Il Cristianesimo felice nelle missioni de' padri della Compagnia di Gesù nel Paraguai/Parte I/Capitolo II

Capitolo II

../Capitolo I ../Capitolo III IncludiIntestazione 10 febbraio 2019 75% Da definire

Parte I - Capitolo I Parte I - Capitolo III
[p. 8 modifica]

CAPITOLO II.


Qualche notizia dell’America Meridionale, e qual dominio abbiano quivi gli Spagnuoli e Portoghesi.


I
L Mondo nuovo, sotto il qual nome comprendiamo tutte le Indie Occidentali, dee il suo scoprimento a Cristoforo Colombo Genovese, la denominazion di America ad Americo Vespucci Fiorentino; cioè a due Italiani di sempre memoranda memoria. Dividesi quel gran Continente in due parti, cioè nell’America Settentrionale, e nella Meridionale. Della prima l’assunto mio mi esenta dal parlarne. Per conto della seconda, cioè della Meridionale, può essa appellarsi la quinta Parte del nostro Mondo, giacché non molto è inferiore all’Affrica, ed in grandezza supera l’Europa. Secondo i conti d’alcuni Geografi, si stende questo gran Continente, che è di figura quasi triangolare, dal Settentrione al mezzo giorno per più di quattro mila miglia, e dal Levante al Ponente circa tre mila e secento. Ma in determinar l’estensione di que’ paesi gran divario passa fra le Relazioni de’ medesimi Geografi, o de’ Viaggiatori: il che in fine poco importa, nè io mi sento di fare alcuna sigurtà delle distanze e delle estensioni di que’paesi [p. 9 modifica]paesi. Quel di particolare, che ivi si osserva, sono due Fiumi, creduti i maggiori del Mondo, cioè quel delle Amazzoni, il quale partendosi dalle altissime montagne del Perù, dal Ponente va a scaricarsi in Levante nel Mare dopo il corso di quasi tre mila miglia; e alla sua sboccatura scrivono alcuni, ch’esso sia largo cento cinquanta miglia. L’altro è quello della Plata, cioè dell’Argento, che corte dal Settentrione, per nostro modo d’intendere, verso mezzogiorno, largo verso il fine circa ottanta o novanta miglia, e ben cento alla sua foce. Se chiedete, chi sia il Padrone di sì vasti paesi, vi risponderan gli Spagnuoli, che a riserva del Brasile, tratto grande e felice della parte Orientale, il quale appartiene al Re di Portogallo, tutto il rimanente dell’America Meridionale è del dominio del Cattolico Monarca delle Spagne; ma insieme aggiugneranno, se vorran dire il vero, che esso Re pretende bensì di sua giurisdizione que’ vastissimi paesi, ma che della maggior parte d’essi non ha mai avuto, e nè pure al presente ha possesso o dominio alcuno. Noi ci figuriamo all’udire, che i Re di Spagna, di Portogallo, di Francia, d’Inghilterra ec. signoreggiando in tante Provincie dell’una e dell’altra America, stendano, come succede in Europa, la loro piena autorità sopra di quelle, e riscuotano ubbidienza da tutti que’ Popoli. Sappiasi essere quasi un nulla il posseduto e dominato da que’ Monarchi, rispetto a tanti Popoli e paesi di quelle parti, che tuttavia godono della lor libertà, nè punto ubbidiscono a i Re Europei. Le sole coste maritime quelle sono, dove essi esercitano la lor signoria, e dove hanno Città, chi più, chi meno provvedute di territorio e distretto [p. 10 modifica]ubbidiente e suggetto. Il di dentro, che ascende a migliaia e migliaia di miglia, tuttavia è abitato da Indiani liberi, da Popoli sconosciuti, non solo indipendenti dal dominio de’ Principi Cristiani, ma anche nemici, e pieni d’odio contra de’ medesimi per le cagioni, che fra poco addurrò.

Il perchè i Portogliesi padroni del Brasile, cioè di una bella e vasta parte dell’America Meridionale all’Oriente, non ne posseggono se non le coste, divise in varie Capitanie, poco stendendo nel cuor del paese il lor dominio, a riserva di que’ luoghi, dove hanno scoperte Mine d’oro, e d’argento, con essere giunti a trovar quivi in questi ultimi tempi una cava ancora di Diamanti: cosa rarissima, perchè in addietro quasi il solo Regno di Golconda nelle Indie Orientali, oggidì suggetto all’Imperio del Gran Mogol, possedeva miniera di gioie cotanto apprezzate. Sicchè il più che s’interni in terra ferma la signoria del Re Portoghese, arriva in qualche sito a non più di trecento miglia, restando il rimanente di quello sterminato paese in potere de gli antichi Indiani, poco o nulla da noi conosciuti, e vogliosi di conservare l’innata lor libertà. Quanto a i Cattolici Re della Spagna, posseggono essi nella costa Occidentale dell’America suddetta Meridionale il Perù, e il Chile, Provincie sì celebri e stimate, perchè di là principalmente si traggono que’ gran tesori d’oro e d’argento, che di tanto in tanto si trasportano in Ispagna, e distribuiti poi fra varj Popoli d’Europa, van poi per lo stolto commercio de’ medesimi à perdersi e seppellirsi nella Turchia, nella Persia, nell’Indostan, e in altri Regni dell’Asia. Similmente [p. 11 modifica]nella costa Settentrionale dell’America Meridionale posseggono i Monarchi di Spagna la nuova Castiglia, la nuova Andaluzia, la nuova Granata, belle Provincie, ove più, ove meno stendendo la lor signoria lungi da quelle coste. Così nella parte Meridionale, e nell’interno di que’ gran paesi han fatto alcune poche conquiste, e fondata qualche Città, siccome diremo più abbasso. E ciò, che dico dell’America Meridionale, è a proporzion da dirsi della Settentrionale, trovandosi tuttavia innumerabili Popoli in quelle parti, esenti dal dominio Spagnuolo, Franzese, Inglese, ed anche nemici in vicinanza delle loro Città; e molti più essendo i paesi e Popoli abitanti in quello sterminato tratto di Mondo, de’ quali appena è cognito il nome, ed altri senza numero, che finora affatto restano ignoti a gli Europei. Dicono i Franzesi, che il Fiume Missisipì dell’America Settentrionale scoperto da essi verso il fine del Secolo prossimo passato, Fiume, in cui han fatto naufragio tante borse de’ corrivi Franzesi, per più di mille ed ottocento miglia allunga il suo corso fino a scaricarsi nel Golfo del Messico. Di tanti Popoli abitanti di qua e di là da esso Fiume, senza intenderli, senza nè pur saperne il nome, prese possesso e dominio per la Corona di Francia un solo Franzese ito a scoprir que’ paesi; e ciò col solo ammirabil segreto di piantar’ivi in terra una Croce coll’armi del Re di Francia. Prodigioso si può credere che sia il numero de gli altri Indiani, posti al Ponente e Settentrione del Missisipì, del Canadà, del Messico vecchio e nuovo, e dell’altre Provincie de i Re di Spagna.

Perchè maggiormente non si stendano le conquiste de i Re Europei in amendue le [p. 12 modifica]Americhe, varie cagioni se ne possono addurre. La principale è, che non è possibile alle Potenze d’Europa di fornir tanta gente da conquistar nuovi paesi nel Mondo nuovo, e da conservarli, penando esse anche a mantener le già conquistate Provincie. E molto men può farlo la Spagna, siccome Regno non assai fecondo di gente, e che in troppi paesi signoreggiando dopo la scoperta dell’America, fa assai a sostaner le vecchie conquiste. Oltre di che le Colonie d’Europei, che si vogliono stabilire in que’ paesi, per la diversità del Clima, e per altre cagioni corrono pericolo di susistervi per poco tempo; e restano esposte alle incursioni de’ Barbari intenti a schiantarle. La seconda è l’amore innato della libertà, che in cuor di que’ Barbari, non men che ne i nostri, ha gran possanza. E maggiormente li stimola a non suggettarsi a i Principi Cristiani, il conoscere o per esperienza, o per tradizione il mal trattamento già fatto, o che si fa tuttavia degl’Indiani già assuggettati, e il cattivo esempio del comandare, e del vivere de gli stessi Cristiani. Però giacchè per amore non sanno cattivarseli gli Europei, nè altro mezzo vi resta, se non la forza: a questa gl’Indiani anch’essi si oppongono con altra forza, o pur fuggono più lontano, per sottrarsi alla schiavitù minacciata. Pur troppo è vero, che la cagione, per cui tanto si scuoprono alienati que’ Popoli massimamente dalla Nazione Spagnuola, si è l’indelebil memoria mantenuta fra loro di quelle crudeltà, che esercitarono contra de’ Popoli Americani nell’entrar colà, e nel piantar’ivi la lor signoria i primi Conquistatori Spagnuoli. Non si può ricordar senza orrore quella Tragedia, quella inudita barbarie, che sarà sempre [p. 13 modifica]un’immortal vitupero de’ medesimi, tanto più esecrabile, quanto più tornò per colpa d’essi in disonore de i piissimi Re delle Spagne, e della santa Religione di Cristo, troppo abborrenti da ogni inumanità e violenza. Gran flemma bisogna ben che abbia, chi può da capo a piedi leggere l’Opera stampata di Bartolomeo de las Casas, Sivigliano dell’Ordine de’ Predicatori, e Vescovo di Chiapa, il quale ci lasciò la Storia della distruzione dell’Indie Occidentali, e tanto operò per salvare i restanti Indiani dall’incredibil tirannia di quegli assassini, che pur si chiamavano Cristiani. Testimonio egli di vista delle immense crudeltà, che ivi ne’ primi tempi delle conquiste commise la Nazione Spagnuola, ci assicura, che tutte quelle Isole e Provincie di terra ferma si trovavano all’arrivo de gli Spagnuoli piene di gente, quanto mai può essere terra abitata nel Mondo; e gente la maggior parte semplice, e senza malizia, paziente, e pacifica, da qual’anche fece buon’accoglimento a gli stranieri Europei. E pur questi spietati stranieri, dimentichi affatto non dirò solo del Vangelo, ma anche dell’essere d’uomo, non mai fecero fine alla strage di quegl’infelici Popoli infierendo a guisa di lupi fra mansuete pecorelle, trovando continuamente pretesti, e nuove maniere di fierezza per ispogliare de’ lor tesori ed averi, e poi della vita, tante Americane popolazioni. Fa conto il Vescovo suddetto, che nello spazio di quarant’anni i suoi Nazionali trucidarono, o fecero in altre guise perire circa venti Millioni d’anime in quelle conquiste, disertando con questa empietà e barbarie innumerabili Città e Ville di quelle parti, le quali restano tuttavia sfornite d’abitanti, e un monumento perenne di quel che può fare la [p. 14 modifica]cieca ambizione, l’insaziabil’avarizia, e la corrotta natura dell’Uomo, che divien peggior talvolta delle bestie più fiere. Esempio simile di crudeltà iniquissima non si leggerà di alcun paese o di alcuna Nazion de Gentili: e bisognò vederlo in gente battezzata, e di professione Cristiana. Quel che accresce l’orrore, fu l’essersi portate querele di sì enormi tirannie da i buoni zelanti Religiosi al Tribunale dell’Imperador Carlo V. Re delle Spagne, e l’essersi trovati mostri di malizia ed ignoranza insieme, i quali con pubbliche Scritture pretesero, che gl’Indiani non fossero Uomini come noi, ma una spezie d’Animali fra l’Uomo e la Scimia, cioè bestie colla Sembianza umana; e che per ischiantare l’Idolatria fosse lecito lo scannar tutti gl’idolatri, che non abbracciassero il Vangelo, allegando esempli delle divine Scritture nel vecchio Testamento. Si poteva egli far di più per infamare la stessa santissima Religione di Gesù Cristo, e la Pietà de’ Cattolici Monarchi? All’empia superstizione de’ Turchi ha da essere riserbato il dilatar colla Spada il dominio, e la falsa legge del Suo ciurmador Maometto; e non già alla santissima Religione di Gesù Cristo, Religione Maestra più che d’altre della Carità, e piantata non col Sangue de’ suoi avversarj, ma con quello de’ suoi pazientissimi Martiri. Fu d’uopo ricorrere fino alla Sede Apostolica per dissipare i pretesti di sì obbrobriose iniquità. Non ne dico di più per passar tosto ad avvertire, che ne gl’Indiani sopravivuti, ed anche ne’ più lontani, tal’odio ed orrore s’impresse della Nazione Spagnuola, e per conseguente della lor Religione, che passando da’ padri ne’ figli, non verrà probabilmente mai meno; e tanto più perchè se cessarono, [p. 15 modifica]la antiche carnificine, non desisterono già da lì innanzi altre avanie a i sottomessi Popoli, che a suo luogo accenneremo.