Amorosa visione/Capitolo X
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CAPITOLO X.
Ahi quivi fiero ed orgoglioso quanto
Vi vid’io Annibal sopra un destriere,
Ch’alli Roman levò riposo tanto!
Rubesto gli parea ancor tenere
5Cartagine sub sè, col viso alzato
In ver la Donna andando a suo potere.
Asdrubal gli era dal sinistro lato,
Con non men di fierezza nello aspetto,
Con una lancia cavalcando armato.
10Corïolan, che lo infiammato petto
Ebbe contra i Romani, e giustamente,
Quando leal cacciar lui per sospetto,
Come vedendo quella umilemente,
Che ’l genero piegando la sua ira
15A’ preghi suoi era quivi presente,
Oltre con gli altri andava ver la mira
Bellezza della Donna; dopo il quale,
Come colui che tristo ancor sospira,
Massinissa seguiva, del suo male,
20A freno abbandonato cavalcando,
Sè stesso avendo poco a capitale.
Allegro Cincinnato seguitando
L’andava; e Persio poi come potea
Giocondo sè nel sembiante mostrando.
25Nobile nello aspetto si vedea
Possente oltre venir intra costoro
Cesare, che in vista ancor ridea
D’avere a forza avuto da coloro
Nome d’imper, che real dignitate
30Per istatuto avean cassa fra loro.
Ornato di bell’arme, e incoronate
Le tempie avea di quelle fronde care,
Che fur da Febo già cotanto amate.
Mirabilmente bello a campeggiare
35In uno scudo lo divino uccello,
Nero nell’oro lì vidi, mi pare;
Ancora in una lancia un pennoncello
Che in man portava, e simigliante
Vid’io quella ventilarsi in quello.
40Di quanti a lui ve n’andasser davante,
Nullo ne fu che tanto mi piacesse,
Nè tanto valoroso nel sembiante.
Appresso poi parea che gli corresse
Volonteroso e sì forte Ottaviano,
45Che dentro al cerchio già parea ch’avesse
Messa più che nessun la destra mano:
Bello era nell’aspetto e grazïoso
Quanto alcuno altro fosse mai mondano.
A lui seguiva poi molto pensoso,
50Pallido nello aspetto il gran Pompeo,
Tal che di lui mi fe’ tornar pietoso.
Mirando dietro a sè a Tolomeo,
Che il seguiva, cui fe’ re d’Egitto,
Che poi uccider là vilmente il feo.
55Allora Marco Antonio quivi ritto
Seguiva, e Cleopatra ancor con esso,
Che in Cilicia fuggì senza rispitto
Ridottando Ottavian, perchè commesso
Le parea forse aver sì fatta offesa,
60Che non sperava mai perdon da esso:
Ivi non potendo ella far difesa
Al foco che l’ardeva forse il core,
Di libidine e d’ira ond’era accesa,
A fuggir quello oltraggioso furore,
65Con due serpenti in una sepoltura
Sofferse sostener mortal dolore:
E ancora quivi nella sua figura
Pallida, si vedieno i due serpenti
Alle sue zizze dar crudel morsura.
70Prima che questi, credo più di venti,
Era ’l primo Affricano Scipïone,
Ch’a Roma fe’ con sua forza ubbidienti
Ritornar già con degna punizione
Que’ di Cartago, che insuperbiti
75Eran per Annibal lor campïone.
Ivi Cornelia in sembianti smarriti
Seguia dietro a color, cui dissi suso,
Ch’avanti a Scipïon non erano iti.
E poi dopo ad essa, gli occhi in giuso
80Traian vidi venir, e dopo lui
Marzia col viso di lagrime infuso.
Giulia veniva poi dietro colui
In atti riposati e mansueta,
Quasi alle spalle a Cesare, di cui
85Honesta sposa fu Calfurnia, lieta
Venia, senza parer che disïasse
Altro veder che lui, e in lui quieta
Ogni altra voglia che la stimolasse.