Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 21

Lettera 20 Lettera 22

[p. 122 modifica]Ai) UllttANO VI ’ \.

■ -.;.. H I, Esorta efficacemente il papa a voler essere sollecito e costante in purgare il corpo della Chiesa dai vizj che la lufettauo, ed o valersi a questo Gne di buoni e savi mmistri.

II. Si dichiara di volere offerire a Dio 1’ orazioni, le peuitcuzie, la «ita stessa per i vantaggi della santa Chiesa.

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’ ’ t *. i » tif ’ | Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. tantissimo e dolcissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, serva

schiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi con cuore virile, acciocché realmente riprendiate li vizj che tuttodì si commettono, o specialmente quelli vizj che sono contra alla santa volontà vostra. Poniamo che ogni vizio vi duspiaccia, siccome debbano fare all’ anima che teme Dio di dispiacerle l’oflcsa che c fatta contra al suo Creatore. O santissimo padre, aprite l’occhio dell’intelletto, e con esso ragguardate nuU’obictLo della dolce verità: ivi conoscerete quanto sete tenuto ed obbligato d’avere rocchio vostro sopra li vostri figliuoli, e riguardare di

[p. 123 modifica]i a3 mettere ajutaton che v ajutino a guardare le pecorelle; sicché, quando elle fossero infermi della grave infermità che li dà morte, cioè della colpa del peccato mortale; a questi infermi, quando gli vedete, o vi fossero fatti vedere per quelli che amano la S V., non gli dovete sostenere appresso di voi nel ventre della santa Chiesa, o voi gli correggete e teneteli per modo che essi non possono commettere iniquità, almeno di quelle che tanto vi dispiacciono cordialmente, delle quali io so, che la S. V. m’intende, e non bisogna che io ve le spiani altrimenti. Io vi dico, che la divina bontà si lagna, che la sposa sua ò spogliata delle piante vecchie, che invecchiate erano nelli vizj in molta superbia, immondizia ed avarizia, commettendo le grandissime simonie, ed ora le piante nuove (//) le quali con la virtù debbono confondere questi vizj, cominciano a dilargare e a pigliare quello medesimo stilo.» Di questo si lagna Cristo benedetto, che ella non è spazzata de’ vizj, e la S. V. non ci ha quella sollecitudine che debbe avere (B). \ oi non potete di primo colpo levare li difetti delle creature, li quali si commettono comunemente nella religione cristiana, e massimamente neirOrdme clericato, sopra delle quali dovete più avere l’occhio; ma ben potete e dovete fare per debito, se non gli avreste sopra la coscienzia vostra, almeno di farne la vostra possibilità levare il ventre della santa Chiesa, cioè pìocuraie a quelli che vi sono presso ed intorno voi, spazzarlo dal fi-acidume e ponervi quelli che attendono all’onore di Dio e vostro, e bene della santa Chiesa, che non si lassino contaminare nè per lusinghe, nè per denari: se riformate questo venire della sposa vostra, tutto Tallio corpo agevolmente si riformerà; e cosi sarà onore di Dio, ed onore, ed utilità a voi con la buona e santa fama ed odore delle virtù si spegnerà T eresia.: ciascuno correrà alla S. Y. vedendo che voi siate estirpatore de’vizj, e mostriate in effetto quello che desiderate!

e non curo che vi curiate, nè per vestimento, [p. 124 modifica]I 24 dò per altro, più di grande valuta che di piccola; ma solo che sieno nomini schietti che vadano con drittnra e non con falsità. Sapete che ve ne diverrà, se non ci si pone rimedio in farne quello che ne’potete fare. Dio vuole in tutto riformare la sposa sua, e nou vuole che stia più lebbrosa; se non il farà la santità vostra giusta il vostro potere, che non sete posto da lui per altro, e datavi tanta dignità, il farà per sè medesimo col mezzo delle molte tribolazioni: tanto leverà di questi legm torti, che egli li drizzerà a modo suo. Oimè, santissimo padre, non aspettiamo d’essere umiliati, ma lavorate voi virilmente, e fate le cose vostre secrete e con modo e noti senza modo (C), che il fare senza modo più tosto guasta che non acconcia, e con benevolenzia e cuore tranquillo. Udite quelli» che temono Dio / e diconvi quello che bisogna e si debba fare, manifestandovi quelli difetti che snpessero che si commettessero intorno alla S. Y. 13 a Ubo mio dolce,’ grandissima grazia vi debba ’ essere d’avere di quelli che v’ajutano a vedere ed a procurare di quelle cose’che fossero vituperio a. voi e danno dell’anime.* Mitigate un poco per l’amore di Cristo crocifisso, quelli movimenti subiti che la natura vi porge: con la virtù santa date il botto alla natura. Come Dio v’ha dato il cuore grande naturalmente, così vi prego e voglio, che \* ingegniate d’averlo grande soprannaturale; cioè che coi zelo e desiderio della virtù, e della riformazione della santa Chiesa, acquistiate cuore virile fondato iu vera umiltà, per questo modo avrete il naturale ed il soprannaturale; che’l naturale senza l’altro poco ci fa-» rebbe; ma darebbeci più tòsto movimento d ira e di» superbia, e quando venisse a vedere a fare alcuno fitto eli correggere persone che gli fossero mollo intrinseche, allenterebbe i passi, e diventerebbe pusillanime, ma quando ci è aggiunta la fune della virtù, che l’uòmo attenda solo alTonore di Dio senza alcuno rispetto di sè, egli riceve lume, fortezza, costanzia e perseveranzia soprannaturale ohe mai non allenta, ma [p. 125 modifica]125 « tutto virile; siccome egli debba essere. Di questo ho piegato e prego continuamente il sommo ed eterno padre, che ne vesta voi, padre santissimo, di tutti lì fedeli cristiani, che un pare che nei tempi, nelli quali ci troviamo, n’abbiate grandissimo bisogno.

II. Io miserabile ed ignorante figliuola, non mi resterò mai, secondo che egli mi darà la grazia, terminare voglio la vita mia per voi e per la santa Chiesa (D); in continuo pianto, vigilia e fedele, umile

continua orazione: questo Dio mi concederà, che da me niuna cosa potrei. So, che all’ umile, continua e fedele orazione non sarà disdetto quello che si dimanderà dalla infinita bontà di Dio., essendo giusta petizione, e così li altri servi e figliuoli vostri che temono Dio, fanno e faranno questo per voi, e tanto più, quanto essi sono buoni, ed io piena di difetto!


fate voi dal vostro lato quello che dovete e jvotete, e così mitigheremo l’ira di Dio, e darete refrigerio ai servi suoi. Son certa, che avendo il cuore virile, come detto è, voi il farete, in altro modo no; e però dissi ch’io desideravo di vedervi col cuore virile, e così desidera l’anima mia; allora sarete il gaudio, l’allegrezza e consolazione mia e degli altri servi di Dio, che riguardano alle mani della S. V., li (juali v’ amano e cercano l’onore di Dio e vostro con ogni sollecitudine, non finti, avendo uno in lingua e I altro iu cuore.

Altro non vi dico: permanete nella santa e dolce dilezione di Dio: piaccia alla santità vostra di tenere persone fedeli presso a sè, che si vegga che temano Dio, acciò quello che si fa e dice in casa vostra, nou sia portato alli dimonj incarnati, che li difetti loro sono vostri nemici, cioè l’antipapa e li seguaci suoi. Perdonate, padre santissimo, alla mia presunzione, che ho presunto di scrivere a voi sicuramente, costretta dalla divina bontà e dal bisogno che si vede, e dall’amo»e ch’io porto a voi. Sarei venuta, e non avrei scritto se non per non darvi tedio del tanto mio venire (£) abbiate pazienzia in me, che io non mi resterò ma di sti[p. 126 modifica]I 26 molarvi cdl’orazione,

con la voce viva, o con scrivere, mentre che io vivevo, tanto che io vedrò in voi e nella santa Chiesa, quello che io desidero e che io so; che mollo più di me voi desiderate a dare la vita.


Così bisogna, santissimo padre, e non dormiamo più.

Umilmente v’ addimando la vostra benedizione. Jesù dolce, Jesù amore. [p. 127 modifica]Annotazioni alla Lettera 21.

  • („/) Piante nuove. Intende alcuni de’ nuovi cardinali che cominciavano a portarsi male. % (It) Che debite mere. E mirabile la libertà di spirito che usava questa verginella scrivendo ad I rbano; nondimeno si sa che egli non se ne sdegnava. I)t qoi si potrebbe argomentare che Urbano, comechè aspro e severo, non fosse quale il dipinsero i suoi nemici.
(C) Fate le cose vostre segrete, e con modo,

non senui modo.


Che ad Urbano facesse bisogno d’ addolcire 1’ asprezza di sna natura, e di moderare un poco quei movimenti subiti che la natura gli porgea, come ella poi aggiunge, lo assicurano gli autori di comune consentimento, e quegli ancora, che più per lui hanno parteggiato colla penna. Il Maimbourg, il quale però non è di questo numero, non lascia d’avvertire, che di tale mancanza ne venisso i preso da santa Caterina, dicendo. Elle luy consolile dr se radoucir un pru en rrlachant (/uriche chose dn cette trup grand severitè, tjnì luy fossati tarit (Tennemis. Che egli poi nel suo governo si dovesse dipoi tare cou modo, senza modo, come appunto favella la santa in altra di queste epistole, di prima era stato manifestato dal cielo nd un santo romito, se conta il vero Alberto Cranzio.

Ma ben si vide che più egli amò udire i saggi avvertimenti della santa, che si curasse giovarsene col porli iu opera, da che, stando nella sua natia rusticità e fierezza, tenne per undici anni infelice- ’ mente il pontificato agitato sempre da’distnrbi, discacciato da’Romaui, insidiato da’domestici, combattuto ancor da quelli che piti erano per esso beneficati, onde, e visse e* mori in odio a tutti.

(D) Tei minare voglia In vita mia per voi e per la santa Chiusa.

Ottenne la santa dal Signore la grazia che bramava, cioè a dire di perder la vita pel pontefice e per la santa Chiesa. Poiché offertasi generosamente al Signore di-ricevere in sè i flabelli dovuti a’Romani a cagiou

del consaputo eccesso di dar morte ad Urbano, soffrì con permissione del cielo dagli spiriti nemici martoro si fiero per alqnanti mesi, che di ragione doveane ogni di rimaner morta, serbandola in vita una forza superiore ad ogni forza di natura; come uarrasi nella su3 leggenda, ed ella stessa il tutto narra di una sua epistola al proprio confessore. A questo riguardo alcuui le hanno dato il bell aggiunto di martire: ond’ è il dipignerla che hanno fatto coronata di tre corone, tenendo alla mano il giglio per la purità, il crocifisso per la predicazione e la palma per una specie di martirio, che sosteune aggiugneudovi questo verso composto per Pio II, in un poeuictto the Scrisse in lode di Mei, e citasi da

[p. 128 modifica]Cornelio a Lapide in Apoc. c. 14, pag. 229. Transit ad sponsum tribus exornata coronis. Veggasi il capitolo ultimo della sua leggenda, in cui lungamente di ciò favellasi.

(E) Sarei venuta, e non avrei scritto, se non per non darvi tedio col tanto mio venire. Da queste ultime parole della santa, si conferma, e la confidenza ch’ella tenea col pontefice, e la stima che questi d’essa facea, ammettendola assai sovente alla udienza, e di cui si ritiene ella di richiederlo, per non essere di soverchio importuna.

. [p. 129 modifica]Al) URBANO VI. (J) I I. DesìJera di vedere nel pontefice la pradentia ed tl lume della verità ebe possa ben governare la Chiesa.

II. Discorre della rispost i data dal prefetto agli ambasciatori romani, e come il papa debba contenersi in tale affare.

IH. Prega il papa a voler rimedijre ad alcuni disordini.

ZUctUt:* 22., Al nome di Jesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.

I. tantissimo e dolcissimo padre in Cristo dolce Jesti. Io Catarina, indegna e miserabile figliuola, scrivo a voi con grande desiderio di vedere in voi una prudenzia con uno lume dolce di verità per sì fatto modo, che io vi vegga seguitare il glorioso santo Gregorio, e con tanta prudenzia vi vegga governare la santa Chiesa e le pecorelle vostre, che già mai non bisogni stornare veruna cosa la quale sia ordinata, e fatta dalla V. S., eziandio la minima parola; acciocché nel cospetto di Dio e degli uomini sempre apparisca una fermezza fondala in verità; siccome debba fare il vero santo pon-, teOce. Di questo prego la inestimabile carità di Dio ci e ne vesta l’anima vostra; perocché mi pare, che il lume e la prudenzia siano a noi di grandissima necessità, specialmente alla S. V., ed a qualunque-altro fosse nel luogo vostro, massimamente alli tempi che corrono oggi; perchè io so che avete desiderio di troCaterina da Siena, Opere. T. III. 9