Busto Arsizio - Notizie storico statistiche/Parte I/VI

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VI.

la Petecchiale (1586-88) — Terremoto — Carestia — Sedizione militare.


Dalle vicende proprie del feudo ritornando alle generali del borgo, devo notare anzitutto che nell'estate del 1586 infuriò a Gallarate e nelle terre confinanti un'epidemia. Fu chiamato il medico Andrea Trevisio1, [p. 37 modifica]che si diede a tutt'uomo ad esaminarne la natura e le cause; e, nel 1588, mentr'essa ancora durava, publicò un trattatello2, nel quale ci ragguaglia che in questi anni la medesima afflisse tutto l'alto milanese ed altri luoghi d'Italia. Nell'accennata stagione del 1586 vi furono altresì frequenti e fitte nebbie. Nell'autunno soffiarono venti di opposta natura, e caddero stemperate piogge: mite fu il verno, freddo e nevoso il marzo e in generale nell'anno 1587 e nella prima metà del successivo si notò un'incostanza straordinaria di tempo, e predominio di umidità e di freddo, e nel luglio giorni di soffocante caldura. Perciò moltissimi li malati e molti i morti, e sì degli uni, come degli altri più li uomini, che le donne. Tuttavia verso l'equinozio della primavera del 1588 molte ebbero difficile parto, e furono poi assalite dal morbo.

Morivano per lo più entro il dodicesimo giorno con turbamento di ventre, o frenesia. Li morti furono più frequenti ne'vecchi e negli adulti, che ne'giovani; laddove guarirono quelli che ebbero abondanti sudori, e più ancora emorragie. Si scorge quindi che trattavasi di una di quelle malatie da infezione, alle quali a norma della prevalenza di alcuni sintomi, ora si dà il nome di febre tifoide, tifo, petechiale, e che a'que tempi chiamavansi febri ardenti, putride, maligne e generalmente pestilenziali.

Le terre più gravemente flagellate furono quelle [p. 38 modifica]esposte a mezzodì, e quelle d'aria più umida per la vicinanza delle aque. Per chi amasse conoscerle, io riporterò le parole del Trivisio voltate in italiano dal dottor Ercole Ferrario3 “Maggiormente soffrirono i paesi esposti a mezzodì come Cassano, Besnate, Casorate, i bassi e circondati da valli, come quelli che sono lungo l'Arno e l' Olona, Arsago, Crugnola; quelli bagnati da laghi, siccome Angera, Arona e li altri fondali in riva al Verbano, quelli che abondano di piscine (stagnis) come Lonate, Pozzuolo, Busto Arsizio, Samarate, quelli in cui le abitazioni sono quasi sotterranee, come è in Busto Arsizio, le cui contrade sono assai più alte del pavimento delle case; e quelli, in cui v'è il costume di passare la notte dormendo nelle stanze terrene, siccome in Fagnano ed in quasi tutte le terricciuole circostanti a Gallarate„ (Cap 2, pag. 10 del citato trattatello). Ora parecchie di tali insalubri condizioni sono tolte.

Nel settembre del 1601 una violenta scossa di terremoto fé' traballare tutte le case, ed a questa susseguì una brina sì forte che, abbruciando i grani minuti, vi cagionò grave carestia.

Nella guerra tra Filippo III di Spagna e Paolo V contro i Veneti nel 1607 parte delle truppe pose quartiere d'inverno in Busto. Insorta nel maggio di quest’anno una gran contesa tra i soldati per causa della mancanza degli stipendi, si difuse nei capi della milizia e dei borghigiani un panico timore. La sedizione invero fu repressa, ma i soldati furono costretti ad uscir tutti dal borgo, rimanendone molti occisi e feriti.

Avendo la Francia nell'entrare del secolo XVII tolto [p. 39 modifica]a proteggere, contro li Spagnuoli, i diritti dei Grigioni protestanti sopra la Valtellina, naque una nuova guerra tra la Spagna e la Francia, che si chiuse soltanto il 7 di novembre del 1659 colla pace detta de’ Pirenei. Ma poichè allora le armi francesi in Italia ebbero sempre di mira l’acquisto del Piemonte, del Monferrato e del ducato di Mantova, la guerra, se bene spesso condutta con poca gagliardia, non si scostò mai dal Milanese, e le terre lungo la linea del Ticino ne furono ridutte all’estrema miseria.


  1. Sortì i natali in Fontaneto, terra del Novarese verso il 1555. Compiuti li studii universitari ed addottoratosi in medicina, si acquistò la stima e l'affezione dell'arcivescovo Gaspare Visconte, il quale nel 1585 o in quel torno lo mandò a Fagnano per curarvi una malatia epidemica.
  2. De causis, natura, moribus ac curatione pestilentium febrium vulgo, dictarum cum signis, sive pestechiis, perbrevis tractatus et observatio 1587 et 1588 Andreæ Trevisii, medici Gallarati — Mediolani apud Pacificum Pontium, 1588.
  3. Intorno alla vita ed alle opere mediche di Andrea Trevisio. Discorso. Milano, Chiusi, 1856.