Alcesti (Euripide - Romagnoli)/Primo stasimo
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PEANA FUNEBRE
primo corifeo
Strofe
O figlia di Pelio,
ti siano gradita dimora le tènebre inferne.
E sappia Ade, il Nume che negre ha le chiome,
e il vecchio che i morti conduce,
al remo seduto e al timone,
che mai d’Acheronte
sovressa la morta palude,
mai donna piú degna
recò sul bireme battello.
secondo corifeo
Antistrofe
Te molto i poeti
diran su l'alpestre settemplice lira1, con gl’inni, diran senza lira, nei giorni che riede
a Sparta la vece del mese
carnèo2, fulgendo alta la luna
per tutta la notte,
e nella felice, fulgente
Atene: tal mèsse
di canti lasciasti ai poeti.
primo corifeo
Potessi io dal soggiorno
d’Averno, il sotterraneo
fiume solcando, al giorno
te ricondurre, Alcesti!
Ché tu cara, tu unica
fra le donne, valesti,
te sacrando alla morte,
salvare dalle tènebre
dell’Ade il tuo consorte.
Cada la terra sopra te leggera!
Ché se novello talamo
Admeto mai salisse, ai figli tuoi
segno d’odio sarebbe, e a tutti noi.
secondo corifeo
La madre e il padre stanco
sotto la terra ascondere
non sostennero il fianco,
per evitar la fine
precoce al figlio misero:
e bianco aveano il crine.
Ma tu, nella fiorita
gioventú, pel tuo caro
abbandoni la vita.
Oh!, se a me pure concedesse il Fato
tale una sposa! Il termine
breve è di vita: deh!, potessi gli anni
miei presso a lei varcar, scevro d’affanni!
Note
- ↑ [p. 336 modifica]L’alpestre settemplice lira. La lira dalle sette corde è detta alpestre, perché trovata da Ermète che la costruí valendosi del guscio di una tartaruga montana. Cfr. l’Inno omerico a Ermète, in Omero minore, p. 63.
- ↑ [p. 336 modifica]La vece del mese carneo. Il mese Carneo, cosí detto dalle feste Καρυεῖα che si celebravano per nove giorni in onore di Apollo, corrispondeva al nostro agosto-settembre.