Biografie dei consiglieri comunali di Roma/Marcantonio Colonna

Marcantonio Colonna

../Ignazio Ciampi ../Stanislao Corsetti IncludiIntestazione 28 novembre 2024 100% Da definire

Ignazio Ciampi Stanislao Corsetti

[p. 73 modifica]



COLONNA PRINCIPE D. MARCANTONIO


Consigliere Municipale




LL
a più splendida gemma che sul fronte brilla d’Italia è Roma. — E da Roma disse un italiano illustre dovrà uscire unità d’incivilimento, e l’armonia che stringerà tutte le genti in un patto di amore, onde la fraternità dei popoli ne dimanerà come sorgente di felicità umana, e il sole del progresso procederà quindi in suo glorioso cammino. Roma è la terra predestinata dalla eternità dei secoli alle cose grandi, e sotto questo cielo pieno d’una luce, che ha il raggio dell’anima, come si esprime un chiarissimo scrittore italiano, luce di orizzonti senza termine e di una vita che non conosce l’occaso, su questo suolo che vi ragiona di estinti come fossero vivi, le cui tombe equivalgono ad altari, e dove la stessa caducità non si manifesta col vestigio della morte innanzi alla maestà del Campidoglio, all’augusta maraviglia del Vaticano, all’arcano e sublime terrore che parte dal Colosseo, ognuno scorge un infinito di memorie e di speranze, un passato ed un avvenire che la gloriosa immortalità di Roma presentano, onde lo stesso Goethe il poeta filosofo dell’Alemagna venuto in Roma esclamava; «io mi trovo con gioja e rapimento sul suolo classico dove il passato e il presente mi parlano con forte voce e seduttrice.» E svolgendo gli storici volumi della città eterna veggiamo essere anche stata sempre la culla d’uomini che non solo ebbero grandezza di natali, ma potenza di genio, splendore supremo di virtù, e le orme di se medesimi lasciarono immortali. — Ed è appunto per le glorie antiche e nuove di Roma, per i raggi che dalla medesima si dispandono al mondo, per l’aureola che la circonda siccome [p. 74 modifica]Capitale d’Italia, che noi a perpetua ricordazione i nomi di coloro che al seggio de’ padri nostri in Campidoglio furono fatti assidere dai propri concittadini, in biografiche memorie raccomandiamo. — E ciò facendo non solo ci è grata cosa di compiere uno storico ufficio, ma si anco un onorato ricordo specialmente degli uomini, che meritarono la stima e la lode, e che o per le grandi opere, o per le modeste virtù si distinsero. —

Se v’ha famiglia in Roma che da lunghi secoli conti la stirpe nobilissima, ed abbia avuto uomini celebrati per virtù civili o politiche, per opere di guerra, e d’ingegno questa è la famiglia de’ Principi Colonna, e notissime sono le istorie, che presentano i fatti egregi, le imprese valenti, i meriti illustri onde rifulsero mai sempre.

E noi oggi con grata soddisfazione dell’animo scriveremo la biografica memoria del Principe D. Marcantonio Colonna, imperocchè presentiamo in lui un giovane che lo splendore del casato illustra con la modestia delle virtù, con i pregi più gentili della mente e del cuore. —

Nell’anno 1844 il giorno 8 Aprile nasceva egli in Roma. — Suo padre il principe D. Gio: Andrea Colonna, uomo di forte intelletto, di carattere leale, di costumi integerrimo, desideroso che al lustro del casato corrisponda sempre lo splendore delle opere, lo educò in tutte le più nobili e rare discipline, e lo crebbe nell’amor degli studî. — E Marcantonio Colonna sortito avendo da natura un’indole dolcissima, un’anima soavemente mite, un cuore vago soltanto del bello, del buono del giusto, era un fiore che cresceva gentile, e il profumo tramandava delle più elette virtù. — Studiosissimo essendo, beveva dai volumi della storia l’aura del sapere, e la sua mente faceva corredo di sempre varie cognizioni. — E mentre negli studî alimentava l’ingegno, lo spirito veniva guidato dalla propria madre, che fu la principessa Donna Isabella Alvarez de Toledo, la quale d’ogni più bella dote adornata fu una vera stella domestica, un angiolo carissimo della famiglia, un fiore spagnuolo, puro, gentile, modesto, trapiantato su questa terra italiana. — E la prematura morte di questa virtuosissima donna lasciò nella famiglia un solco di dolore incancellabile, un lutto perpetuo nel cuore di chi la conobbe.

Quindi quella serenità di sentimento, quella dolcezza di carattere, quel velo gentilissimo di modestia, che tanto distinguono il Principe D. Marcantonio Colonna, s’ebbe principalmente dalla madre, che ne informò il cuore. —

Maturando negli anni ed applicandosi con predilezione grandissima alla italiana letteratura, ne gustava le bellezze, ed il suo studio portandosi specialmente sull’arte drammatica comprese esser questa cooperatrice efficacissima alla civiltà e al progresso, imperocchè per mezzo di essa si trasfonde al [p. 75 modifica]popolo l’amore delle più grandi virtù, e il cuore s’ingentilisce, e il pensiero nobilmente si educa; e comprese eziandio essere opera di chiunque sente affetto alla patria il concorrere alla perfezione di quest’arte. — E di fatti istituitasi l’Accademia Filodrammatica Romana, egli fu eletto Presidente, e agli esercizi drammatici applicandosi, ha dato pubblicamente prova di riuscire valentissimo, e con indefessa sollecitudine, e con particolare amore, al prosperamento dell’Accademia, e alla cognizione dell’arte drammatica intende, siccome fonte, d’onde deriva istruzione e diletto, civiltà, e progresso. — E qui a noi giovi notare come tutti coloro che sortirono grandezza di fortuna ne dovriano seguire l’esempio, perocchè nell’esercizio delle nobili virtù, non negli ozi dorati e nella inerzia illustre si mantiene lo splendore del casato e la gloria del censo. —

Il Principe D. Marcantonio Colonna sebbene giovane di età, chè non raggiunse ancora il trentesimo anno, pure avendo bellissimo il nome per i suoi pregi della mente e del cuore, essendo noto com’egli all’opera intenda del progredire dei liberi tempi e della civiltà, e come sia amante di tutto ciò che corrisponde all’onestà, alla giustizia, e al benessere del popolo, era dai propri concittadini, eletto Consigliere in Campidoglio, sicuri che in lui avrebber trovato un sostenitore dei comunali interessi. — E per fermo anche a quell’uffizio egli adempie con tutto lo zelo, e con tutto l’amore che richiede l’interesse comune. — Egli è stato pur prescelto dalla Giunta Municipale siccome uno dei Membri che fa parte della Commissione del Museo Artistico applicato all’industria, istituzione che onora grandemente Roma e le arti. —

Il Colonna appartiene pure al corpo della Guardia Nazionale a cavallo, che predilige grandemente, e a provare sempre meglio quanto modesto egli sia, giovi notare come il grado soltanto di caporale si contenti occupare. —

I di lui principî sono quelli dell’uomo che ha in rispetto non solo la giustizia, e l’onestà, ma la legalità e tutto quanto giova allo sviluppo del vero progresso, ed è soprattutto desideroso della felicità della patria e del benessere del popolo. — Possedendo un anima sensibilissima per la sventura, un cuore solo capace d’affetti gentili sente amore per le classi indigenti, e soccorrevole è la sua mano, nè manchevole mai è il suo concorso dapertutto ove si tratta di giovare all’umanità. —

Lontano dal seguire l’esempio di taluni privilegiati dalla fortuna, è lo studio delle italiane lettere, è l’amore delle arti belle, cui con infinita passione si dedica, imperocchè è per tal modo che la mente ed il cuore ottengono quel compimento che formano il perfetto cittadino, l’uomo cui premono i migliori destini della patria e i trionfi supremi della civiltà. —

[p. 76 modifica]E poichè causa d’insegnamento perenne, è il teatro, come di lunga meditazione, e l’effetto desiderato essendo di ritrarne la rigenerazione morale, d’onde dimanar deve la prosperità dell’umana famiglia, così nella palestra drammatica il Colonna esercitandosi, stamperà certo vastamente sue orme, e farà opera degna dell’illustre casato, conveniente ai pregi che lo distinguono, concorrendo alla perfezione di un arte, che nel cammino dei tempi civili e di progresso sospinge la generazione degli uomini. — E ben disse il sommo Livornese; — presso noi il teatro assumendo le parti di educatore deve provvedere al massimo nostro bisogno: bisogno supremo nostro non istà nello ingannare gli avari, i tutori gelosi, sbertare arcifanfani, e via discorrendo, i vizi che debbonsi combattere sono la ipocrisia, la viltà, la frivolezza, la ignoranza, la turpe gara dei debiti e dei fallimenti con la ostentazione del lusso corruttore di ogni buono ordinamento, vuoi domestico, o vuoi pubblico, e tutte le tristizie che vanno serpendo per l’umano consorzio. —

Noi non esporremo come l’accademia filodrammatica, di cui è Presidente il Colonna abbia pur soccorso famiglie lottanti nelle più amare distrette della vita facendo recite di beneficenza, diremo altresì che và semprepiù fiorendo e i giovani artisti danno sicurtà di sè stessi, che saranno per riuscire eccellenti, e il Colonna già pubblica n’ebbe la lode. —

In questa biografica ricordazione pertanto abbiamo presentato non altro che la pura, modesta e serena figura di un giovane principe, che per le doti egregie della mente e del cuore onora la famiglia e la patria, e ci è cosa gratissima poterlo specialmente additare siccome modello a coloro che sortirono splendidezza di natali, e già disegnarlo siccome uno degli uomini che alla nazione saranno utilissimi. —

Noi avremmo potuto molte pagine occupare in scrivendo di lui, chè la gloria avita e le sue virtù ne darebber materia, ma poichè niuno havvi cui siano sconosciute abbiamo stimato perciò la nostra pubblicazione onorare con questa menzione che al volo della cronaca della nostra età corrisponde. —