Flora medico-economica/Classe XXIV

Classe XXIV

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Classe XXIII Proprietà e usi delle piante
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[Classe XXIVa. Crittogamia (Nozze o maritaggi nascosti) Fiori, in cui non si distinguono Stami nè Pistilli]

CCXVII. Equiseto. Spiga ripiena di ricettacoli peltati, i quali nella parte di sotto hanno da 4 — 7 indusii fatti a cornetto, che si aprono per il lungo. Stami 4. Germe ovato. Stilo o. Seme unico, nudo. 278. E. jemale. Cauli semplici, eretti, scabrissimi, che portano spighe alla sommità, vagine discolori, sfacettate, denti restati, affatto caduchi. Equisetum hiemale. It. Paltrufali, Setolone, Basperella, Asperella. Ver. Coda mussina, Spirel. Feb.   Marzo, Aple. Nelle siepi. Perenne. I suoi fusti assai scabri sono impiegati dat Tornitori, dagli Ebanisti ed altri artieri per lisciare i loro lavori. Quando erano in uso, si adoperava anche per pulire i piatti di stagno. Oss. Abbiamo varie specie di Equiseto, che non se ne fa alcun uso. Di quello dei campi, che trovasi nei luoghi argillosi umidi dicesi che sia diuretico, [p. 168 modifica]


Crittogamia Felci

Nei boschi specialmente di montagna. Perenne. La radice di sapor dolce un poco nauseante, poi amara è espettorante eccoprotica, ed è stata proposta per la rachitide, ma non è di molto uso. CCXX. Aspidio. Casella in punta rotondatasparsa(?). Indusio ombilicato (cioè fisso al centro ed aprentesi tutto all’intorno) o laterale (ossia che si apre da un lato). 281. A. Felce maschio. Stipite squammoso, frondi bipennate, pennette riunite alla base, bislunghe, ottuse, dentate a sega, denti mutici. Sori avvicinati alla costola di mezzo. Indusi reniformi. Polypodium Filix mas. It. felce maschia, Ver. Felise, Off. Filix mas.Caselle chiaro-fosche, annulo giallo-fosco. Giu . Lug . nei boschi o luoghi ombrosi. Perenne. Radice di sapor mucilaginoso-dolce, ingrato, aspretto, alla fine amarognolo, che si raccomanda molto contro la tenia e contro i lombrici(?). La dose in polvere è di dram. ss-j pei fanciulli, dram. ij-iij pegli adulti. CCXXI. Asplenio. Caselle in lineette dritte, sparse. Indusio laterale, che si apre al di dentro o verso la costola. 282. A. Ruta muraria. Frondi alla base bipennate, all’apice sempli= cemente pennate, pinnule rombeo-bislunghe, ottuse all’apice, ottusamente denticolate. Sori finemente confluenti. Asplenium Ruta muraria. It. Felce piccola dei muri. Ver. Ruta muraria. Sori lineari. Indusii bianchicci ottusamente denticolati al margine.



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Crittogamia Felci

Giu.  Lug.  Ag.  sui mura dalla parte di tramontana, nei luoghi ombrosi e nei pozzi. Perenne. È una delle capillari come la ceterana, il tricomene, la lingua cervina ed il capelvenere, che tutte si trovano nei luoghi umidi ombrosi sui muri e nei pozzi, e furono usate nel sciroppo di capelvenere, e da alcuni si usano ancora. Si prepara tuttora l’infuso, che per opinione del volgo và tra gli espettoranti e gl’incidenti. CCXXII. Scolopendrio. Caselle sparse in linee trasversali. Indusio dioppio occupando ciascun lato delle caselle, superficiario, aprentesi qual sutura longitudinale. 283. S. officinale. Frondi largamente lanceolate, cordate alla base. Stipiti con pagliette. Asplenium Scolopendrium. It. Lingua cervina, Fillitide. Ver. Lengua cervina. Off. Scolopendrium siv.e Lingua cervina. Giu.  Lug.  Ag.  nei fossi umidi, e nei pozzi, segnatamente in quello di Polazzo. Radice dolcigna, aspretta, e subastringente. Vedi sopra per l’uso alla Ruta muraria N. 282. CCXXIII. Pteride. Caselle disposte in linea continuata marginale. Indusio voltato in dentro dal margine della fronda coperto, e che si aprono dalla parte interna. 284. P. aquilina. Fronda tre volte pennata, pennoline pennatofesse, intatte; le ultime lanciolate. Pteris aquilina. It. Felce imperiale, F. maggiore. Ver. Felise.



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Crittogamia Felci, C. Muschj

Fruttifica d’estate. I Contadini , che chiamano questa veramente Felise, dicono che fiorisce la notte di S. Giovanni, e ciò per non vedersi mai fiori, e perché non sanno che la fruttificazione di tutte le felci si opera dietro le frondi, ossia sulla loro pagina inferiore. Trovasi comune sul monte. Perenne. Da noi non si usa che qualche volta per farvi filare i cavalieri; i Montanari però la usano per lettiera del bestiame. Contiene molto alcali e si potrebbe far uso delle sue ceneri per le vetrerje, e per lavare i panni invece del sapone. La radice dell’aquilina un tempo si usava contro i lombrici in dose di dram. ss. mattina e sera col miele. Ridotta in farina impastata con acqua e fattone palle si sostituisce al sapone. Oss. Si chiama aquilina perché tagliando lo stipite obbliquamente vicino alla radice si scorgono sul taglio alcune fibre oscure disposte in modo che formano la figura d’un aquila imperiale con due teste. CCXXIV. Ipno. Peristoma doppio; esteriore con 16. denti acuti, liberi all’apice, riflessi; interno con una membrana carenato-solcata in lacinie alquanto dilatate, prolungata con interposti cigli capillari. Fiore dioico, raramente monoico, maschio e feminino laterale ed in forma di gemma. 285. I. Cipressiforme. Cauli giacenti vagamente ed appena ramosi, rami incurvati all’apice. Foglie ovato-lanciolate, solcate, volte per un verso, senza nervature. Teca cilindracea, arcuata,




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Crittogamia Epatiche

quasi pendente; coperchietto conico-puntito, quasi incuneato. Hypnum cupressiforme. It. Borracina, Musco, Muschio. Ver. Muschio. In primavera s’aprono i coperchj e si educano i nuovi fiori. Varia moltissimo e trovasi comunissimo sulla terra, sotto gli alberi, vicino alla radice, sui muri, e sui tetti delle capanne, e delle case. Perenne. Ne abbiamo centinaja di specie tra di questo genere e di altri tra i muschi, tutti dei luoghi freschi, ombrosi, che non si usano, che per coprire gl’innesti a marza onde mantener fresca l’argilla, che vi si applica ed impedisce che screpoli. CCXXV. Marcenzia. F. M. sessile o peltato. F. Fem. Casella a ombrella emisferica con più di 4. denti e che si apre nella cima, sostenuta da un filetto o Ricettacolo comune. 286. M. polimorfa. Frondi ottuse, lobate; ricettacoli un poco piani, orbicolati; il femineo profondamente 8-10-partito. Lacinie lineari, sterile (maschio?). 8-10-lobato, con denti larghi rotondati. Marchantia polymorpha. It. Epatica, Fegatella. Ver. Marcanzia. Le fruttificazioni si vedono nell’estate nei pozzi e sui sassi umidi dei luoghi acquitrinosi. perenne. Era un tempo usata pei mali di fegato e della vescica. CCXXVI. Parmellia. Scodelle grosse e quasi membranacee, quasi piane o convesse, elevate sopra il Tallo con l’orlo libero. (Tallo vario). 287. P. parietina. Tallo orbicolare, giallissimo, sotto più pallido con fibre, lobi radianti, avvicinati, piani, dilatati all’apice, rotondati,


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Crittogamia Licheni

crenati, crespi; apotecii dello stesso colore col margine interissimo. Lichen parietinus. Linn. Ver. Muschio zal, Macchie zale die arbui, die sassi. Vive sui tronchi degli alberi, sui muri, sui tetti, sui sassi, da per tutto comune. Fu lodato come succedaneo della china per le febbri intermittenti. Fu adoperato bollito nel latte per l’itterizia, ed Staller lo crede buoco come astringente per la diarrea. Vive a spese degli alberi od almeno impedisce la loro traspirazione, tanto è vero che trovasi principalmente sugli alberi malaticci, onde sarebbe utile il liberarneli ed impedirne la riproduzione colle lavature di acqua di calce. CCXXVII. Cetraria. Pelte appianate in forma di scodelle, attenuate verso il margine, sessili, nel contorno staccate, libere. Disco piano, convesso colorato. Orlo (accessorio) nero, sottile, intero o intaccato, sotto libero del colore del Tallo (Tallo foliaceo, o membranaceo-coriaceo, liscio, laciniato). 288. C. Islandica. Tallo olivaceo, castagno, sanguinolento, bianchiccio, sotto più bianco;lacinie un poco erette, sublineari, moltifesse(?), canalicolate, dento-coliate; le fertili dilatate; apotecj avvicinati, piani concolori; margine talloide elevato, interissimo. Lichen islandicus. It. Musco, o Lichene catartico. Vive sulla terra anche nei nostri monti, ma raro assai. Fresco è purgante, secco è amaro, mucilaginoso, nutriente, e molto




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Crittogamia Licheni

raccomandato nella tosse, nell’emottisi, nella tabe. La dose della pianta secca è di O.e ss-j in acqua o latte lib. ij bollita sino alla rimanenza della metà. Se ne prepara anche gelatina colla gomma arabica, zucchero ed una tenace dose d’opio; paste assai utili nella tosse e nella tisi. CCXXVIII. Stitta. Ricettacolo universale fogliaceo, coriaceo-cartilaginoso espanso, lobato, sotto libero, villoso, con scodelle, soredii, o aspersi internamente di macchie. Parziale scudelliforme, sotto formato dal tallo affisso ed avvicinato al medesimo nel punto centrale. La mina proligera formante il disco, colorata, piana, entro celluloso-striata, cinta dal margine talloide che la supera. 289. Stitta pulmonacea. Tallo cervino-olivaceo, lacunoso, reticolato, sotto villoso; papille nude, pallide; lacinie sinuato-lobate, retuso-troncate; apotecii submarginali, disco piuttosto pieno, rufo, con margine talloide subrugoso. Lichen pulmonarius. It. Pulmonaria, Polmonaria arborea, Lichene polmonario. Off. Hb. Pulmonariæ arboræ. Sui tronchi, ed appiè degli alberi nei luoghi ombrosi e fra I muschj sul terreno. L’erba di sapore amaro, salso era un tempo ordinata per la tosse, l’emottisi, l’itterizia. CCXXIX. Peltidea. Pelte piane o incastrate nel bordo dei lobi, e che si alzano in sul tallo di sopra o di sotto (Tallo fogliaceo, coriaceo,




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Crittogamia Licheni. C. Alghe.

sotto tomentoso, venoso). 290. P. canina. Tallo cinereo-virescente, subtomentoso, sotto reticolato con vene cinereo-fosche; loboli(?) fertili, un poco più lunghi, riflessi al margine; apotecii terminali, alquanto retti, ripiegati di color castagno; margine talloideo, tenue, quasi crenulato. Lichen caninus. It. Lichene canino, Musco canino. Ver. Muschio canin. Off. Hb. musci canini. Trovasi serpeggiante sulla terra, tra i muschj e nelle siepi, nei sterpi, e segnatamente intorno la Rocca di Monfalcone. Gran fama erasi acquistata un tempo questa specie di Lichene contro il morso dei cani rabbiosi. Ma non c’ha presentemente chi creda a questa pianta per la cura di si terribile malattia. Off. Dei tanti Licheni, che abbiamo, i quali vanni poco lontano dal centinajo di specie, nessun altro è di qualche uso. CCXXX. Conferva. Pianta filamentosa, fili intieri, o più spesso articolati, od anellati; entro e fuori granuliferi. 291. C. ruscellare. Fili semplici, lunghissimi, capillari, diritti, per disseccamento più evidentemente genicolati; genicoli tenuissimi, articoli compressi. Conferva rivularis. It. Conferva, Lino acquatico. Ver. Letti de crota. Nelle fosse d’acqua lentamente scorrenti si stende come un velo galleggiante sull’acqua di color verde: è molto fina e delicata. Rimanendo asciutti i ricettacoli dove vive si risecca in forma di




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Crittogamia Alghe.

membrana, o carta, che è detta Carta nostrale di Cortona, sulla quale è una lettera del Sig. Giovanni Strange, stampata a Pisa nell’anno 1764. CCXXXI. Fuco. Sporangi nascosti nella sostanza della fronda, ripieni di gelatina, sparsa di punti contenenti spore, le quali escono fuori per alcuni pori quando sono mature. 292. F. vesciculoso. Fronda piana, dicotoma, intera con costola in mezzo; vescichette nelle ascelle intere ed a copia, quelle che sono situate nelle estremità sono tubercolate. Fucus vesciculosus. It. ed Off. Querce marina. Ver. Erba marina. Il color della fronda è fosco-gialliccio, che disseccandosi diventa nero. Comunissimo sui sassi sottoposti all’acqua del mare ed in copia viene portato sulla riva della marina con molte altre specie, che sono pur numerose sulla nostra Sacca (lo spazio di mare tra la bocca di Sdobba ed il castello di duino) e che potrebbero sorpassare 30. di cui non fossi alcun uso tra noi. Perenne. Off. I. Altrove si raccolgono per ingrassare I campi e si bruciano per ottenere la soda, che s’impiega nelle fabbriche dei vetri e del sapone. Anzi in qualche luogo si tagliano perciò due volte all’anno. Off. II. Secondo le nuove scoperte, questa pianta siccome le sue congeneri, e le spugne con altre produzioni marine contengono un principio, che chiamasi iodio, che asconde un forte dissolvente




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Crittogamia Funghi.

si è usato con grand’avvantaggio nella cura del gozzo, per cui nella Svizzera sono stati liberati da tal mostruosità gran numero d’individui. Sgraziatamente essendosi usato di tal rimedio da medici ignoranti, che l’hanno somministrato senza le convenienti precauzioni, onde ne risultarono gravissimi accidenti, è quasi trascurato. Anche prima della scoperta del iodio fu usato senza conoscerlo con profitto bruciando le spugne ed applicandovi la polvere che ne risultava, col nome di Etiope vegetabile. CCXXXII. Boleto. Fungo vario, per lo più convesso, o piano a guancialetto; nella parte di sotto poroso per i molti tubi uniti insieme. 293. B. ignario. Soveroso, duro, cappello dimezzato, sessile, grosso ottuso, quasi liscio, ferrugineo-cinericcio col margine e pori convessi piccoli color di canella. Boletus ignarius. It. Lingua cattiva di susino e di melo, Fungo di esca. Ver. Fongo d’arbul, F. de susinar, F. de Pomar. Trovasi sui tronchi dei salici, dei frassini, dei peri, dei meli, dei Ciliegi, dei Pruni. Si può farne esca, ma non è così buono come quello dei fagi, o delle quercie, che è il Boletus fomentarius Linn., colla sostanza legnosa del quale, toltane la crosta e la parte tubulosa pestata con maglietti di legno per renderla più sottile ed imbevuta d’una soluzione di nitro, si ha l’esca che serve ad aumentare il fuoco, ed a fermare le emorragie.




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Crittogamia Funghi.

CCXXXIII. Agarico. Imenio lamelloso, lamelle radianti, semplici, parallele, miste spesso a più brevi. Capello piano suborbicolare per lo più carnoso, o membranaceo. Stipite raramente mancante, dritto o ascendente, quasi cilindrico con capello contiguo nudo o con collare, talvolta con volva alla base. 294. A. cesarea. Margine del capello ranciato, striato, lamelle gialle; stipite ripieno, giallognolo; annulo o collare a volva larga, bianchi. Agaricus cesareus. It. Uovolo ordinario o comune, o rancio. Ver. Fongo da magnar, Fongo de prà. D’estate e d’autunno nei boschi, sul monte, è mangiabile, e delizioso. Off. Dei tanti funghi mangiabili, che trovansi nel nostro paese, che non è però molto fertile in questa clesse di vegetabili a motivo delle poche pioggie cui è soggetto, appena tre o quattro specie se ne mangiano, ed anche queste raramente.La migliore e più ricercata si è il Phallus esculentus Linn. It. Spugnolo, Spugnina, Frippetta. Ver. Rasporoul(?), che non è tanto comune, e che suol trovarsi nelle olmare, poi l’agarico campestre. 295. A. moscario. Margine del capello ranciato-rosso, nitido, striato; verruche; lamelle e stipite quasi pieno, bianchi; volva squammosa. A. muscarinus. It. Uovolo malefico, Uovolo roseo, Uovolaccio,




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Crittogamia Funghi.

Tignola dorata. Ver. Fongo. Trovasi nei boschi, raro però, una sol volta l’ho trovato, perché è velenoso e pericoloso somigliando piuttosto l’antecedente, onde mettere in riguardo che ne potesse far uso, ne ho fatto qui cenno. CCXXXIV. Muffa. Peridio membranaceo, globoso, stipitato; da principio sub acquoso, pellucido, indi opaco. Sperule nude quasi correnti. 296. M. comune. Stipite semplice, peridio gonfio, nigrescente-grigio. Mucor Mucedo. Muffa, M. nera, M. bianca, M. canina. Sono varietà, che nascono ove succede putrefazione di pane ed altre sostanzemolli, la prima; nel letame di cavallo la 2a.; nello sterco di cane la 3a. Se ne danno ancora d’altre spezie che sarebbe superfluo di descrivere. Per impedirne la produzione basta conservar asciutta la roba, che si vuol preservare o tenerla in luogo sufficientemente freddo. CCXXXV. Uredine. Nessun peridio; Caselle (Sperule) uniloculari(?) per lo più sessili. Funghetti cespitosi nato sotto l’epidermide delle foglie e dei cauli erbacei, e rotta l’epidermide facilmente dispersi. 297. U. Filligine, o delle biade. Cespitoli grandi, irregolari, foschi o neri, occupanti le parti genitali. Capitoli minimi, globosi,





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Crittogamia Funghi.

sessili, spesso a vicenda connessi, che finiscono in una polvere copiosa nera, dentro filamentosa, la quale viene nelle spighe e nelle glume. Urede vegetum. It. Filligine, Ustillagine. Ver. Carbon dell’orzo, C. della vena. Nelle glume ed ovaje del frumento, dell’avena, dell’orzo, e di altri grani, per cui ne resta carbonizzata l’intiera spiga. Fino ad ora non si conosce rimedio, vedendosi anche nei campi privi del carbone o Golpe per esserne stata incalcinata la semente. 298. U. Fungo, o del Maise Cespiti grandissimi, irregolari, nigrescenti, copiosissimi, occupanti le foglie, il caule ed anche quasi intieramente le parti della generazione. Caselle globose, minutissime. Uredo Maijdis. It. Fungo, Carbone del formentone. Ver. Carbon del formentone. Nel formentone comune dopo copiose pioggie, e nei campi più fertili. Ne viene attaccato anche il cinquantino. Non ha rimedio ancor conosciuto. 299. U. carie. Cespiti nigricanti, occupanti tutta la parte dell’ovario, o del seme. Caselle sessili, sferiche (maggiori). U. Caries. It. Golpe, Volpe, Carie. Ver. Carbon del formento.





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Crittogamia Funghi.

Nei semi del frumento, per cui tutta la sostanza del grano è convertita in una polvere nera di cattivo odore e sapore, onde rende scuro e cattivo il pane. Il rimedio per questo è sicuro, consistente nell’incalcinatura a dovere eseguita, siccome insegnasi da tanti economisti, e da pratici contadini stati ben istruiti. Oss. I. Oltre le qui descritte spezie d’Uredine sono pur rimarcabili l’Uredo Rubigo It. Ruggine delle biade; dai Risaj, Cavolo del Riso, Brusone, che consiste in macchie rosse, o color della ruggine di ferro, che vedesi nella pagina superiore, raramente nell’inferiore delle foglie del frumento, e di altre gramigne dopo molta pioggia, e l’U. suaveolens. It. Uredine soaveolente della serratola campestre Ver. Giardone, e che ne copre tutta la paginainferiore delle foglie, spargendo un grato odore, e molte altre che si trovano sulle altre piante, ma tutte di poca importanza. Oss. II. Credo opportuno di osservar finalmente col Chiaris. Persoon non esservi in questi paesi quasi albero, od erba alcuna, le cui foglie od i fusti non nutrano qualche specie di uredine quale come gli Erinei, gli Eccidj(?) ed altri generi di funghi possono credersi di origine incerta. Non sono forse distinte spezie di vegetabili, ma uno scherzo della forza organica,





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Crittogamia Funghi.

anzi alcune come le Uredini, Ruggine delle biade, Carie del Mais, una morbosa propagazione di organi. CCXXXVI. Sclerozio. Vario di forma; corteccia corrugata, spesso dura; carne più o meno dura (forse seminifera?) priva di vene. 300. S. chiodo. Terete-conico, bruno, ottuso, subincurvo all’apice, entro bianco. Sclerotium clauus. It. Grano sprona, Grano cornuto, Segale cornuta. Ver. Carbon della segala. Nelle spighe delle gramigne, spezialmente nella segale, nelle cui glume in luogo di semi si trova lo sclerozio chiodo. Infortunio o piuttosto malattia, talvolta frequente, ed infesto all’uomo, cui produce vertigini, stupidità, debolezza, convulsioni. Si è però voluto usare in Medicina come deprimente, ma già andrà a finire come tanti altri medicamenti, che da principio s’innalzarono a Cielo e poi caddero nell’obblio. Off. Di oltre a 200 spezie di Funghi da me osservati qui in Territorio credetti attenermi alle sole otto qui esposte dal No 203 al 300 perché altre non ne ho credute d’importanza, assai poco uso facendosi qui dei finghi anche per la tavola.