Esempi di generosità proposti al popolo italiano/La carità rispettosa

La carità rispettosa

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La nuora buona Coronare la vittoria col perdono. Gratitudine pia


[p. 158 modifica]C’era in Betlemme un parente stretto d’Elimelec, del marito di Noemi; il qual parente aveva nome Booz, uomo ricco e d’autorità nella terra, non tanto perchè ricco, ma buono di cuore. Or disse Rut Moabitide alla sua suocera: «Se comandate, anderò in campagna, e raccatterò le spighe che restassero dietro a’ mietitori; anderò dove trovo un padre di famiglia il quale me lo comporti per la sua carità». E Noemi rispose: «Figliuola mia, andate pure». Così se n’andò: e spigolava, tenendo dietro agli uomini mietitori.

Il campo dov’ella s’era abbattuta per primo, n’era appunto padrone Booz, il padre d’Elimelec. E in quella che la povera donna spigolava, ecco viene da Betlemme esso Booz, e entra nel podere, e dice a’ mietitori: «Il Signore con voi». Risposero quegli: «Il Signore vi benedica». E disse Booz al capoccia: «Di chi è quella ragazza?». Quegli rispose: «Quest’è quella Moabitide che venne dal paese de’ Moabiti in compagnia di Noemi. Pregò la lasciassimo spigolare: e da stamane ch’è qui, non si è riposata un istante». Allora Booz s’accostò a Rut intanto che gli uomini andavano innanzi segando, e le disse: «Sentite, figliuola mia: non andate ne’ poderi degli altri a spigolare: state con le mie garzone; e, dove gli uomini segano, venite dietro. Ordinerò che nessuno vi dia noia. Anzi, quando avete sete, potete andare alle secchie come gli altri». Ella s’inchinò dinnanzi a Booz, mettendosi la mano al petto, e gli disse: «E che merito ho io, da trovare grazia, signore, negli occhi vostri, che degnate riguardare [p. 159 modifica]a me povera forestiera?». Egli rispose: «So tutto quel che faceste verso la vostra suocera dopo la morte di vostro marito; e che lasciaste i parenti e il luogo dove eravate nata e cresciuta, per venire in un popolo nuovo a voi. Iddio vi renda il bene che avete fatto, figliuola; e possiate riceverne pieno ricambio dal Signore Iddio d’Israello, al quale siete venuta, e ricovratavi nelle sue braccia». Rut allora, tutta confusa: «M’è ricambio assai, che ho trovata grazia negli occhi vostri, signor mio, che m’avete consolata, e parlate parole di misericordia al cuore dell’ancella vostra, che non sono nemmeno com’una di queste vostre che qui vi servono».

Mentr’ella con gli occhi bassi profferiva a bassa voce queste parole, la guardò Booz e si commoveva. E dice a lei: «Quest’è l’ora del mangiare: venite, e mangiate con gli altri e intingete la vostra fetta di pane anche voi nell’aceto». Com’egli ordinò, Rut all’ora del mangiare si sedette co’ suoi mietitori, ed ebbe la sua parte, e ne mangiò il suo bisogno, e se ne serbò per la sua buona suocera da portare la sera. I segatori, al vederle così fiorire i rossori sul viso, credevano che fosse dallo star china a raccattare le spighe al sole: ma gli era che la si peritava dinnanzi a loro. E pure le avevano rispetto come a padrona; pareva che ognuno badasse a non fare altro che gentile in presenza di lei, poveretta. Mangiato ch’ebbero, si rimisero all’opra. E Booz ordinò agli uomini: «Anco che la venga di pari a voi altro, lasciatele prendere quanto le pare; e lascierete apposta cadere delle spighe nel fare le manne perch’ella ne possa raccogliere; e badate di non le fare ripiglio né anco per mo’ di celia».

Verso sera, la giovane donna era stanca della nuova [p. 160 modifica]fatica: e di tanto in tanto si sedeva a riprender fiato ma poi si rimetteva al lavoro, pensando alla consolazione che Noemi ne avrebbe. E nell’essere un istante seduta, sentendo su per le cime degli alberi il canto degli uccelli che si affrettavano canticchiando a dare l’addio alla luce languente e vedendo le rondini con acuto grido radere con l’ali le acque, e poi volare snelle nell’alto; e guardando il cielo tutto puro e disteso, si sentì una dolceza nel cuore non mai sentita, e esclamò: «Benedetto il Dio d’Israello!». Quand’ebbe messo insieme il grano raccolto, lo batté col coreggiato; e erano tre moggia circa. Se lo mise in ispalla; e tornò lesta in città; e lo mostrò alla suocera sua; e le diede quel ch’aveva serbato del suo mangiare; gliene diede con tale un sorriso di gioia vereconda negli occhi, che nessuna parola può dire tanto. Noemi le domandò: «Dove avete voi spigolato quest’oggi, figliuola mia? Benedetto sia chi ebbe misericordia di voi». Rut le disse in che podere era stata, e disse il nome dell’uomo, che era Booz. E Noemi: «Benedetto sia dal Signore; che quell’affetto ch’egli dimostrava co’ vivi, lo serba anco a’ morti». E soggiunse: «Gli è nostro parente». E Rut: «Mi raccomandò che me ne stessi co’ suoi mietitori tutto il tempo che dura il lavoro da lui». E la suocera: «Meglio, figliuola mia, che ve ne stiate con le ancelle di lui; che nel podere d’un altro potrebbero farvi, chi sa?, un qualche sgarbo».

E Rut stette sempre con le fanti di Booz quando la segatura durò; e fu sempre ben vista da tutti. E Booz conobbe viemeglio la bontà dell’anima di lei, che nella soavità del sentire era ferma di volere; e aveva umili i pensieri, ma i desideri generosi. Onde deliberò di prenderla in moglie: e la prese. E n’ebbe un figliuolo: e Noemi ne fu consolata: [p. 161 modifica]e le donne di Betlemme se ne rallegrarono seco, e dicevano: «Benedetto il Signore che v’ha dato qualcuno del sangue vostro, che consoli la vostra vita, e custodisca, Noemi, la vostra vecchiaia. Perchè questo bambino è nato dalla buona vostra nuora, che v’ama, e ch’è meglio a voi di sette figliuoli». E Noemi si portava in collo il bambino; e lo amava, quanto se fosse il figliuolo del povero figlio suo, morto in terra di Moab, nella patria della sua buona Rut. Gli misero nome Obed: e quest’Obed fu padre d’Isai; e Isai fu padre di Davide, il grande cantore delle lodi di Dio, quello i cui Salmi con mille voci sempre vive s’innalzano al cielo, e risuonano per tutta la terra.