Flora medico-economica/Classe XXII

Classe XXII

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[Classe XXIIa Dioecia. (2 case) Fiori con stami o maschj sopra una pianta e fiori con pistilli o femine sopra un’altra. ]

CCII Salice. Amenti cilindracei. Squamme uniflore, embricate. F. M. Stami 1 — 5, più spesso 2, ai quali anteriormente è posta frammezzo una glandola bislunga, troncata, piccola colorata. F. Fe. Germe 1. Stilo 1. Stimmi 2. Casella di una loggia bivalve, di molti semi papposi. 263. S. bianco. Arboreo, foglie lanceolate, puntite, pubescenti, sotto sericee, dentellate a sega, dentellature inferiori callose; germi quasi sessili, ovati, glabri; stilo breve. Stimmi bipartiti. Salix alba. It. Salicone, Salcio bianco, S. lombardo, S. da pertiche. Ver. Salgar, Racheta.

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Dioeccia Triandria.

Fio. In Aple. Albero. Nei boschi specialmente sull’Isonzo.
La scorza di questo, come pure del Salcio mandorlo, del S.caprino, del S. gentile, del S. giallo o di altri di sapor amaro astringente, roboante, stomatica, si loda come succedanea della china nelle intermittenti. La dose in polvere è di gr. xx a dram. j-ij. Della scorza secca dr. j si fa bollire in lib. j ss alla colatura di lib. j.
Oss. Vari altri salici abbiamo in paese, di cui sono noti gli usi sia per sostegno delle viti, come per cerchi, per legare, per ceste ed altro.
CCIII. Moro. Dioico, o Monoico. F. M. e Fem. In amenti distinti, ovati, densamente spigati, sessili. Ciascuno con perigonio quadrilobato, lobi concavi. Maschi. Stami alterni colle lacinie del perigonio, filamenti lunghi, prima dell’inflorescenza incurvi. Fem. Germe I superiore o libero, stili 2. Stimmi 2. Semi 1-2. coperti dal perigonio persistente, poliposo.
264. M. bianco. Foglie profondamente cordate alla base, ineguali, ovate o lobate, inegualmente dentate a sega (lucenti) piuttosto liscie.
Morus alba. It. Gelso. Ver. Morar de mora bianca, M. de mora rossa.
Fiori giallicci, Ag.to, Mag. Albero originario della China, e della Persia, ora spontaneo nelle siepi, negli sterpi, e ne ho veduti crescere sino sui muri, e nei cavi degli alberi vecchi p. e. in un pioppo dai semi stati portati forse dagli uccelli.
Si coltiva per mantenere i cavalieri, e dicesi ciò che si vuole, questo è il loro nutrimento naturale e più sicuro sino ad oggi. Lunghe esperienze ci faranno conoscere i veri vantaggi di quello delle Filippine. Le varietà del bianco sonosi

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Dioeccia Pentandria.

Moltiplicate assai, ma pare che in alcuni stadi della vita del filugello sia utile ricorrere al selvatico, o Moro dal seme.
I frutti del Moro, detti more sono dolci, mangiabili bianchi, rossi, o neri.
Oss. Il Moro nero detto in Ver. Morar de mora garba appena si conosce in paese. Del Moro papirifero non abbiamo che qualche maschio in Territorio, ed io credo d’averne uno dei più belli.
CCIV. Umolo. Masc. Perigonio in 5. parti. Stami con filamenti corti, antere lunghe. Fem. Perigonio di una foglia brateiforme, minimo, unito alla base. Germe I. Stili e stimmi 2. Seme uno con arillo dal perigonio moltissimo ampliato e membranaceo, cinto al di sotto.
263. U. Luppolo. Scandente; foglie cordate o trilobate, dentate.
Humulus Luppulus. It. Luppolo, Ver. Bruscandul, Urtizzon. Il frutto Cervosa.
Fiori verdognoli. Lug. Ag. Nelle siepi, e nei filari delle viti, e nei boschi ove si alza su pegli alberi avviticchiandosi in modo da stringerli a segno di segnarli a spira con forte ingrossamento del legno col trattenervi la salita e discesa dei sughi nutritivi. Perenne.
In Primavera si mangiano i nuovi getti, che sono ricercati come rinfrescanti e purganti il sangue. Si tengono anche come diuretici. I frutti di odor aromatico, tetro, sono amari, narcotici, e stomatici. Si usano di più per condir la birra dai Tedeschi, dai Francesi, dagl’Inglesi, ed anche da poco tempo dagli’Italiani, che non si vergognano di voltar le spalle al più prezioso dono, che la natura ha fatto al loro paese. Per noi: viva il vino,”Evoè Evoè viva Bacco il nostro Rè.” Così il Redi?.

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Dioeccia Pentandria. D. Esandria

Un tempo facevasi commercio rimarcabile della Cervosa.
CCV. Canape. Masc. Perigonio 5partito. Filamenti degli stami corti. Antere bislunghe. Fem. Perigonio fermo al lato. Seme I. Stili 2. Casella crostacea a 3. valve quasi globosa, piccola coperta dal perigonio.
266. C. coltivata. Caule eretto. Foglie peziolate, digitate; foglioline lanciolate, acutamente dentate a sega.
Cannabis sativa. It. Canapa. Ver. Canaipa, Canevo. Off. Cannabis samina.
Fiori verdini. Mag. Giu. Lug. Nativa della Persia si coltiva nei campi per far filo, tele e corde. L’ho trovata tante volte spontanea vicino ai villaggi. Annua.
I semi della Canapa contenenti un principio oleoso, mucilaginoso, di odor viroso, ha qualità calmante, sedativa. Si fa infuso ed emulsione da somministrarsi nella blenorrea, stranguria, tosse catarrale. La dose è di O. ss-j di semi in lib. jv. D’acqua per infuso. L’olio fisso, che si estrae dai semi può servire ad usi economici. Si dà ai Cardellini e Lucherini ma vanno soggetti all’epilessia.
Oss. I. I Contadini chiamano Canaipella il maschio, e Canaipon la femmina, dunque tutto il contrario del fatto.
Oss. II. Ecco un altro prodotto nostrale trascurato per un lusso malinteso. Le nostre contadine hanno quasi disimparato di filare per mandar denaro all’estero, onde ci vengono tessuti di cotone, che non hanno la durata del canape, e danno stracci di cui si fa carta, che tradirà tutti i nostri documenti perché in 40, o 50. anni andrà tutta in polvere.

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Dioeccia Ottandria

CCVI. Smilace. M. Perigonio campaniforme, patente, 6partito. Fem. Perig. del maschio. Germe I. superiore, stili 3. Bacca globosa a 3. logge.
267. S. Aspera. Caule aculeato, angoloso; foglie astato-cordate, lanciolate con sette, o nove nervature aculeato-dentate, coriacee.
Smilax aspera. It. Rogo, Cervione. Ver. Smilace.
Fiori bianchicci. Ag. 7bre. Nelle siepi, negli sterpi o nelle cretaje sul monte specialmente della Punta e dei Bagni assieme colla Rubia.
La radice mucilaginoso, amarognolo è diuretica, diaforetica. È congenere della salsapariglia e può farne le veci, anzi gliela fanno fare gli Speziali e gli Erbaiuoli nella sifilide, nelle cachessie, e nell’artritide. La dose della polvere è di dram. J-ij. Il decotto si fa con O. j di radice in lib. ij d’acqua alla colatura di lib. j. È di questo genere anche la Smilax chinadium Volg. Cina, Cina dolce, Cina gentile, che si usa in medicina.
CCVII. Pioppo. Amenti fissamente embriciati; squamme resciflore(?), la cera al margine, cingevicolate(?) alla base; fiori attaccati mediante il gambetto. Masc. Stami 8-20. Squamule alla base uscenti da un orciuolo obbliquamente troncato. Fem. Germe I. cinto alla base da un orciuolo. Stilo I brevissimo o nullo; stimmi 4. a due cavità, bivalve di (?) semi pappati.
268. P. nero. Foglie glabre da tutte due le parti, puntite, dentale a sega, deltoidee, col diametro longitudinale più lungo.
Populus nigra. It. Pioppa. Ver. Talpon.

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Dioeccia Eneandria. D. Monodelfia

Fior. Mar. Agto. Comune nei campi, albero.
Le gemme di quest’albero avanti d’aprirsi sono invischiate di una materia gialla, balsamica, odorosa, la quale unita al lardo(?) serve a fare l’unguento populeo lodato per l’emorroidi, ora non più usato.
CCVIII. Mercuriale. Perig. 3.partito. M. Stami 9-12. Fem. Germe didimo, bisolcato, cinto da filamenti 2. sterili uscenti da ciascun solco; stili 2. stimmi 2. Casetta di due coccole con due semi.
269. M. annua. Radice fibrosa; caule ramoso; foglie ovate, acute, dentate a sega, glabre, fiori maschj in spiga, peduncolati, femminili sessili, ascellari, quasi germinati.
Mercurialis annua. It. Mercorella. Ver. Marcoretta. Of. Mercurialis HB(?). Fio. Erbacei da Giu. All’Autunno, comunissima negli orti, nei campi (?) Vale moltissimo tra le erbe che muovono il corpo, si prende in decotto, e si dà per clistere, e bollita entra nei cataplasmi emollienti.
CCIX. Ginepro. M. amenti ovati con squamme in giro; antere 4-8 uniloculari(?). Fem. amenti globosi, squamme 3 concave, coadunate(?). Stilo brevissimo, o nullo. Stimma tubuloso aperto. Frutto o strobilo da tre noci, o cariossidi ossei, monospermi, cinti di squamme ….(?), bacchiformi, carnosi, piccoli.
270. G. comune. Foglie terne, patenti, acerose, puntite, più lunghe della bacca.
Juniperus communis. It. Ginepro. Ver. Zanevrar. Off. Juniperus. Fio. In Aprile-Mag. Sulla riva della Marina, e sull’Isonzo. Frutice

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Dioeccia Monodelfia. Poligamia Monoeccia

Le bacche del Ginepro fornite di un’olio volatile copioso, e di un principio resinoso, d’odor pregnante, sapor aromatico, dolce e grato allo stomaco, sono stimolanti e promovono l’orina ed i flati. Il legno gode delle stesse proprietà, ma più deboli. La resina(?) volgarmente detta Sandracca più raramente suol usarsi in medicina. Le bacche sono celebrate nell’idrope, nell’asma, nel catarro, nelle malattie della cute, nella dispepsia. La dose della polvere delle bacche o del legno è di dram. ss. Per l’infuso dram. jv. In lib. j d’acqua o di vino. Inoltre colle bacche si preparano estratto, Roob(?), acqua distillata, olio volatile, ed alcool.
CCX. Rusco. Perig. 6partito, patente, o raramente globoso. Filamenti riuniti in picolo tubo ventricoloso, portante all’apice 6. antere nei fiori maschj, nudo nelle femine. In queste germeI. Stilo I. Stimma I; bacca globosa, triloculare, loculi di 2. semi.
271. R. pungente. Caule ramosissimo, foglie sessili, elittico-lancio-late, pungenti, sopra florifore nude.
Ruscus aculeatus. It. Pungitopo, Ruschio, Spruneggio, Brusco. Ver. Ruschio. I getti freschi Scovette. Off. Ruscus.
Fio. Bianco-bianchicci col nettario violaceo-pallido. Bacche color di minio. Ag.to, Mag. Nelle siepi, e negli sterpi. Suffrutice sempreverde.
La radice di sapor dolcigno indi amaro si mette tra le 5. radici aperienti; il suo decotto si prescrive nella fisconia addominale; nelle malattie della cute, nell’itterizia, nell’idrope, nella soppressione dell’orina, e dei mestrui. I getti freschi detti in Ver. scovette si mangiano come gli asparagi.