Commedia (Neumeister)/Paradiso/Canto I

Paradiso - Canto I

../../Paradiso ../Canto II IncludiIntestazione 28 luglio 2024 75% Da definire

Paradiso Paradiso - Canto II
[p. 1r modifica]

COMINCIA LA TERZA Cantica de la commedia di Dante alleghieri di firenze chiamata paradiso Ne la qual tracta de beati et de celestiale gloria. Et de meriti et premii de santi. Et dividesi in VIIII. parti sì come l’inferno. CANTO primo nel cui principio l’autore prohemiza a la seguente cantica. Et sono ne lo elemento del fuocho et beatrice solve a l’autore una questione Nel qual canto l’autore promette di tractare delle cose divine Invocando la scienza poeticha. Ciò apollo idio di sapienza:·

LL
A GLORIA di colui che tutto move

Per l’universo penetra et risplende
In una parte più et meno altrove
Nel ciel che più de la sua luce prende
fu’ io et vidi cose che ridire 5
né sa né può chi di là su descende
Perché appressando sé al suo disire
     nostro intelletto si profonda tanto
     che retro la memoria non può ire
Veramente quant’io del regno santo 10
     nella mia mente pote’ far tesoro
     sarà ora matera del mio canto

[p. 1v modifica]

O buono apollo a l’ultimo lavoro
     fa me del tuo valor sì fatto vaso
     come dimandi dar l’amato alloro15
Infin a qui lu giogo di parnaso
     assai mi fu ma or con ambedue
     m’è huopo entrar ne l’aringo rimaso
Entra nel petto mio et spira tue
     sì come quando marzia traesti20
     de la vagina de le membra sue
O divina virtù si mi ti presti
     tanto che l’ombra del beato regno
     segnata nel mio capo manifesti
Venir vedra’ mi al tuo diletto legno25
     et coronar mi allor di quele foglie
     che la matera et tu mi farai degno
Sì rade volte padre se ne coglie
     per triumphare cesare o poeta
     colpa et vergogna de l’humane voglie30
Che partorir letitia in su la lieta
     delfica deità dovria la fronda
     pennea quando alcun di sé aseta
Pocha favilla gran fiamma seconda
     dietro da sé forse com miglior voci35
     si pregherà perché cirra risponda
Surge a’ mortali da diverse foci
     la lucerna del mondo manda quella
     che quattro cerchi giongne con tre croci
Con miglior corso et con migliore stella40
     esce congiunta et la mondana cera
     più a suo modo tempera et suggella

[p. 2r modifica]

Fatt’avea di là mane et di qua sera
     tal foce quasi et tutt’era là biancho
     quel hemisperio et l’altra parte nera45
Quando beatrice in sul sinistro fianco
     vidi rivolta et riguardar nel sole
     aquila sì non li s’affisse unquanco
Et sì come secondo raggio sole
     uscir del primo et risalir in suso50
     pur come peregrin che tornar vole
Così de l’atto suo per li occhi infuso
     ne l’imagine mia el mio si fece
     et fissi li occhi al sole oltre nostr’uso
Molto è licito là che qui non lece55
     alle nostre virtù mercé del loco
     fatto per propio de l’humana spece
Io nol soffersi molto né sì poco
     ch’i’ nol vedessi sfavillar dintorno
     come ferro boglente esce del foco60
Et di subito parve giorno a giorno
     esser agiunto come quei che puote
     avesse ’l ciel d’un altro sole adorno
Beatrice tutta ne l’etterne rote
     fissa con li occhi stava et io in lei65
     le luci fissi di lassù rimote
Nel suo aspetto tal dentro mi fei
     qual si fe glauco nel gustar de l’erba
     che ’l feo consorto in mar degli altri dei
Trasumanar significar per verba70
     non si porria però l’exemplo basti
     a cui sperienza gratia serba

[p. 2v modifica]

S’io era sol di me quel che creasti
     novellamente amor che ’l ciel governi
     tu ’l sai che col tuo lume mi levasti75
Quando la rota che tu sempiterni
     desiderato ad sé mi fece atteso
     con la rota che temperi et discerni
Parvemi tanto allor del cielo acceso
     de la fiamma del sol che pioggia o fiume80
     laco non fece alcun tanto disteso
La novità del sono e ’l grande lume
     di lor cagion m’acesero un disio
     mai non sentito di cotanto acume
Ond’ella che vedea me sì com’io85
     ad acquetarmi l’animo conmosso
     pria ch’io a domandar la bocca aprio
Et cominciò tu stesso ti fai grosso
     col falso imaginar sì che non vedi
     ciò che vedresti se l’avessi scosso90
Tu non sei in terra sì come tu credi
     ma folgore fuggendo il primo sito
     non corse come tu c’ad esso redi
S’io fui del primo dubbio disvestito
     per le sorrise parolette brevi95
     dentro ad un nuovo più fu’ inretito
Et dissi già contento requievi
     di grande amiration ma ora ammiro
     com’io trascenda questi corpi lievi
Ond’ella appresso d’un pio sospiro100
     li occhi drizzò ver’ me con quel sembiante
     che madre fa sovra figluol deliro

[p. 3r modifica]

Et cominciò le cose tutte quante
     hanno ordine tra loro et quest’è forma
     che l’universo a dio fa simiglante105
Qui veggion l’altre creature l’orma
     de l’eterno valor il quale è fine
     al qual è fatto la toccata norma
Ne l’ordine ch’io dico son decline
     tutte nature per diverse sorti110
     più al principio loro et men vicine
Onde si muovono a diversi porti
     per lor gran mar de l’esser et ciascuna
     con estinto a lei dato che la porti
Questi ne porta il foco inver’ la luna115
     questi ne’ cor mortali et permotore
     questi la terra in sé stringe et aduna
Né pur le creature che son fore
     d’intelligenza quest’arco saeta
     ma quelle c’hanno intelletto et amore120
La provedenza che cotanto assetta
     del suo lume fa ’l ciel sempre quieto
     nel qual si volge quel c’ha maggior fretta
Et ora lì com’a sito dicreto
     cen porta la virtù di quella corda125
     che ciò che scocca drizza in segno lieto
Vero è che come forma non s’acorda
     molte fiate a la ’ntention de l’arte
     perc’a risponder la matera è sorda
Così da questo corso si diparte130
     talor la creatura c’ha podere
     di piegar così pinta in altra parte

[p. 3v modifica]

Et sì come veder si può cadere
     foco di nube se l’impeto primo
     l’aterra torta da falso piacere135
Non dei più ammirar se bene stimo
     lo tuo salir se non come d’un rivo
     se d’alto monte scende giuso ad imo
Maraviglia sarebbe in te se privo
     d’impedimento giù ti fossi assiso140
     comm’a tera quiete in foco vivo
Quinci rivolse inver’ lo cielo il viso:·