Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee - Vol. 1/Prefazione

Prefazione

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Al nobil uomo conte Emilio Borromeo Lettera dedicatoria premessa alla prima edizione delle notizie storiche di Stresa

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PREFAZIONE



L’origine dei due primi volumi della presente Collezione è dovuta interamente alla venerata memoria di Antonio Rosmini. Questi aveva ordinato all’egregio artista Francesco Somaini Luganese di lavorare in istucco cinque statue da collocarsi nelle cinque nicchie della Chiesa da lui eretta sul colle prossimo a Stresa. Una di queste, quella di mezzo in faccia al pulpito, doveva rappresentare S. Pietro in atto di trarre a terra una rete di pesci, tema allusivo al Noviziato, ad uso del quale era allora destinata la contigua casa religiosa, ivi stesso da lui edificata: le altre quattro dovevano essere dei Santi e Beati principali del Lago Maggiore, cioè di S. Arialdo Diacono, di S. Carlo Borromeo, del B. Alberto Besozzi e della B. Caterina da Pallanza. Bramoso in pari tempo, che anche la popolazione di Stresa, che frequenta questa Chiesa, potesse trarre, alla vista di queste statue, un qualche pascolo alla propria devozione, mi manifestò, correva l’anno 1853, il desiderio, che alcuno de’ suoi scrivesse all’edificazione de’ fedeli un breve sunto della Vita dei detti Santi e Beati. Accortomi che avrebbe avuto piacere che imprendessi io quel lavoro, non tardai a proferirmivi, permettendomi al [p. x modifica]tempo stesso di fargli osservare che sarebbe stato anche utile di premettere a quelle Vite un qualche cenno storico intorno al borgo di Stresa. Questo pensiero gli piacque e senz’altro mi confortò ad eseguirlo. Mi sono quindi posto a raccogliere i materiali opportuni, e nel giro di pochi mesi ho potuto così compilare e dare alla luce quel primo saggio col titolo: Notizie storiche di Stresa colle Vite dei Santi e Beati principali del Lago Maggiore. Casale, 1854 per Casuccio, in 8.º

Alla lettura di questo libro alcuni di quelli, ch’erano stati poc’anzi da me interrogati per avere notizie, e che per poco non si erano maravigliati come io sprecassi il mio tempo su cosa (volevano alludere a Stresa), che secondo essi non valeva la pena di spendervi sopra il più piccolo studio, furono i primi a manifestarmi la loro soddisfazione e a farmi notare ad un tempo quel molto più che si sarebbe potuto dire in relazione al già detto, e a desiderare che simigliante lavoro venisse alquanto più esteso sui luoghi circonvicini, esibendosi allora prontissimi ad indicarmi, ed anco a somministrarmi, quante notizie e documenti si avevano, o si potessero avere a compimento del mio lavoro.

Il desiderio dall’una parte di emendare il mio scritto, e dall’altra di aderire alle istanze che mi venivano fatte, mi fece accogliere di buon grado ogni notizia, che mi era porta e ad imprendere nuove ricerche non solo riguardo alle Vite dei Santi e Beati del Lago Maggiore e degli altri uomini illustri di esso, de’ quali aveva fatto pur cenno, ma eziandio riguardo alle notizie storiche di Stresa e dei luoghi circonvicini. Lessi quindi quanti libri antichi e recenti furono pubblicati su questo argomento, e quante pergamene, carte e memorie scritte potei avere, rovistando, non senza grave spendio di fatica e di tempo, intere biblioteche di manoscritti ed archivi sì pubblici che privati, visitando sulla faccia del luogo ogni cosa e interrogando [p. xi modifica]quanti potessero somministrarmi al bisogno consiglio, aiuto e indirizzo: e lottando in pari tempo coi pregiudizii di alcuni, coll’ignoranza di altri, e colla indifferenza di molti, per non dir più, sono venuto a capo di riunire insieme un buon numero di memorie, da poterne compilare, separandone le materie, non uno ma due volumi.

Lasciando a parte per ora quello che riguarda gli uomini illustri del Lago, e attenendomi al primo che tratta delle Notizie storiche di esso Lago, di Stresa e delle Isole Borromee, non devo anzi tutto dissimulare al mio discreto lettore la più grave delle difficoltà in che mi avvenni nella compilazione del presente volume, la quale versa non solo nella incertezza di molte notizie, ma e nella correzione eziandio di moltissimi errori in fatto di storia, di geografia e di cronologia, ne’ quali sono caduti più o meno quasi tutti gli scrittori che mi precedettero, così antichi come recenti. Di questi errori molti ne ho già notati, altri ho corretti senza avvertirli ed alcuni anche ho dovuto lasciare, perchè solo sospetti, non avendo netta la verità da poter contrapporre.

Non pretendo tuttavia di vantarmi, così dicendo, di esserne io medesimo uscito illeso. So pur troppo, e per esperienza, che un simil vanto potrebbe di leggeri e quando meno si aspetta, trovarsi smentito alla prova. Solo intendo con ciò di avvertire i miei lettori della premura e diligenza che mi ebbi nel redigere questo lavoro e delle difficoltà superate, quasi con questo provocandoli a leggermi con attenzione, chè anche ciò reputo non leggero guadagno e per essi e per me.

Questo genere di lavori, se difetta di verità e di esattezza, ha perduto gran parte del suo valore. E siccome siamo inclinati a credere che quando una cosa è pubblicata, la presunzione stia in suo favore, così ne avviene ancor di frequente, che gli stessi errori, come vediam tutto giorno, si ripetono [p. xii modifica]l’uno dall’altro accettandosi senza esame con discapito di tutti quelli che sono costretti di servirsi delle altrui testimonianze; perocchè non può sempre chi attende alla compilazione di lavori di maggior mole esaminare il tutto da sè.

A questa generale avvertenza, altra ne soggiungo, ora speciale, anche per purgarmi da un’accusa fatta alla edizione delle Notizie di Stresa, e che taluno pur potrebbe ripetere sulla presente non senza apparenza di verità.

Mi accusarono cioè di aver caricato le Notizie Storiche di Stresa di troppe note. Non lo dissimulo; è vero. Prima però di farmene colpa prego i miei lettori di riflettere che la storia che mi proposi di scrivere, non si è potuta cavare dai luoghi stessi che ne sono il soggetto, o dalle viscere, come suol dirsi, dell’argomento, ma per averla si è dovuto all’incontro uscire il più delle volte di casa e cercarla tutto all’intorno per larga cerchia negli altri luoghi, dove per le relazioni che sono inseparabili tra luogo e luogo, tra paese e paese si giaceva appiattata e quasi direi nascosta, e costringerla a mutare abitazione e fare così ritorno al proprio albergo. Ora è chiaro, che in queste ricerche ho dovuto raccogliere di molte notizie che strettamente non appartengono al mio soggetto e correggere di molti errori che passati sotto silenzio, o non avvertiti a tempo, avrebbero potuto intrudersi, quando che fosse, nel mio, sebbene relativi ad altri luoghi, e quindi mi venne fatto di unire un buon numero di notizie, che forse indarno o certo a stento e con grande falica sì sarebbero potute, lasciate a parte, ripescare da poi. Che dovea farne? Mutare il titolo del mio lavoro per comprenderle anch’esse? Non avrei potuto far ciò senza rifarmi da capo e mutare per giunta il disegno già concepito a principio, Lasciarle? Non mi pareva che convenisse, specialmente che il frutto di tante indagini, sebbene non sia compiuto rispetto ad altri luoghi, potea nondimeno [p. xiii modifica]tornare di qualche utilità altrui. Ho preso quindi la deliberazione di riferire nel testo quanto può bastare alla dilucidazione dell’argomento, e di registrare nelle note non solo quello che può servire a dar loro un compimento qualsiasi, ma eziandio tutto quello che può riuscire di vantaggio agli altri per la storia de’ luoghi circonvicini. Così operando avvisai che il mio lavoro potea acquistare un interesse maggiore senza scapito dall’una parte e con profitto grande dall’altra, illustrandosi ad un medesimo tempo più altri paesi del nostro Lago. E ciò che dico di questo primo volume, che comprende le Notizie Storiche di Stresa e delle Isole Borromee, s’intenda detto altresì del secondo, che conterrà le Vite degli uomini illustri per virtù, scienze, lettere ed arti del Lago Maggiore, le quali ci offriranno il destro d’inserire ben altre notizie intorno a più luoghi del medesimo, coi quali hanno quelle vite una particolare attinenza.

Ciò premesso vengo ora ad esporre il metodo da me seguito nella compilazione del presente volume, e a dare così ragione del titolo che gli ho posto in fronte.

Certamente i luoghi, de’ quali imprendo a trattare, furono le molte volte e in varie guise e in diversi tempi più o meno diffusamente e in tutto o in parte descritti. Essi però non ebbero mai, a parlare con precisione, una storia propria e nè anco forse se la potevano avere, almeno secondo il concetto che si ha di essa comunemente; ond’è che le presenti anzi che storia, come fecero alcuni che mi precedettero, ho amato meglio d’intitolare Notizie storiche. Tuttavia anche di queste era a cercare un filo conduttore, intorno al quale si potessero rannodare per dar loro almeno quella specie di unità richiesta dalla natura di esse, e senza la quale, notizie staccate le une delle altre, male si sarebbero potute cronologicamente insieme congiungere. [p. xiv modifica]

Ben compresero questa necessità parecchi scrittori delle nostre Rive; e per ovviare alla difficoltà che loro si presentava, si limitarono più tosto a dare una descrizione puramente corografica del Lago Maggiore, soggiungendo poi a ciascun luogo le notizie che stimarono più opportune di dilucidarne la storia particolare. Questo metodo ha i suoi vantaggi e può tornare giovevole allo scopo che si è prefisso un autore: ma non era acconcio pel mio; perocchè in questo modo si ha bensì de’ singoli luoghi qualche notizia, ma non si ha intiera per veruno di essi. Se questo poteva e può appagare il curioso, che visita per pochi giorni il nostro Lago ed ha vaghezza di conoscerlo anche partitamente, ma in superfice, non potrà certo soddisfare ai desiderii di quelli che abitano sulle sue sponde; o che vi fanno dimora, almeno per qualche parte dell’anno. Questi in luogo di una semplice perlustrazione delle sue rive o di notizie staccate le une dalle altre; sentono il bisogno di conoscerne più a fondo e più ampiamente la storia, quale può aversi, e le varie fasi di essa: amano di leggere le vicende, alle quali andarono soggette le sue popolazioni nelle diverse età che trascorsero e la condizione loro sotto le varie dominazioni, che si successero col processo de’ tempi, fatti per poco presenti essi stessi nella lunga serie de’ secoli alla lenta e laboriosa trasformazione, che si venne mano a mano operando ne’ governi e ne’ popoli fino ai dì nostri. Ora è per questi che ho di preferenza compilato il mio scritto, il quale riunendo in sè il vantaggio de’ primi, soddisfa ad un tempo ai desiderii di entrambi.

Ognuno da ciò comprende, come io dovessi per questo dividere i raccolti materiali in più libri o periodi secondo l’ordine cronologico.

Già è noto, che ne’ tempi più remoti non abbiamo memorie dei nostri luoghi che molto vaghe ed incerte. La vita [p. xv modifica]civile politica e religiosa de’ popoli primitivi era tutta, si può dire, tradizionale: ma questa tradizione non fu mai scritta da essi, nè ci venne tramandata da altri. Il popolo più fortunato che in tempi posteriori, che per noi furono per giunta assai tardi, pervenne coll’armi ad assoggettare questi paesi al proprio dominio, ci lasciò scritto bensì quanto ha saputo esso stesso operare in suo prò, ma nullamente si curò dell’altrui, e se pur qualche cenno n’è fatto, chè tacerne al tutto tal fiata non si poteva, questo non è che leggero, quasi sempre sconnesso e frequentemente interrotto da più o meno vaste lacune, che a noi ora è impossibile di riempiere. Si sarebbe potuto aspettare, che almeno sotto la signoria de’ Romani qualche scrittore si fosse dato pensiero delle prische memorie di questi luoghi o dei popoli, che gli abitarono; ma anche in questo ben lungo periodo, rarissima cosa è trovare qua e là qualche lume, che ci rischiari le tenebre, tra le quali sì lungamente rimasero avvolte le piaggie del nostro Lago. E lo stesso è a dire de’ tempi, ne’ quali queste regioni furono sotto il dominio de’ Goti e de’ Longobardi: dal che è manifesto che per tutto questo periodo di tempo, che corse dalle prime memorie di questi luoghi sino a Carlo Magno dobbiamo tenerci paghi di quei pochi e miseri cenni, che troviamo sparsi nei libri degli scrittori Greci e Latini e di qualche sasso scritto, risparmiatoci dalle ingiurie dei tempi: è manifesto di più, che volendo noi al nostro scopo trar profitto anche di questi miseri avanzi, ci era mestieri di estendere le nostre ricerche a tutto il Lago Maggioro ed a’ paesi contermini, non già limitarsi ad un luogo o ad una regione particolare di esso; poichè dalla riunione di quelli in un solo corpo, si potevano ritrarre quelle notizie più generali, dalle quali poscia ne fosse dato argomentando discendere alle particolari che ci mancano, e che in quelle come in germe sono comprese. Di qua la ragione delle parole Lago [p. xvi modifica]Pagina:Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee - Vol. 1.pdf/14 [p. xvii modifica]Pagina:Il Lago Maggiore, Stresa e le Isole Borromee - Vol. 1.pdf/15