Elettra (Sofocle)/Primo stasimo

Primo stasimo

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Sofocle - Elettra (V secolo a.C.)
Traduzione dal greco di Ettore Romagnoli (1926)
Primo stasimo
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PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA

coro
Strofe
Se profetessa non sono io stolta,
se del mio senno non son distolta,
recando l’equa possa, Giustizia
verrà, che diede tale pronostico,
ben presto, o figlia, verrà. Coraggio
prendo, quand’odo, figlia, che l’aura
dei sogni, or ora spirò propizia.
Ché non obliano, né quei che vita ti die’, degli Èlleni
re, né l’antica mascella duplice tratta dal rame,
che lui spengeva con morte infame.

Antistrofe
Con mille piedi, con mille mani
Erinni, bronzeo piede, fra immani
insidie ascosa, qui giungerà.
Furon cimenti privi di talamo,
di nuzïali riti, per laidi
connubi iniqui. Ma pur, gradevole

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questo prodigio non giungerà
per gli assassini, pei loro complici. Vani sarebbero
sogni terribili, presagi, dove non fosse questa
Notturna immagine pei rei funesta.

Epodo
O di Pèlope amara
equestre antica gara,
che cagione di duolo
tu fosti al nostro suolo!
Ché, da quando nel pelago
precipitato Mírtilo
fu, scalzato, scagliato
con iniquo disdoro
giú dal suo carro d’oro,
in questa casa mai
piú non ebbero termine
il vituperio e i guai1.

Note

  1. [p. 248 modifica]Pelope, per vincere nella gara dei cocchi il re Enomao, corruppe l’auriga di lui Mirtilo. Riuscito cosí vincitore, e sposata la figlia di Enomao, Ippodamia, per sbarazzarsi di Mirtilo, lo precipitò dall’aureo cocchio lungo il lido d’Eubea. Da questo delitto ebbero origine le fiere contese che funestarono la discendenza di Pelope.