Gazzetta Musicale di Milano, 1844/N. 33

N. 33 - 18 agosto 1844

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[p. 137 modifica]— 13/ — |0=:oj GAZZETTA MtSICALE O anno ili.-N. 33. DI MILANO DOMENICI 4 8 Agosto 4 844. Si pubblica ogni domenica. — Ne! corso dell’anno si danno ai signori Associati dodici pozzi di scelta musica classica antica e moderna, destinati a comporre un volume in A.0 di centocinquanta pagine circa, il quale in apposito elegante frontespizio si intitolerà Amoi.ogh classica musicale. — Per quei Signori Associati che amassero invece altro genere di musica si distribuisce un Catalogo di circa N. 2000 pezzi di musica, dal quale possono far scelta di altrettanti pezzi corrispondenti a N. 450 pagine, e questi vengono dati gratis all’atto che si paga I’ associazione annua; la metà, per In associazione semestrale. Veggasi I’ avvertimento pubblicato nel Foglio N. 50, anno li, 1S-Ì3. La musique, par des inflexions vives,accentuées, et, • pour ainsi dire, par tantes, exprime toutes les pas• lions, peint tous les tableaux, rend tous les objets, • soumet la nature entière à ses savantes imitations • et porte ainsi jusqu’au coeur de l’homme des seti• timents propres a l’émouvoir. • J. J. Hoc SS F. XL’. Il prezzo dell’associazione alla Gazzetta? alla Musica è di effettive Austriache L. 12 per semestre, ed effet live Austriache L. 14 affrancata di porto tino ai contini della Monarchia Austriaca; il doppio per I’associazione annuale. — La spedizione dei pezzi di musica viene fatta mensilmente e franca di porto ai diversi corrispondenti dello Studio /iicordi, nel modo indicato nel Manifesto. — Le associazioni si ricevono in Milano presso l’Utlicio della Galletta in casa /iicordi. contrada degli Omenoni N." 4 720; all’estero presso i principali negozianti di musica e presso gli Filici postali. — Lo lettore, i gruppi, ec. vorranno essere mandati franchi di porto. SOMMARIO. I. Per (piai causa debbano essere proibite le due successioni di Ottave o di Quinte per moto retto. 11. Biiii.iogiiaeia. Nuove pubblicazioni slrmnenlali. III. GAZZETTINO SETTIMANALE DI MILANO. - IV. NOTIZIE. - V. Altiib cose. - VI. Annunzi musicali. Per qual causa delibano essere proibite le due successioni «li off(ite o <11 quinte per moto retto.(lj. Çp^-^^^’ùti i teorici antichi e moJFMr ern* Sl occuparono di rigoromente proibire I usodi più Ot1 ave o Quinte per moto ietto H oche composizioni musicali, ma non veggo addotta la vera ragione che h abbia guidati a stabilire siffatta legge. Lontano però dall’idea di reputarla ingiusta, consacrai ogni mia cura in vece nei solo indagare quella incontrastabile ed unica causa, su cui la legge stessa debba appoggiarsi; ritenendo d’altronde che si possano liberamente usare, ogni qualvolta questa motrice causa nè esista nè possa sembrar di esistere. E per vero dire v ha dei casi, ne’quali la legge dev essere conservata nel suo pieno vigore, e ve n ha di quelli all’opposite ne’quali la natura stessa sembra inclinata a scuotere il giogo e rifiutarsi dall’esatta sua osservanza. Di ciò ne fanno fede i pratici scrittori, die alcune volte, o mal soffrono doversi sottomettere all assegnato rigorismo, o, seguendo il loro fantastico impulso, lo pongono in non cale. Sembra che per tale motivo gli istitutori moderni abbiano modificata in qualche parte la proposta teoria. Ma queste modificazioni non devono avere l’aspetto d’indulgente concessione, bensì quello del diritto: giacché, come dissi. cessando la causa indurente. deve altresì cessare l’obbligo esecutivo. Nell’intima cognizione adunque di questa causa io ripongo il giusto confine di lutti i differenti casi sopra enunciali. Non esistono voci o suoni senza la coesistenza ili quei rapporti, che fra loro li leghino, o ne mostrino la convenienza. Ogni rapporto può essere simultaneo o successivo, immediato o medi ito. Il rap(I) Ognuno deve sapore clic il moto rollo è quello che è eseguilo da due o più parli progredenti uniformemente in ascendere o in discendere, come nel caso nostro le ottave, do do, re re, ere., ecc., le quinte do sol, re la, eco. [ porto simultaneo risulta dall’unione con> temporanea di più suoni; il successivo I consiste nella loro progressione1, ’immediato ìi lega in maniera diretta:, ed il mediato ne indica la relazione in modo indiretto o sottointeso. Ora venendo al fatto,! dico clic Un’Ottava qualunque, finché esiste isolata, è libera: ma non cessa per questo i di esserti radice. cui per fogge armonica le si debba sottointendere la quinta perfetta come z/o, sol, do. Questa quinta per la stessa Zegge offre la terza, come do, mi, sol. Ecco, come l’ottava genera la quinta, e la quinta genera la terza; ecco come la j loro unione genera l’intiero Accordo perfetto. Ma siccome non v ha che l’accordo । perfetto, il quale possa essere proprio della! Tonica, cosi ne consegue, che tanto la ottava quanto la quinta possono generare 1 accordo di tonica, che é quanto dire il! tono. Ammesso questo indubitato princi! pio, o 1 ottava e la quinta sono genera) trici, o no: se sono generatrici, debbono sottostare a quelle leggi, che la loro condizione richiede; e se tali non sono, quest’obbligo cessa e si possono talvolta usare. Data pertanto una sola ottava o quinta armonica, vo’dire un solo accordo, il rapI porto sarà simultaneo e immediato. ma, volendo passare da un accordo all altro, converrà tosto esaminare il rapporto che fra essi esiste. Questo rapporto, benché successivo, sara egualmente immediato ogniqualvolta esisteranno uno o più suoni del1 accordo antecedente; e diverrà mediato, se nessun suono legherà fra loro i due l diversi accordi. In questo secondo caso, essendo mediato il rapporto, non potrà che indicare in maniera soltoiulesa la relazione dei due accordi dati. Questa legge non colpisce alla fine clic quegli accordi Ì (piali progrediscano per grado, giacché qualunque, altro intervallo non può essere che o di quarta sopra o sotto, ed in allora esiste sempre un suono comune ai due accordi; o di terza sopra o sotto, ed allora ve ne esistono naturalmente due. La pratica lo dimostra, tosto che osserviamo essere il do comune ai due accordi di fa e di do, essere il sol parimenti comune ai due accordi di sol e di do: così pure essere i due suoni do, mi comuni ai due accordi di la e di do, ed i due suoni mi. sol comuni ai due accordi di mi e di do. La cosa però non cammina di pari passo fra i due accordi di fi e di sol e viceversa, ove il rapporto non può essere che mediato e sottointeso. Ecco il caso in cui convieni* ricorrere alla geometrica relazione, la (piale mostra esisti re lo stesso rapporto sì dal fa al do, come dal do al sol, e viceversa; dunque l’accordo di do é quel mezzo proporzionale che in maniera soltoiulesa indica la relazioni* che passa tra il fa ed il sol. Ora, uno sguardo che si rivolga alla regolare procedura delle parti (mentre deve essere conservato qualunque suono copulativo, e risolto qualunque sensibile’) vedrassi la necessità di procedere in guisa tale, che naturalmente rimanga sfuggita la progressione per moto retto, tanto delle Ottave, (pianto delle quinte, e ciò dev’essere anche nel caso del rapporto mediato, ove la procedura delle parli deve seguire quello slesso ordine che pi ai ichei ebbe usando del! accordo intermedio. La legge adunque rimanendo nel suo pieno vigore in tulli (pici casi in cui le ottave e le quinte siano o possano sembrare generatrici, deve lasciar libero 1 uso delle medesime nel caso in cui nè siano, nè appajano di essere tali. Citerò in conferma dell indicata eccezione qualche esempio clic a tutta evidenza provi il mio sunto. Già è nolo, clic per legge armonica ogni suono va naturalmente corredato delle rispettive risonanze prodotte dai primi termini della serie armonica, consistenti nella nota principale, sua ottava, duodecima. decimaquinta. decimasi*!lima e decimaiioua; ed è tanto riconosciuta perfetta questa serie, che trovasi effettivamente esistente in qualunque Organo antico e moderno non scio, ma viene eziandio ampliata. mercè 1 aggiunta dei replicali nella ventesimaseconda. ventesimasesla e ventesimanona, e talvolta anche delle trigesime, come si può scorgere nella registratura del così detto Bipu no semplice. Pure, suonando sull organo anche una semplicissima melodia. forse non esistono (ante ottave e quinte perfette tutte per molo retto? Si certamente. Sono queste proibite? no. E perchè tale privilegio? Perchè sono tanto lungi dall essere generatrici, che nemmeno il più scrupoloso rigorista si avvede della loro esistenza. Un secondo esempio. non meno valido del citalo, lo abbiamo nell uso delle progressioni per prima, terza c* sesta, e loro replicali ammesso da tutti i teorici. Ma nei replicati non esistono laute oltave, e Ira il suono più acuto del primo complesso ed il medio del secondo non esi [p. 138 modifica]=- 438 ■>! Il 9 stono forse tante quinte per molo retto? Sì. E perchè anche in questo caso si ammettono? Perchè nessuna ottava e nessuna quinta Ira le descritte si può calcolare generatrice. In conseguenza delle addotte ragioni dal fatto già convalidate, come ne’citati esempj, sembrami di poter proporre un altro caso, che fu mai sempre lo scoglio degli scrittori. e che parmi sostenuto da un malindal lato dei teorici. Il caso in teso rigore discorso è V accordo la naturale risoluzione deicosi detto di sesta, eccedente: come fa, la., do, re $. La teoria non ammette che la sua risoluzione cada sul mi. sol si, mi, in visla delle successive due (punte perfette per moto relto fa, do e mi, si. In tale circostanza io m appello e alla ragione e aW’effelto. Se queste due armi sono abbastanza valide, ho virilo e sono certo d ora in avanti che i pratici scrittori me ne sapranno grado, e che i teorici miei contemporanei, seguendo una sana e spregiudicata critica, vorranno sancire e adottare la mia dimostrazione. Ed in quanto alla ragione. La quinta fa do è ella generatrice? Si, considerata astrattamente, non già nell attuale circostanza, ove 1 aggiunta del re $ la determina secondaria, e subordinala in modo tanto spiegalo e decisivo, da non lasciar nemmeno il dubbio della possibilità. Dico di più eli»; l’accordo stesso non è effettivamente di fa ma di ze $ in primo rivolto (D, che questo re vera base dell’accordo, è il quarto suono alterato di la minore, e che 1 assieme lutto, nell allo stesso che annuncia assolutamente il modo di la minore, addimanda altresì la inevitabile risoluzione sull’accordo della dominante sospesa mi maggiore. Ognuno dovrà concedere, in conseguenza di ciò, che la individuale e naturale procedura di ciascuno dei quattro suoni è quella di far ascendere il re | sul mi e far discendere il la sul sol il do sul si, ed il sul mi. E per verità tanto i teorici (pianto i pratici ammettono l’uso regolarissimo dei due complessi successivi re la, do. fa, mi, sol si, mi. Dunque se la quinta fa, do non è nè mostra di poter essere generatrice, c se la regolare procedura delle parli è la descritta, anche 1 assieme proposto fa, la, do. re $ può a tutta ragione risolvere sul complesso mi, sol $, si, mi. Passando ora all effetto, debbo osservare che i pratici, per servire fedelmente alla legge, usano di qualche ripiego, o facendo uno scambio fra le parli, od omniettendo la quinta do col passarla a raddoppiar altra parte, od in qual si voglia altra maniera, purché 1 occhio del critico esaminatore non vi riscontri queste due proibite quinte fa do, mi si fra le stesse due parti di seguito. Ma, vedi (piale inganno! Tocchio in tal guisa diviene il giudice di ciò che spetta all orecchio.... Cosa monta, in quanto alfeffetto, se succede uno scambio di parti, allorché i due complessi nel loro assieme risultano come li presentai? e quale ancorché delicatissimo orecchio si avvede, se quel do per 1 ultimo brevissimo spazio di tempo salta sul la e poscia risolve immediatamente sul si? Il nostro udito sente in tutta la sua pienezza il primo accordo fa, la, do, re $, e gusta la naturale sua risoluzione sull’altro accordo mi sol si, mi, senza avvedersi (!) La quinta preminente è re £ /n, che deve regolarmente risolversi nella terza maggiore mi, sol $. o dello scambio delle parli o dell ommissione del do per un si breve passaggero istante. L esperimento sul fortepiano o sull’organo potrà convincere pienamente quanto sia l’elice la successione dei due esposti accordi senza bisogno d alcun ripiego. Lo che devesi, a mio avviso, alla prepotenza di quel re $ risolvente sul mi. in maniera tanto viva e compiuta, che toglie fin anco al più avveduto critico la possibilità di accorgersi, e risentirsi delr esistenza di quelle du»; indicate quinte progressive. Se dunque 1 effetto corrisponde felicemente, se la ragione lo riconosce dimostrativamente giusto, si potrà, senza tema di errore, stabilire il descritto caso svincolato dalfobblig ) di rigorosamente osservare la stabilita legge. Nella lusinga che non abbia ad apparire privo d’interesse questo mio. qual siasi, primo lavoro. mi occuperò di apparecchiarne un secondo, in cui preciserò i tre differenti casi, cioè: 1) quando le ottave e le quinte siano veramente generatoci: 2) quando possano aver sembianza di esser tali: 3) quando finalmente non siano, nè possano sembrare di esser generatrici. Nei primi due casi la loro successione per moto relto deve evitarsi: nel terzo invece si potrà ammettere. Melchiorre Balbi. BIBLIOGRAFIA NUOVE PIBBLHIZIOVI STRUMENTALI elle belle arti, in ispccic nella piaiiislica, di rado avviene di scoprire un ^compositore che lenti arrivare ad una speciale individualità; in generale gli artisti troppo facilmente si abbandonano ad imitare i modi più favoriti dalle sommità ed in conseguenza dal pubblico, inavvedutamente trascurando di rintracciare, nuovi mezzi pcr rendersi degni (In veracisufpoca fatica ed in breve tempo si giunge a conseguire un momentaneo risultato, nel mentre nel secondo lunghe veglie, non interrotti studj abbisognano a convalidare. il proprio ingegno, ad innalzarlo a nuovi voli ed a renderlo apprezzalo. I giudizj della posici ila servono però di lusinghiero guiderdone alle valide premure ed a’ coscienziosi sforzi de’ pochi che lenlarono di creare; l’obblio di essa di giusta pena per coloro che lasciaronsi sedurre a porsi nell’agevole cammino preventivamente da altri aperto. Qui non ci faremo ad accennare (piali fra i pianisti compositori della giornata siansi resi meritevoli del rispetto, quali altri avranno ad incorrere nella trascuranza de’ posteri: troppo scarso sarebbe il numero degli eletti; la mancanza di originalità c di carattere nelle recenti produzioni è a lutti manifesta, pochissime eccezioni potrebbero farsi: l’abuso delle solite forme, la futilità del genere a cui ora di preferenza appigliansi sono oramai giunte al limito che non mollo può essere lontano il momento di emanciparsi da uno stalo che tanto profana c rende monotona la musica per l’istromento sopra ogni altro amato c coltivato c che da sè solo presenta le maggiori risorse possibili. Bando alle tristi riflessioni 1 la speranza che le cose non tardino ad assumere una più ragionevole direzione c’infervori! Ad alcune opere accenniamo non colla penetrazione di quello che potrebbero essere, ma puramente dietro l’esame di quel che sono in confronto delle altre or ora accolte sotto favorevoli auspici!. Consideriamo le produzioni non in riguardo all’arte, ma in visla delle esigenze prcvalenù presso gli amatori nelle società, c per lai modo i nostri dogj non potranno esser imputali di urtare colle massime qui sopra esposte, c d’incocrenza.... Ragionisi da prima degli artisti indigeni, alcuni de’ (piali (escludendo Dohler il), che dovunque primeggia), pon bene accoppiarsi a varj che in ollrcmontc festeggiati camminano a viso alio c ad ogni loi’ passo impongono un prezzo che tosto ottengono, e che si sarebbe ben alieni dall’accordare ad autori i cui nomi si chiudessero in ini o in etti. Anche in ciò speriamo presto potersi introdurre qualche salutare cangiamento. Non si tratta forse di un sacrosanto diritto che gli ingegni italiani han comune con quelli delle altre nazioni?... Le due fantasie sul Nabiicodonosor (*), ipiellc sulle Saffo (’) c Favorita c la Polka (’) sono cinque pezzi dal nostro Dohler scritti per appagare, qualsiasi gusto c venir in ajuto a qualunque grado di abilità. Difficilmente ora sapremmo trovare alcun altro eminente pianista che al pari di Dohler di quando in (piando pubblichi delle opere da potersi presentare tanto al provetto e sicuro concertista, quanto al giovane apprendente. In generale, i grandi esecutori compongono esclusivamente per le proprie mani, e perciò le loro produzioni sono inaccessibili alla pluralità. Dohler invece si cura dj tulle le classi di suonatori e ad ognuna di esse riesce utile ed aggradevole. - Chi ama il brillante, il pomposo, l’energico scelga la fantasia sopra i temi di Bacini e sarà soddisfallo. Coloro che voglion esser commossi da espressive c sensibili cantilene, dal vezzo melodico, ricorra ai felici concelli della Favorita, il capolavoro drammatico che Donizctli regalò alle scene francesi, da cui Dohler trasse la simpatica sua composizione. La Polka inciterà in molo tutti gli entusiasti della nuova danza, principale delizia c pensiero dei ballerini parigini nello scorso inverno; essa è il più grazioso c vivace bouquet musicale che mai [tossa darsi; deve figurare sopra ogni pianoforte. Pcr gli allievi non molto inoltrali rimangono i due pot-pourri coi molivi del Nabucco nitidamente posti ed ornati. L‘ inspirato, brioso, agile ed appassionalo principe dei pianisti italiani co’ sullodali cinque pezzi, che non aspirano ad esorbitanti pretese in quanto a forme ed a novità di passi, si rese sempre più degno de’favori e della riconoscenza dc’proleiformi cultori del pianoforte, de’ frequentatori delle accademie e degli editori, giacché dappertutto verranno studiati, ascoltali c venduti. E già lunga pezza che non abbiamo la soddisfazione di vedere nuove produzioni deli egregio Panna che da molti anni mcrilossi la pubblica stima in Italia per le scelte sue opere pcr pianoforte, alcune delle quali vennero ben anco ristampate all’estero. La sospirata comparsa di un nuovo suo lavoro deve accogliersi con festa; ragione per cui tutti s’interesseranno della Introduzione del quarto atto dell’Emani di Verdi liberamente trascritta a quattro mani (’) che qualche meno scrupoloso pianista avrebbe potuto nel frontispizio innalzare al rango di Fantasia. Anche nelle cose di minor importanza i buoni maestri si danno a conoscere. Come i lettori di questa Gazzetta ne’prcccdcnti numeri avrai! rilevalo, Gambini è un giovane assai intelligente che con perseveranza c maestria maneggia il pianoforte e compone per questo istromento da uomo che sa, ma che talora ne’suoi pezzi con qualche intemperanza si abbandona al difficile, da cui ne proviene la maggior parie delle sue opere non poter esser ricercate che dai pianisti di primo ordine c il suo nome non aggirarsi ancora solfali della popolarità, che non molli sono coloro che ponilo pretendere ad appianare il complicalo c lo scabroso. Nella fantasia sul Nabucco ("), opera del maestro che all" Euterpe italiana va schiudendo nuovi teatrali trionfi, il Gambini mostrò diffidarsi della ricercatezza e della confusione, c più che negli antecedenti suoi lavori aver in mira la chiarezza, la spontaneità, e la varietà di tinte senza le quali non avvi compiuto effetto musicale, provando un no(1) Teodoro Dohler, in uno dei passali numeri dietro un giornale viennese per sbaglio posto nel novero de’ pianisti nati nella monarchia austriaca, come si asserì nel N. 4-184-2, vide la luce il 20 aprile 1814 a Napoli ove ricevette gli ammaestramenti musicali da Lonza e Benedici. Giova ciò ripetere. [p. 139 modifica]139 0: Involo progresso sì dal lato del gusto che da quello del sapere. - 1/ introduzione c (pianto dir si possa interessante anche per la nuova sua impronta, e se, come taluno disse, ha il difetto di rimembrare un motivo che nel progredire del pezzo non vico trattato, a nostro debole giudizio ha però sempre in quel motivo l’opportunità d’indicaie a primo aspetto da (piale spartito il pianista abbia voluto desumere il suo componimento. Le maestose frasi della cavatina del basso sono (piindi con tale magistero trascritte che fi uditore non può a meno di esserne penetrato, particolarmente laddove esse vengon elegantemente aggirate fra una successione di spiccali passi a sestine che danno all’eletto squarcio un risultalo altrettanto cantabile che brillante. Sorpassate molte battute che si scorgono esser stale indispensabili per condursi dal tuono di do a quello di ou’ bemolle, avvi un allegro deciso nel (piale i suoni del pianoforte funsi emuli de’ clangori delle trombe c si rispondono gli uni agli altri come se si trattasse di due coorti distinte: queste energiche due pagine inducono un marcato contrasto nel pezzo, che altrimenti avrebbe potuto esser tacciato di uniformità, e rendon più insinuante. l’espressione del successivo andante col tema del terzetto che risuona appassionato fra accompagnamenti per così dire desunti dalla famosa marcia del Verdi, c passando alla mano sinistra vieil infioralo da vaghi ornamenti. Poscia incontrasi un altro allegro deciso pure eroico e marziale, toslo troncalo da una cadenza a note alternale fra una mano e l’altra, genere di passi spessissimo usati nel corso dell’opera iìì.’1 di Gambini, la cui perorazione., nella misura di dodici a otto, è stabilita sulla replica di una parte dell’imponente cavatina del basso fra accordi cd intrecci sì sonoramente calcolali cd avvedutamente colorili che sembra il pianoforte trasformarsi tal volta nella poderosa massa di un’intera orchestra, c tal’altra nelle esclusive soavi voluttà dell’arpa. L’autore quanto prima visiterà la nostra capitale e speriamo che non mancherà di farsi applaudire in questa pregevole sua fantasia di concerto, non che in quella sui Lombardi (ancora inedita) della quale proclamansi meraviglie, e di cattivarsi speciale attenzione pel Colombo, partitura oramai dal Gambini condotta a buon termine. Coop, che dalla desinenza del proprio nome potrebbe supporsi inglese od americano, è di nascita italiano. Anch’esso può e deve servire, se è possibile, a far ricredere gli stranieri sulla condizione nostra islromcn(ale da loro all’eccesso bersagliala, senza accorgersi essi ora trovarsi in uno stalo di decadenza che il lustro delle passale loro glorie rende più evidente. E. Coop da qualche anno abbandonò Messina sua patria per utilmente ed onorevolmente attendere all’insegnamento in Napoli. La sua graziosa fantasia sulla canzone Io te voglio bene assaje f ), ebbe in Italia un successo lusinghiero e varie edizioni. Da questo pezzo principiò fra noi la di lui carriera di compositore pianista, giacché quanto ebbe innanzi a pubblicare non sorpassò i confini delle due Sicilie. Giudicando dalla suddetta fantasia arguimmo che l’autore non sarebbesi arrestalo a metà cammino. 1 due pezzi che ora abbiamo soli’ occhi confermano quel nostro pronostico e ci offrono la gradila occasione di encomiare un giovane che assai bene potrebbe riuscire anche in travagli di vera entità artistica, ne’quali, cioè, gli slanci dell’immaginazione fossero saviamente sorretti da validi aiuti della scienza. - Le melodie della fidanzala Corsa di Panini, al Coop offrirono gli elementi per metter insieme due fantasie (*), la più lunga delle quali, preceduta dall’epiteto grande venne dedicala a Thalberg. Vi si rimarcano dei passi leggiadri ed accurati, degli squarci sonori ed efficaci, degli andamenti bene appropriali all’istromcnlo, ed una fusione di differenti stili, la quale, se toglie il carattere di originalità, giova dare a’pezzi quella varietà che il pubblico seduce e diletta. Suonata.... Ecco alla line un titolo da lungo tempo obhlialo da quasi lutti i moderni nostri istromentisli! Oh quanto volentieri Io abbiamo letto! In quest’epoca di fantasie (!!) vi vuol coraggio per cominciare un nuovo frontispizio col molto sonala da nostri padri tanto favorito c reso stimalo. 11 signor Porcili pertanto riceva le nostre congratulazioni; il suo pezzo per pianoforte c violino (’) a facili melodie colla scorta del suo titolo da alcuni buoni gustai musicali potrà guardarsi con occhio benigno; basta che non sia veduto da severi barbassori dalla bianca chioma, i quali non sappiamo se potranno trattenersi dal rabbuffare, l’autore per aver temilo la sua suonala ristretta a sì limitale e. magre proporzioni da rendere ad essa agevolmente applicabile analogo diminutivo. Le Variazioni per pianoforte e violino sopra motivi de’ Puritani c della Sonnambula (’) scritte da Ricci c fiora vanii cominciano e progrediscono meglio che non finiscano: le introduzioni e le variazioni dei due pezzi, sebbene He v/.eggino e Briimrcyiymo, contengono (pia e là de’ traili buoni ed aggradevoli assai più de’ finali, alquanto comuni e triti. Se non erriamo, Ricci c Fiora vanii per la prima volta si associarono per comporre de’duetti, e. perciò queste urinazioni vanno tenute, siccome un esperimento non mancato c che offre speranze per l’avvenire de’loro autori. I. C. (// seguito in altro numero). NB. 1 pezzi segnati col (*) sono editi presso Ricordi. GAZZETTINO SETTI1U1ULE i>i nu.Aìo — Leggesi nella Fama. - Martedì, 20 corrente, l’I. R. Teatro alla Scala inaugurerà la stagione d’autunno coi Caputeti c i Jdonlecchi di Bellini, affidati alle signore Carlotta Gruitz (Romeo), Mai ietta (iresti (Giulietta), Gennaro Ricci (Tebaldo) e Camillo Fedrighini (Capellio), - c col Fromafeo di Vigano riposto in iscena dal coreografo Augusto Ibis. - Ecco ora l iniera Compagnia di canto per l’imminente autunno: Rita Gallassi, Carlotta Gruitz, Marictta Gresti, Angiola Arigli, Teresa Ruggeri e Felicita De Bayllou; Carlo Guasco, Luigi Cozzarli, Gennaro Ricci, Felice Genovesi, Luigi Bottagisi e Bartolomeo De Gattis; Ignazio.Marini, Camillo Fedrighini, Giuseppe Mancasi, G. Lodi, A. Benciolini, N. Marconi. - Si daranno due Opere espressamente composte, l’ima del maestro Gualtiero Sanelli col titolo JErmengarda, l’altra del maestro Pasquale Bona. — In una delle scorse sere avemmo la fortuna di ammirare un vero portento di esecuzione istromentale nella casa degli ottimi fratelli signori Mnja, che tanto si distinguono nel coltivare la più bella fra le arti. La meraviglia era destata (la due giovani allievi del nostro I. R. Conservatorio, inslituto in cui precipui fasti ascrivonsi a’valenti istromculisti clic v’intrapresero lodevoli sludj. - Boltesini cd Arpesani coll’immenso loro istromento alla mano scesero sull’istesso campo come due generosi atleti, gareggiando di bravura, di precisione, d’intelligenza, di anima, di gusto, di forza ncll’interprçtare due duetti per contrabasso composti dal primo di essi. Mai avevamo udito concertati i colossali islromcnli, pietra fondamentale di ogni orchestra, fondere insieme i loro sonori c pieni suoni, interpolatamente emulando le vibrazioni del violino, la dolcezza della viola, c l’espressione del violoncello. Al primo pezzo, ricco di omogenei c toccanti concepimenti, di scelti accordi, di svariati cd effettuosi passi, fra cui certi trascendentali arpeggi e salti, ben compelevasi il titolo di fantasia, che dall’attiva facoltà inventrice della mente interamente derivava. [/altro consisteva in un pot-pourri desunto dalle più belle cantilene del Cigno di Pesaro a larga mano versate nelle celebri sue serate, che nella musica vocale da camera operarono un singolare rivolgimento. - Tutti gli spettatori stupefatti c commossi esclamarono ad una voce: - Ecco due artisti che in oltremonte potrebbero porgere nuova prova della preminenza musicale italiana, come or ora fecero Cavallini e Piatti». Il trai lenimento acquistò maggior interesse ed apportò continuo diletto mercé eziandio l’applauditissima esecuzione sul pianoforte della vispa ragazzetta signora De Filippi, diavoletto di precoce abilità e di sicurezza: essa in un brillante pezzo di Herz generò unanime stupore c rnerilossi fervide lodi, che si diressero pure alla maggiore di lei sorella che tanto bene la ebbe ad ammaestrare; poscia si provò nel conosciuto trio di Soliva ove venne assecondata dal bravo violinista Arditi c dal Moja sotto ogni riguardo eccellente professore di violoncello c che pel bisogno nostro dovrebbe esser fissato in patria. Questi due suonatori in unione alla.diletlanle signora Pages, di scorrevole maneggio, ci fecero conoscere anche il terzo trio di Maysedcr, pezzo inferiore agli antecedenti deifi istesso autore. Nell’overtura dello Zampa, ridotta ] in sestetto emerse fi egregio Ferrara decoro del nostro Conservatorio e della nostra principale orchestra. — Giovedì, Festa dell’Assunzione di M. V. nella chiesa di S. Fedele venne eseguita una Messa del signor maestro Alinasio Francesco. La musica venne trovata degna di encomio, principalmente in parecchi brani del Gloria, c nel Mottetto. rsonzn; — Bebuamo. Lai musica dell’Emani piace. Collini nella parte di D. Carlo si attira tutte le simpatie. Sono pure applauditi con qualche fervore la Stroppimi ed il tenore Cinzani. — Bi iii.ivo. Alla prossima esposizione delle belle arti vi saranno 150 pianoforti. — Il maestro di cappella Ottone Nicolaj è partito da Berlino per Konisbcrga per far eseguire la sua grande ouverture sacra sopra un corale, in occasione della festa centenaria di quell’Università. Prima delia sua partenza Sicolaj ha avuto 1 onore di far eseguire dai cantanti del coro liturgiaco, alla presenza delle LL. MM il re e la regina, il suo Pater no.vterad otto voci. - La sua opera il Iempiano sarà data I inverno prossimo dagli italiani. Un’opera tedesca II ritorno del Proscritto è stata accollala dall’Opera Reale. — Bonn. La speranza di vedere collocato quest’anno il monumento di Beethoven non sarà realizzata; questo ritardo proviene da diverse circostanze che troppo lungo sarebbe di qui enumerare. L inaugurazione è stata fissata alla primavera prossima; sarà una vera festa per il paese: vi avrà luogo un gran festival che durerà tre giorni. Il sito scelto per la collocazione della statua del grande compositore è la piazza Munster, circondata da un doppio viale di tigli e situata in uno dei quartieri più frequentali della città. — Brusselles. La compagnia tedesca che trovasi ora in questa città diede l un notte a Granata, opera di Corredino Kreutzer: lo stesso autore ne dirigeva l’orchestra. Sebbene la stagione dei concetti sia passata, diversi artisti celebri, il clarinettista Cavallini. Piatti il violoncellista, Dòhler et Géraldy, clic qui si tiovaiono, si fecero sentire con gran successo in una soirée improvvisata. — In occasione della kermesse o festa di Brusselles, la società (l’armonia, fi Unione, ha dato sotto la direzione del sig. Snel un gran festival. Il Belgio è il paese ove si coltiva con più gusto e. diletto gli slromenti a fiato: le così dette società d’armonia vi sono numeroso, c la rivalità che esiste fra esse mantiene il progresso. Il sig. Snel, violinista rinomato, compositore e da lungo tempo capo d’orchestra del teatro di Brusselles, si c dedicato specialmente alla formazione, allo sviluppo cd al progresso di questa società (l’armonia. - Dopo aver diretto per più anni la Grande Armonia di Brusselles, ha fondato una nuova associazione che si è prodotta in pubblico per la prima volta in questo festival. — Caen. Un festival ebbe luogo nella nostra città. L’orchestra, abilmente diretta dal sig. Gervais. ha eseguito con tutta la precisione desiderabile le ouvertures d’Oberon, del Freyse.hiitz, di Guglielmo Teli e la sinfonia in do minore di Beethoven. Diversi cori di Rossini, di Hiindel e d’Halévy sono pure stati ben cantati dai dilettanti della nostra società filarmonica. In somma questa festa, alla quale ognuno si affrettò a rendersi, è stala brillantissima, e sarà per lungo tempo uno dei più deliziosi souvenirs per gli amatori di musica. — Colonia. La società di canto di questa città ha riportato il premio al concorso aperto alla gran festa di canto a Gami. Questa gara musicalo è stata senza dubbio la più rimarchevole fra tutte quelle che hanno fin (pii avuto luogo nel Belgio. Più di due mila persone vi assistevano: ventiquattro società di canto si disputavano il premio. Esse cantarono ognuna alla lor volta; quella di Colonia contava quarantotto membri. 1/ opera assegnala a quest’ultima er.i assai più diffìcile di quella delle società di Rolando di l’attrc, di Brusselles. e i cori di Bruges avevano già avuto un bel successo. Un profondo silenzio regnava allorché la società di Colonia intonò 1/approssimarsi della primavera di Oarradino Kreutzer, che fu salutata da una esplosione di applausi. Circa seicento cantanti presero parte al concorso. Il premio consisteva in una medaglia d’oro con Silo franchi contanti; questa somma fu in seguito trasmessa ai poveri delia città, a beneficio dei (piali i cantanti di Colonia han dato un concerto. — Livorno. Bene il Bonifazio de’ Geremei del principe Poniatowski prodottosi su questo scene il 4 agosto colla Gazzaniga, Panconi, Ronconi Sebastiano, Salandri e Fallar. Venne coronato il compositore. — Lo.nihia. Moriani ha finalmente potuto prodursi nella sua parte di predilezione, Gennaro, di Lucrezia Borgia, uno de’ più grandi capidopera del fecondo [)onizclli. Gennaro, (piai fu reso da Moriani, è slato un vero trionfo drammatico. Giammai ne fu dato vedere al teatro la potenza dell’espressione tragica spinta più in là. (ionie cantante, Moriani non fu mono ammirabile, e vi spiegò un metodo, una purezza e un sentimento perfetti- (Le Monde MusicalJ. — Li becca. La festa di canto della Germania del Nord è stata qui celebrata con grande solennità. Il concerto ha avuto luogo alla chiesa di Santa Caterina; il numero degli esecutori elevavasi a quattrocento. — Lucca II JVabucodonosor ebbe il suo solito successo trionfale, anche in questa città. Lo cscguivan la De Giuli-Borsi, De Bassini e l’orto. — M ausigli v. Liszt ha dato due concerti al teatro in presenza d una folla immensa. L’incasso di ciascuno di questi concerti ammontò a 5000 franchi. Descrivere, dice un giornale di Marsiglia, l’impressione straordinaria prò [p. 140 modifica]~ Q o O

dotta da Liszt, il caldo entusiasmo, appena compresso

) per il bisogno d’ascoltare, che alla fine (fogni pezzo si 5 cangiava in una esplosione d’applausi incessanti c di bravo frenetici, è lo stesso che ripetere ciò che i gior| nali d" Europa hanno detto dappertutto. | — I cantanti d Oltre-Rcno sono (pii in una posi’ zionc delle più disgraziate; e sebbene i cori siano d una perfezione rara, ed alenili artisti, le signore Marqueta, Partcschez e i signori So»,vaile e Werner possiedano un talento conosciuto, il pubblico è sempre fieddo a’loro invili. Fidelio, Norma, Romeo e Giulietta non hanno avuto che pochissimi spettatori. Freyschiitz e la Notte a Granala al tirano qualche amatore di più, ma, ohimè! il gran deserto di Sahara potrebbe essere rappiesentato dall’interno della nostra sala di spettacolo. Intanto ci si promette Liszt col suo pianoforte e colla sua sciabola (f onore...! — Nicoli. La Vigliardi che tentò il suo primo esperimento in Milano la scorsa stagione al teatro Re, e con sì bel successo, ebbe pure sulle scene del Teatro Nuovo di Napoli un lusinghiero accoglimento nell’opera I Puritani. — Niova-Yohk, La signora Damorcau e Arlot partirono il 16 luglio per T Havre. La signora Damorcau, cedendo ai voti del nostro pubblico, che. dopo averla applaudita nei concerti, desiderava applaudirla anche al teatro, ha messo in scena due opere italiane, nelle «piali ella ha sostenuto le parti principali: Isabella, dell’italiana in -digerì, c Rosina, del /torbiere di Siviglia. La signora Damorcau è siala mirabile come caillante e come attrice. Arlot ha avola la sua parie del trionfo. — Padova. Freddamente la Maria di Rohan. — Parigi. Grande Festival dell’industria a Parigi. • Prima giornata. - L’idea cotanto ardita di riunire sullo una bandiera unica lutto che Parigi racchiude d’artisti esecutori, per farli concorrere ad un gigantesco insieme musicale, si è finalmente realizzala giovedì l.° corrente. Anzi tutto, (onvien rendere un’ampia giustizia all’ingegno organizzatore che aveva radunalo gli elementi disseminati d’una solennità di questo genere. Ella non è una volontà ordinaria, una volgare attività che spiegarono il signor Berlioz ed il suo luogotenente Strauss in questa difficile congiuntura. Un migliajo di artisti inscritti, convocati, disciplinati; prove parziali, prove generali, disposto il palazzo dell’esposizione, formato il programma, un’immensa massa assai ben diretla; tali sono, ommessi i dettagli sempre innumerevoli in simil caso, i travagli che il signor Berlioz ha saputo condurre a buon fine nel breve spazio d’un mese. L’eccellente disciplina regnala durante tulio il concerto in quest’armata musicale, ha sorpassato l’aspettativa degli.spellatoci c dei critici; non si poteva ideare che mille persone, riunite in fretta, e non avendo fatte che pochissime prove, fossero in caso d’osservare una misura così esalta, una così completa unità. Lo splendido risultalo di questa solennità, consideralo da un punto di vista puramente artistico, manifesta eziandio in modo incontestabile la potenza e la grandezza dei mezzi musicali di Parigi. Solo uno sbaglio, ma uno di quei sbagli radicali, completi, irrimediabili, ha distrutto qual fatai maleficio il bel risultato che si era in diritto di attendere dalT energica attività del signor Berlioz, dall’ammirabile zelo degli artisti che l’avevano sì valorosamente secondato. La collocazione dell’orchestra e dei cori, disposti nel mezzo della galleria delle macchine, divideva in due parti eguali T immenso edificio... L’orchestra era addossata al muro nel senso della larghezza, ed i cori erano situali a piè dell’orchestra. Questa malaugurata disposizione ha distrutta tutta la sonorità. Certamente che non si andava al festival per godervi quelle finezze d’esecuzione, quella eleganza di stile c di colorito che la grandezza del locale rendeva impossibile; ma vi si andava per essere presi, atterrali, fulminali dalla potenza dei mezzi sonori impiegali. Era musica a fresco, se è lecito di così dire, ove il perfetto, l’armonioso. il delicato doveva cedere il primato ai grandi effetti, alle forte accentazioni, ai tocchi vigorosi; ebbene! nulla di tutto questo. Una persona che avesse inteso per la prima volta la chiusa maggioro della preghiera di Mosè. la perorazione dell’ourer/iire del Freyschiitz, il crescendo della sinfonia in do minore, ed i rolli dei timballi e dei tamburi del coro della benedizione dei pugnali, non potrebbe mai immaginari’, culla sola impressione che ne avrebbe ricevuta al festival, l’immenso elìcilo di questi pezzi eseguiti coi soli mezzi ordinar]: era a cadere di stupefazione. Venti trombe, sonanti all’unisono c con tulle le loro forze. non rendevano più suono di una tromba di cavalleria, sonante la carica in piena aria. Inoltre, questa malaugurata disposizione dei locale aveva tolto il proprio timbro a tulli gli strumenti. 1 cori erano meglio situati; cosi essi hanno prodotto un grande effetto nei pezzi ove sostenevano la parie principale; per esempio nella stupenda preghiera di Mosè, in quella della Muta e nel canto nazionale di Carlo FI. Meno felici sono stali ncll’/nao della Francia del sig. Berlioz, nel (’auto dei lavoratori del signor Mereaux, e nelf/uno a Racco di Mcndclssohn. Ma, ne e loro la colpa? E permesso dubitarne. L*ouverture della Festal-, ed i curi del quarto atto dell’-drmida di Gluck non hanno |piodotto grande sensazione..Ma perché togliere nell’opera di (ìluck le cose graziose che sono un po’ invecchiale, in luogo di scegliere i pezzi energici che si riscontrano in sì grande quantità? Era forse per meglio preparare la Marcia al supplizio? Ciò è probabile: ma non era una compensazione sufficiente. L’Inno della Francia del signor Berlioz non ne parve avesse le qualità che costituiscono un cauto nazionale. Dei frequenti cambiamenti di misura in una strofa di piccola dimensione tolgono la chiarezza de) ritmo, ed impediscono di comprenderne l’insieme a primo colpo, il primo scopo delle composizioni popolari. In conclusione, il successo musicale delia festa è slato per la Preghiera di Mosè, c ciò doveva essere; il suer cesso politico, per il canto nazionale di Carlo FI; questo pure doveva essere. Il signor Dieppo ha suonalo a perfezione il suo solo di trombone in onore delle vittime di luglio. Alla line della festa, le più migliaja di personevhc empivano il palazzo dell’industria si sono ritirate in buon ordine, ed il grido di stupore uscito dalla lor bocca, per il poco effetto ottenuto con mezzi sì giganteschi, lia fatto vibrare gli alberi secolari dei Campi Elisi, in maniera da rendere gelosi i mille musicanti del signor Berlioz. (Dalla France Musicale). — 11 Débats riferisce che S. A. IL il duca di Montpensier il giorno stesso del primo gran concerto del Festival, al quale aveva assistito, ha fatto tenere al sig. Berlioz in segno di soddisfazione un magnifico vaso di porcellana. — Il Re ha ordinato un organo per la cappella reale di Dreni ai signori Cavaillé-Coll, padre e figlio, i valenti fabbricatori dell’organo della basilica di Saint-Denis, i quali hanno ottenuto la medaglia d’oro all’esposizione. — Il giovane tenore (lardoni, dicono i giornali di questa capitale, non esordirà che nella grand’opera nuova che si prepara per quest’inverno, e di cui il sig. Niedermeyer compone la musica. — Siena. Venne qui assai bene accollo II Contedi Lavagna del maestro Mabellini. Eseguivano quest’opera la Barbieri-Nini, la Bertolini-Raffaeli!, Castellali e Mira). — Vicenza. Giovanna prima di Napoli del maestro Coppola non ebbe qui quella lieta fortuna che pur seppe meritarsi alcuni mesi sono sulle scene del teatro di Piacenza. Fra gli esecutori si dà lode al solo Valli. — Vienna. È qui atteso il signor Beriot col suo figlio. Egli ha l’intenzione di andar a trovare sua moglie che da qualche tempo si tratliene in una villa nelle vicinanze della capitale. Il suo soggiorno sarà quindi di poca durata. — Simone Sechter, maestro del fanciullo Giulio Benoni, pubblica nella Gazzetta Musicale di Fienna una lettera, ove dice che il suo scolare ha finora fatti (piasi troppo grandi progressi, essendo egli già allo studio della fuga. — La solenne distribuzione dei.premj del Conservatorio di musica in Vienna ebbe luogo il I.® corrente. I premj consistevano parte in medaglie d’onore, parte in opere musicali. 1 premiati furono 36; il numero totale degli allievi è di 19 1, cioè 48 alunne e 146 alunni. — WiEximiEN. Al Cursaal di questa città ha avuto luogo il primo concerto della stagione, disposto dal signor c dalla signora Uccelli di Firenze; questi artisti si sono falli vantaggiosamente conoscere in una serata musicale data al teatro dell’Odèon a Monaco. ALTRE COSE — Il violinista Bazzini badato tre concerti a Imbecca, e vi destò grande entusiasmo per la sua perizia. Egli esegui con perfezione artistica le composizioni di Paganini. Beriot, Pruine c Ernst, cui fece precedere le proprie sulla Norma c sui Puritani. I suoi numerosi concerti in Copenaghen, Odensca, Svendborg, Kicl gli valsero la generale ammirazione. — 1 Concertidei sig. Mortier de Fontaine in Warschau ebbero splendido successo; le arie tolte da Mitrane e dalla Favorita di Donizetti. alcune nuove romanze francesi di Luigia Pugct eseguite dalla signora Mortier eccitarono entusiasmo. Il signor Mortier si mostrò valente pianista nel quarto Concerto di lliindel, nella Fantasia di Liszt sulla Niobe e nel Notturno di Chopin. La coppia artistica è partita per Breslavia. — L’Accademia di Santa Cecilia a Roma nato membri sorte. — Donzelli prossimi. d’onore il Ile di Baviera e la canterà a Napoli l’autunno c il ha nomisua Concarnovale canterà più a tenore decantato, ha cangiato d’idea e non Parigi nel vegnente autunno, ma bensì invece a Mosca. — Antonio de Kontski lasciò teste Parigi per recarsi a Dieppe. all’Havre, a Nancy e Metz. Questo pianista di prima forza ha l’intenzione di dare dei concerti in ognuna di quelle città. XCOVE PUBBLICAMI MUSICALI DELL’I. II. STABILIMENTO NAZIONALE PRIVILEG.0 Di GIOVANNI RICORDI (LANNER’S NACHLASS) iter Pianoforte 15600 Fascicolo II. Fr. i 11 fascicolo I fu già pubblicato sotto il 15597. Dramma lirico in quattro parli di f-io..Viario Pinte MUSICA DEL MAESTRO Oltre i pezzi già annunciati nei fogli antecedenti si sono pubblicati anche i seguenti per Canto fon aeeomp.0 <11 Pfte 16221 1 6258 16259 16240 16156 16’167 16168 Preludio ed In! rod.,Allegri!...beviamo A’r. Scena c principio del Finale I I, Io son conte, duca sono x Sctìimino-Finale HI, Oh sommo Carlo, per 2 S., 2 T., Bar. e 2 B..» Festa da Ballo, Oh come felici gioiscon gli sposi!........ i» jper Pianoforte solo Preludio e dlnlrod., Allegri!... beviamo» Finale IH, lo son conte, duca sono u Festa da Ballo, Oh come felici gioiscon gli sposi!....... e L’Opera completa...... o 4 •2 20 ‘20 40 90 40 70 40 80 2 2 Stonilo sotto i torchi E Opera compieta per Piano» forte a quattro mani e le seguenti altre riduzioni dell’Opera stessa, cioè: Per Per Per Per Pianofor’e e Violino. Pianoforte e Flauto, •lue Violini c Viola, due Violini. Violino solo, due Flauti. Flauto solo. ARIETTA PER REZZO SOPRANO eon (15 CHIAVE DI sol) aeeomp.1 di Pianoforte 15991 Fr. 4 35 DE LOPERA DOW ’SEBASTIEN’DE C. DONIZETTI THANSCKITH pour liolon aver nccompagnemeiit de Piano pah 16129 Op. 51. Fr. 2 49 ANTHOLOGIE MUSICALE FANTAISIES BRIFFANTES pour le Piano SL’H LES MOTIFS FAVORIS u’ul’ÉllAS NOLVEALA PAH F» S. dTOVStt 16257 N. 10. Op. 65. Emani et Lombardi de Verdi.... Fr. 4 — Ball i. R. Stabilimento Nazionale Privilegiato di Calcografia, Copisteria e Tipografia Illustrale di GIOVANNI RICORDI Contrada degli Otncnvni A. 1720, e sullo il portico di fianco all l. II. /ealro olla Scalci. Giovanni Ruolini Eililorc-Proprictario.