Fisiologia vegetale (Cantoni)/Capitolo 12

§ 12 - Se la nutrizione avvenisse per assorbimento, come mai le radici riceveranno le soluzioni de’ materiali insolubili?

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§ 12 - Se la nutrizione avvenisse per assorbimento, come mai le radici riceveranno le soluzioni de’ materiali insolubili?
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§ 12. — Se la nutrizione avvenisse per assorbimento, come mai le radici riceveranno le soluzioni de’ materiali insolubili?


Ma voglio pur concedere che la nutrizione delle piante sia dovuta all’assorbimento dei materiali nutritivi in istato di soluzione, resta però ancora a sapere come le radici possano assorbire quei materiali che nel terreno trovansi allo stato insolubile.

Raspail, al § 1361 del suo nuovo sistema di fisiologia vegetale, si esprime come segue: [p. 31 modifica]

Le radici, non è a dubitarmi, sono gli organi destinati trasmettere all’elaborazione della pianta le basi terrose del suolo. Questa funzione non potrebbe aver luogo per altro meccanismo che per quello del succhiamento (succion, non significando assorbimento), perchè la massima parte delle basi terrose sono insolubili nell’acqua, solo veicolo che è permesso di supporre, poichè gli acidi, anche allungati, sono funesti alle radici.

Si dice che la massima parte dei materiali terrestri sono solubili, che altri lo divengono per mezzo degli alcali, ed altri col concorso dell’acido carbonico che si trova sciolto nell’umidità terrestre, introdottovi dalle piogge, o dalle acque di sorgente, o sviluppato dalla scomposizione delle materie organiche. Quest’acido carbonico convertirebbe in carbonati o bicarbonati solubili i sali insolubili. — Io pure so che la potassa e la soda nel terreno si trovano in combinazioni solubili; so pure che la potassa e la soda possono, in certe condizioni, favorire la solubilità dei silicati; e che l’acido carbonico, sciolto nell’acqua, è l’agente che può disciogliere tutti i materiali utili alle piante: ma nessuno vorrà negare che molti materiali, e fra questi i più importanti, nel terreno sono sempre allo stato insolubile, quali singolarmente il carbonato di calce, i fosfati di ferro, di calce e d’allumina, ed i silicati di allumina e di calce. L’acido fosforico, così utile ed indispensabile alla formazione delle materie azotate, non si riscontrerebbe mai in combinazioni solubili: anzi, disciolto artificialmente con qualche mezzo ed introdotto nel terreno, immediatamente s’unirebbe alla calce, agli ossidi di ferro, od all’allumina per formare composti insolubili.

P. Thenard (Institut. 3 fev. 1858) dice d’aver trovato un silicato di calce solubile nella proporzione di 6 decigrammi in un litro d’acqua; questa dissoluzione, carica d’acido carbonico, scomporrebbe per doppio scambio i fosfati d’allumina e di ferro, convertendoli in silicati; è [p. 32 modifica]la calce unita all’acido fosforico formerebbe un fosfato di calce solubile coll’eccesso di acido carbonico della soluzione. Confessa però egli stesso che:

Questi effetti nel terreno sono sfuggevoli, sebbene possano essere continui quando continuo sia il concorso dell’acido carbonico, perchè l’allumina e l’ossido di ferro s’impossessano immediatamente dell’acido fosforico, e ricostituiscono fosfati insolubili, e carbonato di calce parimenti insolubile.

Il carbonato di calce divien solubile quando, per un concorso d’acido carbonico, si converte in bicarbonato. Il bicarbonato, che non esiste fisso nello strato coltivabile, può nondimeno trovarsi in molte acque finchè non siano in libero contatto coll’aria, o che non trovino materiali cui cedere il proprio eccesso d’acido carbonico. In fatto, i tufi, le stallatiti, le concrezioni calcari, e molte fra le fossilizzazioni, sono dovute alla presenza d’un bicarbonato calcare, il quale, trovatosi in condizioni da lasciar svolgere un equivalente d’acido carbonico, si depositò come carbonato, ricoprendo o cementando materie organiche od inorganiche. Ma alla superficie del terreno è impossibile la formazione e la conservazione d’un bicarbonato di calce.

Persino il carbonato di ferro affatto insolubile nell’acqua pura, vi si scioglie sensibilmente in concorso dell’acido carbonico, come evidentemente scorgesi in molte acque di sorgente, le quali depongono immediatamente sugli oggetti il carbonato di ferro insolubile, appena che riescano in contatto libero coll’aria. Anche in questo caso si sviluppa l’eccesso di gas acido carbonico che teneva disciolto il carbonato, appunto come avviene col bicarbonato di calce che serve alla formazione delle stallatiti, tufi, ecc.

A tale riguardo, una cosa che a me sembra aver molta importanza è la seguente. Noi troviamo che tutti gli alcali, alcali terrosi, terre e metalli, o meglio i loro [p. 33 modifica]ossidi che entrano nella costituzione solida delle piante, quali sono quelli di ferro e di maganese, la silice la potassa, la soda, la calce, e la magnesia, possono disciogliersi nell’acqua che contenga una quantità più o meno rilevante di acido carbonico. Anzi può dirsi, che quei materiali inorganici costituenti il terreno coltivabile, che sono o possono essere disciolti dall’acido carbonico, tutti, in maggior o minor proporzione, li troviamo nelle ceneri delle piante. Ciò non pertanto uno ve ne ha che non fu mai trovato nelle ceneri, e che pure fa parte de’ migliori terreni; e questo è l’allumina. Ebbene, sarà caso, ma l’allumina è la sola materia inorganica del terreno coltivabile che finora non si conosca allo stato di carbonato. E non è a dire che l’allumina non possa trovarsi allo stato solubile, anzi in molti terreni si trova in tale stato, ed anche abbondantemente, siccome cloruro o solfato, solo od unito a solfato di potassa, soda od ammoniaca (allumi), combinazioni tutte solubilissime. Perchè adunque non vien assorbita anche l’allumina? Non sarebbe questo un indizio che quanto non è solubile nell’acido carbonico non entra nelle piante, ossia che l’acido carbonico è il solvente generale degli alimenti vegetali?