Epistole (Caterina da Siena)/Lettera 20
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- ‘7 AD UIIBANO VI. (J)
I «Ar ■ « #Hf «IM . ||l4t» lil 1.- ( I. Prega Iddio ad infondere il fuoco della sua caritii, cd il lume soprannaturale nel santo pontefice, come fece negli apostoli nei giorni della Pentecoste, aflinchè egli possa goternare felicemente la Chiesa. Del modo di riceiere questo Inrnr e de’ suoi maratigliosi effetti.
II. Loda II papa per I’ umiltà mostrata neila santa processione.
III. L’ esorta ad ordinale b Chiesa di Dio, ed eleggere soggetti dee ut che la couseniuo io buono stato.
20.
Al nome di fesà Cristo crocifisso e di Maria dolce.
- . J i.IP adre santissimo, lo Spinto Santo obumbn l’anima e il cuore, e l’affetto vostro «lei fuoco della divina carità, ed infonda uno lume soprannaturale nelr intelletto vostro per sì fatto modo, che nel lume vostro noi pecorelle vediamo lume, e che muno inganno, che’l dimonio vi volesse fare con le malizie sue, possa essere occulto alla santità vostra. Desidero, padre santissimo, di vedere compire in voi tutte l’altre cose, che la dolce volontà di Dio vi richiede,’»delle quali so che avete grandissimo desiderio. Spero, che questo dolce fuoco dello Spinto Santo adopererà nel cuore e nell’ anima vostra, siccome fece in quelli discepoli santi che li diè fortezza e potenzia contra li demonj visibili e contra li invisibili nella virtù sua; atterravano li tiranni del mondo, e nel sostenere dilatavano la fede; diè loro uno lume con una sapienti» iì8. ■, in conoscere la verità e la dottrina, che essa verità aveva lassata, onde l’affetto che va dietro all’intelletto gli vestì del fuoco della sua carità, intanto che perderemo ogni timore servile e piacere umano, e solo attendevano all’onore di Dio ed a trarre l’anime dalle mani delle dimonia; e di quella verità che si trovavano illuminati, volevano porgere ad ogni creatura.
la virtù di Dio Iia operato mirabili cose fatte per mezzo di vile creatura (C), acciocché vediamo manifestamente, che egli è colui che adopera e non la potenzia umana. Adunque a lui ’ne rendiamo la gloria, e siamoli crati e conoscenti.
II. Godo, padre santissimo, d allegrezza cordiale, che £h occhi miei hanno veduto compire la volontà di Dio in voi, cioè in quello atto umile non usato già grandissimi tempi della santa processione (D). O quanto è stato piacevole a Dio e spiacevole alle dimonia, in tanto che si sforzarono di darvi scandalo (£) dentro e di fuora, ma la natura angelica raffrenava la furia delle dimonia.
III. Ora dissi, che io desideravo di vedere compila in voi questa volontà dolce di Dio in ogni altra cosa, e però vi rammento, che la verità vuole che diate pensiero e sollecitudine in drizzare ed ordinare la Chiesa di Dio l’uno dì dopo l’altro, secondo che v* è possibile nel tempo che voi avete; ed egli sarà colui che adopererà per voi, daravvi fortezza a poterlo fare, e lume a conoscere quello che è necessario, con sapienzia e prudenzia, a dirizzare la navicella sua, e la volontà a volerlo fare, la quale già v’ha data, ma cresceralla per la sua infinita misericordia. In questa virtù sconfiggerete li tiranni, leverete le tenebre dcl1 eresia, perche esso medesimo dichiara e dichiarerà questa verità. Godo che questa dolcissima madre Maria e l’ietro dolce principe degli apostoli \ ha rimesso nel luogo vostro (F). Ora vuole la verità eterna, che nel giardino vostro facciate uno giardino di servi di Dio, e quelli notricate della sustauzia temporale, ed essi voi delle spirituali che non abbiano a fare altro che gridare nel cospetto di Dio per buono stato della santa Chiesa e perla S. V. Questi saranno quelli soldati che vi daranno perfetta vittoria, e non tanto sopra li malvagi cristiani, li quali sono membri tagliati dalla santa obbedienti*, ma sopra gl’infedeli de’quali ho granI 20 dissimo desiderio di vedere il gonfalone della croco santa sopra di loro, e già pare che ci vengano ad invitare; quello sarà allora doppio diletto. Or cresciamo e nolrichianci nelle vere e reali virtù. Entriamo nella casa del conoscimento di noi, acciocché nello modo detto riceviamo la plenitudine dello Spirito Santo. Confortatevi, padre mio santissimo e dolcissimo, che l)io vi darà refrigerio; dopo la grande fatica segue la grande consolazione, perchè egli.è accettatore de’santi e veri desiderj, ed ora si cominci 1’ affetto e li atti umili, imparando dall’umile Agnello, del quale sete vicario, con vera costanzia infialo alla morte, e con ferma speranza nella provvidenzia sua, dilettandovi sempre nel nostro Creatore e negli umili servi suoi, siccome so che la S. Y. si diletta., ma io vi ricordo; perchè la- lingua non può fare che non satisfaccia all* abbondanzia-del cuore,«. ma principalmente perchè mi sento stimolare là coscienzia della dolce bontà di Dio. Abbiate pazienzia in me, che tanto vi gravo, o per uno modo, o per un altro, e perdonate alla mia presunzione. Sono certa, che Dio vi fa vedere più l’alletto che le parole.
Umilmente vi domando la vostra benedizione. La dolce ed eterna bontà di Dio, Trinità eterna, vi doni la grazia sua con plenitudine del fuoco della sua carità, inlanto-che nelle vostre mani si riformi la santa Chiesa, e che facciale sacrificio di voi a Dio. Altro non vi dico. Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.
Godete ed esultale negli dolci misteri (G) di Dio, e se in» veruna cosa ho offeso Dio o la S. V. me ne rendo in colpa, e pregovi che mi perdoniate, apparecchiala ad ogni penitenzia. Jesù dolce, Jesù amore.
» « 1Annotazioni alla Lettera 20.
(A) Fu scritta a’3o di maggio del 1379 (come porta 1’antica impressione d’Aldo) e però correndo l’ottava di Pentecoste. (B) Chi non cessa di bene adoperare. Allo stesso modo dice il Beda: Semper orat, qui semper secundum Deum operatur.
(C) Per mez.zo di vile creatura. Il castello ». Angelo tenuto da Pietro Restagni francese a nome dell’ antipapa si rese ad Urbano in principio di maggio, dopo la rotta delle truppe di Clemente, essendovi*, adoperata la santa nel trattare i patti e concbiuder la resa, come narra il beato Raimondo.
(D) Della santa processione. Dopo la vittoria riportata sopra le schiere di Clemente, Urbano, per consiglio di Caterina, si recò processionalmente a piedi scali dalla chiesa di s. Maria in Transtevere a nuella di s. Pietro, per render grazie a Dio.
(E) Che si sforzarono di darvi scandalo. I Romani, malcontenti di Urbano per le sue aspre maniere e per l’inimicizia incontrata colla regina di Napoli, ». sullevarouo e corsero armati al Vaticano. Ma le preghiere di Caterina ottennero dal cielo, che presentandosi loro il pontefice vestito de* sacri ammanti, colle sole parole: Chi cercate voi? facessegli vergognare e ritrarsi dall orribile misfatto. La sanla gli rappacificò poscia col pontefice, ed essi volsero Tanni a difenderlo contro la regina.
(F) F’ha rimesso nel luogo vostro. Dopo i nove di maggio ritorno dal pai azzo presso s. Maria in Transtevere a quello di s. Pietro da cui s’era aliontaunto per essere esposto agli insulti del castello s. Angelo, quand’era tenuto per Clemente.
(G) Godete ed esultate negli dolci misteri Di Pculecoslo.
! Ai) UllttANO VI ’ \.
■ -.;.. H I, Esorta efficacemente il papa a voler essere sollecito e costante in purgare il corpo della Chiesa dai vizj che la lufettauo, ed o valersi a questo Gne di buoni e savi mmistri.
II. Si dichiara di volere offerire a Dio 1’ orazioni, le peuitcuzie, la «ita stessa per i vantaggi della santa Chiesa.
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’ ’ t *. i » tif ’ | Al nome di Jesù Cristo crocifisso e di Maria dolce.
I. tantissimo e dolcissimo padre in Cristo dolce Jesù. Io Catarina, servaschiava de’ servi di Jesù Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo, con desiderio di vedervi con cuore virile, acciocché realmente riprendiate li vizj che tuttodì si commettono, o specialmente quelli vizj che sono contra alla santa volontà vostra. Poniamo che ogni vizio vi duspiaccia, siccome debbano fare all’ anima che teme Dio di dispiacerle l’oflcsa che c fatta contra al suo Creatore. O santissimo padre, aprite l’occhio dell’intelletto, e con esso ragguardate nuU’obictLo della dolce verità: ivi conoscerete quanto sete tenuto ed obbligato d’avere rocchio vostro sopra li vostri figliuoli, e riguardare di