Viaggio sentimentale di Yorick (Laterza, 1920)/LX. L'atto di carità

LX. L'atto di carità

../LIX. Il frammento e il bouquet ../LXI. L'enigma spiegato IncludiIntestazione 6 maggio 2022 75% Da definire

Laurence Sterne - Viaggio sentimentale di Yorick (1768)
Traduzione dall'inglese di Ugo Foscolo (1813)
LX. L'atto di carità
LIX. Il frammento e il bouquet LXI. L'enigma spiegato

[p. 124 modifica]

LX

L’ATTO DI CARITÀ

PARIGI

Chi sdegna o sospetta di passare al buio per un chiassuolo sarà forse un egregio uomo dabbene e destro a mille negozi, ma un buon «viaggiatore sentimentale» non mai. Assai cose, che accadono a sole chiarissimo e su per le vie larghe e frequenti, le vedo, ma non le guardo. La natura è vergognosa, né s’attenta d’agire alla presenza di spettatori; bensí in qualche appartato cantuccio ti lascia vedere taluna delle sue brevi scene, che equivalgono alla quintessenza di tutti i sentimenti stillati da una mezza dozzina di tragedie francesi: tragedie per altro bellissime assolutamente; e le si confanno del pari al predicatore e all’eroe; e perciò, ogni qualvolta mi trovo in impegno piú solenne assai dell’usato1 io nelle mie prediche m’aiuto di quelle tragedie; e, quanto al testo, la Cappadocia, il Ponto e l’Asia, la Frigia e la Pamfilia son ottimi testi quanto ogni altro della Scrittura2. [p. 125 modifica]

Evvi un opaco andito lungo, che dall’Opéra-comique riesce a un vicolo angusto, calcato da que’ pochi che modestissimi aspettano un fiacre3 o che piú volentieri tornano a casa in santa pace co’ loro piedi. A capo dell’andito attiguo al teatro vedi una candeluccia, il cui raggio a mezzo l’andito si smarrisce tra l’ombre, ma vi sta per adornamento, a imitazione delle stelle di minima grandezza, le quali ardono e, a quanto sappiamo, non giovano gran che a noi mortali.

Per quell’andito adunque io m’avviava all’albergo, quando, cinque o sei passi innanzi ch’io giungessi alla porta, m’accorsi di due signore, l’una a braccio dell’altra, col dosso al muro, le quali, secondo le mie induzioni, aspettavano un fiacre, e poich’erano si presso alla porta, io, per rispetto al diritto di priorità, m’incantucciai pianamente un braccio o poco piú di qua dalle due signore, e quasi invisibile, perch’io era vestito di nero.

La signora che mi stava piú presso era una lunga e smilza persona d’anni forse trentasei; l’altra, di pari forme e statura, n’avrà avuti quaranta: e non aveano indizi nuziali né vedovili; bensí in tutto e per tutto, l’aspetto di due caste sorelle vestali, a cui né le carezze né i baci aveano libata la rugiada quasi gelata su le lor labbra, in altro tempo io mi sarei cordialmente adoperato alla loro felicità; ma per quella sera la loro felicità doveva arrivar d’altro luogo.

Una voce sommessa con dicitura elegante e con soave cadenza supplicava che tra lor due facessero, per l’amore di Dio, l’elemosina d’un dodici soldi. E mi parve fuori d’ogni uso che un accattone assegnasse la somma dell’elemosina, e dodici volte piú che non si dà solitamente all’oscuro. E se ne maravigliarono anch’esse.

— Dodici soldi? veh! — dicea l’una.

— Un dodici soldi! — dicea l’altra: — né gli davano retta. [p. 126 modifica]

Il poverello continuava a dire che non si sarebbe attentato a domandare di meno a due dame del loro grado, e s’inchinò sino a terra.

— Poh! — dissero — non abbiamo di spiccio. —

Tacque per allora il mendico; poi tornò ad implorare.

— Deh! gentili damine; deh! non chiudano le loro pietose orecchie a me solo!

Sur ma parole, davvero, uomo dabbene — dicea la minore, — non abbiamo moneta.

— Il cielo dunque le benedica — rispose il mendico — e moltiplichi a loro le gioie che possono versare sugli altri senza moneta! —

Notai che frattanto la sorella maggiore accostava la mano alla tasca, e diceva: — Se troverò un soldo.

— Un soldo! me ne favoriscano dodici — ripigliò il supplicante. — La natura fu si benefica verso di loro! le sieno adunque benefiche con un povero.

— Ve li darei con tutto il cuore — disse la giovine; — amico, ve li darei, se ne avessi.

— O mia benefattrice! bella e caritatevole gentildonna — diceva egli alla sorella maggiore: — ma se allo splendore di quegli occhi, che reca in quest’andito buio il chiaror del mattino, è mista insieme tanta dolcezza, non dovrò io credere che ciò derivi dalla bontà e dalla umanità di quel cuore? non dovrò io credere al marquis de Santerre ed a suo fratello, i quali, passando dianzi, parlavano tanto di tutte e due? —

E tutte e due pareano commosse; e le loro dita correvano come per impulso e contemporaneamente alle tasche; e n’uscirono due monete di dodici soldi; né altercavano piú col povero, bensí tra lor due, aspirando al merito di far l’elemosina; ma la fecero a un punto tutte e due, e il diverbio cessò; l’uomo dabbene se n’andò con Dio.

Note

  1. E appunto in que’ di occorse a Yorick una solenne occasione di predicare nell’oratorio de’ protestanti in Parigi; e ne fu richiesto da lord Herfort, ambasciadorè d’Inghilterra, che avea corredato sontuosamente di nuove suppellettili il suo palazzo, e Parigi impazziva in folla a vederlo. Yorick salí in cattedra col testo: «Disse il re Ezechia al profeta: — Ho mostrati allo straniero i miei vasi d’oro e le mie concubine; né ho lasciato chiuso tesoro veruno della mia casa. — Disse il profeta: — Tu hai operato da stolto». — Isaia, xxxix. Vedi Lettere di Sterne [F.].
  2. Non va inteso, come pare alla prima nell’originale: «ottimi testi quanto uno della Scrittura»; perché anzi queste parole si leggono negli Atti degli apostoli. «Et qui habitant Cappadociam, Pontum et Asiam, Phrygiam et Pamphyliam» (cap. ii, 9, 10): E qui Yorick tende a deridere anche la povertà orgogliosissima del teatro francese, che non ha, come l’inglese, tragedie desunte dalla storia patria, le quali mostrano piú opportunamente al popolo i vizi, le virtú e l’indole de’ suoi antenati [F.].
  3. Carrozze che si noleggiano a ora; sdruscite; strascinate da cavalli con orecchie sempre dimesse [F.]. — L’originale chiosava, piú seccamente: «Hackney coach» [Ed.].