Adramiteno/Mutazioni di schiene
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MUTAZIONI DI SCHIENE.
ATTO PRIMO.
1.° Tempesta marittima sulle campagne di Cappadoccia con tuoni, lampade, saette, percosse, e battiture.
2.° Gran piazza del foro di Cappadoccia, in cui vedesi da una parte l’incanto dei mobili d’Adramiteno, e dall’altra Saltimbanchi, Cavadenti, Mimi1, Zezzoli liscj, Acque, e Covili apparenti.
3.° Sala greggia, Orti penduli, e Case rustiche al meriggio, con rabeschi di servitù urbane2, di Lucerte, e Barbacane.
ATTO SECONDO.
1.° Tempio dedicato alla Dea Cimena con varie foreste all’intorno, e la veduta in lontananza del nascimento dei funghi.
2.° Appartamento estrinseco destinato a Ciborra, ornato di ghette3, stivali, e carte geografiche, ed illuminato per la venuta del plenilunio di marzo.
3.° Porcile Reale.
ATTO TERZO.
1.° Antico palazzo dei Re di Cappadoccia già ridotto in cenere, con fuochi semi-fatui, e spiedi giranti.
2.° Tavole pretoriane4 con rustico del maneggio de’ Somarelli.
3.° Luogo comune magnifico, con Ara nel mezzo, di essa il gran Culiseo di Oloferne.
La musica è del sig. Giano Ciucciuriello, Mastro di Cappella della Mandria d’Anversa.
Compositore de’ Balli.
Il sig. Claudio Brandari, Agrimensore piazzato.
Inventore degli Abiti.
Il sig. Zaccaria Tacconis da Rimini, Terziario dell’Ordine Corintio.
Sarti esecutori di giustizia dei suddetti.
Li sig. fratelli Scafurla5.
Accenditore dei Lumi.
Il sig. Andrea Borgnino6.
Scopatore del Teatro.
L’illustrissimo signor Cavaliere Alerame Babbuino de’’ Tappari7.
Vuotatori de’ Cebri, e Cantari.
Il molto illustre sig. Ascanio Polidoro.
Compositore delle arie de’ Balli.
Il sig. Diego Campana, Musico Suonatore del Cariglione8 d’Ancona.
Dipintore delle Schiene.
Il sig. Michel’Angelo Ramazzi9.
AVVISO SUPERFLUO.
Per comodo della Musica si prescinde sovente nel decorso del Dragma dalle imperfezioni de’ sig. Personaggi, cioè di chi non vede, di chi non sente, e simili.
Note
- ↑ [p. 73 modifica]Annotazione affissa in margine dall’autore: Qui mimos sequitur, vitiatque cubile paternum.
- ↑ [p. 73 modifica]Servitù urbane; servitù, chiamasi un dritto, un gius, una ragione posta e stabilita sovra una cosa altrui, per cui il padrone di esse è obbligato od a tollerare, od a non fare qualche cosa nella medesima; dicesi urbana quando questa è unita ad un fondo urbano; per chiamarsi servitů urbana, non è necessario che questo fondo sia in città, ma dicesi urbana quella cosa ovunque sia posta tanto in città che in villa, purchè destinata, ed inserviente all’abitazione delle persone. (Leg. 198. de verb. sign., et leg. 1. de servit. præd. urban.)
- ↑ [p. 73 modifica]Ghette; termine usato in Piemonte per sopraccalze.
- ↑ [p. 73 modifica]Tavole pretoriane; stromento di cui servonsi i Topografi nelle loro operazioni topografiche, indicanti la pianta d’una qualche città, o villa ec.
- ↑ [p. 73 modifica]Scafurla; vocabolo di rado usato in qualche paese del Piemonte dal basso volgo, per indicare un destro ladro; da scafurlare, verbo del dialetto piemontese, equivalente al rubar con destrezza italiano.
- ↑ [p. 73 modifica]Borgnino; in piemontese diminutivo di borgno, in italiano losco.
- ↑ [p. 73 modifica]Tappari; corrisponde questo vocabolo presso a poco a cappero italiano. Voce usatissima nel Bresciano.
- ↑ [p. 73 modifica]Cariglione; voce con cui si servono alcuni popoli [p. 74 modifica]piemontesi, e nella Valsesia, per denotare il suono giulivo de’ sacri bronzi; dicesi pure nei popoli Taurini baudetta.
- ↑ [p. 74 modifica]Ramazza; in piemontese, equivale all’italiano scopa.