I Calabroni (Aristofane-Romagnoli)/Parte terza

Parte terza

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Aristofane - I Calabroni
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1924)
Parte terza
Seconda parabasi Note
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PARTE TERZA

sosia

Sbuca dalla pàrodos destra piangendo e gemendo.
Oh voi beate per il vostro guscio,
tartarughe, oh tre volte fortunate
per quel tetto che avete sulle costole!
Che pensata, che senno, ricoprire
d’embrici il dosso, a riparar le busse!
Io son bollato e morto di mazzate!

coro

Bimbo, che c’è? Poiché nomar conviene
bimbo chi tocca busse, anche se anziano!

sosia

Quel vecchio, oh non è stato la più mala
zeppa, la prima spugna della tavola?

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E si, cerano Ippillo, Teofrasto,
Lisistrato, Antifonte, Lupo, tutti
della cricca di Frinico. Ma quello
li sorpassava un tanto a contumelie.
S’impinzò prima d’ogni ben di Dio,
e poi, zompi, scorregge, piroette,
sghignazzate: pareva un asinelio
satollo d’orzo. E mi picchiava, come
un giovanotto, e mi chiamava: « Sosia!
Sosia!» — A quello spettacolo, Lisistrato
gli appioppa un paragone: « Oh vecchio, sembri
un pidocchio riunto, od un somaro
capitato in granaio». E di rimpallo
quell’altro, urlando, lo paragonò
a un grillo senza... falde, ad uno Stènelo
raso fino... al mobilio! Tutti quanti
ad acclamarlo. Teofrasto solo
storceva il labbro, da persona fine.
E il vecchio allora disse a Teofrasto:
«Perché fai, me lo dici, il sopracciò
e il raffinato, quando lecchi sempre
le zampe a quelli ch’anno il vento in poppa?» —
Così gl’ insolentiva uno per uno,
con facezie da zotico, e faceva
discorsi che c’entravan come i cavoli
a merenda. Ora è cotto, e torna a casa,
e picchia chi gli capita fra i piedi.
Eccolo qua, s’avanza barcollando!
Fammi scappare, prima di buscarne!

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filocleone

entra( barcollando, puntellandosi a una ragazza flautista.
Lo seguono vari convitati in atto minaccioso: il vecchio
squassa contro loro una fiaccola.
Levatevi davanti!
Via! Qualcuno di quelli che mi seguono,
ne vuol fare, dei pianti!
Pezzi di briganti,
ve n’andate in quel posto?
Se no con questa fiaccola
di voi faccio un arrosto!
UNO DEI CONVITATI
Fa’ pure il giovanotto; ma domani
ce la dovrai pagare, a quanti siamo!
In frotta, ci verremo, a querelarti!

filocleone

Ah, ah!
Darmi querela! Senti che anticaglia!
Il solo nome adesso mi travaglia
di processo, lo credi?
Urrà, urrà!
Ora si, me la spasso! E l’urne al diavolo!
Ad uno dei convitati.
Tu vattene di qua.
Dov’è un giudice? — Lèvati dai piedi!
I convitati se ne vanno infuriati.

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filocleone

siede sull’alta soglia della casa, e si rivolge alla flautista.
Scarabeuccio d’oro, sali qui!
Pigliami in mano questa fune, e stringila...
Piano... fa’ piano, ché la fune è fracida!
Ma stropicciala pur, non se la piglia!
Eh! Che colpo maestro, hai visto, a tavola?
Quando stavi li li per abboccare,
t’ho rapita. E tu, dunque, fa’ due smorfie
a questo pinco! — Chè! Non lo farai,
10 so di già, mi ciurlerai nel manico,
non ti ci metterai, mi riderai
sul muso: a quanti non l’hai fatto già! —
Se non fai la cattiva, adesso, quando
11 mio figliuolo stirerà le gambe,
io ti riscatto, e ti mantengo. Adesso
non son padrone della roba mia!
Mi tiene sempre d’occhio un figliolino
uggioso, tirchio, che spezza il centesimo,
e teme ch’ io mi guasti: perché sono
padre unico! — Eccolo che arriva!
Pare che corra contro noi! Tu fermati,
presto, e reggi le fiaccole. Lo voglio
prender ben bene in giro, come lui,
quando m’iniziava, ha fatto a me!
La flautista prende la fiaccola e si mette in piedi,
rigida come una statua. Arriva furibondo, e s’avventa
contro il padre.

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schifacleone

Oh cogo, oh coso! Mummia! Strusciapotta!
La bara tua te la sei scelta bene!
Ma, per Apollo, non la passi liscia!

filocleone

Di’! T’andrebbe un processo sott aceto?

schifacleone

Si può far peggio? Ha tolta dalla mensa
la flautista, e mi canzona pure!

filocleone

Che flautista! Cosa vai cianciando?
Sembri un evaso dalla sepoltura!

schifacleone

Perdio, questa con te non è Dardànide?

filocleone

Ma che! Questa è una torcia accesa in piazza
agli Immortali!

schifacleone

Una torcia?

filocleone

Una torcia.
Non la vedi com’è tutta dipinta?

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schifacleone

E quel nerume in mezzo, che cose?

filocleone

Pece, perdio, che mentre arde cola!

schifacleone

E queste dietro, sono chiappe o no?

filocleone

Nodi del legno, sono! Apposta sporgono!

schifacleone

Nodi? Che vai dicendo?
Alla flauti sla.
E tu, ti muovi?
Tenta di trascinar via la flautista.

filocleone

Ehi, che pensi di fare, ehi!

schifacleone

Di pigliarti
questa, e condurla via. Tanto, mi pare,
sei vecchio e muffo, e non puoi far più nulla!

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filocleone

Oh? dà qui retta 1 Ai giuochi Olimpi, quando
 li frequentavo, Epidlone, bello
e vecchio, fece con Asconda a pugni.
E li l’anziano mise a terra il giovine
tirandogli un cazzotto! In conseguenza,
attento a non finir con gli occhi pesti!

schifacleone

Eh. la sai bene, si, quella d’Olimpia!
Sbuca dalla destra una panivendola, con la cesta del pane vuota:
e conduce con sé Cherefonte.

panivendola

a Cherefonte.
Vieni, assistimi tu, te ne scongiuro,
pei Numi! Eccolo qui, l’uomo che m’ ha
rovinata, percossa con la fiaccola,
e rovesciati a terra dieci pani
da tre soldi ciascuno, e quattro giunte!

schifacleone

Vedi, che cosa hai fatto? Ci troviamo
brighe e querele sulle braccia, grazie
alla tua sbornia!

filocleone

Punto! Quattro chiacchiere
dette con garbo, e tutto è accomodato.
Già lo so, che con questa ci s’aggiusta!

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panivendola

Hai massacrata la mia merce, e speri
farla franca con me? Con la figliuola
di Gobbone e di Sòstrata? Con Mirta?

filocleone

conciliante.
Senti qui, brava donna: ti racconto
una bella storiella!

panivendola

La storiella,
la puoi tener per te, rimminchionito!

filocleone

Una cagna briaca e temeraria
una sera latrava contro Esopo
che faceva due passi dopo cena;
e quegli allora disse: « Oh cagna, cagna,
se tu comprassi, invece d’abbaiare,
una pagnotta, avresti sale in zucca! »

panivendola

Anche la baia? Fossi non so chi,
io ti cito per danno di derrate
agl’ ispettori del mercato. E questo
è Cherefonte, il testimonio mio!

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filocleone

Senti, per Giove, se ci calza questa:
Gareggiavano un di Laso e Simonide;
e Laso disse: « Me n’ infischio tanto! >’

panivendola

Dici davvero?

filocleone

E tu poi, Cherefonte,
avrai l’aria di fare il testimonio
a una donna di bossolo, ad un’ Ino
appesa ai pie’ d’ Euripide.
La panivendola e Cherefonte se ne vanno. S’avanza un uomo
con la testa fasciata, accompagnato anch’esso da un testimonio.

schifacleone

Ce n è
un altro, pare, e viene a querelarti.
Ed anche questo ha il testimonio!

cittadino

gemendo.
Povero
me! — Ti querelo per ingiurie, oh vecchio!

schifacleone

Per ingiurie? No, no, te ne scongiuro!
Fissa pure la multa, e te la sborso
io, per mio padre; e poi ti dico grazie!

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filocleone

Ma se m’aggiusto io, di buona voglia!
L’ ho bastonato, l’ho preso a sassate,
e lo confesso!,
Si rivolge con tutta buona grazia al querelante.
Oh vieni qui! La fisso
io, la somma che devo snocciolarti
per rimanere buoni amici, oppure
vuoi stabilirla tu?

cittadino

Fissala tu:
non me ne va, di brighe e di processi!

filocleone

con piglio da favoleggiatore.
Un Sibarita cadde giù dal cocchio,
e s’apri nella testa una caverna;
ché di cavalli ne mangiava poco.
E sopraggiunto un tale, amico suo:
« Ognuno — disse — faccia il suo mestiere ».
E così dico a te: corri da Pittalo!

schifacleone

sdegnato.
Da pari tuo, l’hai fatta, pure questa!

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cittadino

al testimonio.
Ricordatele, tu, queste parole!
Fanno per allontanarsi.

filocleone

Che scappi? Senti qui! C’era una volta
a Sibari una donna, e ruppe un coccio...

cittadino

come sopra.
Fammi testimonianza anche di questo!

filocleone

Il coccio allora prese un testimonio;
e la donna: « Per Cora, se lasciavi
in pace il testimonio, e ti compravi
una pecetta, avevi più giudizio! »

cittadino

Sin che l’arconte chiamerà la causa,
insulta pure!

schifacleone

afferra il padre e lo trascina dentro casa.
Qui poi, non ci devi
restare più, per Dèmetra! Ti piglio...

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filocleone

Che fai?

schifacleone

Che faccio? Ti levo di qui,
e ti trascino dentro; o tu farai
venire carestia di testimòni,
da quanti ti querelano.

filocleone

Una volta
quelli di Delfo...

schifacleone

Me n’ infischio tanto!

filocleone

continuando.
accusavano Esopo d’aver preso
un calice del Nume. E lui narrò
come lo scarafaggio...

schifacleone

Un accidente
che vi si porti, scarafaggi e te!
Riesce a trascinarlo in casa, e serra l’uscio.
Aristofane - Commedie, Il - 17.

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primo semicoro

Strofe
Oh fortunato vecchio,
che lasciato ha da parte
e vita e modi burberi!
Scaltrito ora a nuov’arte,
star fra lo scialo e il morbido
gli farà certo prò’!
Ed esser può che a noia
gli venga e presto. È dura
lasciare le abitudini
che ci segnò natura!
Ma per l’altrui consiglio
pili d’un vita cangiò.

secondo semicoro

Antistrofe
Schifacleone io reputo,
e meco quanti han sale,
degno di sommo elogio
per senno e amor filiale!
Mai vidi uomo più amabile.

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nmn m infanatichì,
né andare in visibilio
mi fe di questo al pari.
Quando il babbo rivolgere
a gusti men volgari
volea, della sua replica
qual punto mai falli?

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sosia

Esce dalla casa vivamente turbato.
Siamo in un bell’ impiccio, per D’iòniso!
Ci s’è ficcato dentro casa un diavolo!
Dopo trincato buona pezza, il vecchio,
udito un suon di flauto, andò in solluchero.
E balbettando su quell’arie rancide
che alle gare solea presentar Tèspide,
passa la notte; e non sta fermo un attimo.
E che sono babbioni i tragediografi
d’ora, vuole provar coi suoi ballonzoli!
Escono dalla casa il figlio e il padre: questi danza
con grandi e ridicoli scosci.

filocleone

Chi del vestibolo siede all’ingresso?

sosia

Ecco il malanno che si fa presso!

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filocleone

Quel chiavistello
si tolga: il ballo comincio adesso!

sosia

Cominci a perdere, dimmi, il cervello!

filocleone

Le nari muggono, scricchian le vertebre,
i fianchi l’impeto scuote del ballo!

sosia

Bevi l’ellèboro!

filocleone

Trepida Frinico, simile a gallo.

sosia

Vedrai, ti pigliano presto a sassate!

filocleone

Al cielo giungo con le pedate,
il deretano squarciato s è!

sosia

Parla per te!

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filocleone

Poi che si girano con snodature
morbide, adesso, le mie giunture!

schifacleone

Perdio, va male, qui! Roba da pazzi!

filocleone

Aspetta, e chiamo e sfido i miei rivali!
Con piglio da banditore.
Se qualche tragediografo presume
di sapere danzar, si faccia avanti,
si misuri con me! — C’è o non c’è?
Un ballerino nano si avanza e si ferma in orchestra.

schifacleone

C’è quello solo!

filocleone

E chi è, poveraccio?

schifacleone

Il figliuolo mezzano di Grancino!

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filocleone

E questo me lo pappo! E lo finisco
al ballo del cazzotto! Se non va
neppure a tempo!
S’avanza un altro nanetto.

schifacleone

Un altro tragediografo
grancinita, fratello di quell’altro,
ci si avvicina. Oh, poveretto te!

filocleone

Perdio, faremo un fritto!

schifacleone

Ma di granci
soltanto, affedidio! — Ne arriva un altro
dei figli di Grancino!
S’avanza un terzo ballerino, più piccino e più sparuto degli altri.

filocleone

E chi sarà
quest altro? Un granchiolino, oppure un ragno?

schifacleone

È il gamberello, questo, il più piccino
della casa; e s’è dato alla tragedia!

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filocleone

Beato te, Grancino mio! Che perle
di figliuoli! Ma guarda quanti scriccioli
mi son cascati addosso! Ora bisogna
misurarcisi.
A Sosia.
E tu, se io la spunto,
preparami, per questi, un po’ di salsa!
S’avvia verso i tre antagonisti giù in orchestra.

corifeo

Sll’, facciamogli posto, — tiriamoci un po’ indietro tutti quanti,
ch’essi liberamente — possan piroettare a noi davanti!
Il Coro fa largo, e si dispone in ampio circolo
attorno ai campioni.

primo semicoro

Strofe
Date principio, o celebri
figli del Dio del mare, ai vostri lanci,
sull’arenosa spiaggia
dell’ infecondo pelago,
o fratelli dei granci!

secondo semicoro

Antistrofe
Gli scosci alcun di Frinico
mesca dell’agil piede ai ghirigori,

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ché a veder gambe all’aria,
grida di meraviglia
levin gli spettatori!
Comincia la gara; e a mano a mano i quattro campioni
si ritraggono, sempre, danzando, verso una pàrodo’s.

coro

Girati, piroetta, picchia coi pie’ la pancia,
simil divieni a trottola, al ciel la gamba lancia!
Qui sguiscia il Nume stesso che frena i cavalloni,
dei figli compiacendosi, ch’àn tanto di coglioni!
Sll’, danzando guidateci, presto, se non vi secca,
fuori dell’uscio: cosa sarà nuova di zecca!
Ché uscir non si son visti — mai ballando, i coristi!
Cominciano a danzare anche i coreuti, e lasciano cos! 1 orchestra,
sulla traccia dei quattro ballerini.

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NOTE