Caccia e Rime (Boccaccio)/Appendice/25
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25. Se io, che già, più giovine, provai
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Se io, che già, più giovine, provai
D’Amor le fiamme e le saette acute,
Ora per morte [et] ora per salute
Pregando1, a sordo sempre lui pregai,
Che doveria sperar ora già mai,5
Vedendomi le tempie esser canute,
Crescer li affanni e mancar la vertute,
Che sì di lieve pigliar mi lassai2?
Certo null’altro che quello ch’io sento,
Disio senza speranza3; e di sospiri10
Cocenti come foco ò el petto pieno.
Dunque la morte sola al mio tormento
Può donar pace e finir i desiri4,
Che per molti anni anchor non vegnon meno.
Note
- ↑ «Ora chiedendo la morte ora la salute.»
- ↑ È il medesimo concetto delle quartine del son. LXXXVII, e anche la condizione sentimentale del poeta innamorato è la medesima. Si potrebbe affermare che questo componimento (come il successivo) deve trovar posto nella serie inspirata dall’amore per la vedova fiorentina, LXXX-LXXXIX.
- ↑ Risponde alla domanda del v. 5.
- ↑ Cfr. LXXXV, 12-14.