Panfila, donna Greca

../XLI ../XLIII IncludiIntestazione 26 maggio 2024 75% Da definire

Giovanni Boccaccio - De mulieribus claris (1361)
Traduzione dal latino di Donato Albanzani (1397)
Panfila, donna Greca
XLI XLIII

[p. 204 modifica]

CAPITOLO XLII.

Panfila, donna Greca.

Truovo che Panfila fu una donna Greca; e avendole tolta la vecchiezza di che luogo ella nascesse, nondimeno fu benigna1 a lasciarle lo nome del padre, perchè si truova che ella fu figliuola d’uno chiamato Platra. E benchè la non si possa ornare d’amplissime dignitadi, perchè ella fece alcuno bene per la repubblica, non le dee essere taciuto la sua parte delle lodi, perchè niuna cosa è trovata di nuovo (quantunque ella paia lieve dopo il fatto, e dispregiata) che non sia grande argomento d’ingegno, e, secondo la quantità della cosa, che non sia degna di premio. Vogliono gli autori2, a’ quali è dato alcuna fede, che questa prima colse lo bambagio degli arboscelli che lo producono; e con lo [p. 205 modifica] pettine lo pettinò delle superfluitadi, e poi che fu pettinato filò con la rocca, ed eziandio lo insegnò tessere, e così indusse l’uso3 di quello, non conosciuto per infino asuo tempo. Della qual cosa la pensata ragione lievemente mostrerà quanto nelle altre cose Panfila dovesse essere valuta.

Note

  1. Cod. Cass. fudengnia. Test. Lat. benigna.
  2. Cod. Cass. non gliautorj. Test Lat volunt auctores.
  3. Cod. Cass. losuo. Test. Lat. usum.