Guida della montagna pistoiese/Boscolungo o Abetone
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Boscolungo dal popolo si chiama indistintamente anche Abetone, da un abeto colossale, atterratovi nella costruzione della strada Modenese.
Il maggior fabbricato che su quell’altipiano si trova a destra, fu un tempo Dogana di confine col ducato di Modena. Ora, insieme all’antica casa di Posta, costituisce un ampio e ben fornito Albergo dei fratelli Orsatti, che con molte spese hanno riordinato a nuovo, con 50 letti, e una sala con pianoforte, e giornali pe’ forestieri, conosciuto sotto il titolo di
Albergo dell’Abetone. Queste, la Casa dell’Ispettore dei boschi e la Chiesa parrocchiale, vi furono erette dal granduca Leopoldo I nel 1782. V’è un’altra Locanda, quella di Ferdinando Ferrari, e la Pensione Serrabassa del sig. Major.
Il bosco d’abeti, la cui cultura era stata trasandata, fu accresciuto nel 1835 con nuove piantagioni dell’abeto bianco comune, detto pinus abies, e di quello rosso di Germania, detto pinus picea; poi del silvestris, larix e nigra, e con la betula alba. In questo luogo si raccoglie gran quantità di fragole e di lamponi che nell’agosto si mandano in commercio nelle vicine città.
La vasta foresta, affidata ora dal Governo allo egregio ispettore signor M. Bruni, è di 3645 ettari di terreno, divisa in tre compartimenti: di Boscolungo, del Melo e del Teso. I più antichi abeti sono quelli di Sorbeto e Roncobinero, uno de’ quali si cita dall’età di 400 anni, e che ha un metro e 40 centimetri di diametro e 40 metri di altezza. Un ispettore e sette guardie forestali presiedono alla conservazione di queste piante; e tre pepiniere servono a supplire ove manchino, e vi se ne pongono da 10 a 12,000 ogni anno.
Oltre la nota che abbiamo dato della Flora di questa Zona dei faggi e degli abeti, ricordiamo qui un numero di piante rare che fioriscono a Boscolungo pubblicate dal signor Archbald nella sua Flora dell’alto Serchio e della Lima. Sanguisorba officinalis, L. Luglio. Rosa Cinnamomea, L. Agosto. Circaea intermedia, Ehrh. Luglio. Bunium carvi, Brel. Lonicera nigra, L. Luglio. Gnaphalium supinum, L. Luglio. Carlina Nebrodensis, Griss. Agosto. Leontodon anomalum, Ball. Agosto. Hieracium prenanthoides bill. Agosto. Pyrola secunda, L. Giugno. Listera cordata. Br. Luglio. Epigogon Gmelini, Rich. Luglio Streptopus distortris, Mich. Luglio. Carex paniculata, L. Giugno. Festuca gigantea bill, Giugno.1
Sul varco della Serrabassa sorgono due piramidi, nelle quali fu notato in due iscrizioni il limite della Toscana e della Via Ximeniana, aperta nel 1778, e il principio della Via Giardinia per Modena, detta così dall’ingegner Giardini che la disegnò sotto il principe modenese Francesco III nel 1777.
Il varco di quest’Appennino alle piramidi è il più alto d’ogni altro, essendo di metri 1365; ad eccezione di quello della Foce delle Radici presso il Santuario di S. Pellegrino, alto m. 1474.; mentre quello della Bocchetta, da Genova a Gavi, è di metri 870; quello della Futa, da Firenze a Bologna, è di metri 975 e quello della Cisa, da Pontremoli a Fornovo, è di metri 1235.
Qui finisce il tratto di Strada Nazionale che, movendo da Pistoia, fu fatta costruire (come notammo) da Pietro Leopoldo per opera dell’ingegnere P. Leonardo Ximenes; la più bella e ammirata, come la più comoda e più sicura che fosse aperta nel secolo XVIII a traverso dei monti. V’è qui una fontana d’acqua purissima, e tanto fredda, che nei giorni di estate è pericoloso a beverla. La Lima deriva dalle scaturigini di Boscolungo. Sotto a Cutigliano riceve il Sestaione che nasce dal Lago nero. Aumentano poi le sue limpide acque la Volata, la Verdiana e il Limestre; poi la Liesina che sorge in Prunetta; infine si fa tributaria del Serchio. La Lima è rinomata per la pesca che vi si fa di trote assai delicate.
Da Boscolungo, per chi brami di andare a piedi, possono farsi belle passeggiate.
Una salendo verso nord alla cima del Libro aperto, elevato metri 1930, e che presenta stupende vedute. Andata e ritorno in circa 5 ore.
Un’altra, passando dinanzi alla casa dell’ispettore forestale, e facendo subito un gran giro discendendo nel così detto Gomito, un sentiero assai praticabile conduce in alto; dove le vedute sulla valle della Lima e nelle montagne del Cimone e del Libro aperto sono incantevoli. Invece di ritornar per il Gomito, si può continuare la salita fino a che non si giunge a una cava di lastre come lavagne, sopra un’altezza dove la veduta si stende fino a Cutigliano, e dall’altra parte nella valle del Sestaione.
Un’altra passeggiata è quella di Fiumalbo (provincia modenese) villaggio situato nel fondo di una valle chiusa al nord, su i torrenti Acquicciola e Pozze. A settentrione del villaggio sono i ruderi di un’antica Rocca, fatta restaurare per abitazione, dal suo proprietario signor Gio. Battista Coppi, con l’intenzione di porvi un Osservatorio Pluviometrico: è a m. 1000 d’altezza sul livello del mare.
Una piacevole escursione è quella nella Valle del Sestaione lungo il torrente; dove da un lato belle scogliere, dall’altro neri boschi di pini, e da dove si giunge fino ai Laghi del Greppo e Nero.
Inoltrandosi ne’ boschi dal lato di mezzodì, si fa un’altra bella escursione fino al Lago Santo. E poco lungi son pure altri laghetti, o meglio stagni, detti il Lago nero, il Lago Piatta, il Lago delle Capanne. Giungendo poi fino alla cima del monte delle Tre Potenze (così detto perchè antico confine tra Modena, Lucca e Toscana) si vede al nord a poca distanza il piccolo Lago Piatta, e verso ponente il varco della Foce a Giogo, al di là del quale il roccioso Monte Rondinaio di m. 1987. Dalle Tre Potenze si può scendere nella valle del Sestaione al Pian degli Ontani visitando i Laghetti o meglio Stagni del Greppo, Nero, e delle Capanne.
Incantevoli per le vedute sono pure le gite al Lago Scaffaiolo, al Corno alle Scale, ai Sassi scritti, da dove le pianure di Toscana e di Lombardia a un’aria pura bellamente si presentano.
La gita a San Pellegrino dell’Alpe, sul confine modenese, non è meno da trascurare quando nell’agosto vi vanno in pellegrinaggio moltissimi.
L’accurata descrizione di altre passeggiate fatta dal rev. signor Somerset e B. Burtchiell, l’anno prossimo passato, dopo aver percorso questa parte dell’Appennino, e favoritaci dal signor Budden, presidente del Club alpino, ci è parsa degna di esser qui pubblicata per norma sicura di chi volesse imprendere siffatte escursioni.
«Sono veramente grandi (dice il detto signor Somerset) i vantaggi che presenta Boscolungo, a più di 1300 metri. Con un clima fresco, esso offre un soggiorno ameno nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, e, quando la stagione corre favorevole, anche in maggio, il mese dei botanici, ed in ottobre, quello dei pittori.
«I dintorni presentano una grande varietà di passeggiate, e di escursioni. Facile è il procurarsi i mezzi di sussistenza, ed havvi inoltre una vena perenne ed abbondante d’acqua freschissima. La strada Nazionale da San Marcello, passando per Modena, sebbene erta e tortuosa, è sempre però in buone condizioni di viabilità. Bella è la passeggiata, da Boscolungo, per circa otto chilometri, in vettura a Fiumalbo; piccolo villaggio con un antico castello, pittoricamente collocato al confluente di due torrenti montani. Più amena ancora è quella, per altri cinque chilometri, da Fiumalbo a Pieve a Pelago; però si può percorrere in carrozza solo un breve tratto della vecchia strada lucchese, ora abbandonata, da Fiumalbo verso il passo della Foce a Giogo, tra Monte Rondinaio e le Tre Potenze. Tuttavia una passeggiata in baroccino, per cinque chilometri, fino alla sommità, compensa oltremodo colui che ama le scene imponenti della natura.
«Le maggiori attrattive sono però pel viaggiatore a piedi. Lo scienziato troverà ampia messe di studi nella geologia e nella botanica del distretto; ed anche coloro che di scienze non si intendono gran fatto, saranno colpiti dalla bellezza e varietà dei fiori campestri, alcuni dei quali rari altrove; e qua e là poi s’incontrano esemplari curiosi di stratificazioni e di lavorìo delle forze della natura sulle roccie.
«I boschi sono solcati da molti sentieri, ciascuno dei quali presenta speciali bellezze; e sufficientemente pianeggianti e buoni da non offendere il piede delicato delle signore e dei bambini.
«Alla distanza di un’ora sta da una parte Monte Maiori coi suoi vecchi e bellissimi faggi, che guarda verso sud-est sulla valle della Lima, e verso l’ovest sopra la Scoltenna; e da un’altra parte la valle del Sestaione, la quale non è facile a descrivere come si merita. Alla sua estremità superiore questa valle è chiusa dalle Tre Potenze, di 1085 metri; e al nord va a terminare alle rocce scoscese ed ai pendii ricoperti di faggi della catena dei monti che la separano dai bacini della Lima superiore; dalla parte del sud confina coi colli rivestiti di abeti, che formano il punto della separazione delle acque dei tributarii della Lima superiore e di quella inferiore. Un torrente ben nutrito dalle fresche sorgenti nelle vicinanze del Lago Nero, scende romoreggiando lungo un letto roccioso, per raggiungere la Lima alle ferriere di Cutigliano. Nel suo corso, chilometri 1,6093, quest’ultimo passa sotto uno smisurato macigno torreggiante, chiamato dagli abitanti Fattucchio, perchè creduto opera delle Fate. Di fronte a Fattucchio sta Pian degli Ontani, dove abita la celebre vecchia improvvisatrice Beatrice Bernardi.
«La passeggiata da Boscolungo per recarsi alla sua dimora, richiede circa due ore, e non è senza difficoltà. Ciò non ostante alcune signore vi sono andate. Non deve rincrescere di certo qualche poco di fatica per avere il piacere di fare una visita ad una vecchierella di 72 anni, ancora vigorosa ed intelligente; che, sebbene illetterata, vi declama poesie e rime di sua fattura, o tramandate per tradizione, non dissimili alle leggendarie rappresentazioni di Calderon della Barca. Aggiungasi che in cotal gita si ha sempre innanzi a sè un magnifico spettacolo della natura.
«In questa stagione v’è una pompa, una profusione di colori, che è un vero incanto! Dalla rosea ed allegra tinta delle vette dei monti, sino alla tetra e solenne degli abeti, tutte le gradazioni si succedono e s’intrecciano in modo meraviglioso. Non so in quale altra regione s’incontri una scena che rassomigli a questa.
«Il passeggiatore ardito e robusto da Boscolungo può fare l’ascensione del Libro Aperto in due ore e mezzo, a 1931 metri; o più oltre, quella del Cimone, a 2167 metri, la vetta più alta degli Appennini settentrionali; d’onde, se il tempo è favorevole, si può vedere l’Adriatico ed il Mediterraneo, e perfino un lembo delle nevose Alpi dietro Verona, ad una distanza dalle 80 alle 90 miglia. Più di una signora ha fatto questa ascensione a dorso di mulo o di somarello; non senza però essere costretta tratto tratto a servirsi delle proprie gambe; perchè sarebbe imprudente l’affidarsi a quelle dei quadrupedi in alcuni passi difficili, dove questo modo di viaggiare deve essere tutt’altro che piacevole lungo quello scabro sentiero. La salita del Cimone è stata da me eseguita senza guida, salendo sul Libro aperto nell’andata, ed il fianco verso Fiumalbo nel ritorno, riposandomi a due fiate, per circa un’ora e mezzo, in tutto avendo impiegato 11 ore. Arrivato alla sommità alle 2 pom. (ora tutt’altro che favorevole per la vista) potei ciò non ostante distinguere chiaramente Modena e Reggio, il Mare dietro Livorno, ed i monti nei dintorni di Firenze. Dietro Modena si estendeva sopra la pianura Lombarda una densa nebbia, dalla quale emergeva torreggiante la linea bianca e addentellata delle Alpi.
«Un’altra passeggiata che presenta eguali difficoltà, ma richiede minor tempo, è quella delle Tre Potenze; dove erano i confini degli antichi ducati di Toscana, Modena e Lucca. Anche questa la feci da solo, salendo pei monti coperti di boscaglie, chiamati Gombito, o Gomito; passando lungo la stretta cresta rocciosa, che la tradizione dice (ma senza fondamento) essere stata attraversata da Annibale colla sua armata. Sarebbe davvero un bravo generale colui che osasse di fare un simile tentativo al giorno d’oggi. La veduta delle Tre Potenze è veramente magnifica! Dall’altra parte del passo di Foce a Giogo, s’inalza l’arida roccia del Rondinaio. In mezzo si apre una valle che va dilungandosi sino al Serchio accanto ai Bagni di Lucca. In distanza si scorge la singolare e pittoresca linea delle montagne di Massa e Carrara, con in mezzo il Monte Forato. Si vede in modo ben distinto l’apertura attraverso la roccia, ed in certe circostanze i raggi del sole, riflessi nell’acque del mare, splendono attraverso il foro.
Note
- ↑ I mesi indicano l’epoca della lor fioritura.