Il Catilinario/XXVIII
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Gaio Sallustio Crispo - Il Catilinario (I secolo a.C.)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Traduzione dal latino di Bartolomeo da San Concordio (XIV secolo)
Capitolo XXVIII
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CAPITOLO XXVIII.
Come ambasciadori franceschi manifestarono de’ congiurati.
il catilinario | 45 |
Note
- ↑ qualunque altra gente d’uomini ch’a battaglia potesse valere) Così traduce ii latino: cujusque modi genus hominum, quod modo bello usui foret. E gente è stato qui adoperato per genere, generazione: ma guardino i giovani che in questo sentimenlo è registrato nel Vocabolario della Crusca con solo questo esempio, ed oggi non si vuol punto usare.
- ↑ (cioè ambasciadori franceschi).
- ↑ di sua natura e da battaglia) Facciamo prima osservare che di natura sta qui adoperato avverbialmente, e vale naturalmente. Appresso vogliamo che si ponga ben mente al bellissimo uso che qui è fatto della particella da, il quale, oltre a’ tanti eleganti modi in che si adopera, che si possono vedere nel vocabolario e che forse ci cadrà in concio di qui dichiarare in appresso, esprime pure attitudine, convenevolezza, abilità; e così e non altrimenti vuolsi intendere in questo luogo. Onde il Boccaccio nella Nov. 99 disse: Fattesi venire per ciascuno due paja di robe ec, non mica cittadine, nè da mercatanti, ma da signore, e tre giubbe di zendado ec.
- ↑ avea trattata mercatanzia in Francia, ed era conto ec.) Si noti questo singolare uso del verbo trattare, il quale sta qui per esercitare, ed è stato aggiunto nel vocabolario del Manuzzi con un esempio della Gerusalemme del Tasso, e sarebbevi da allogare anche quest’altro, il quale è del trecento e di prosa. Conto, il quale, quando e adjettivo, come in questo luogo, va pronunziato col primo o largo, è lo stesso che noto, conosciuto; e barone qui sta per signore generalmente, come anticamente si adoperava.
- ↑ dimoro è voce antica, ed è lo stesso che dimora; e qui è usata questa voce in sentimento d’indugio, tardanza.
- ↑ quando prima vide gli ambasciadori ec.) Prima, con la particella come avanti, vale subito che; e quando prima, in questo luogo, sta invece di come prima, e sarebbe da aggiungere al Vocabolario.
- ↑ Con l’autorità del testo lat. abbiamo aggiunto un’e.
- ↑ e che non era straniero da quel consiglio) Così traduce il latino neque aliena consilii, riferendo aliena a Bruto, e non alla casa. E si noti che straniero, non altrimenti che alienus latino, qui vale ignaro, inconsapevole; e sarebbe da aggiungere al Vocabolario della Crusca, nel quale si trova solo la frase farsi straniero d’alcuna cosa, che vale farsi nuovo di alcuna cosa, mostrarsene ignorante.
- ↑ (e puotesi qui intendere che la detta Sempronia era moglie del detto Bruto )
- ↑ acciocchè ne crescesse più l’animo a detti ambasciadori) Animo ha più significazioni, tra le quali quella di coraggio, in cui è stato qui adoperato. Onde dicesi uomo di poco o di grande animo, per uomo timido o ardito, d’animo rimesso o di molto cuore.
- ↑ feciono promessa d’aoperarsi con loro; e a questo si partirono) Aoperarsi è lo stesso che adoperarsi, e qui sta per affaticarsi. Si noti pure che la particella a talvolta ha la forza di dopo, come in questo luogo: onde a questo è lo stesso che dopo questo.
- ↑ assai stettono incerti qual consiglio dovessano prendere) Consiglio qui sta per risoluzione, deliberazione: nel qual sentimento con molta eleganza può adoperarsi questa voce, e si unisce per lo più a’ verbi prendere e pigliare. Così il Boccaccio nella Nov. 25: E, da quella ajutato, prese nuovo consiglio. E Nov. 29: Non sapendo che altro consiglio pigliarsi, se ne tornò a casa sua.
- ↑ (cioè del senato).
- ↑ e, per la incerta speranza ec.) Questo per ha qui la forza di invece, in iscambio, in luogo, come il pro de’ Latini; ed è registrato, ma non con convenienti e chiari esempli.
- ↑ il quale avea gran luogo nella città)Il latino ha: cujus patrocinio civitas plurimum utebatur; che con molta brevità è stato dal nostro frate voltato con aver gran luogo: chè questa frase, come bene fu avvertito da’ compilatori del vocabolario di Napoli, si dice di chi, o per istima che si ha di lui, o per ricchezza, o per ufficio, è di gran potere. Ed il Boccaccio nella Nov. 16 l’usò anche a modo di superlativo, aver grandissimo luogo:— Non dubito punto che, tornando in Cicilia, io non vi avessi ancora grandissimo luogo.
- ↑ studio risponde qui al moderno impegno.
- ↑ e che avessono studio di sapere e di avere manifestamente chi fossono) Avere studio qui sia per dare opera, attendere con sollecitudine. E vogliamo altresì far nota e che il verbo avere si usa pure in sentimento di sapere, come è stato qui fatto dal nostro autore, il quale ha detto sapere e avere manifestamente, cioè saper con certezza.