Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
148 |
Anche dicono molti, che quando ella invecchia, il becco gli cresce tanto, che gli volge in giuso, sì ch’ella non può beccare cosa che prode le faccia1. Ed ella va ad una pietra, e tanto ella vi percuote, che quello ch’è cresciuto si parte dall’altro2, e in tal maniera che torna così bello e così tagliente, come egli era quando era giovane3.
Capitolo IX.
Dell’astore4.
L’astore è uno uccello di preda, che l’uomo tiene per diletto d’uccellare, sì come tiene isparaviere e falconi, ed altri uccelli di preda5. Sono
- ↑ Il t varia: qu’il ne puet plus prenre de ces bons oisiaus qui la maintenoient en jovente.
- ↑ Il t: lors le fiert et demaine tant as roides pierres, que le sorplus en oste.
- ↑ Il t: et ses bes devient plus gens et plus esmolus que devant, si que il manjue, et prent ce que il li plaist. In queste ultime varianti il ms. Vis. concorda con Bono.
- ↑ Il t: De toutes manieres de ostours.
- ↑ Le stampe, ed il ms. Vis. qui hanno un ibis redibis, a sanare il quale bisognò il taglio cesareo. L’astore è uno uccello di preda, che l’uomo tiene per diletto d’uccellare, ì come l’uomo tiene isparaviere e falconi, ed è di fazione e di