Ville e Castelli d'Italia/La Villa Reale

La Villa Reale

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Il Castello Sforzesco La Villa Melzi

[p. 27 modifica]la villa dal vialone.

La Villa Reale di Monza


il lago ed il tempietto.



uesta grandiosa regale residenza fu edificata da S. A. R. l’arciduca Ferdinando d’Austria; principiata nel 1777 e recata a termine nel 1780 sotto la direzione dell’architetto Piermarini. Le vecchie cronache monzesi raccontano che la fronte della grande villeggiatura doveva esser rivolta verso la città di Monza — sventrando questa direttamente fino all’Arengario — come prospettiva di vista — e da qui si apriva in linea retta una continuazione di allargamento edilizio a prendere lo stradone per Milano. Sventuratamente i padri coscritti d’allora non poterono assecondare questo bellissimo progetto dell’arciduca, vuoi per poco coraggio nell’avvenire della città, vuoi per troppo amore delle molte case da rettifilare, e S. A. R. volse la fronte del suo palazzo verso ponente, dando poi sviluppo ad un grande viale di circa due chilometri fino al cosidetto Rondò. Da qui, Napoleone I fece [p. 28 modifica]scalone principale. estendere un ampio viale secondario che conduce fino a Sesto S. Giovanni, per quasi 7 chilometri, congiungendosi qui alla grande provinciale pianteggiata fino a Milano. Sono pure dovuti alla grande attività Napoleonica i grandiosi giardini annessi alla villa di Monza, e il famoso Parco Reale di circa 14 mila pertiche, in cui amene costiere, larghi viali, splendidi punti di vista lasciano ammirare le circostanti ville e colli della Brianza.

Il corpo di mezzo dell’edificio, egualmente che i bracci, sporgono su i giardini e formano internamente la corte principale, alla cui entrata campeggiano due laterali corpi antiguardi, quello del Teatro e l’altro della cavallerizza o scuderia dirimpetto. Quinci i bracci rivoltano lungo l’anticorte, camera da letto di s. m. umberto i. apprestando cortili appartati per servigi ed abitazioni. È il prospetto della villa esposto a ponente, i giardini a levante. La gran corte riguardante il vial grande è racchiusa con semplici cancelli in ferro a lancie dorate da regolari giardini d’aranci, fiori e frutta; e all’ingresso stanno due piccoli padiglioni per le sentinelle o corpo di guardia. La reale cappella è di stile semplice fra il Luigi XVI e l’impero, come in complesso tutte le sale della villa, furono semplicemente decorate, fino all’assunzione al trono del Regno d’Italia del compianto Re Umberto, che appassionato per Monza ogni anno vi profondeva spese e ristauri e migliorie e lavori artistici sotto la fine direzione del suo architetto Marchese Achille Mainoni d’Intimiano, [p. 29 modifica]il quale rispettando allo scrupolo quanto v’era di originale opera del maestro Piermarini, modificò però qualche volta radicalmente certe sale e decorazioni e mobiglio, assolutamente incompatibili in una artistica regale residenza. La rotonda, per esempio, che unisce la cedraia ai corridoi ora elegantissimi del palazzo fu rispettato per le pitture dell’Appiani nelle medaglie e nelle lunette rappresentanti la favola d’Amore e Psiche. Le porte nella sala del trono così detta, le uniche si può dire accuratissime decorazioni originali del Piermarini furono dal Mainoni restaurate meravigliosamente, da renderle un cameo, sebbene ne fosse stato decretato il cambiamento.sala del trono.Prima della venuta degli imperiali di Germania nel 1895 coadiuvò molto all’adattamento delle sale e camere superiori della villa il compianto Marchese Villamarina coll’architetto allora della R. Casa, sig. Tarantola. Ma la precipitazione dell’allestimento, l’aver fatto venire da altre residenze reali molto mobiglio, e certi artefici locali non perfezionati in lavori squisiti, come vennero poi sotto il Mainoni, fecero riuscire certi appartamenti signorili sì, anzi elegantissimi, ma non consoni all’elegante conforto di una quieta residenza regale.

Il grande salone centrale prospettante la splendida spianata del giardino non fu ancora ordinato, quantunque Umberto I ne avesse fatto eseguire abbozzi e disegni dal suo architetto; e sarebbe riuscito opera sontuosa se la barbara sorte assassina non avesse troncata la vita al Sovrano e a tutto quanto di bello egli s’apprestava a fare nella sua dimora prediletta.

Nelle sale a terreno ci sono ancora delle decorazioni del Levati, e delle volte e chiaroscuri del Traballesi, e dell’Albertolli. Ma chi visita ora la sala à manger di famiglia, quella grande, la sala delle porcellane o del trono, la biblioteca e l’appartamento di S. M. la regina Margherita, troverà cose squisite, freschissime, piene di gusto profuso con quadri di sommi moderni pittori, insieme alla massima comodità di mobili e servizi. [p. 30 modifica]salotto di s. m. l’imperatore di germania.

camera da letto di s. m. l’imperatore di germania. [p. 31 modifica]sala degli arazzi.

camera da letto di s. m. la regina madre. [p. 32 modifica]

sala privata. I giardini della R. Villa furono sapientemente ben ordinati sotto la direzione del Cav. Santo Villoresi, successore al torinese Marcellino Roda. Ma chi fece mirabilia di canalizzazioni irrigatrici e spruzzanti sui grandi prati verdi e piante rare, e serre di ananassi e crisantemi giganteschi, fu il Cav. Scolarandis, oggi presso la nuova residenza dei nostri sovrani a Racconigi.

Sono preziosi nel giardino i grandi boschetti di alberi esotici e piante fresche e variate e roccie e grotte congegnate con bell'artificio d'acqua e tuffi e cascate. Il grande laghetto è oltremodo vago e delizioso, con acque limpidissime. Un grazioso tempietto dorico sta sulla ripa più alta, sopra la darsena. Vago ornamento altresì è la torre colle sue rovine in gran parte formate da frammenti antichi raccolti in Milano e nel castello di Trezzo nel 1825, dal vicerè Rainieri. Questi è l'autore della porta gotica coi rottami del Duomo di Milano, fuori l'orto botanico, a mezzodì della Villa Reale e pure della cascina così detta dei cani, nel regio Parco, facendo sfondo pittorico dal palazzo a sinistra.la biblioteca. La facciata di questa palazzina di mattoni a vista con porte e finestre in marmo a sesto acuto è fatta collo spoglio di S. Maria di Brera, opera di Balduccio da Pisa del 1300. Altri frammenti in marmo antico di questa celebre chiesa, divenuta poi museo archeologico della città di Milano, sono ora nel Castello Sforzesco raccolti, e S. M. Umberto lasciò generosamente esportare dal suo parco e villa ben 36 frammenti antichi, per ornare la raccolta archeologica del Castello.

Il parco di Monza, scompartito in viali a varie figure e direzioni, contiene due palazzi o ville interessanti; Mirabello e Mirabel[p. 33 modifica]lino. il giardino col lago. Da questa si gode di una vista veramente teatrale, e giardini e boschetti e uccelliere la rendono interessante. Un tempo detta villa Augusta, fu luogo di feste di famiglia della principessa Amalia di Baviera.

Dirimpetto alla villa Augusta sorge altro palazzo più grande, detto Mirabello. Fu esso già delizia della famiglia Durini, che lo eresse nel 1768 sulle rovine d'antico castello nella contea di Monza comperata dal banchiere Durini dai signori di Leyva. Divenuto proprietario di questo amenissimo luogo il cardinale Angiolo Durini, ivi stabilissi appena tornato in patria dalle legazioni di Polonia ed Avignone. Mirabello fu allora beato asilo delle patrie e straniere muse. Colà ospitati con ogni fiorita cortesia, Parini, Balestrieri, Garrioni, Passeroni, Casti e Metastasio idearono e trassero a compimento varie delle loro opere.



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