Guida di Castiglione dei Pepoli/XXIII
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XXIII.
Da Castiglione al colle di Chiapporado tra il Brasimone (Gorgogliozzo) e il Limentra di Lentola — Lavaccioni (m. 1016.)1
Si prende il sentiero, che conduce alle Cascine di sotto. A un certo punto, a poco meno di 800 m. sul mare cessa la vegetazione del castagno e incomincia quella del faggio.
Prima di giungere al Molino delle Scaliere, in mezzo ad una verdeggiante prateria, v’ha un casolare, Ortede, posizione bellissima come quella, che guarda ai più alti greppi del M. Cigno, che hanno forma di immensi torrioni, di formidabili baluardi, chiamati comunemente «Sasso di Mèsola». Da Ortedè si scende per una lama sassosa e desolata al Molino delle Scaliere e si passa il Brasimone.
Qui si apre la vallata, una specie d’anfiteatro, e si trovano le Cascine. Seguitando il sentiero sempre a destra, lungo il Gorgogliozzo, giungiamo al Tabernacolo della Serra, dopo assai faticoso cammino, sul fianco sud del M. Calvi.
Proseguendo, si può per la destra, scendere a Chiapporado, e seguitando ancora potremmo recarci a Treppio risalendo la Limentra di mezzo,2 o a Badi secondandone il corso. — A sinistra, costeggiando a nord la Scoperta, e avvicinandoci al M. Zucca, possiamo recarci a Fossato.
Da Castiglione al Colle di Chiapporado ci vogliono per l’andata soltanto circa tre ore.
Dal Tabernacolo della Serra ci allontaniamo, seguitando a sud, per un sentierucolo da capre e da camosci, ed arriviamo dopo pochi minuti ad un punto, un bastorovescio, d’onde ci si apre un panorama stupendo.
Dalla gola, ove s’annida Chiapporado, ci divide uno stretto sprone. Siamo sopraccapo a Fossato, borgata del Comune di Cantagallo (ab. 650 circa) posto sopra un contrafforte a schienale del poggio alla Zucca (m. 862). Più in alto, rimpetto, è Torri, in un fianco pianeggiante del M. Lavacchio (m. 1099), Torri detto cosi, da varie fortificazioni medioevali di cui si veggono gli avanzi, o dai cumuli petrosi rimasti a guisa di ruderi, per l’erosione di roccie stratiformi, fragili, prodotta dalle acque, dal gelo e dal disgelo.
Più lontano, sulla sinistra di quel Limentra, che ha le sue scaturigini negli aspri dirupi della Sambuchella, sui fianchi della Badia a Taona (m. Cigoli 1277 m.), presenta vago spettacolo di sè, Treppio3 grazioso e pittoresco villaggio di circa 1600 ab., coi suoi bei fabbricati, col suo magnifico tempio e l’alta torre nolana. — Più in là, i M. alla Tosa. 1159 m. — Barba di Becco, il Perlo, 1050 — Le Porte 1189 — lo Scalocchio 1314 — Cà di Bettini, 866 — al di sotto dei quali scorre la Limentra di Sambuca: e più lontano quelli che fiancheggiano il Reno,
«Piccolo d’onde e di valor gigante»
Dal balzo che soggioga Fossato e che ha, come dicemmo, forma di bastorovescio, volgendo l’occhio all’abisso profondo, nudo, monotono cui sovrastiamo, ci sentiamo presi come da un sacro orrore; ma tosto elevando lo sguardo e spaziando nella magnifica vallèa delle due Limentre, Treppio e Lentola, che fanno capo a Pontelungo proseguendo per Badi, Riola, (conca bipartita dal contrafforte di Torri), ed i monti rimpetto e lo svariato verde dei castagni, de’ faggi, de’ pascoli, e qua e là picchi, dirupi e frane, non possiamo che stupefatti ammirare.
Qui presso non lontano da uno dei rigagnoli, che alimentano il Gorgogliozzo, v’ha una casetta di pastori ombreggiata da un gruppo pittoresco di faggi superbi.
Ritorniamo sui nostri passi al Tabernacolo della Serra.4 Qui è la via mulattiera, che conduce a Chiapporado, gruppo di poveri casolari, con un oratorio. A questi sovrasta un picco, che nella sua orridezza è bellissimo, rimpetto ad una ricca pendice, coperta di castagni d’una vegetazione straordinaria.
Non procediamo per Chiapporado: siamo al fianco sud-est del Monte Calvi e dobbiamo raggiungerne la vetta.
Di qui ci si faranno innanzi volgendosi a nord-ovest, Bargi a destra, sul culmine d’un colle, Badi5 sotto M. alla Tosa — (m. 1139) il Perlo (1070) — lo Scalocchio (1314) — Suviana vinifera sulle pendici ridenti che formano un contrafforte tra le Limentre riunite di Treppio e Lentola e quella di Sambuca ove spirò l’anima giovinetta e gentile Selvaggia Vergiolesi, l’onesta immortalata da Cino da Pistoia.
Più in là, grazioso villaggio, sono. Le Capanne, oltre il Reno non lontano dal ponte alla Venturina; e Lùstrola e Granaglione; le alture di S. Agostino a’ Boschi dal campanile altissimo e svelto; ampie praterie e selve sovrastanti (m. Cavallo m. 1383); il Cimone (m. 2163); il Corno alle Scale (m. 1939); a destra lontani i m. di Capugnano6 e poi Montovolo (934), il Gatta, il Vigese (m. 1091) colla sua enorme roccia a picco, detta il Sasso di Vigo.7
Dalla vetta del Monte Calvi, ove è anche un torrino del genio militare, possiamo per uno dei non pochi sentieri, che vi sono, ridiscendere nel Gorgogliozzo, che per maggior chiarezza è chiamato, sulla carta topografica militare, fin dalle sue scaturigini, Brasimone; ci riduciamo alle Cascine di sotto e quindi a Castiglione.
La gita è lunga, a farla coll’animo d’osservare, almeno un sette ore; è lunga, ma offre panorami così belli, da non dimenticarsene più.
Note
- ↑ I paesani chiamano questo dosso curvilineo, svariato, ondulato, l’insieme de’ monti di Chiapporado, Stagno, Lavaccioni ecc. col nome complessivo di Malafaona.
- ↑ Le Limentre son tre e tributarie del Reno etruscano tutte dal nodo montano della Badia e Taona, possedimento ora della famiglia De’ Pazzi. La prima più ad ovest, nasce verso la Collina pistoiese, scende a S. Pellegrino, Sambuca, Pavana; sbocca in Reno alla Venturina.
La seconda nasce dai dirupi della Sambuchella e passa sotto Treppio: mescola le sue acque colla Limentra di Lentola, la terza Limentra, proveniente dalla Badia a Taona e più specialmente dai poggi di Rigoli. Cosi ingrossata, tocca Badi. Bargi, Suviana ed a Riola sbocca in Reno. - ↑ Di Treppio fa Santi Gualandi, celebre meccanico, che fu premiato da Napoleone I, con medaglia commemorativa e venne ascritto all’Accademia di Belle Arti in Firenze. Morì a Prato in Toscana nel 1833, ebbe sepoltura nei Chiostri di S. Domenico ove un’epigrafe lo ricorda.
Nel 1109 (Agosto) per la valle della Limentra di Treppio, passando per la Badia a Taona, si recò a Bologna Alessandro V. (Pietro Filargi) — Nello scorcio del sec. XVIII, predicò a Treppio Leonardo da Porto Maurizio; venerato come santo. Se la Repubblica Genovese da Lui tanto amata avesse seguito i suoi consigli, Corsica non sarebbe tra gli artigli gallici, e l’Italia non avrebbe quest’onta e questo pericolo. - ↑ Da qui, lo accennammo, potremmo scendere a Chiapporado seguitare fino alla Limentra, varcarla al Ponte di Stagno (l’antico delle Fabbriche, fu rovesciato dalla piena; in estate però può agevolmente passarsi da per tutto) e risalendone il corso recarci in poco più d’un’ora a Treppio, per una strada che potrebbe esser migliore, ma è discreta.
- ↑ Sambuca ha un Educandato femminile, il R. Educandato di «S. M. del Giglio« molto meritamente apprezzato.
L’Educatorio ed il Comune di Sambuca debbono moltissimo al Can. Pietro Bettini, uomo per ogni lato egregio, rapito alla famiglia ed al paese il 26 Dicembre 1902 non ancora cinquantaquattrenne. - ↑ È di qui, ma oriunda de’ Boschi, la famiglia del celebre Marconi, l’inventore del telegrafo senza fili.
- ↑ Nel 1856, una frana staccatasi da questo monte rovinò in gran parte il paese: si vede ancora la squallida concavità prodotta da questa.