Guida al Lago d'Iseo ed alle Valli Camonica e di Scalve/Da Breno ad Edolo

../Da Rogno a Breno

../Da Edolo all'Aprica, al Morteröl, al Tonale, al Gavia IncludiIntestazione 30 agosto 2011 100% Da definire

Da Rogno a Breno Da Edolo all'Aprica, al Morteröl, al Tonale, al Gavia
[p. 93 modifica]

Da Breno ad Edolo.


Losine. Chi sale da Bergamo per Edolo vedesi prima, a mano sinistra oltre l’Oglio, sorridere il gruppo del paesello di Losine, antica culla de’ Griffi, felice per frutta e per vino. Documento del 1018 nomìca Osene e pare Losine. Un Giovanni Griffi da Losine fu vescovo di Brescia nel 1182. Abitanti 843.


Niardo sta rimpetto a Losine a mano destra di chi sale, e si può visitare per a freschi del sec. XVI nel coro della di lui parrocchiale. Niardo è nominato già in carta del 970. A Niardo e Braù serbansi ancora delle pera dette garaei, famose nei secoli passati. — Abitanti 866.

La storia e la leggenda cristiana celebrano Niardo perchè nel 1066 vi nacque S. Costanzo l’eremita alle Conche sopra Nave, e perchè nel 1150 diede i natali a S. Obizo, figlio del Console di Valle Graziadio.


Cerveno. Alla destra dell’Oglio e sulla sinistra di chi s’innoltra s’ammirano campicelli conquistati sulle macerie di rovine accumulate ai margini, sotto il paese di Cerveno (pronunciato Servè), dove si trovano sepolcri romani, e ruderi di torri antiche. Forse pei lavori di ferro, perchè ne’ monti Tinerle e Giovo [p. 94 modifica]di questo Comune si cava il minerale che alimentava il di lui forno riattato nel 1860, e che rendeva in media un prodotto annuo di 435 tonellate di ghisa. Il popolo della valle trae frequente a visitare a Cerveno le quattordici capelle con figure in legno ed in istucco della scuola de’ Fantoni di Rovetta, rappresentanti la passione di Cristo. In carta del 960 è nominata villa Cerveno. — Abitanti 727.


Cemmo. Parte del minerale del Tinerale e del Giovo andava ad alimentare l’alto forno di Cemmo a quattro chilometri da quello di Cerveno, che dal 1866 avea la produzione annua media di 459 tonellate. Ora questi forni sono spenti. Cem è una delle cinque pievi e delle quattro curie vescovili della Valle, ma ora diventò frazione di Capo di Ponte. La sua antica chiesa di S. Siro tra le rupi sopra l’Oglio ha l’abside fatta con un saccello romano. Ivi il vaso battesimale per immersione, ed i fregi della porta meridiana, accennano ad età anteriore al mille, e nel generale ha lavori di tre epoche. Frammenti di questo tempio si immurarono nella nuova parrocchiale di S. Stefano compita nel 1444. Presso la vecchia Pieve era il castello di Pedena de’ Pellegrini, e là, sopra una rupe, è avanzo d’inscrizione del 1167. Ancora nel 1299 il vescovo di Brescia avea molti Manenti, ovvero servi della gleba a Cemmo. Questo paese fu patria al valente pittore [p. 95 modifica]Zuan Pietro nella fine del secolo XV. Sotto Cemmo ora sta


Capo di Ponte. — Nella palude Im-Esanic, dove sull’Oglio era uno de’ tre ponti del corpo della Valle, ora sta il paese di questo nome, che si ripete alla frazione di Mu, su altro ponte dell’Oglio. Quel ponte era detto di S. Siro, vi si pagava pedaggio, che Venezia nel 1428 lasciò ai Pellegrini, e quelli ribellati, Venezia nel 1454 lo diede al Colleoni, il quale nel 1466 lo cedette alla Misericordia di Bergamo, dalla quale ricuperollo la Valle nel 1793. Presso a quello, nel 1299 era un ospizio pei pellegrini e per gl’infermi, come a Dalegno, ad Edolo, a Cividate, a Pisogne, ad Iseo. Poco sopra stava un chiostro degli Umiliati, del quale si veggono tuttavia preziose rovine di costruzioni del secolo XIII sopra poggetto a destra di chi sale per la Valle. La palude ove ora sta Capo di Ponte venne empita da alluvione del torrente Serio scendente da Paspardo e dalle rovine dell’arenaria rossa (preda simuna). Nella chiesa delle Sante, pure a levante di Capo di Ponte, sono a freschi della scuola del Romanino. — Abitanti 1936.


Cimbergo. con superbi avanzi della sua rocca famosa ed antica, già rovinata nel 1288, prospetta Cemmo. La rocca di Cimbergo era degli Antonioli, [p. 96 modifica]e loro confiscata da Venezia, venne donata ai Lodroni, che aiutaronla a ripigliare il dominio della Valle nel 1432. Que’ di Cimbergo andavano facchini a Venezia. — Abitanti 933.

A quattro chilometri da Capo di Ponte l’Oglio s’ingrossa per due costanti tributari: la Poia da levante, l’Aglione da occidente. La Poia scende dall’Adamello e dall’ampia Valle di Saviore, l’Aglione dal Venerocolo di Valle di Scalve, e dalla povera Valle di Paisco e Loveno.

I pescatori di trote d’estate salgono alla Valle di Saviore per quelle squisite e dorate del lago d’Arno, ed anche del Salarno, che è elevato m. 2059.


Grevo è il comune aprente l’ingresso di Valle di Saviore, e di lui frazione signorile è Cedegolo sulla via nazionale, alto 417 metri alla soglia dell’osteria (Sieber). Un frammento di lapide camuna in cui leggesi Vicani Grebiae mostra Grevo già vico romano. Intorno Cedegolo si veggono boschi cedui modelli, e belle selve di castagni, e gelsi frequenti e prosperi dovuti specialmente alle sollecitudini intelligenti di Nazaro Panserini del principio di questo secolo. Cedegolo patì forte per innondazione del 31 agosto 1757. — Abitanti 1027. [p. 97 modifica]


Saviore che dà nome alla valle è comune partito in tre parrocchie, e la chiesa del sito Saviore stà a m. 1237, laonde la valle è tutta pastorale e boschereccia. Ed alimenta non solo un migliaio di bovini, ma anche altrettante pecore e circa trecento capre, per le quali ha una capanna sopra il lago Salarno sino all’altezza di metri 2108. Da quella si possono pigliare le ultime mosse alla salita dell’Adamello. I nomi Arno, Salarne, Baitù, Avello in questa valle, rammentano antiche immigrazioni apennine. Nel di lui territorio oltre il lago d’Arno è la valle di Fumo, donde scende il fiume Chiese formante il lago d’Idro. Sul Dosso Merlino Saviore anticamente ebbe castello, ma i documenti gli andarono consunti nel terribile incendio del 27 aprile 1666 che vi distrusse 72 case. Saviore fu culla degli Zendrini, de’ quali si resero illustri Bernardino il matematico, costruttore de’ murassi di Venezia, morto nel 1747, il naturalista Gianmaria, morto nel 1857, e Bernardino il poeta, che fu professore alle Università di Padova e di Palermo. Abitanti 1794.


Berso Demo è notevole pel suo alto forno alla destra dell’Oglio, opposto al di lui sito. Questo chiamasi anche il forno nuovo o dell’Aglione, e la di lui piazza è la più ampia e comoda fra tutte quelle de’ forni dell’Italia alpina. Dalle miniere di [p. 98 modifica]Gaviera trae ghise bianche da ferro, e lamellari di acciaio, e dal 1866 ha produzione in media di tonellate 1274 all’anno (Zoppetti, Industria del ferro. Milano 1873.)


Paisco e Loveno sono due paesucci da mineranti che si possono trovare risalendo l’Aglione verso Valle Scalve, così poveri che un proverbio locale dice: A Paisc e Loé no mangié se no’n portè. Sorsero per l’escavazione del minerale ad alimentare il forno di Berzo Demo, e per consumare sul luogo i carboni dei boschi intorno. Perchè da antico hanno due piccoli forni fusorii, che complessivamente danno il povero prodotto di 150 tonellate annue. — Abitanti di Paisco 690, di Loveno 376.


Malonno è centro minerario notevole della Valle Camonica, ed ha il più settentrionale forno fusorio di ferro della Valle. Rimpetto a Malonno, all’oriente dell’Oglio, nella frazione Dazza, cavansi ardesie molto grandi e buone. Al Dosso Nazio ha galena d’argento, al Vago miniera di rame, e verso l’Aglione miniera di ferro. Il di lui alto forno prima del 1869 dava in media 244 tonellate all’anno, ma poi per mancanza di carboni fu abbandonato. Malonno ebbe castello de’ Magnoni, indi de’ Celeri, e nella parrocchiale [p. 99 modifica]ha la pala del Morone, ed un S. Sebastiano del Tintoretto. — Abitanti 2376.

Malonno si trova primamente in diploma del 1032.


Sonico è l’ultimo comune che si vede alla sinistra, ovvero all’oriente dell’Oglio salendo per Edolo, e si visita per salire al di lui lago Baitù, ferace di eccellenti trote, e per vedere lassù le granate rosse. Gli abitanti di Garda di lui frazione, per antica consuetudine scendono a Brescia ad esercitarvi l’arte del facchino. Dai monti di Sonico precipita il torrente Rabbia, travolgente spesso enormi alluvioni che fanno elevare il letto dell’Oglio. Il giorno 11 settembre 1869 copri il vecchio ponte, e turando lo sbocco dell’Oglio, generò un laghetto, che poi andò empiendosi di sabbie1. — Abitanti 1708.


Edolo, per la postura, per le costruzioni posteriori al 1860, perchè raccoglie le provenienze dei due valichi del Tonale e dell’Aprica, e li protegge militarmente, è il sito più vivo e più felicemente posto. In diploma del 917 appare nominato Vicus Idulio, e la tradizione vuole che questo nome gli derivi da simulacro di Saturno, che la gente traeva a venerare sopra S. Clemente, ove poi si disse il luogo dei Pagà. S. Clemente fu una delle cinque prime pievi della valle avanti il mille, ed ebbe pure [p. 100 modifica]una rocca. Ad un Curzio di Edolo, che pare de’ Federici, l’imperatore Barbarossa nel 1164 concede privilegi e lo chiama Princeps et Syndacus militum (de’ nobili) et hominum (liberi possidenti), totius Comunitatis terrae de Valcamonega. La parrocchia di Edolo fu portata da S. Clemente alla attuale di santa Maria per tempo, giacchè l’attuale è già nominata in carta del 1303, quando presso avea un ospizio pei pellegrini, al quale nel 1315 furono resi fondi da Vezza. Nel 1395 ad Edolo compare anche la chiesa di S. Sebastiano. Nel principio del secolo XVI Romanino ed i di lui scolari vi dipinsero a fresco la chiesa di S. Giovanni Battista. Curioso a vedersi in Edolo è un lavoro in bassorilievo del 1450 in granito grigio sulla facciata di casa Zuelli, con fregi simili ai bizantini e simboleggianti la Trinità, Cristo col monogramma, e la potenza creatrice e benedicente col braccio e l’ indice ed il medio alzati. La parrocchiale di S. Maria, che è pure quella del comune di Mu, di cui occupa il suolo, venne magnificamente rinnovata nel 1620.

In Edolo il 9 aprile del 1515 alloggiò l’imperatore Massimiliano colla corte, provenienti dal Tonale. Questo paese fa i commerci maggiori di bestiami della Valle, dopo quelli di Lovere, con mercati mensili, e con fiera nei giorni 8, 9, 19 ottobre. Fra Edolo e Mu sono cinque fucine preparataci di vomeri [p. 101 modifica](scartade) di ferro acciaioso durissimo della ghisa di Cemmo e dell’Aglione, vomeri che manda per ogni regione d’Italia, con produzione annua, compresa le fucine di Stadoline e Vione, di 500 tonellate. A questo moto s’aggiunge il militare, perchè dal 1872 ad Edolo si pose una delle compagnie alpine, e nel di lui monte Faét mirante al nord si vuol costruire un forte guardante i due sbocchi.

Edolo è 700 metri sul livello del mare, e nondimeno per la felice postura ha fichi, e sino all’altezza di circa 800 metri educa viti che sono le ultime salendo e dalle quali può trarre buon vino vecchio.

Ha gli alberghi de’ Due Mori e del Gallo, e dal 1860 aprì la magnifica via Porro per l’Aprica. — Abitanti 1836.


Mu, che unico nella valle serba una radice del nome Ca-mu-ni, è diviso da Edolo solo dall’Oglio, sormontato da due ponti, perchè con lui ha comune la parrocchia ed il cimitero, nella frazione sua detta sino dal 1400 Capo di Ponte (Co de Pont) come quello di Cemmo. Qui era la parrocchiale sino dal 1300, perchè un designamento de’ confini tra Mu e Sonico è fatto l’8 maggio 1303 in claustro Plebis Yduli. Mu era sito notevole de’ Federici, dove sino dal 1200 avevano una delle rocche principali della [p. 102 modifica]valle, rocca smantellata da Venezia nel 1432, ma della quale veggonsi ancora le vestigia a tergo della terra. Fu sempre anche comune pastorale e per accedere ai suoi pascoli del monte Avio, ove sono due laghetti, l’11 luglio 1389 ebbe livello delle vie da Daligno, col quale perciò sostenne parecchie contese. Ora manda ad estivare sull’Avio e sull’Aviolo 350 bovini, 300 pecore e 300 capre, e sull’Avio tiene lattiera sociale (casera). Nelle parti basse meridiane fa vino serbevole. — Abitanti 949.

Mentre il comune di Pisogne ha cinque parrocchie, Breno ne ha tre, reca meraviglia come i due grossi comuni Edolo e Mu abbiano una parrocchia sola.

Note

  1. Tre volte in questo secolo colà il ponte fu interrato e rinnovato.