sparaviere, ma è maggiore del falcone. E sappiate che astori e falconi e sparvieri ed altri uccelli di preda, che l’uomo tiene per diletto d’uccellare, sono molto fieri ecc. Corretto col t: Ostour sont oisiou de proie, si comme sont faucon, et espervier, et autre oisel que on tient par delit à prendre autres oisiaus; liquel sont molt fiers.
- ↑ t: car maintenant que il les voient auques escreuz, et que il ont aucun pooir de voler. Mutato aria, in agio, correzione del Sorio. Altri leggono etade, che vale quanto l’antiquato agio. Il ms. Vis.: aitade.
- ↑ Il t: il ne les paissent plus des lors en avant, ainz les chacent hors des niz, et les constraignent à porchacier lor viande en lor jovente.
- ↑ Il t: car il ne vuelent, que lor fil oblient le propre mestier de lor ancessors.
- ↑ Il t: ne que il apraignent à estre pareceus.
- ↑ Il t: les entrelaissent à norrir, porce que il apraignent a ravir.
- ↑ Le stampe: grandi e mezzani e piccoli. Il t: petit, grant, meien. Mutato col t, parlando tosto il maestro dei piccoli.
- ↑ Il t: est maindres des autres, à loi de tercel.
- ↑ Il t: les piez cours. Corretto piedi e corpo delle stampe, in piedi corti.
- ↑ Il t: a faire domesches.
- ↑ Corretto: ed ardito, in ed è sì ardito. col t: et est si hardis. Il ms. Vis. concorda con Bono, ove Bono è discorde col t,
- ↑ Il t: en eslire bon ostour.
- ↑ Il t: par la masculinitè qui en eulx regne.
- ↑ Il t: par la feminitè qui en li est.
- ↑ Il ms. Vis.: volonterosa e desiderosa. Il t: covoitouse et desirrans de prendre.
- ↑ Ella è fredda, manca al t.
- ↑ Il t: plus et plus.
- ↑ Aggiunto, quando sono sori, col t: quant il son sor. Aggiunto dal Sorio
- ↑ Il t: muent et enmeillorent pennes et habiz.
- ↑ Corretto: e li mali terzuoli, in ma li ecc. col t: mais li terceaus.
- ↑ Il t: prent en chascune mue aucun mal vice.