Guida di Castiglione dei Pepoli/XXII
Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | XXI | XXIII | ► |
XXII.
Da Castiglione a Montepiano
Abbiamo già descritto brevemente la passeggiata, vera passeggiata, da Castiglione a Rasoro, e quindi al Rio Fobbio e perciò, fino a questo punto, non dobbiamo che richiamarci al già scritto.
Attraversato il Rio Fobbio, abbiamo, a sinistra, alcuni nuovi e bei caseggiati, le Case Nuove, e la Casa di Spirito; a destra sul dosso sud-est del m. Casciaio, la Storaia. Molti luoghi, specialmente nel versante emiliano prendono l’appellativo dai cognomi predominanti. Abbiamo nel Comune di Sambuca pistoiese; Cà di Bettini, Cà di Santi; Cà di Lizzani; nel Comune di Granaglione, Cà di Chiombi, Cà di Pacchioni, Cà di Boni, Cà di Marconi, appellativo ora glorioso, e persino... Cà di Minchioni... Storaia prende il nome dalle famiglie Storaie.
Con una vettura discreta, si arriva a Montepiano in 40 minuti. E dovrò far qui, io una descrizione di Montepiano? Vi sono apposite guide, itinerari; ed a questi rimando chi legge.
Montepiano e Castiglione son paesi fratelli: hanno molti pregi; alcuni comuni a tutti e due, altri propri di ciascuno.
Io credo che i due cari e buoni villaggi siano una sola e propria stazione estiva. Castiglione colle sue freschissime acque, col suo stabilimento idroterapico completa Montepiano.
Oltrepassato il Rio Fobbio, le Case Nuove, la Casa di Spirito; la valle, da ristretta che era, tanto da sembrare una gola, va allargandosi, mano, a mano. A sinistra vediamo sorgere la bella villa del Comm. Raffaello Cipriani, valente avvocato e terso scrittore su un’altipiano staccantesi dal Poggio del Tronale e le fanno bella corona rigogliose piante di faggio. Quanto sarà più vaga, quando saranno giunti a frondeggiare gli abeti, dei quali a migliaia e migliaia, ha avuto cura il solerte proprietario, far popolare la sua ridente collina!
Più verso Montepiano, sempre sulla nostra sinistra vi sono diverse cascine, Faggiarello, Cà di Nappa...1 la valle si allarga sempre più ed il fianco del monte ha un lene pendio. Anche qui si veggono bei castagni e belle piantagioni di abeti.
Quasi rimpetto a questo punto, e perciò sulla nostra destra, vediamo un tabernacolo. V’ha un bassorilievo in arenaria, rappresentante la Vergine col Bambino. Prima era sull’antica via mulattiera: lo chiamano comunemente, non so perchè la «Madonna della Signora». Propendo a credere sia un residuo delle ricchezze artistiche dell’antica Badia.
Oltrepassato il Setta; siamo a Montepiano, uno dei più depressi valichi appenninici, e che gode tal nome perchè ha la forma di un altipiano ondulato.
È chiuso al nord da una catena di monti tagliati dal Sètta, e si staccano da questi, due contrafforti, slargantisi ad est e ad ovest, per restringersi poi, lungo la valletta del Fiumenta, che ha qui le prime sue scaturigini e si affretta sonante, per cascatelle frequenti, pressochè perpendicolarmente al Bisenzio.
I due contrafforti son riuniti da un dosso quasi rettilineo, poco elevato, (tagliato ora dalla via provinciale) che forma lo spartiacque e divide l’altipiano in due parti; la prima ampia assai sul versante adriatico, la seconda più ristretta sul versante tirrenico.2
Il paese è situato in una pianura ondulata (m. 695 sul mare), sul dorso dell’Appennino, lungo il Setta.
Questo villaggio oltre ad avere cascine e casolari sparsi, si compone di cinque importanti nuclei.
Montepiano, antica dogana Lorenese, quando l’Italia era divisa in pillole, il più importante; il Casone rimpetto a Montepiano al di là del Setta; Risubbiani sulla via del Mugello; la Storaia, non lontana dal Rio Fobbio e dalla strada interprovinciale; la Badia più verso le sorgenti del Setta.
Di famiglia paesana di qui era Lorenzo Bartolini, nato occasionalmente a Savignano, ridente paesello in val di Bisenzio, il 7 Gennaio 1777; tornato a Dio, che avea impresso in lui sì vasta orma del suo spirito creatore, in Firenze, il 20 Gennaio 1850.
Non mi trattengo a parlare di chi scolpì la Fiducia in Dio, la Carità, il Machiavelli,... Tanto nomini nullum par elogium!
Sulla facciata della casa paterna del Grande, vediamo una tavola di bronzo in cui si legge la seguente epigrafe dettata da quell’insigne letterato, che fu Cesare Guasti.
In questa casa dei Bartolini
Visse fanciullo Lorenzo
Che rese alla Statuaria
L’efficacia del vero
La grazia del Bello
Chiedendo al cuore l’Idea
Alla natura le Forme
Nel Luglio del 1887
Gli Alpinisti ponevano.
Le ceneri dell’illustre che, con pochissimi mezzi, seppe sorgere a tanta altezza, riposano nella Cappella dei Pittori, alla SS. Annunziata, nella tomba stessa di Benvenuto Cellini. Coincidenza singolare!
Merita di esser visitata la Badia, fondata circa la metà del secolo XI da un pio Eremita, B. Pietro, che si crede appartenesse alla famiglia dei C. Alberti. Vi sono pregevoli opere d’arte da osservare, molte cose da studiare.
È così facile l’accesso da Castiglione a Montepiano, che convien recarcisi qualche volta, in vettura, almeno per esser più riposati, nde intraprendere le belle gite per la Ròcca di Vernio, Poggio di Petto, per la Scoperta ecc.3
Altrettanto, è facile per i villeggianti di Montepiano recarsi a Castiglione, al suo stabilimento idroterapico, ai suoi gioghi, a visitare quel che rimane della sua vetustà.
Per quanto concerne Montepiano, le sue escursioni i suoi ricordi storici, rimandiamo il lettore ai lavori scritti in proposito.
Note
- ↑ Abita qui Luigi Gualtieri, un buon cascinaio, buona ed esperta guida per tutti questi monti.
- ↑ Bettini Francesco «La Stazione estiva di Montepiano ecc. Bertini Prof. Emilio — Guida di Val di Bisenzio. Prato. Pozzolini Siciliani C.a Cesira.» Montepiano e la Madonna di Boccadirio.
- ↑ Bettini Francesco. La stazione estiva di Montepiano ecc.