Contribuzioni al Corpus numorum - Collezione Ercole Gnecchi a Milano

Francesco Gnecchi

1892 Indice:Rivista italiana di numismatica 1892.djvu Rivista italiana di numismatica 1892/Appunti di numismatica romana

Contribuzioni al Corpus numorum

Collezione Ercole Gnecchi a Milano Intestazione 18 novembre 2023 100% Numismatica

Questo testo fa parte della rivista Rivista italiana di numismatica 1892
Questo testo fa parte della serie Appunti di numismatica romana
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APPUNTI

di

NUMISMATICA ROMANA




XXI.

CONTRIBUZIONI AL CORPUS NUMORUM


E. — collezione ercole gnecchi a milano



A qualcheduno, il quale abbia udito parlare, o in qualche modo sia stato informato delle nostre private collezioni, potrà parere errato o almeno strano il nome che figura in testa a questa memoria; sapendo come quello dei due fratelli che s’è dedicato specialmente alla collezione romana non sia l’indicato quassù, sibbene il sottoscritto. Eppure l’una cosa non esclude l’altra, e l’indicazione non è errata e neppure strana.

Come, accanto alla serie romana dell’uno, sorse a poco a poco una collezione di monete e di medaglie milanesi, ed una di medaglie e memorie del risorgimento italiano, così alla collezione medioevale dell’altro, fecero contorno una di monete greche, una di romane.... e qualche altra ancora, senza parlare d’una numerosissima serie d’Autografi.

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Per quanto l’odierno raccoglitore s’imponga generalmente una specialità – e ben a ragione, che altrimenti nessun privato potrebbe nè finanziariamente nè intellettualmente arrivare a formarsi una collezione degna di considerazione – pure è raro il caso che presto o tardi non sia attratto a fare qualche leggera infrazione alla regola impostasi e ad invadere poco o molto qualche campo diverso dal proprio.

Talvolta è lo scopo di studio che ve lo spinge – giacchè nessun mezzo migliore di studiare una serie che farne una collezione – talvolta la semplice curiosità o il desiderio di una variante agli studii consueti, talvolta infine una combinazione fortuita, quella per esempio di un piccolo nucleo primitivo, di cui si venga per caso in possesso; fatto sta che è frequentissimo il caso in cui, intorno alla collezione principale, una o più altre piccole collezioni nascano a guisa di rampolli, che alle volte possono anche prosperare.

Ciò avvenne della Collezione Romana, che ora prendo in esame. Sorta per la combinazione di parecchie delle cause accennate accanto alla collezione delle monete medioevali Italiane, ampliata a poco a poco, di mano in mano che si presentavano favorevoli occasioni, raggiunse ormai un’importanza numerica di oltre 4000 pezzi, metà in argento e metà in bronzo, oltre ad un centinaio e mezzo d’aurei. Nè solo il numero dei pezzi, ma ben anco la rarità e la bella conservazione di molti fra questi le assegnano un posto distinto fra le collezioni private; ma nostro compito quì è unicamente quello di considerarla sotto l’aspetto delle numerose monete inedite o varianti, che vi si contengono, alcune delle quali veramente degne d’essere illustrate, come ne giudicheranno i lettori della Rivista.

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DRUSO e TIBERIO.

1. Denaro. — Prima del N. 1 di Cohen.

D/ — DRVSVS CAES TI AVG F COS…..

Testa nuda di Druso a sinistra.

R/ — TI CAES AVG P M TR (in monogramma) P XXX

Testa laureata di Tiberio a destra. (Anno 28 d. C).

(Tav. I, N. 1.).


Di questo raro denaro sono conosciuti due soli tipi, uno colla tribunizia podestà XXXIV e l’altro colla XXXV. Tali almeno li dà il Cohen e tali furono i due o tre esemplari, che mi passarono per le mani. Il Vaillant (e lo accenna in una nota anche il Cohen) dà il denaro di Druso e Tiberio con TR P XXV, in luogo di XXXV; ma il Vaillant non è sempre modello d’esattezza, e per citare un solo esempio basti dire che accompagna la descrizione del dritto di questo denaro con un disegno avente la leggenda errata TIBERIVS AVG, in luogo della corrotta: TI CAES AVG, data nel testo.

Il denaro essendo assai raro, il più delle volte ci si offre in esemplari molto guasti e di difficile lettura. Da ciò può essere venuta l’interpretazione di Vaillant TR P XXV come anche l’errore dell’incisore nella leggenda relativa a Tiberio. Inclinerei perciò a credere la dizione del Vaillant errata.

L’esemplare ora descritto, di fabbrica piuttosto barbara come tutti gli altri, e certamente non coniato in Roma, è di buonissima conservazione, e il numero della podestà tribunizia XXX, cadendo nel punto più chiaro della leggenda, è indiscutibile. Del resto, per quanto anteriore agli altri, (meno quello di Vaillant, dato che realmente esista) sarebbe del pari postumo, Druso essendo morto l’anno 23 dell’era volgare.

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Se poi è vero, come accenna il Cohen, che i denari colla testa di Druso furono battuti da Tiberio quasi in riparazione dell’assassinio del figlio, procurato col veleno da Sejano e Livilla, bisogna ammettere che tal delitto sia stato scoperto non due lustri, ma un solo lustro dopo la morte dello stesso Druso.

GALBA.

2. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 138.

D/ — SER GALBA IMP CAES AVG TR P

Testa laureata a destra.

R/ — LIBERT AVG R XL S C

La Libertà a sinistra, col berretto e un lungo scettro.

(Tav. I, N. 2).


3. Medio bronzo. – Dopo Coh. 143.

D/ — IMP SER SVLPIC GALBA CAES AVG TR P

Testa laureata a destra.

R/ — LIBERTAS PVBLICA S C

La Libertà a sinistra col berretto e lo scettro.


4. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 156.

D/ — SER SVLPI GALBA IMP CAESAR AVG P M TR P

Busto laureato a sinistra, col paludamento.

R/ - LIBERTAS RESTITVTA S C

Galba togato a sinistra in atto di rialzare Roma che gli sta davanti inginocchiata; dietro, Minerva in abito militare armata di scudo.

(Tav. I, N. 3).


5. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 108.

D/ — IMP SER GALBA CAE AVG TR P

Testa laureata a destra.

R/ — PAX AVGVST S C

La Pace a sinistra con un ramo e una cornucopia.

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6. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 244.

D/ — IMP SER GALBA CAESAR AVG TR P

Testa nuda a destra.

R/ — VESTA (all’esergo) S C

Vesta seduta a sinistra col palladio e una patera.

VESPASIANO.

7. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 340.

D/ — IMP CAES VESPAS AVG P M TR P P P COS III

Testa laureata a destra.

R/ — PAX AVGVSTI S C

La Pace a sinistra con un ramo d’ulivo e la cornucopia.


8. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 239.

D/ — CAES VESPASIAN IMP P P TR P COS II

Testa laureata a destra.

R/ — AEQVITAS AVGVSTI

L’Equità a sinistra colle bilance e un’asta.

DOMITILLA.

9. Denaro. — Dopo Coh. 4.

D/ — DIVA DOMITILLA AVGVSTA

Busto a destra colla pettinatura a coda.

R/ TR POT IMP II COS VIII DES VIIII

La Fortuna a sinistra con un timone e una cornucopia.

Il denaro è suberato ed evidentemente ibrido. Il rovescio appartiene a Domiziano, ed è dell’anno 82 dell’era volgare.

TITO.

10. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 182.

D/ — IMP T CAES VESP AVG P M TR P COS VIII

Testa laureata a sinistra.

R/ - GENI (sic) P R S C

Genio seminudo a sinistra con una patera e una cornucopia. Alla sua destra un’ara accesa.

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11. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 248.

D/ — T CAESAR IMP COS III CENS

Testa laureata a sinistra.

R/ - S C

La Speranza che cammina a sinistra portando un fiore e sostenendosi la veste.


TRAIANO.

12. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 377.

D/ — IMP NERVA CAES TRAIAN AVG GERM P M

Testa laureata a destra.

R/ — S C (all’esergo).

Traiano su di un palco a destra, accompagnato dal prefetto del pretorio, con un lungo scettro e colla destra alzata in atto di arringare tre soldati, di cui quello davanti porta lo scudo e il parazonio, e gli altri due, insegne militari.

(Tav. I, N. 4).


I tipi delle monete di Traiano sono così generalmente conosciuti, che il trovarne uno nuovo è cosa assai difficile. Pure il bronzo ora descritto merita veramente il titolo di nuovo e per varii riguardi. Prima di tutto per essere anepigrafo, fornito cioè delle sole lettere S C, ciò che non accade di trovare in nessun altro grande o medio bronzo di Traiano. Nella numerosissima serie delle monete di bronzo di Traiano non si conoscono se non alcuni piccoli bronzi portanti le solo lettere S C. In secondo luogo per il tipo, il quale rappresenta l’allocuzione imperatoria.

Le monete relative alla allocuzione mancavano sotto Traiano, e, mentre sotto altri imperatori, come Nerva suo predecessore e Adriano suo successore, sono sempre accompagnate dalla leggenda ADLOCVTIO, qui invece la leggenda manca; quantunque il tipo rappresentato sia precisamente quello dell’allocuzione, [p. 17 modifica]da non confondersi con quello dell’acclamazione imperatoria ovvio nelle monete di Trajano1.

Le monete dell’acclamazione rappresentano sempre Trajano seduto su di un palco posto a sinistra, mentre il nostro bronzo ce lo rappresenta in piedi a destra, precisamente come nelle simili monete d’allocuzione sopracitate di Nerva e d’Adriano.

Questa moneta veramente nuova ed interessantissima si può esser sicuri che appartiene al primo anno del regno di Trajano (98 d. C), e ne è prova sia la leggenda della testa, come la fabbrica alquanto rozza che rammenta ancora la monetazione di Nerva. Essa proviene da una piccolissima collezione affatto inconcludente, nella quale, nessuno certamente avrebbe immaginato che esistesse una moneta mancante alle collezioni più cospicue del mondo!


ADRIANO.

13. Aureo. — Dopo Coh. 69.

D/ HADRIANVS AVG COS III P P

Testa d’Adriano a destra.

R/ — ADVENTVI AVG ITALIAE

Adriano rivolto a destra, alza la mano destra verso l’Italia, che gli sta di fronte con una cornucopia e in atto di versare una patera su di un’ara inghirlandata e accesa che sta in mezzo a loro.


14. Medaglione di Bronzo. — Dopo il N. 98 del Supplemento.

D/ — HADRIANVS AVG COS III P P

Busto laureato a sinistra col paludamento.

R/ — COS III P P (in caratteri piccolissimi a destra).

Silvano ignudo col capo coronato, i sandali ai piedi, e il mantello svolazzante, che cammina a destra verso [p. 18 modifica]l’ingresso di un tempio, traendosi dietro un ariete e tenendo nella sinistra la verga (pedum). Davanti all’ingresso del tempio un’ara accesa, ai piedi della quale un pollo. A sinistra un albero.

Diam. mill. 41. Peso gr. 46.500.

(Tav. I, N. 7).


Questo medaglione non è che una varietà (pel busto a sinistra) di quello descritto al N. 68 del supplemento al Cohen, il quale, quantunque appartenente a quel famoso amatore di belle monete che era il sig. Prospero Dupré, pare non fosse che di mediocre conservazione, se dobbiamo giudicare dall’incisione (tav. III del supplemento), dove manca la leggenda del rovescio e dove il pollo venne trasformato in un cagnolino. L’esemplare ora descritto è un perfetto fior di conio, e se non vi esistessero alcune macchie d’ossido sarebbe una vera perfezione.


15. Medaglione di Bronzo. — Dopo Coh. 553.

D/ — HADRIANVS AVGVSTVS

Busto laureato a destra col paludamento.

R/ — S P Q R AN F F HADRIANO AVGVSTO P P (Senatus populusque romanus annum faustum felicem Hadriano Augusto patri patriae) in quattro righe in una corona di quercia.

Diam. mill. 39. Peso gr. 44.

(Tav. I, N. 5).


Una simile moneta (simile pel rovescio ma col busto nudo) è data dal Cohen in quella categoria speciale che formò al regno d’Adriano, sotto il titolo di Gran Bronzi senza S C, i quali poi nella seconda edizione vennero messi nell’unica serie, e segnati dubitativamente Petit médaillon ou grand bronze. Difatti, se si deve giudicare dal disegno che se ne dà (diam. 34 mill.), anche senza conoscerne il peso, si deve giudicare la [p. 19 modifica]moneta del Gabinetto di Francia un semplice Sesterzio o Gran Bronzo; mentre il diametro di 39 millimetri dell’esemplare ora descritto, il peso di 44 gr., ossia di doppio sesterzio, e il grande rilievo non lasciano dubbio alcuno sulla sua classificazione fra i medaglioni.


16. Medio Bronzo. – Dopo Coh. 932.

D/ — IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG

Busto laureato a destra col paludameuto.

R/ — IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG

Busto laureato a destra col paludamento e la corazza.


17. Gran Bronzo. – Dopo Coh. 1003.

D/ — IMP CAESAR TRAIAN HADRIANVS AVG P M TR P COS III.

Busto laureato a destra col paludamento e la corazza.

R/ - PIETATI AVGVSTI S C

La Pietà a destra con un vaso da profumo, in atto di riversarlo su di un’ara inghirlandata e accesa.


18. Medio Bronzo. – Dopo Coh. 1108.

D/ — HADRIANVS AVGVSTVS

Testa laureata a destra.

R/ — SALVS AVGVSTI COS III S C

La Salute a sinistra con uno scettro, in atto di nutrire un serpente che si svolge da un’ara.


19. Gran Bronzo. — Complemento del N. 1159.

D/ — HADRIANVS AVG COS III

Busto a destra col paludamento. Testa nuda.

R/ — VOTA PVBL S C (all’esergo).

Adriano togato e velato rivolto a sinistra in atto di versare una patera su di un tripode vicino a cui un fanciullo con un vaso nella destra e il simpulo nella sinistra. Dopo questi un vittimario sta abbattendo un toro. Nel secondo piano due suonatori di tibia.

(Tav. I, N. 6).

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Questo rarissimo e bellissimo bronzo, uno dei più belli del regno d’Adriano, è piuttosto accennato che descritto dal Cohen; il quale riporta pochi cenni del rovescio forniti dal Vaillant, senza darne il diritto. Ne abbiamo perciò completata la descrizione e ne diamo anche la riproduzione alla tavola, trattandosi non solo d’uno dei più rari bronzi d’Adriano, ma di un insigne monumento d’arte. Il rovescio di questo bronzo, copiato fedelmente o imitato con piccole varianti, servì di prototipo a moltissimi medaglioni dei successori d’Adriano. Per fortunata combinazione poi l’esemplare (che è l’unico ora conosciuto) è di eccellente conservazione e coperto di splendida patina verde-smeraldo.

ANTONINO PIO.

20. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 600.

D/ — ANTONINVS AVG PIVS P P TR P XXI

Testa radiata a destra.

R/ — FORTVNA OPSEQVENS COS III S C

La Fortuna a sinistra con un timone appoggiato a un globo e una cornucopia.

(Anno 158 d. C).


21. Medaglione di Bronzo. — Dopo Coh. 409.

D/ — ANTONINVS AVG PIVS P P TR P . . . .

Busto nudo a destra col paludamento.

R/ — Anepigrafo. — Giove fanciullo seduto sulla capra Amaltea a destra. Davanti, un’ara ornata da un bassorilievo raffigurante un’aquila. Dietro, l’ara un albero.

Diam. mill. 38. Peso gr. 45.


Questo medaglione è una semplice varietà (pel busto nudo e paludato) del medaglione descritto al N. 409 e appartenente al Gabinetto di Francia. Sfortunatamente i due medaglioni sono di cattiva conservazione e cessano di essere leggibili nella seconda [p. 21 modifica]metà della leggenda del diritto. Le poche lettere di più che si leggono nel nostro esemplare non sono sufficienti a fissarne la data.


22. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 710.

D/ — ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS IIII

Testa laureata a destra.

R/ — PIETAS AVG S C

La Pietà a sinistra con una patera.


23. Gran Bronzo? — Dopo Coh. 986.

D/ — ANTONINVS AVG PIVS P P TR P COS IIII

Testa laureata a destra.

R/ — Anepigrafo. — Diana in piedi a destra con una lancia nella destra e nella sinistra un piccolo cervo.

Diam. mill. 35. Peso gr. 32.

(Tav. II, N. 1).


Molti medaglioni, alcuni aurei e pochissimi medî bronzi di Antonino sono anepigrafi. Di gran bronzi nessuno è conosciuto dal Cohen, e uno solo proveniente dal ripostiglio d’Atene, venuto in luce nel 1886 e appartenente alla mia collezione, venne da me illustrato nel 1° di questi Appunti (Riv. It. di Num., 1888, fasc. II). Questo sarebbe dunque il secondo Gran Bronzo anepigrafo. È naturale la dimanda: Perchè classificarlo fra i Gran Bronzi e non fra i Medaglioni, essendo privo dello iniziali S C? E io rispondo, come già dissi quando diedi la descrizione dell’altro, pure privo delle iniziali S C: perchè il rilievo e il tipo della fabbricazione sono quelli di un gran bronzo e non quelli di un medaglione. Aggiungerò di più che anche il peso corrisponde precisamente a quello di un gran bronzo di belle dimensioni e di eccellente conservazione, come è questo, di Antonino Pio. Ci sono certi caratteri che non si possono descrivere a parole; ma che pure risaltano [p. 22 modifica]a un occhio esperimentato e pei quali si distingue senz’altro un Gran Bronzo da un Medaglione.

Ad ogni modo, di questi rari bronzi, che non si sa precisamente in quale categoria collocare, è bene tener nota, perchè potranno forse apportare qualche po’ di luce alla quistione, tuttora avvolta in un certo mistero, del medaglione romano, e non voglio per ora pregiudicare la questione, riserbandomi di ritornarvi fra breve.


24. Gran Bronzo. — Dopo Cohen 797.

D/ — AVRELIVS CAESAR ANTONINI AVG PII FIL

Testa nuda e giovanile a destra.

R/ — VIRTVS S C (nel campo) TR P XV COS II (in giro).

Il Valore a sinistra col parazonio e un’asta, il piede destro appoggiato su di un elmo.

(Anno 161 d. C).

SETTIMIO SEVERO.

25. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 647.

D/ — L SEPTIMIVS SEVERVS PIVS AVG

Busto laureato a destra col paludamento.

R/ — VICTORIAE AVGG S C

Vittoria in biga veloce a destra.


Questo rovescio non è conosciuto che nel mezzo bronzo (Coh. 647). Una particolarità poi notevole nel gran bronzo descritto è il suo grande diametro (mill. 35) e il suo peso eccezionale (gr. 32,500), che lo farebbero ritenere equivalente o a due sesterzi, se prendiamo come base i gran bronzi più leggeri di Settimio Severo, alcuni dei quali non pesano più di 17 grammi, o almeno a un sesterzio e mezzo, se calcoliamo la media dei gran bronzi di S. Severo a poco meno di 24 grammi.

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CARACALLA.

26. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 447.

D/ — ANTONINVS PIVS AVG GERM

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ – P M TR P XVII IMP III COS IIII P P S C

Marte in abito militare a sinistra. il piede destro su di un elmo, con un ramo e un’asta rovesciata.

(Anno 214 d. C).


27. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 493.

D/ - M AVR ANTONINVS PIVS AVG GERM MAX

Busto laureato a destra col paludamento e la corazza.

9’ — P M TR P XX IMP III COS IIII P P S C

Leone radiato che cammina a sinistra con un fulmine nelle fauci.

(Anno 217 d. C).
(Tav. II, N. 3).



Il titolo MAXIMVS è rarissimo sui bronzi di Caracalla. Non vi si incontra che due o tre volte.

ELAGABALO.

28. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 200.

D/ - IMP CAES M AVREL ANTONINVS AVG

Busto laureato a destra col paludamento e la corazza.

R/ — P M TR P IIII COS III S C

Elagabalo in abito pontificale a sinistra con una patera e un ramo di cipresso (o di palma), sacrificante su di un’ara inghirlandata e accesa.

(Tav. II, N. 2).


Quantunque questo bronzo non presenti alcuna particolarità degna di nota, s’è creduto bene riprodurlo nella tavola, perchè, stante la sua straordinaria conservazione e finitezza di lavoro, mostra i dettagli degli abiti pontificali forse meglio di qualunque altro.

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MASSIMINO I.

29. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 95.

D/ — IMP MAXIMINVS PIVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ — VICTORIA GERMANICA S C

Vittoria a sinistra con una corona e una palma.

FILIPPO PADRE.

30. Gran Bronzo. — Dopo Coh. 213.

D/ — IMP M IVL PHILIPPVS AVG

Busto laureato a destra col paludamento.

R/ — VOTIS DECENNALIBVS S C, in corona d’alloro.

VALERIANO PADRE.

31. Antoniniano. — Dopo Coh. 42.

D/ — IMP C P LIC VALERIANVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento e la corazza.

R/ — FELICITAS AVGG

La Felicità volta a sinistra con un lungo caduceo e una cornucopia.


32. Antoniniano. — Dopo Coh. 85.

D/ — VALERIANVS P F AVG

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ – ORIENS AVG

Il Sole corrente a destra colla destra alzata e un flagello nella sinistra.

GALLIENO.

33. Antoniniano. — Dopo Coh. 34.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ — AEQVITAS AVG

L’Equità a sinistra colle bilancie e la cornucopia. All’esergo S P Q R

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34. Antoniniano. — Dopo Coh. 118.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — FELICI AVG

La Felicità a sinistra con un lungo caduceo e una cornucopia.


35. Antoniniano. — Dopo Coh. 128.

D/ — IMP GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — FIDES MILITVM

Aquila spiegata a sinistra su di un globo fra due insegne militari.


36. Antoniniano. — Dopo Coh. 107.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ — FORTVNA AVG

La Fortuna a sinistra con una patera e la cornucopia. All’esergo S P Q R


La Fortuna nello monete di Gallieno è costantemente accompagnata dall’appellativo di REDVX. Compare su questo antoniniano per la prima ed unica volta con quello d’AVGVSTA. Noterò di più come la patera non sia uno dei soliti attributi della Fortuna, quali il caduceo, la cornucopia e il timone di nave.


37. Antoniniano. – Dopo Coh. 175.

D/ — IMP GALLIENVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento sull’omero sin.

R/ - FORTVNA REDVX

La Fortuna seduta a sinistra con un timone appoggiato a un globo e una cornucopia.


38. Antoniniano. - Dopo Coh. 182.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento e la corazza.

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R/ — GENIVS AVG

Il Genio a sinistra col medio in testa e con una cornucopia, in atto di versare una patera su di un’ara accesa.


39. Antoniniano. — Dopo Coh. 184.

D/ — GALLIENVS AVG

Testa radiata a sinistra.

R/ — GENIVS AVG

Genio seminudo con una patera e una cornucopia. All’esergo una palma.


40. Antoniniano. — Dopo Coh. 198.

D/ — GALLIENVS AVG

Testa radiata a destra.

R/ — INDVLGENT AVG

L’Indulgenza seduta a sinistra colla destra distesa e con uno scettro. All’esergo D.


41. Antoniniano. — Dopo Coh. 204.

D/ — GALLIENVS AVG

Testa radiata a destra.

R/ - IOVI CONS AVG

Capra a sinistra. All’esergo Σ.


42. Antoniniano. — Dopo Coh. 218.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ — IOVI CONSERVAT

Giove ignudo volto a sinistra con un globo, uno scettro e il mantello sulla spalla sinistra. All’esergo PXV.


43. Antoniniano. – Dopo Coh. 231.

D/ – GALLIENVS P F AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — IOVI STATORI

Giove ignudo di fronte col fulmine e lo scettro.

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44. Antoniniano. — Dopo Coh. 259.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a sinistra, armato di lancia e scudo.

R/ — LEG I ADI VI P VI F

Capricorno corrente a destra.


45. Antoniniano. — Dopo Coh. 345.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ - LVNA LVCIFERA

Diana colla mezzaluna in testa e la sciarpa svolazzante, a destra, tenendo colle due mani una torcia accesa.


46. Antoniniano. — Dopo Coh. 348.

D/ — GALLIENVS AVG

Testa radiata a destra.

R/ — MARS VLTOR

Marte ignudo e galeato, che cammina, a destra armato di lancia e scudo. All’esergo una palma.


47. Antoniniano. — Dopo Coh. 357.

D/ - IMP GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — MARTI PROPVG

Marte in abito militare, a destra, con un’asta e un vessillo.


48. Antoniniano. — Dopo Coh. 379.

D/ — IMP C P LIC GALLIENVS P F AVG

Busto radiato a destra con paludamento e corazza.

R/ — ORIENS AVG

Roma (?) turrita, rivolta a destra, presenta una corona a Gallieno in abito militare e armato di lancia — Tra i due, al disopra, un’altra corona.


49. Antoniniano. — Dopo Coh. 391.

D/ — IMP GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra. [p. 28 modifica]

R/ — PAX AVG

La Pace a sinistra con un ramo e uno scettro trasversale. Nel campo V.


50. Antoniniano. — Dopo Coh. 503.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento.

R/ — SALVS AVG

La Salute a destra in atto di nutrire il serpente. All’esergo S P Q R.


51. Antoniniano. — Dopo Coh. 529.

D/ — GALLIENVS AVG

Testa radiata a sinistra.

R/ — SOLI INVICTO

Il sole radiato a destra colla destra alzata e con un frustino.


52. Antoniniano. — Dopo Coh. 557.

D/ — GALLIENVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ - VICT AET AVG

Vittoria che cammina a destra con una corona e una palma.


53. Antoniniano. — Dopo Coh. 635.

D/ — IMP C P LIC GALLIENVS P F AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ - VICTORIAE AVGG IT GERM

Vittoria a sinistra con una corona e una palma. Ai suoi piedi un prigioniero seduto e legato.


54. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 858.

D/ — IMP C P LIC GALLIENVS P F AVG

Busto laureato e corazzato a destra.

R/ — VIRTVS AVGG S C

Il Valore militare a sinistra, appoggiato al proprio scudo e con un’asta rovesciata.

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AURELIANO.

55. Aureo. — Dopo Coh. 5.

D/ — IMP C L DOM AVRELIANVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — CONCORDIA AVG

La Concordia seduta a sinistra, con una patera e una doppia cornucopia.


56. Antoniniano. — Dopo Coh. 177.

D/ — AVRELIANVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — RESTITVTOR ORBIS

Donna in piedi, a destra, che presenta una corona ad Aureliano in piedi, in abito militare, il quale tiene un’asta. Nel campo, fra le due figure, una stella.

TACITO.

57. Antoniniano. — Dopo Coh. 66.

D/ — IMP C M CL TACITVS AVG

Testa radiata a destra.

R/ — LAETITIA FVND

L’Allegrezza a sinistra con una corona e un’àncora.

FLORIANO.

58. Antoniniano. — Dopo Coh. 17.

D/ — IMP C M ANN FLORIANVS AVG

Busto radiato a destra col paludamento e la corazza.

R/ — CLEMENTIA TEMP

La Clemenza a sinistra colle gambe incrociate e con un lungo scettro, appoggiata a una colonna.


59. Antoniniano. — Dopo Coh. 69.

D/ — IMP C M ANN FLORIANVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ — PROVIDEN DEOR

La Fede a destra fra due insegne; di fronte ad essa il Sole seminudo con un globo o la destra alzata. In mezzo a loro una stella. [p. 30 modifica]

PROBO.

60. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 556.

D/ — IMP PROBVS AVG

Busto laureato e corazzato a destra collo scettro.

R/ — VICTORIA AVG

Vittoria a sinistra con una corona e una palma.

NUMERIANO.

61. Antoniniano. — Dopo Coh. 49.

D/ — IMP C NVMERIANVS P F AVG

Busto radiato a destra col paludamento e la corazza.

R/ – PIETAS AVGG

Mercurio seminudo a sinistra con una borsa e un caduceo.

CARINO.

62. Antoniniano. — Dopo Coh. 60.

D/ — IMP C M AVR CARINVS P F AVG

Busto radiato a destra col paludamento e la corazza.

R/ – FIDES MILIT

La Fede militare a sinistra con due insegne.

DIOCLEZIANO.

63. Antoniniano. — Dopo Coh. 225.

D/ – IMP C VAL DIOCLETIANVS AVG

Busto radiato e corazzato a destra.

R/ – IOVI CONSERVAT

Giove ignudo a sinistra, col mantello dietro le spalle, con un fulmine e lo scettro.


64. Quinario di bronzo. — Dopo Coh. 249.

D/ – IMP DIOCLETIANVS AVG

Busto laureato a destra colla corazza.

R/ – IOVI CONSERVAT AVG

Giove ignudo a destra, collo scettro e i fulmini. Ai suoi piedi un’aquila con una corona nel rostro. [p. 31 modifica]

MASSIMIANO ERCULEO.

65. Aureo. — Dopo Coh. 39.

D/ — MAXIMIANVS AVG

Testa laureata a destra.

R/ — HERCVLI CON AVSS

Ercole ignudo di fronte, appoggiato alla clava, con un pomo e la pelle del leone sul braccio sinistro. Nel campo una stella. All’esergo ALE.

(Tav. II, N. 4).


La sigla della zecca d’Alessandria, comune nelle monete di bronzo di Massimiano Erculeo, è estremamente rara su quelle d’oro e d’argento. Non conosco nessun denaro d’argento che la porti, e un solo aureo è ricordato dal Cohen, riportato dall’antico catalogo del Gabinetto di Francia (Cohen, N. 62). Notevole è anche la ortografia AVSS invece di AVGG, che mi pare nuova in quest’epoca, mentre diventa comune più tardi.


66. Aureo. — Dopo Coh. 77.

D/ — MAXIMIANVS P F AVG

Testa laureata a destra.

R/ — PROVIDENTIA AVGG

Porta di campo aperta sormontata da tre pinacoli o torricelle. Al secondo piano due pinacoli e fra questi tre merli.

(Tav. II, N. 5).


67. Medio Bronzo. – Dopo Coh. 189.

D/ - IMP MAXIMIANVS P F AVG

Testa laureata a destra.

R/ — FIDES MILITVM

La Fede militare di fronte, rivolta a sinistra, con due insegne, una per ciascuna mano. [p. 32 modifica]

CARAUSIO.

68. Piccolo Bronzo. — Dopo Coh. 95.

D/ — CARAVSIVS AVG

Busto coll’elmo radiato a sinistra e armato d’asta.

R/ — FORTVNA AVG

La Fortuna in piedi volta a sinistra, con un timone nella destra e un corno d’abbondanza nella sinistra. All’esergo MI (?)


69. Piccolo Bronzo. – Dopo Coh. 164.

D/ — IMP C CARAVSIVS P AVG

Busto radiato e paludato a destra.

R/ — PAX AVG

La Pace in piedi a sinistra, tenendo un ramo d’olivo, e uno scettro diritto. Nel campo ai due lati S C.


70. Piccolo Bronzo. — Dopo Coh. 177.

D/ — IMP C CARAVSIVS P F AVG

Busto radiato e paludato a destra.

D/ — PAX AVG

La Pace in piedi volta a sinistra, tenendo un ramo di ulivo e uno scettro trasversale. Ai due lati nel campo S P. All’esergo MLXXI.


71. Piccolo Bronzo. — Dopo Coh. 188.

D/ — IMP C CARAVSIVS PRIN AVG

Busto radiato e paludato a destra.

R/ — PAX AVGGG

La Pace in piedi a sinistra tenendo un ramo d’olivo e uno scettro trasversale. Nel campo, ai lati della figura, S P. All’esergo C.

(Tav. II, N. 6).


In questo piccolo bronzo sono notevoli le leggende, tanto nel diritto, come nel rovescio. La prima per la qualifica di PRIN (PRINCEPS) assolutamente unica sulle monete di Carausio, il quale alle solite iniziali P F (Pius Felix, supponendo che abbia [p. 33 modifica]continuata la tradizione dei predecessori), non aggiungo nelle monete che assai raramente l’epiteto di INVICTVS, espresso con INV (Coh. 200), con IN (Coh. 46, 156) o con un semplice I (Coh. 158 188). Anzi l’esistenza di questo epiteto in parecchie monete di Carausio potrebbe dar luogo ad una variante nell’interpretazione delle lettere PRIN del nostro piccolo bronzo. Queste quattro lettere, invece che appartenere a una sola parola e leggersi quindi come le primo lettere di PRINCEPS, potrebbero essere divise due a due (PR e IN) e interpretarsi per le prime lettere dello due parole PRINCEPS INVICTVS.

La leggenda poi del rovescio PAX AVGVSTORVM espressa coll’abbreviazione AVGGG si riferisce evidentemente alla pace conclusa da Carausio cogli imperatori Massimiano Erculeo e Diocleziano, e il nostro bronzo va collocato con altri pochi esprimenti il medesimo fatto storico colle leggende HILARITAS AVGGG, LAETITIA AVGGG e PROVID AVGGG. ai quali tutti serve storicamente di illustrazione (dimostrando quali siano i tre imperatori cui si accenna col triplice G in AVGGG) il piccolo bronzo unico del Museo Britannico, nel quale a un rovescio simile al nostro accompagnato dalla medesima leggenda PAX AVGGG corrispondono nel diritto le teste accollate dei tre imperatori Carausio, Massimiano Erculeo e Diocleziano colla leggenda: CARAVSIVS ET FRATRES SVI.


72. Piccolo Bronzo. – Dopo Coh. 211.

D/ — IMP CARAVSIVS · · · · · ·

Busto radiato e paludato a destra.

R/ — ROMANO RENOVA

La Lupa a destra che allatta Romolo e Remo. All’esergo R S R.

(Tipo barbaro).

[p. 34 modifica]


73. Piccolo Bronzo. — Dopo Coh. 275.

D/ – IMP CARAVSIVS P F AVG

Busto laureato e paludato a destra.

R/ - VOTVM PVBLIC

Ara accesa, nella eguale la leggenda in quattro linee: MVL TIS XX IMP. All’esergo R S R.

(Tav. II, N. 7).


Questo rovescio è sconosciuto nelle monete di bronzo di Carausio, e riproduce invece esattamente il tipo del denaro d’argento descritto dal Cohen al N. 50.

COSTANZO CLORO.

74. Denaro. — Dopo Coh. 50.

D/ — CONSTANTIVS N C

Busto laureato e corazzato a destra.

R/ — VICTORIA SARMAT

Quattro soldati che sagrificano sopra un tripode, davanti alla porta d’un campo. All’esergo una clava.


75. Medio Bronzo. — Dopo Coh. 227.

D/ — CONSTANTIVS NOB CAES

Testa laureata a destra.

R/ - SAC MON VRB AVGG ET CAESS NN

La Moneta in piedi a sinistra, tenendo una bilancia e una cornucopia. All’esergo R‿T.

GALERIO MASSIMIANO.

76. Aureo. — Dopo Coh. 20.

D/ — MAXIMIANVS NOB CAES

Testa laureata a destra.

R/ — PRINCIPI IVVENTVTIS

Galerio Massimiano in abito militare a sinistra, con un globo e uno scettro. Dietro a lui due insegne. Nel campo , all’esergo • SM • SD •

(Tav. II, N. 8).

[p. 35 modifica]


77. P. Bronzo Quinario. — Dopo Coh. 152.

D/ — MAXIMIANVS NOB CAES

Busto laureato a destra col paludamento.

R/ — PRINCIPI IVVENTVTIS

Galerio in abito militare a destra, con un’asta nella destra e un globo nella sinistra.

MASSIMINO DAZA.

78. Quinario di Bronzo. — Dopo Coh. 134.

D/ — MAXIMINVS NOB CAES

Busto laureato a destra col paludamento e la corazza.

R/ — PRINCIPI IVVENTVT

Massimino in abito militare che cammina a destra con un’asta e un globo.

COSTANTINO MAGNO.

79. Aureo. — Dopo Coh. 70.

D/ — CONSTANTINVS P F AVG

Testa laureata a destra.

R/ PERPETVA FELICITAS

Costantino in abito militare a destra, con uno scettro. Davanti a lui uno de’ suoi figli puro in abito militare con un trofeo, in atto di sollevare una donna (Costantinopoli?) inginocchiata. All’esergo SIRM.

(Tav. II, N. 9).


La leggenda PERPETVA FELICITAS non figurava ancora fra le leggende delle monete romane, comparendo per la prima volta su questo interessante aureo di Costantino. E, come è nuova la leggenda, sembrami nuova la rappresentazione, la quale potrebbe anche darsi che sia da interpretare differentemente da quello che ho fatto io: ma, accordando la rappresentazione colla leggenda, mi parve che il significato più ovvio fosse quello dell’imperatore con uno dei suoi figli, il primo coll’emblema del comando, il secondo con quello della vittoria, che offrono [p. 36 modifica]perpetua felicità alla rivale di Roma, divenuta la capitale dell’impero. L’aureo dovrebbe perciò essere stato battuto verso l’anno 330, in cui avvenne il trasferimento della capitale da Roma a Costantinopoli.

CRISPO.

80. Aureo. — Dopo Coh. 16.

D/ — FL IVL CRISPVS NOB CAES

Busto laureato e paludato a sinistra.

R/ – VICTORIA CRISPI CAES

La Vittoria, seduta a destra su di una corazza, scrive VOT X su uno scudo che le presenta un genietto alato. All’esergo SIRM.

(Tav. II, N. 10).


Il rovescio di quest’aureo, nuovo per tipo e leggenda fra le monete di Crispo, fa riscontro ad alcuni simili rovesci, che troviamo sugli aurei del fratello Costantino II e colla leggenda VICTORI CONSTANTINI CAES.

COSTANZO II.

81. Aureo. — Dopo Coh. 73.

D/ — D N CONSTANTIVS NOB CAES

Busto a d. col paludamento e la corazza. Testa nuda.

R/ – GLORIA REIPVBLICAE

Roma galeata seduta di fronte e Costantinopoli turrita volta a sinistra, col piede appoggiato su di una prora di nave, sostengono insieme uno scudo colla leggenda: VOTIS V. All’esergo SMANB ·

(Tav. II, N. 11).


Su nessuno dei molti aurei di Costanzo II al tipo di Roma e Costantinopoli, come quello ora descritto, troviamo ricordati i voti quinquennali. Molte monete d’oro e d’argento di quest’imperatore sono dedicate ai voti X, XX, XXV, XXX e XXXX, ma i quinquennali appaiono qui per la prima volta. [p. 37 modifica]

COSTANTE I.

82. Aureo. — Dopo Coh. 63.

D/ — FL IVL CONSTANS PERP AVG

Busto diademato a destra col paludamento e la corazza.

R/ — VICTORIA AVGVSTORVM

Vittoria seminuda seduta su di una corazza, a destra, in atto di scrivere VOT V MVLT X su di uno scudo presentatole da un genietto alato.

VALENTE.

83. Aureo. — Dopo Coh. 52.

D/ — D N VALENS P F AVG

Busto diad. e corazzato a sinistra. Nella destra tiene un oggetto indistinto, nella sinistra uno scettro (?).

R/ — VOTA PVBLICA

Valente e Valentiniano nimbati, seduti di fronte, tenendo ciascuno nella destra un papiro (?), nella sinistra uno scettro. La sigla SMNЄ posta all’esergo è frammezzata da due prigionieri inginocchiati l’uno contro l’altro colle mani legate dietro al dorso, ed è così disposta: S, prigioniero a destra, MN (in monogramma), prigioniero a sinistra, Є.

GRAZIANO.

84. Denaro. — Dopo Coh. 16.

D/ — D N GRATIANVS AVGG AVG

Busto diademato a destra col paludamento e la corazza.

R/ — GLORIA NVVI (sic invece di NOVI SAECVLI)

Graziano a sinistra col labaro e appoggiato allo scudo. All’esergo TCON.


Questo tipo, non comune in bronzo, deve essere certamente assai raro in argento, perchè Cohen non ha trovato da citare che un unico esemplare della collezione Gosselin, dandone anzi il solo rovescio.

La strana ed enigmatica leggenda AVGG AVG [p. 38 modifica]è una di quelle che si prestano a svariate interpretazioni e gli eruditi non mancarono di torturarsi intorno ad essa l’ingegno, proponendone parecchie basate sulla storia e sulla genealogia dell’imperatore. Mi guarderò bene dal richiamare tutta la storia di tale disputa, che durò molto tempo come le altre di questo genere, le quali non possono esser risolte se non colla induzione. Non lubet ejus dissidii historia scribere, dice Eckhel; ma, semplicemente riassumendo, accennerò come, dopo d’aver eliminato le interpretazioni meno persuasive, come Augustissimus Augustus, — Augusti Germanus Augustus — Augusti Genitus Augustus e altre simili, i più recenti numismatici, seguendo Eckhel, scelsero come le migliori queste due:

Augustorum Augustus — Augusti Gener Augustus, e si fermarono di preferenza a quest’ultima, che rammenta il matrimonio di Graziano colla figlia di Costanzo II.

In quanto a me, io mi fermerei invece assai più volentieri alla prima, per la ragione che è la più semplice. Bisogna premettere che le leggende delle monete furono incise per essere intese da tutti e quindi anche dal popolo, tanto è vero che la leggenda in discorso è rarissima sulle monete d’oro e d’argento e meno rara invece su quelle di bronzo. Posto tale principio, sembra assai poco naturale che le lettere si debbano dividere a guisa d’indovinello e che il cervello debba lambiccarsi per trovare significati che possano in qualche modo correre colla storia. L’abbreviazione AVGG la troviamo mille volte nelle monete romane e s’è sempre letta per AVGVSTORVM. Perchè dovremmo darvi su questa sola moneta un significato differente dal solito e inteso da tutti?

Certo che la preferenza a tale lettura non la accorderei pel motivo della punteggiatura addotta dal Beauvais, il quale pretende debbasi così leggere e [p. 39 modifica]non altrimenti, essendo scritto AVGG • AVG con un punto fra le due abbreviazioni. Con buona pace del signor Beauvais e di chi l’ha seguito, non credo che tale punteggiatura abbia mai esistito fuorchè nella fervida immaginazione di chi voleva trovare una prova materiale di ciò che aveva in mente di dimostrare. Nè su questo denaro, nè su alcun’altra moneta di Graziano, come su nessuna contemporanea, si trova punteggiatura di sorta.

La ragione della preferenza, sta semplicemente nell’accennata dall’uso comune, accordandosi al quale ben raramente si sbaglia. Eppure anche a questa interpretazione di Augustorum Augustus, che a taluno può sembrare indubbia, qualche opposizione si può fare, ed è che il significato letterale o dirò assoluto ne riesce poco chiaro; e se si volesse trovarvi quasi un riscontro nelle leggende REX REGNANTIVM, Βασιλευς Βασιλεων, che circondano il busto del Cristo sulle monete bizantine, sarebbe stato certamente troppo ardito per l’imperatore Graziano, il quale avrebbe dovuto ritenere assurdo l’intitolarsi l’Augusto degli Augusti, quasi che gli altri due Augusti, che contemporaneamente si dividevano l’impero del mondo romano, fossero suoi vassalli. Se invece di AVGVSTORVM AVGVSTVS si leggesse AVGVSTORVM AVGVSTISSIMVS il più Augusto degli Augusti, quella certa supremazia, cui Graziano pare volesse alludere al primo giungere al potere (poichè questo e non altro è certamente il significato dell’era nuova accennata nel rovescio, GLORIA NOVI SAECVLI), sarebbe assai più felicemente resa. — La preminenza, quantunque abbastanza chiaramente affermata, non invaderebbe così il campo degli altri due regnanti e non ne offenderebbe troppo apertamente le suscettibilità.

Ma, facendo di nuovo valere l’argomento della semplicità e dell’uso comune — che è sempre l’ar[p. 40 modifica]gomento più forte — , come abbiamo accettato di interpretare AVGG per AVGVSTORVM, dobbiamo del pari e con più forte ragione accettare l’interpretazione dAVG per AVGVSTVS, perchè sempre così usato nell’estesissimo uso comune stabilito da secoli.

E del resto bisogna considerare che si tratta di leggere una abbreviazione, la quale, se fu chiara, come è a supporsi, pei contemporanei, non lo può essere del pari per noi troppo lontani posteri; e a chi una delle due ultime interpretazioni proposte non garbasse, resta sempre la scelta fra le vecchie.... o anche la libertà di trovarne una nuovissima!

Altra particolarità filologica o grafologica, che forse merita di non essere trascurata in questa moneta, è la dizione NVVI per NOVI del rovescio. Potrebbe essere un semplice errore dell’incisore e allora senza alcuna importanza; ma potrebbe anche darsi che la trasformazione dell’O in V fosse, quantunque raramente, ammessa in quell’epoca. Ai filologi il decidere.


85. Terzo di Soldo d’oro. — Dopo Coh. 25.

D/ — D N GRATIANVS P F AVG

Busto diademato a destra col paludamento.

R/ — VICTORIA AVGVSTORVM

Vittoria che passa a sinistra con una corona e una palma. All’esergo TROB.


Questo tipo, comune sotto altri imperatori, è rarissimo fra le monete di Graziano, e sarebbe anzi unico in oro. Cohen non dà che un denaro con questo tipo, riportandolo incompletamente (ossia senza il diritto), da d’Ennery.

Francesco Gnecchi.



Note

  1. Vedansi i diversi bronzi portanti le leggende imperator vii, viii e viiii.