Della architettura della pittura e della statua/Della architettura/Libro settimo – Cap. IV
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Leon Battista Alberti - Della architettura della pittura e della statua (1782)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (1550)
Traduzione dal latino di Cosimo Bartoli (1550)
Libro settimo – Cap. IV
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De le parti, forme, et figure de Tempii, et de le Cappelle, et dove si debbino collocare.
cap. iv.
L
E parti del Tempio sono due, il portico, et la parte di dentro, ma sono in queste molto differenti. Percioche i Tempii alcuni sono tondi, alcuni squadrati, et alcuni finalmente di più facce. Vedesi manifesto che la natura si diletta de le cose tonde, conciosia che le cose che si conducono, si generano, o si fanno mediante la natura son tonde. Ma che bisogna che io racconti le stelle, gli alberi, gli animali, et i nidi loro, et simili altre cose di questo mondo, da che ella volse che tutte fussino tonde? Veggiamo ancora che la natura si è dilettata de le cose che hanno sei facce. Percioche le Pecchie, i Calabroni, et ogni altra spetie di Vespe che tu ti voglia, non hanno imparato a fare quelle loro stanzette ne loro teatri, mai d’altro che di sei facce. Termineremo con un cerchio uno sito tondo d’un Tempio. Ne Tempii quadri usarono gli Antichi che la pianta fusse una meza volta più lunga che larga. Altri l’usarono il terzo più lunga che larga. Et altri volsono che la fusse lunga due larghezze, ma in queste piante quadrate sarà grandissimo difetto di bruttezza se le cantonate non saranno tutte in squadra. Gli Antichi nel farli di più facce, gli facevano, o di sei, o di otto, o veramente di dieci facce. Di tutte queste cosi fatte piante è di necessità, che i loro angoli si terminino dentro ad un cerchio, et da quello, è forza si tirino diritti; percioche il mezo diametro di cosi fatto cerchio, farà una faccia de le sei, che in detto cerchio possono entrare. Et se tu tirerai dal centro linee diritte, che taglino apunto nel mezo tutte le sei faccie de la fatta pianta, vedrai manifesto, che modo tu habbia a tenere a fare una pianta di dodici faccie, et da la pianta de le dodici faccie, il modo da farla di quattro, et da farla di otto ancora (B C Tav. 21.). Ecci non dimeno un’altro modo molto più facile à disegnare le piante di otto faccie. Percioche disegnato un quadro di lati uguali, et in squadra, tirerò i diametri da qual s’è l’uno de canti di quello quadrato, et dal punto dove si intersegano in mezo tirerò un cerchio, aprendo le seste per quanto porta il mezo diametro che abbracierà per tutto i lati del quadrato, dividerò poi uno de lati del quadrato, et tirerò dal centro per essa divisione una linea ne la circunferentia del cerchio, che da essa a la cantonata del quadrato ti darà a punto la ottava faccia, che può entrare in detto cerchio. Caveremo ancora una pianta di dieci faccie d’un cerchio in questo modo. Disegneremo duoi diametri in un cerchio che si interseghino l’un l’altro in isquadra, et dipoi divideremo un mezo di qual si voglia di questi diametri, in parti due uguali, et da questa divisione tireremo una linea diritta a lo in suso a la testa de l’altro diametro, che verrà a schiancio; se di questa linea a schiancio tu ne leverai tanto, quanto è il quarto d’uno de fatti diametri, il restante di detta linea sarà la decima facciata che può entrare in detto cerchio D. Aggiungonsi a Tempii le Cappelle; ma ad alcuni più, et ad alcuni meno. Ne Tempii quadri non se ne fa mai in alcun luogo se non una; et questa si pone in testa, accioche subito s’appresenti a la vista di chi entra dentro di su la porta. Et se pure ti piacerà di farvi da le bande più Cappelle, ne Tempii quadranguli non staranno certo male, in quelli che saranno il doppio più lunghi che larghi, et in questi non se ne debbe fare più che una per lato. Et se pur tu ve ne volessi più, saranno più convenienti che le vi sieno in caffo, che in pari. Ne le piante tonde, et cosi in quelle che saranno di molte faccie (se però mi è lecito chiamarle cosi) vi si faranno molto commodamente gran numero di Cappelle, secondo il numero de le faccie, collocandone una per faccia, o in una si, et in una nò, a rincontro l’una de l’altra. Ne le piante tonde staranno molto bene sei Cappelle, et otto ancora. Ne le piante di più faccie, bisogna avertire, che le cantonate sieno conformi, et corrispondenti l’una a l’altra. Le Cappelle, o elle haranno del quadro, o elle haranno del tondo. Se in testa d’un Tempio si harà a fare una Cappella sola, sarà molto lodata quella che sarà meza tonda, et dopo questa quella che sarà in isquadra. Ma se tu harai a fare gran numero di Cappelle, sarà certo cosa molto gratiata se elle si faranno una parte quadra, et un’altra parte tonda, che a vicenda si corrispondino con le faccie l’una a l’altra. L’entrate de le Cappelle disegnale in questo modo. Quando tu harai a fare una Cappella sola in un Tempio quadrangulare, dividi la larghezza del Tempio in quattro parti, de le quali ne lascierai due per la larghezza de la Cappella. Et se pure tu vorrai, uno spatio maggiore, dividerai la larghezza ti dissi in sei parti, et lascerane quattro a la larghezza de la Cappella. Et in questo modo quelli adornamenti che ci si hanno ad applicare, come sono colonne, finestre, o simili, si accommoderanno a loro luoghi commodissimamente. Et se atorno a questa pianta tu harai a fare molte Cappelle, potrai volendo fare quelle che verranno ne le faccie da lati, de la medesima grandezza che la Cappella principale. Ma io vorrei haver rispetto a la dignità de la principale, però mi piacerebbe che ella fusse maggiore de l’altre la duodecima parte. Ecci ancora quest’altra differentia ne le piante de Tempii quadrangulari, che se la Cappella principale sarà fatta di linee uguali, cioè quadra apunto, non sarà biasimata, ma l’altre Cappelle vogliono essere il doppio più larghe, che non sono dal petto a le rene. Il sodo de le mura, cioè quelli ossami de lo edificio, che nel Tempio dividono l’una Cappella da l’altra, non vogliono essere punto men grossi che per la quinta parte dal vano, che infra di loro rimane, nè più grossi ancora che per il terzo, o quando tu gli volessi fare molto grossi per la metà. Ma ne le piante tonde, se le Cappelle saranno sei, farai che il sodo, cioè l’ossame che resta tra l’una Cappella, et l’altra sia per la metà del vano, et se vi haranno a essere otto Cappelle, fa che infra loro, et massime ne Tempii grandi tanto sia il sodo, quanto il vano de la Cappella; ma se vi haranno a essere più et più faccie, faccinsi per il terzo del vano de le Cappelle. In alcuni Tempii secondo il costume de Toscani, si hanno a fare da gli lati alcune non dico navi grandi, ma alquanto minori, che si fanno in questo modo. Egli usarono di fare una pianta che fusse un sesto più lunga, che larga de la lunghezza di questo Tempio assegnavano due de le sei parti al portico che servisse per antiporto del Tempio, il restante dividevano in tre parti che havessino a servire a tre larghezze de gli andari, o cieli de le volte; dividevano ancora la larghezza del Tempio in dieci parti; tre de le quali assegnavano da mano destra a la nave minore, et tre a quella de la mano sinistra, et le quattro altre parti assegnavano a lo spatio del mezo per passeggiarvi. In testa del Tempio, et cosi ne mezi di amenduo gli lati de le navi aggiugnevano le Cappelle, et le mura rincontro a gli andari, o cieli de le volte facevano grosse per il quinto del vano del loro intervallo.