Il Tesoro (Latini)/Libro II/Capitolo L
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo L.
Della natura che cosa è, e com’ella adopera nelle cose del mondo.
Per queste ragioni che ’l conto divisa qua dinanzi e più indietro, potete voi intendere come il firmamento gira tuttavia il mondo, e come li sette pianeti corrono per li dodici segni, ond’elli hanno sì grande potestade sopra alle cose terrene, che conviene ch’elle vadano e vegnano secondo lo loro corso; ch’altrimenti non avrebbero elle nulla forza di nascere, nè[1] di crescere, nè di finire, nè d’altre cose. E al vero dire, se ’l firmamento non volgesse d’intorno alla terra, sì come ’l fa, e’ non è nulla creatura al mondo che si potesse movere per nulla maniera. E ancora più, che se ’l firmamento non si volgesse, e ritenesse un punto che non andasse, converrebbe che tutte le cose si disfacessero[2].
Però noi dovemo amare e temere il signore Gesù[3] Cristo ch’è Signore di tutti, e senza cui nullo bene, nè nulla podestate non puote essere. Egli stabilì natura di sotto[4] sè, sì che ordina tutte cose dal cielo in giuso, secondo la volontade del sovrano padre.
Onde Aristotile disse, che natura è quella virtù[5] per la quale tutte cose si mutano[6] e si riposano per loro medesime. Ragione come: La pietra si posa tuttavia per sè medesima, e il fuoco va tuttavia in su per sè medesimo[7]. Ma chi rinchiude lo fuoco che non possa montare, o chi gitta la pietra in alto, quello è per forza, e per altrui, e non per sè medesimo. Dunque non è secondo natura.
E sopra ciò disse il filosofo, che l’opere della natura sono in sei maniere, ciò sono: generazione, corrozione, accrescimento, diminuzione, alterazione e mutamento d’uno luogo in l’altro[8].
Ragione come: Generazione è quella opera di natura per cui tutte cose sono ingenerate, secondo che[9] ella fa d’uno uovo un uccello, che non lo farebbero tutte le genti del mondo, se per forza di natura non si facesse. E così dico degli uomini, e dell’altre cose.
Corrozione è quella opera di natura, per cui tutte cose sono menate a difinimento[10]. Chè la morte degli uomini e degli altri animali[11] non avviene, se non perchè li suoi umori che tengono in vita sono corrotti in tal maniera, ch’elli non hanno più niente di potenza. Ed allora conviene che quella cosa vegna alla sua fine. Ma quando l’uomo l’uccide a forza, quello non è corruzione[12] di natura.
Accrescimento è quella opera di natura, che fa crescere il piccolo fantino, o altra cosa di sua generazione, infino a tanto ch’ella dee crescere. Chè tutte cose sono per lei nate dentro dal suo termine, sì che non possono più crescere.
Diminuzione è quell’opera di natura, che fa menomare l’uomo, o altra cosa, di quello ch’egli è[13]. Chè quando l’uomo è cresciuto infino alla sua buona etade, e ch’egli è compiuto lo corpo come dee; allora comincia a decrescere,[14] e a menomare la forza sua, infino alla sua fine.
Alterazione[15] è quella opera di natura, che muta un colore in altro, ed una cosa in altra, sì come noi vediamo uno figo[16], o altra cosa, che nascono di colore verde, e natura li muta, e fàlli di colore nero, o rosso o d’altro colore, sì come è[17] li frutti. Ed un’altra figura muta simigliantemente, che ’l bruco[18] che nasce del cavallo si fa divenire farfalla, e dàlli ale, e va volando.
Mutamento è quell’opera di natura che fa mutare lo firmamento[19], e le stelle, e li venti, e l’acqua, e molte altre cose d’un luogo in un altro per loro medesime.
Queste sono le opere di natura. Tutto che ’l conto divisi queste poche cose per esempio, ma egli basta bene al buono intenditore per tutte cose che per natura sono. E però è cosa provata a sapere, che natura è,[20] e che no.
Qui si tace il conto di parlare dello firmamento e delle stelle e delle cose di suso, e ritorna a divisare la natura delle cose che sono in terra. Ma egli diviserà prima le parti ed abitazioni della terra.
Note
- ↑ Aggiunto, nè di crescere, col t de naistre, ne de croistre ne de finer.
- ↑ Il t fondre et aneantir toutes choses.
- ↑ Gesù Cristo, manca al t.
- ↑ Aggiunto, a sè, col t desouz soi.
- ↑ Virtù, manca al t: nature est cele par cui etc.
- ↑ Questo mutano, per muovono, secondo il t se muevent, ou se reposent, corrisponde al latino motare, equivalente a movere. E così spesso dipoi.
- ↑ Il t mette prima della pietra il fuoco.
- ↑ Mutamento d’uno luogo in altro, come Dante: E muta nome perchè muta lato (Purg. XI), risponde a muement d’un leu en autre.
- ↑ Aggiunto secondo, col t selonc ce que.
- ↑ Bono mutò il t: corruption est cele chose de nature por quoi toutes choses sont corrompues et menées à lors definiment.
- ↑ Bono mutò il t des autres choses.
- ↑ Corretto, mutamento, in corruzione col t, n’est mie corrupcion de nature.
- ↑ Di quello ch’egli è, manca al t.
- ↑ Aggiunto a decrescere, col t à descroistre, et à amenuisier.
- ↑ Questo brano fu rimaneggiato da Bono. t. Alteracion est cele euvre de nature qui mue une chose en une autre, si comme nos veons une figue, ou une autre fruit, qui naist de color vert, que nature mue cele color en autre, et la fait noire, ou rouge, ou d’autre color. Il periodo appresso è di Bono.
- ↑ Corretto, una figura, in uno figo, col t.
- ↑ Questo è può credersi accorciamento di én, come vedemmo sopra.
- ↑ Corretto, uno bruto, in uno bruco, col buon senso.
- ↑ Il t par quoi nature fait muer.
- ↑ Aggiunto è, col senso e col t: à savoir que nature est, et que non.