Il Tesoro (Latini)/Libro I/Capitolo III

Capitolo III. Delle cose che l’uomo dee sapere e conoscere secondo teorica

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Brunetto Latini - Il Tesoro (XIII secolo)
Traduzione dalla lingua d'oïl di Bono Giamboni (XIII secolo)
Capitolo III. Delle cose che l’uomo dee sapere e conoscere secondo teorica
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Capitolo III.


Delle cose che l’uomo dee sapere e conoscere secondo teorica.1


La prima si è teorica, ed è quella propria scienza che a noi insegna la prima questione di sapere e di conoscere la natura delle cose celestiali e terrene.

Ma per ciò che queste nature sono vane e diverse, per ciò che altra natura è delle cose che non hanno niente di corpo e non conversano tra le corporali cose, e un’altra natura è delle cose che hanno corpo e conversano colle corporali cose, e un’altra natura è delle cose che non hanno niente di corpo e sono in tra le cose corporali; per ciò fu bene ragionevole cosa, che questa scienza di teorica facesse del suo corpo tre altre scienze, per dimostrare le tre diverse nature che io ebbi divisate. E queste scienze sono appellate in loro lingua teologia, fisica, e matematica. [p. 12 modifica]

La prima è la più alta di queste tre scienze che sono stratte2 di teorica, cioè teologia, che trapassa il cielo e mostra la natura3 delle cose che non hanno punto di corpo, nè non conversano in tra le corporali cose. E ciò è in tal maniera, che per lei conosciamo Dio onnipotente, per lei crediamo noi la santa Trinitade del Padre, del Figlio e dello Spirito santo in una sola sostanza4. E per lei avemo noi la fede cattolica, e la legge di santa Chiesa. E brevemente, ella e’ insegna tutto ciò che a divinitade appartiene.

La seconda si è fisica; per cui noi sappiamo la natura dello cose che hanno corpo, e conversano con lo corporali cose, cioè a dire degli uomini, delle bestie5, degli uccelli, de’ pesci, delle [p. 13 modifica]piante, delle pietre e dell’altre corporali cose che sono in fra noi.

La terza è matematica, per cui sapemo la natura delle cose che non hanno punto di corpo, e sono intra le cose corporali6. E sono quattro scienze nel corpo della matematica, che sono appellate per diritto nome, l’una arismetrica, l’altra musica, la terza geometria, e la quarta astrologia7.

La prima di queste quattro scienze è arismetrica, che c’insegna a contare e annumerare e aggiungere l’uno numero sopra l’altro, e trarre l’uno dell’altro, e multiplicare l’uno con l’altro, e partire l’uno per l’altro, e numero sano e numero rotto8. E di ciò son gl’insegnamenti dell’abbaco e dell’algorismo.

La seconda si è musica, che c’insegna a fare voci di canti e suoni9 in cetere, in organi, ed [p. 14 modifica]in altri strumenti, e accordare l’uno con l’altro, per diletto delle genti, e per far canti in chiesa per l’ufficio del nostro Signore.

La terza si è geometria, per cui noi sappiamo le misure e le proporzioni10 delle cose per lungo e per alto e per largo11. Questa ò la scienza per cui i filosofi antichi12 si sforzaro per sottigliezza di geometria di trovare la grandezza del cielo e della terra13, e l’altezza ch’è dall’uno all’altro, e molte altre proporzioni che maravigliare fanno altrui14.

La quarta scienza è astrologia, la quale c’insegna tutto l’ordinamento del cielo, del firmamento, delle stelle, e del corso dei sette pianeti [p. 15 modifica]per lo zodiaco, ciò sono li dodici segni, e come si muove il tempo15 al caldo e al freddo, o a piova, o a siccità, o a vento, per ragione ch’è istabilita nelle stelle.


Note

  1. Correggo col t del primo periodo appresso, e col buon senso, essendo questa la materia del capitolo, e non delle cose che l’uomo dee fare e che non, secondo teorica, come leggono le stampe. Il t ha il titolo che l’amanuense trasportò nel capitolo precedente, come fu notato. Usa bestie in questo senso anche al capitolo XI ed altrove di sovente. L’uomo è re degli animali.
  2. Correggo col t estraites l’errata lezione state, che è in tutte le stampe. Il ms. Vis. iscite, cioè uscite, estratte.
  3. Il t la nature. Le nature delle stampe è contro il buon senso. Ms. Vis. la natura.
  4. Il t ed il ms. Vis. leggono erroneamente, per non dire ereticamente, con manifesto strafalcione, en eune seule persone. Se Brunetto avesse scritto così, Dante avrebbelo registrato Dove son gli eresiarche, Coi lor seguaci d’ogni setta (Inf. IX).
  5. Anche il t des lestes. Tutti gli animali, eccetto l’uomo, i pesci, e gli uccelli. È divisione del regno animale anticamente fatta dalla Genesi, secondo l’elemento in cui vivono.
  6. Aggiunsi col t et sont entor les corporans choses. È ommissione dell’amanuense, ingannato dalla triplice ripetizione delle medesime parole.
  7. Il t qui ed altrove astronomie. Il ms. Vis. asterlomia.
  8. Il t dice meno precisamente et partir et deviser plusors parties. Messer Bono di sovente rabbercia e adorna il Tesoro volgarizzandolo, e sempre si noterà.
  9. Aggiunsi alla stampa e suoni col t, et chans et sons, e col ms. Vis.
  10. Correggo proprietà, errore delle stampe, in proporzioni, col t proporcions, e col buon senso.
  11. Correggo ampiezza, in largo col t par lé, e col ms. Vis. Così leggono anche i ms. della Marciana.
  12. Il t li VII sage, colla variante ancien. Non adottai la variante, quantunque di più codici, per non donare un errore a ser Brunetto. Anche messer Bono qui corresse il t.
  13. Il t la grandeur dou ciel e de la terre. Corressi la lezione errata, che era l’altezza del cielo e la grandezza della terra. Dice poi tosto l’altezza che e dall’uno all’altro che è appunto l’altezza del cielo, che elimino, perchè manca al t, ed è goffa ripetizione.
  14. Corretta col t e col ms. Fars. la errata lezione delle stampe molte altre cose e proporzioni molto da maravigliare t: et maintes autres proporcions, qui ameiller font.
  15. Il t tens colla variante temps.