Dalle novelle di Canterbury/Novella del chierico di Oxford/Pars secunda

Novella del chierico di Oxford - Pars secunda

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Novella del chierico di Oxford - Pars prima Novella del chierico di Oxford - Pars tertia

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PARS SECUNDA


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on molto lontano dal bel palazzo nel quale il marchese faceva i preparativi pel suo matrimonio, sorgeva un ameno villaggio, dove alcuni contadini avevano i loro bestiami e la loro casa, vivendo di quello che con le loro fatiche ricavavano in gran copia dalla terra.

Fra questa povera gente viveva un uomo, il quale era ritenuto per il piú povero di tutti: ma talvolta sopra una misera stalla di bovi l’Altissimo fa piovere la sua grazia; nel villaggio lo chiamavano Giannucole. Egli aveva una figliola molto bella, che si chiamava Griselda.

Ma per parlare di una bellezza piena di virtú, giacché era la più bella che esistesse [p. 221 modifica]sotto la cappa del sole, costei era venuta su pura quanto si può essere: senza grilli pel capo; beveva più spesso al pozzo che al tino, e perché amava là virtú sapeva bene che cosa fosse il lavoro, e non conosceva l’ozio.

Sebbene giovanissima, racchiudeva nel virginale suo petto un animo serio e forte: stava attorno al povero vecchio di suo padre con mille cure e mille tenerezze, menava a pascere pel campo un piccolo gregge, filando; insomma non si fermava che quando dormiva.

Spesso, tornando a casa, portava cavoli ed altre erbe, che tagliava e metteva a bollire per farci il suo desinare; poi rifaceva il suo letto, tutt’altro che soffice, e attendeva al padre con tutto l’amore e tutte le cure, con cui un figliolo può venerare il proprio genitore.

Già piú di una volta il marchese aveva messo gli occhi sulla povera Griselda, che per caso incontrava nel recarsi, cavalcando, alla caccia e allorché la poteva spiare, non la guardava con ardente cupidigia, [p. 222 modifica]ma ne osservava il volto con una certa mestizia, considerando in cuor suo il carattere e la virtú di lei, non comuni, insieme con tanta bellezza, in una fanciulla cosí giovane. E sebbene comunemente non sia facile riconoscere la virtú, egli apprezzò bene la bontà di costei, e determinò che nessun’altra donna che Griselda sposerebbe, se mai dovesse prender moglie.

Arrivò il giorno stabilito per le nozze, e nessuno sapeva ancora chi doveva essere la sposa; di che molti si meravigliavano, e dicevano fra loro: “Che il signor nostro voglia persistere ancora nella sua ostinatezza? che non voglia piú ammogliarsi? Ahimé! perché ingannare se stesso e tutti noi in questo modo?„

Ma intanto Gualtieri aveva fatto fare per Griselda gioie ed anelli di pietre preziose legate in oro e lapislazuli; e avea fatto prendere la misura dei vestiti, e degli altri ornamenti necessarii pel giorno delle nozze, sulla persona di una giovanetta che aveva presso a poco la statura di Griselda.

Si avvicinavano le nove di questo stesso [p. 223 modifica]giorno, stabilito per lo sposalizio, e tutto il palazzo era preparato per la festa: sale e stanze, tutte erano addobbate come meglio si conveniva. Si vedevano camere piene di squisita roba da mangiare, in cosí grande quantità, da bastare per quanto durasse l’Italia.

Il marchese riccamente vestito, e con lui i gentiluomini e le dame che erano stati invitati alla festa, e tutti i cavalieri del suo seguito, si incamminarono, in mezzo a suoni di variata melodia, verso il villaggio del quale ho parlato.

Griselda nulla sapendo (e Dio n’è testimone) che tutta questa festa si faceva per lei, era andata a una fonte vicina a prendere l’acqua, e tornava allora in fretta; poiché aveva sentito dire che il marchese in quel giorno sarebbe andato a nozze, e voleva vedere qualche cosa.

Camminando, infatti, pensava: anch’io starò con le altre mie compagne sull’uscio di casa, a vedere la marchesa; ma bisogna che sbrighi in un batter d’occhio tutte le mie faccende: cosí se per andare al castello [p. 224 modifica]passerà di qui, potrò vederla con tutto il mio comodo.

Mentre stava per mettere il piede sulla soglia, Gualtieri le fu vicino, e cominciò a chiamarla; essa posò allora in terra la brocca sulla soglia della stalla lí accanto, indi si lasciò cadere in ginocchio; e cosí stette seria seria, finché ebbe sentito che cosa voleva il marchese.

Il quale pensoso in sembianti le rivolse poche parole, e disse: “Griselda, dov’è tuo padre?„ Ed essa con rispetto e tutta umile rispose: “E qui in casa, signore.„ E senz’altro, entrò e chiamò il padre.

Gualtieri allora prese per mano il pover’uomo, e trattolo in disparte gli disse: “Giannucole, io non so né voglio tenerti più a lungo nascosto un mio desiderio; se tu vi acconsenti, qualunque cosa posa succederne, io uscendo di casa tua porterô via con me tua figlia, e la terrò come mia moglie per tutta la sua vita.

So che tu mi vuoi bene e sei il piú fedele dei miei sudditi; e son sicuro che sei pronto a volere tutto quel che a me piace: [p. 225 modifica]però rispondimi francamente a ciò che ti ho detto, cioé se sei disposto ad accettarmi per tuo genero.„

L’inaspettata domanda colpí talmente il pover’uomo, che fattosi rosso, e tutto confuso, non poté profferire che queste parole: “Signore, il vostro volere è il mio, né io voglio cosa che a voi non piaccia; fate dunque, anche in questo, a modo vostro.„

“Allora, soggiunse il marchese dolcemente, andiamo con Griselda in camera tua; ch’io vo’ domandarle se è contenta di divenire mia moglie, e di stare con me. Tutto deve essere stabilito in tua presenza: io non dirò parola che non sia da te sentita.„

Mentre se ne stavano in camera per combinare la faccenda, come poi sentirete, la gente si faceva dentro, ed osservava meravigliata con quanta proprietà e quanta cura la fanciulla tenesse il padre suo; ma ben poteva meravigliarsi Griselda, che non aveva mai veduto succedere simil cosa.

Ed è naturale ch’essa rimanesse stupefatta, a vedere in casa sua un avvenimento cosí insolito; pel quale guardavasi attorno [p. 226 modifica]tutta pallida. Ma per farvela corta, ecco le parole che il marchese rivolse alla buona, sincera, ed onesta fanciulla.

“Griselda, sappi che tuo padre ed io abbiamo stabilito che tu divenga mia moglie; anche tu, credo, ne sarai contenta: ma prima voglio domandarti alcune cose, alle quali, poiché tutto si concluderà in fretta e in furia, bisogna che tu mi dica subito se acconsenti.

Sei disposta a fare di buon animo ogni mio piacere, per modo che io sia padrone, a mio capriccio, di farti ridere o soffrire, senza che tu ti risenta mai; senza che tu dica di no a quello che vorrò io, o te ne mostri adirata? Giurami questo, ed io concluderò qui stesso, con giuramento, la nostra unione.„

Piena di meraviglia all’inaspettata proposta, e tutta tremante per la paura, rispose essa: Signore, io sono indegna dell’onore che voi volete farmi, ma il vostro volere è il mio e vi giuro che mai di mia voglia io farò, o penserò, cosa contraria alla vostra volontà; anche se voi vorrete la mia [p. 227 modifica]morte, sebbene mi dispiaccia di morire, io non vi disobbedirò.„

“Basta cosí, Griselda mia„ rispose Gualtieri; e sí dicendo, tranquillamente uscí sulla porta di casa seguíto da lei, e disse al popolo: “Questa qui è la moglie che mi sono scelto; abbiatela in reverenza, e amate, vi prego, lei che vuole a me tanto bene. Non ho altro da dirvi.„

E perché nulla della sua antica roba ella portasse nella casa maritale, ordinò che lí stesso la spogliassero, tutta, alcune dame del suo seguito. Le quali non furono molto liete di dover toccare le vesti che Griselda aveva indosso: ma nondimeno vestirono tutta di nuovo, da capo a piedi, la bella fanciulla.

Le ricomposero col pettine i capelli, che senza alcuna cura le piovevano sulle spalle, indi con le gentili mani le misero la corona in testa, e adornaronla con bei fermagli. Ma perché farvi una storia solamente del suo abbigliamento? Il popolo a mala pena la riconosceva, tanta era la sua bellezza, cosí riccamente vestita. [p. 228 modifica]

Il marchese con un anello che all’uopo aveva portato la sposò, e fattala montare sopra un cavallo bianco come la neve, e di bella ambiadura, subito, in mezzo alla gioia del popolo che la accompagnava e veniva ad incontrarla, la menò al suo palazzo. Cosí passarono tutto il giorno, fino alla sera, in gran festa.

Or dunque, per affrettare la novella alla sua fine, tanto arrise il cielo alla nuova marchesa, che non pareva possibile che fosse nata e cresciuta fra mezzo a contadini, in una capanna o in una stalla di buoi; ma sembrava educata alla corte di un imperatore.

E a tutti era divenuta cosí cara, tutti avevano per lei una venerazione cosí grande, che quelli stessi del villaggio ov’essa era nata, i quali l’avevano veduta crescere d’anno in anno fino da bambina, non credevano piú agli occhi propri, e avrebbero giurato che non era la figlia di Giannucole, tanto la trovavano diversa da quella di prima.

Per quanto fosse stata sempre virtuosa, acquistò subito un fare cosí squisito, [p. 229 modifica]dimostrò un’indole cosí buona e mite, cosí bei modi di parlare, tanta affabilità, e a tal segno seppe cattivarsi la stima e l’affetto di tutti, che chiunque la vedeva se ne innamorava.

La fama della sua bontà non si era sparsa solamente nella città di Saluzzo; anche in molti altri luoghi non si faceva che parlarne: e si divulgò tanto, che uomini e donne, giovani e vecchi, andavano apposta a Saluzzo per vedere Griselda.

Cosí Gualtieri con umile matrimonio, ma virtuoso e felice, viveva tranquillo nella pace domestica, e godeva il favore della sua gente: la quale vedendo com’egli avesse conosciuto tanta virtú nascosta sotto cosí povere vesti, lo stimava uomo savio, e raro.

Non solo alle faccende di casa rivolgeva Griselda tutte le sue cure, ma al bisogno sapeva anche provvedere alle pubbliche cose; non c’era discordia, rancore, o querela in tutta la sua terra, ch’essa non riuscisse a quietare e comporre prontamente.

Presente o lontano il marito, se gentiluomini o altre persone del paese venivano in [p. 230 modifica]lite, subito sapeva mettere la pace fra di loro; tale virtú e maturità di consiglio possedeva, e tanta equità di giudizio, che ognuno pensava che il cielo l’avesse mandata per il bene del popolo, e per correggere ogni errore.

Non trascorse lungo tempo dal giorno delle nozze, che Griselda dette alla luce una bambina; tutti avrebbero preferito un bambino; pure il marchese e i suoi sudditi furono lieti del parto. Giacché sebbene Griselda avesse cominciato con una femmina, c’era tutta la possibilità, dal momento che non era sterile, che facesse anche un maschio.