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l’uno dall’altro accettandosi senza esame con discapito di tutti quelli che sono costretti di servirsi delle altrui testimonianze; perocchè non può sempre chi attende alla compilazione di lavori di maggior mole esaminare il tutto da sè.

A questa generale avvertenza, altra ne soggiungo, ora speciale, anche per purgarmi da un’accusa fatta alla edizione delle Notizie di Stresa, e che taluno pur potrebbe ripetere sulla presente non senza apparenza di verità.

Mi accusarono cioè di aver caricato le Notizie Storiche di Stresa di troppe note. Non lo dissimulo; è vero. Prima però di farmene colpa prego i miei lettori di riflettere che la storia che mi proposi di scrivere, non si è potuta cavare dai luoghi stessi che ne sono il soggetto, o dalle viscere, come suol dirsi, dell’argomento, ma per averla si è dovuto all’incontro uscire il più delle volte di casa e cercarla tutto all’intorno per larga cerchia negli altri luoghi, dove per le relazioni che sono inseparabili tra luogo e luogo, tra paese e paese si giaceva appiattata e quasi direi nascosta, e costringerla a mutare abitazione e fare così ritorno al proprio albergo. Ora è chiaro, che in queste ricerche ho dovuto raccogliere di molte notizie che strettamente non appartengono al mio soggetto e correggere di molti errori che passati sotto silenzio, o non avvertiti a tempo, avrebbero potuto intrudersi, quando che fosse, nel mio, sebbene relativi ad altri luoghi, e quindi mi venne fatto di unire un buon numero di notizie, che forse indarno o certo a stento e con grande falica sì sarebbero potute, lasciate a parte, ripescare da poi. Che dovea farne? Mutare il titolo del mio lavoro per comprenderle anch’esse? Non avrei potuto far ciò senza rifarmi da capo e mutare per giunta il disegno già concepito a principio, Lasciarle? Non mi pareva che convenisse, specialmente che il frutto di tante indagini, sebbene non sia compiuto rispetto ad altri luoghi, potea nondimeno