Il Canzoniere (Bandello)/Alcuni Fragmenti delle Rime/CXXXII - Poi ch'ebbe Amor in questa parte e 'n quella

CXXXII - Poi ch'ebbe Amor in questa parte e 'n quella

../CXXXI - Grazia non ebbi mai d'ornar la fronte ../CXXXIII - Vinto dal sonno i' riposava alquanto IncludiIntestazione 29 marzo 2024 100% Poesie

CXXXII - Poi ch'ebbe Amor in questa parte e 'n quella
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CXXXII.

Amore scambia la Mencia per sua madre, Venere; ne è sdegnosamente respinto. È questo un doppione del sonetto X.


Poi ch’ebbe Amor in questa parte, e ’n quella
     Ferito uomini e Dei, piegando l’ale
     S’assise in grembo di Costei, che sale
     4Per vera fama sovr’ogni altra bella.
Che come vide l’arco, e le quadrella,
     E sentì ’l fuoco ardente ed immortale,
     Gridò sdegnata: dunque i’ sono tale,
     8Che mi speri scaldar con tua facella?
A questa voce Amor for di se stesso:
     Ohimè! chi parla? certo i’ pur pensai
     11Essermi in seno di mia madre messo.
Di Venere son questi gli occhi, e i rai,
     La bocca, il naso, e tutto ’l volto espresso:
     14Ma questa voce non sentii più mai.

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Note

V. 1. Poichè, dopo che Amore ebbe largamente sparso le sue frecce piegando l’ale, raccogliendo il volo andò a posarsi in seno alla Mencia. Quartina espressiva e ben condotta.

V. 8. Mi speri, hai speranza di scaldar anche me con la tua fiamma? Sappiamo già qual trattamento, anzi qual maltrattamento riserbi al piccolo dio alato e faretrato; cfr. son. X, XI; LIII.

Vv. 12-13. Di Venere, son le bellezze della Mencia enumerate a parte a parte; ma la voce è irata.