Caccia e Rime (Boccaccio)/Rime/CXI

CXI. Quante fiate indrieto mi rimiro

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CXI.


Quante fiate indrieto mi rimiro,
     M’accorgo et veggio ch’io ò trapassato1,
     Forse perduto et male adoperato,
     Seguendo2 in compiacermi alcun desiro;
     Tante con meco dolente m’adiro,5
     Sentendo quel, ch’a tutti sol n’è dato3,

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     Esser così fuggito, anzi cacciato
     Da me, che ora indarno ne sospiro.
Et so s’è conceduto ch’e mia danni
     Ristorar possa anchor di bel soggiorno410
     In questa vita labile et meschina?
     Perché passato è l’arco de’ mia anni5,
     Et ritornar non posso al primo giorno,
     Et l’ultimo già veggio s’avicina.


Note

  1. «Che cosa (che) io ò trapassato:» il tempo (cfr. i vv. 6-8).
  2. «Procedendo;» per questo significato del verbo seguire cfr. CVI, 11, e la nota relativa.
  3. Il tempo: cfr. qui sopra, n. 5.
  4. «Con un’esistenza intesa a praticare la virtù.»
  5. Cfr. LXXX, 1, e la nota relativa.