Il Tesoro (Latini)/Libro I/Capitolo VI
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Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
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Capitolo VI.
Qui dice come Dio fece tutte le cose al cominciamento.
Li savi dissero, che ’l nostro Signore Iddio, ch’è cominciamento di tutte le cose, egli fece e creò il mondo1 e tutte l’altre cose in quattro maniere.
Chè in primamente egli ebbe in pensiero e in sua volontà2 le imagini e le figure, come egli farebbe il mondo e le cose tutte che vi sono. E ciò ebbe egli tuttavia eternalmente, sicchè quel pensiero non ebbe mai cominciamento. E questa imaginazione è appellata mondo archetipo, ciò è a dire mondo in similitudine.
Appresso fece di niente una grossa materia, la quale non era d’alcuna figura ne d’alcuna similitudine, ma era di sì fatta norma e sì apparecchiata, ch’egli ne poteva formare e ritrarre ciò ch’egli volea. E questa materia è appellata hyle3.
E poi ch’egli ebbe ciò fatto, sì come a lui piacque, mise egli in opera e in fatto il suo proponimento, e fece il mondo e le sue altre creature secondo la sua provvidenza. E con tutto che egli il potesse fare tosto e speditamente, già niente vi volle correre, anzi vi mise sei giorni. Il settimo si posò.
La Bibbia noi conta che al cominciamento lo nostro Signore comandò che ’l mondo fosse fatto, cioè a dire cielo, acqua, terra4, giorno, chiarezza e gli angioli. E che la chiarezza fosse divisata dalle tenebre. E poi che egli lo comandò, sì fu fatto di niente.
E ciò fu il primo giorno del secolo. Del qual giorno dicono molti savi5, che fu quattordici6 dì all’uscita del mese di marzo.
Al secondo giorno fu stabilito il firmamento.
E al terzo giorno comandò che la terra fosse divisata dal mare e dalle altre acque. E tutte cose che sono radicate sopra terra furo fatte in quel giorno.
E al quarto giorno comandò che ’l sole e la luna e le stelle e tutte le altre luminarie fossero fatte. Al quinto dì comandò che fossero fatti i pesci, gli augelli, e le bestie in terra, di tutte le maniere che vi sono7.
Il sesto giorno fece Adamo alla imagine e alla similitudine sua8; e poscia fece Eva sua compagnia della costa9 di Adamo. E creò loro10 anime di niente, e misele ne’ corpi loro.
11 settimo dì si posò, chè non fece null’altra cosa11.
- ↑ Il t aggiunge et toutes autres choses, e non inutilmente, perche l’autore, oltre la creazione del mondo, parla della creazione degli angeli. — Ripete il mondo e l’altre cose poco prima e poco appresso nel medesimo periodo. Perciò aggiunsi queste parole. Concorda il ms. Vis.
- ↑ Al t mancano le parole, e in sua volontà.
- ↑ Hyle, il t ilem.
- ↑ Corressi col t acqua e terra l’errata lezione della stampa terra ed acqua, perchè il nostro cosmologo in questo medesimo capitolo registra prima l’acqua e poi la terra.
- ↑ Molti savi. Il t li p’usor. Il traduttore non fu pago dell’asserzione dei più, se non sono savi, cioè sapienti. Questo scambio è frequente in tutta la traduzione. Il ms. Vis. li più.
- ↑ Il t XIIII jors à l’issue dou mois de mars. La ragione della correzione è data dal Sorio, e si riporta nell’illustrazione di questo capitolo. Il ms. Vis. a la scieta. La stampa quattordici dì del mese di marzo.
- ↑ Il t qui li poisson fussent fait, et li oisel, e toutes les bestes qui volent par l’air et noent par l’iaue. Aggiunsi alla stampa gli augelli, lasciai il rimanente, perchè il senso dell’autore vi è.
- ↑ Il t Au sisime jor commanda Diez que les bestes fussent faites qui vont par terre. Et lors fist il Adam à sa semblance, et puis fist Eve. Il traduttore ebbe innanzi un altro testo, o lo raffazzonò a suo libito.
- ↑ Il t de la coste, conforme alla Bibbia. Concorda il ms. Vis. Le stampe leggono delle coste.
- ↑ Il t lors. Il ms. capitolare di Verona ommette questo lors. Corretto allora, in loro.
- ↑ Al t mancano queste parole riferentisi al riposo del settimo giorno. Il ms. Fars. aggiunge: Per questioni di savi è detto, che fu prima tenebra che giorno, e di prima fu fatta erba che seme.