Ciuffettino/Capitolo XVIII

In cui Ciuffettino diventa di punto in bianco un istancabile lavoratore

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In cui Ciuffettino diventa di punto in bianco un istancabile lavoratore
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XVIII.

In cui Ciuffettino diventa di punto in bianco un istancabile lavoratore.

Quella sera Ciuffettino mangiò le aringhe che non gli piacevano, e Melampo divorò la zuppa di brodo rancido che gli piaceva moltissimo.

La mattina dopo Mangiavento disse a Ciuffettino in tono brusco:

— Senti, ragazzo mio, qui, a bordo, il pane bisogna guadagnarselo!

— Io, veramente, il pane non me lo sono guadagnato mai, e mi meraviglio! - rispose, imbronciato, il ragazzo.

— E’ che credi che sia una vergogna, guadagnarsi il pane? Intanto, ecco: piglia quella secchia e quella scopa e lava il ponte... [p. 142 modifica]

— Ma io questo mestiere non lo so e non lo voglio fare! - ribattè il monello, pestando i piedi.

— Dici davvero? - chiese Mangiavento, con calma.

— No, no e poi no!...

— E allora non ti confondere: vuol dire che a colezione avrai soltanto la galletta!

Infatti, a mezzogiorno, Ciuffettino non ebbe che un po’ di galletta tanto muffita e tanto dura che per poco il poveraccio, volendola sgranocchiare, non ci si ruppe tutti i denti.

Però, alla sera, Ciuffettino si decise di lavare il ponte.

Il giorno dipoi il capitano chiamò di nuovo a sè il fanciullo, e gli disse:

— Oggi bisogna che ti arrampichi su l’albero per andare a rifar quei nodi di corde alla vela... Li vedi lassù? Questa volta, spero che non ti farai pregare... [p. 143 modifica]

Ciuffettino fece un gesso da imperatore romano.

— Come? Io? nemmen per sogno!

Mangiavento, secondo il solito, rideva.

— C’è poco da ridere! non ci vado lassù... a rischio di rompermi il collo!...

— Andavi mai a coglier le pesche... quando marinavi la scuola? - chiese beffardamente il lupo di mare.

— Qualche volta... - bisbigliò Ciuffettino, abbassando il capo.

— Allora non avevi paura di romperti il collo...

— E’ vero, ma...

— Insomma ci vai, sì o no?

— Nemmeno se lei mi regala cento lire!

Mangiavento alzò le spalle.

— Oggi avrai un’altra porzioncina di galletta... Non c’è mica da arrabbiarsi! Tu non vuoi far nulla? Hai ragione, poverino... E’ segno che ti piace la galletta... Tutti i gusti sono gusti...

A farvela breve, bambini miei: di lì a cinque o sei giorni, Ciuffettino era cambiato da così a così: tutte le mattine, all’alba, lavava il ponte, poi aiutava i marinai alle manovre, si arrampicava su i sartiami per isciogliere le vele, rammendava le reti, aiutava il marinaio-cuoco a far la cucina per il capitano, risciacquava i piatti... insomma, sfacchinava a tutto spiano senza lamentarsi, e si faceva voler bene dall’equipaggio e dal capitano per l’umor gaio e per la bontà dell’animo.

— E’ piccolo come un cece! - disse un giorno padron Mangiavento, ai suoi marinai - ma vale più di tanti giovanotti grandi e grossi e col cervello di lumaca!

Melampo, per la vita tranquilla che menava a bordo, era quasi ringiovanito. Aveva ripreso un po’ [p. 144 modifica]di forza nelle zampe, gli era ricresciuto un po’ di pelo, e, visto all’ingrosso, sembrava presso a poco un bel cane di mezza età. Il poveraccio era così felice, e spingeva così lontano le proprie illusioni, che alle volte, a certi pizzicorini delle gengive, gli veniva fatto di pensare:

— Tra poco mi rispuntano i denti!

Vane speranze, ohimè!

La navigazione procedeva tranquilla: il vecchio battello aveva quasi sempre il vento a poppa e viaggiava con una discreta velocità. Il mare era calmo, e il cielo si mostrava sempre sgombro di nubi.

Se le cose procedevano in quel modo, in poco più di un mese si sarebbe giunti alla méta.

Ma per l’appunto...

Vi dirò il resto in quest’altro capitolo. [p. 145 modifica] L’inseguimento